Le audizioni in Parlamento

di Maria Cristina Carlini

L’evoluzione del quadro dell’economia italiana non lascia più dubbi:  la crescita arranca e si allontanano gli obiettivi fissati dal Governo. E’ la valutazione che ha contrassegnato le audizioni parlamentari sulla manovra di bilancio. Ed è proprio a fronte delle attuali incertezze che si rafforza il richiamo da parte delle principali istituzioni – dalla Banca d’Italia alla Corte dei Conti – a completare le riforme e gli investimenti del Pnrr. Dal fromnte delle imprese, dopo l’Ance, anche Confindustria chiede una robusta correzione alla legge di bilancio.

La giornata

  • Rfi: pronta a partire  la talpa della seconda galleria del Passante Av di Firenze
  • Corradi (Trenitalia): “Per i cantieri già in piedi cabine di regia su Natale e la prossima estate”. La Rocca (Italo): “La puntualità è calata di 20 punti per cause non dovute a noi”
  • Via libera della Commissione Ue all’acquisizione di Adriatic Lng da parte di Snam e VTTI

Maria Cristina Carlini

IL DL AMBIENTE IN SENATO

di Mauro Giansante

Secondo Confindustria, occorre un’estensione del perimetro dei progetti inclusi nelle semplificazioni, ricomprendendo tra gli altri anche quelli di autoconsumo industriale, quelli in aree idonee, quelli di energy e gas release, i progetti per il repowering degli esistenti, gli offshore da 250 megawatt, quelli in possesso requisiti previsti dal Pnrr e quelli per il pompaggio idroelettrico

IL NUOVO COMMISSARIO UE

Tra gli strumenti annunciati ieri in audizione al Parlamento europeo c’è anche il partenariato con gli Stati membri “per migliorare l’accesso agli investimenti per l’efficienza energetica negli edifici, nelle microimprese e nelle Pmi e alle energie rinnovabili”. Focus anche sugli approvvigionamenti dalla Russia restanti e sulla neutralità tecnologica che include lo sviluppo degli Small modular reactors

M.Gia.

Diario nuovi appalti

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I più letti del diario

IN ARRIVO LE NOMINE DI DONNARUMMA

CHIARIMENTI E TRAPPOLE DEL DECRETO

IL TESTO DEFINITIVO DEL DECRETO

Pro e contro:
Superbonus e riqualificazione energetica

PRO

Virginio Trivella
Coordinatore tecnico-scientifico Rete IRENE

Incentivo diabolico? Le colpe sono di chi lo ha amministrato e della ROVINOSA exit strategy

I critici del superbonus (quasi tutti col senno del poi) hanno fatto a gara a trovarne le colpe più diaboliche, omettendo però di riconoscere che gran parte dei guasti che ne sono derivati sono da ricondurre più ai difetti nell’amministrazione dello strumento, che allo strumento in sé, concepito per fornire una risposta straordinaria a una situazione straordinaria.

Ora la confusione regna sovrana.

Le direttive comunitarie che dovrebbero indicare una strada attraverso i decenni vengono rinegoziate, approvate, disconosciute e infine demonizzate. Le strategie nazionali, aggiornate ogni pochi anni, sembrano esercizi contabili destinati a restare lettera morta.

CONTRO

Mauro Grassi
Direttore Fondazione Earth and Water Agenda

Con quei fondi spesi per il 110% avremmo dovuto fare investimenti pubblici utili a TUTTI

Il Superbonus 110% è un’agevolazione fiscale introdotta dal Decreto Rilancio (DL 34/2020) per incentivare interventi di efficientamento energetico, antisismico e installazione di impianti fotovoltaici negli edifici. E’ stato utilizzato perlopiù per interventi di efficientamento energetico e in maniera marginale per interventi di tipo antisismico. Ha riguardato circa 500 mila edifici, per circa 1 milione di unità abitative, con un costo medio di investimento di circa 112 mila euro. Si tratta di circa il 3,9% delle unità abitative presenti in Italia. Il costo complessivo per lo stato è di circa 123 miliardi i tre anni. Se si sommano anche i bonus edilizi di altro tipo si arriva ad un volume di risorse intorno ai 190 miliardi.

IL LABIRINTO OSCURO DELL'EDILIZIA / 5

di Salvatore Di Bacco

Anche le regioni a statuto speciale dovranno adeguarsi alle norme di riforma economico-sociale presenti nel salva-casa

La complessa tessitura del diritto pubblico italiano è caratterizzata da un sistema di fonti normative che si intrecciano e sovrappongono, creando un quadro giuridico dinamico e talvolta controverso. Un aspetto particolarmente interessante di questo sistema è il rapporto tra la normativa statale e quella delle regioni a statuto speciale, soprattutto quando si verifica una sopravvenienza normativa statale che incide sulla legislazione regionale preesistente. In questo articolo affrontiamo il tema del rapporto intercorrente tra la norma statale (il decreto salva-casa convertito in legge 105/2024) e le normative regionali a statuto speciale di cui all’art. 116 della costituzione, ove le stesse siano in contrasto.

Appalti Istruzioni per l’uso / 3

di Gabriella Sparano

Con il codice 36 crescono le differenze fra subappaltatore e subcontraente: come funziona il pagamento diretto della stazione appaltante

Il pagamento diretto al subappaltatore è un istituto da sempre previsto nell’ambito degli appalti pubblici con la finalità di tutelare, da un lato, il subappaltatore laddove parte contrattualmente debole e di garantire, dall’altro lato, il completamento dell’opera pubblica rispetto ad eventi ad essa esterni. Ma, nell’avvicendarsi dei diversi Codici, ne sono mutati i presupposti e le conseguenze. Vediamo in che modo l’attuale Codice lo disciplina e come avviene.

Di cosa si tratta?
Il pagamento diretto al subappaltatore da parte della stazione appaltante costituisce l’eccezione alla regola per la quale il pagamento va effettuato all’affidatario dell’appalto, quale controparte contrattuale della stazione appaltante. Esso, pertanto, è consentito o, in altri casi, addirittura imposto dalla norma allorquando ricorrono specifiche condizioni.

L'intervento

VERSO IL xxxvii RAPORTO CRESME

di Lorenzo Bellicini

“Correzioni”: fasi espansive fuori scala in tempi brevi determinano conseguenti pesanti contrazioni del mercato

Le opere pubbliche stanno trainando il mercato delle costruzioni. Come previsto si è verificato il passaggio di testimone tra il mercato della riqualificazione privata e quello delle opere pubbliche: “scendere per salire su un altro treno” era lo slogan che avevamo usato guardando avanti nel XXXIII Rapporto Congiunturale del CRESME. E così le cose stanno. Ma una corretta lettura di quello che sta succedendo necessita di due metafore di riferimento per capire meglio: la prima è quella delle “montagne russe”; la seconda è quella della “forza inerziale”.

Che le costruzioni stiano vivendo una fase ciclica fuori scala ce lo dicono i dati, sia quelli delle opere pubbliche sia quelli della riqualificazione privata. Pochi numeri ci aiutano a comprendere. Dal 2014 al 2020, la media annua degli importi delle gare di opere pubbliche aggiudicate è stata di 15 miliardi di euro; nel 2021 si sale a 50 miliardi in un solo anno, nel 2022 a 59, nel 2023 a 95. Il mercato delle opere pubbliche del 2023 è grande 6,3 volte quello della media annua dei nove anni che vanno dal 2012 al 2020. Nei primi sei mesi del 2024 il calo delle aggiudicazioni è del -64%.

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IL TESTO DEFINITIVO DEL DECRETO

Pro e contro:
Superbonus e riqualificazione energetica

PRO

Virginio Trivella
Coordinatore tecnico-scientifico Rete IRENE

Incentivo diabolico? Le colpe sono di chi lo ha amministrato e della ROVINOSA exit strategy

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Ora la confusione regna sovrana.

Le direttive comunitarie che dovrebbero indicare una strada attraverso i decenni vengono rinegoziate, approvate, disconosciute e infine demonizzate. Le strategie nazionali, aggiornate ogni pochi anni, sembrano esercizi contabili destinati a restare lettera morta.

CONTRO

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Direttore Fondazione Earth and Water Agenda

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Il Superbonus 110% è un’agevolazione fiscale introdotta dal Decreto Rilancio (DL 34/2020) per incentivare interventi di efficientamento energetico, antisismico e installazione di impianti fotovoltaici negli edifici. E’ stato utilizzato perlopiù per interventi di efficientamento energetico e in maniera marginale per interventi di tipo antisismico. Ha riguardato circa 500 mila edifici, per circa 1 milione di unità abitative, con un costo medio di investimento di circa 112 mila euro. Si tratta di circa il 3,9% delle unità abitative presenti in Italia. Il costo complessivo per lo stato è di circa 123 miliardi i tre anni. Se si sommano anche i bonus edilizi di altro tipo si arriva ad un volume di risorse intorno ai 190 miliardi.

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