Città sostenibili

PLACEMAKING WEEK EUROPE / 2

Sono tanti e diversi per impatto, scala e tipologia. Anche se le necessità e le condizioni di partenza spesso sono simili: l’abbandono e il degrado di un luogo da far rinascere. In questa mini-rassegna ci sono anche il progetto Dumbo di Bologna e la Mar, la miniera argentiera fronte mare di Sassari. Non serve l’etichetta formale bensì l’effettività delle operazioni di placemaking sul territorio.

PLACEMAKING WEEK EUROPE / 1

La stazione, l’ex gasometro, via Roma-Parco Santa Maria, piazza della Vittoria, via Premuda sono le sfide locali che si aprono alla ricerca di idee concrete per trovare un nuovo volto. L’edizione 2025 della kermesse europea può stimolare il nuovo approccio di incontro dal basso e dall’alto tra pubblica amministrazione, residenti e terzo settore con l’obiettivo di trasformare la città. Oltre 650 gli stakeholder coinvolti con altrettanti progetti. Intervista all’assessore alla cura della città, Davide Prandi.

IL BANDO

L’appalto risponde alla necessità di risolvere le attuali problematiche della rete viaria del distretto industriale di Catania (oltre 50 km di strade interessate) risultando caratterizzata da un diffuso stato di degrado del manto stradale; presenza di dissesti, buche e cedimenti localizzati, per citarne solo alcune.

ISTITUTO VACCARI

Risparmiato il 51% dei costi in bolletta della struttura, condivisi i 38.555 kWh di energia prodotta in eccesso. Avanza il piano della Capitale di sfruttare i tetti delle scuole e degli uffici pubblici per realizzare nuovi impianti fotovoltaici. Lorenza Bonaccorsi, presidente del Municipio I: “Abbiamo già individuato altre aree dove realizzare un simile percorso, penso in particolare a Testaccio”.

L'EMERGENZA ABITATIVA

L’obiettivo (minimo) più prossimo rimarcato dall’ex responsabile del Pnrr italiano è raddoppiare le risorse europee “per far fronte all’emergenza abitativa, soprattutto della classe media”. Accanto all’opera di riqualificazione energetica degli edifici. La base da cui partire per ragionare è che il 75% dei cittadini euro-comunitari vive nelle grandi città, dove quindi c’è una pressione abitativa ormai fuori controllo. I costi sono lievitati ai massimi, ha ricordato la presidente Ance, Federica Brancaccio: “Serve che l’Ue definisca tempi e obiettivi chiari ma intanto già con i fondi esistenti nei prossimi anni potremmo avere a disposizione 15mld”. E il tema delle risorse da reperire è stato al centro anche del dibattito tra Beppe Sala (Sindaco di Milano) e Attilio Fontana (Presidente Regione Lombardia). “Quest’anno puntiamo ad aumentare i finanziamenti del 40% rispetto alla media quinquennale precedente” ha segnalato anche la presidente Bei Nadia Calviño.

LEGAMBIENTE

Solo il 47% degli istituti scolastici possiede il certificato di agibilità, appena il 45% il collaudo statico e meno del 15% degli edifici in aree a rischio sismico risulta adeguato alla normativa antisismica. Ancora più allarmante la situazione dei solai, con soltanto il 31,2% delle scuole che ha beneficiato di indagini diagnostiche negli ultimi cinque anni e appena il 10,9% che ha ricevuto interventi di messa in sicurezza. Si confermano le disuguaglianze territoriali: il Sud e le Isole registrano percentuali più alte di interventi ma restano le aree con maggiore difficoltà nell’utilizzo delle risorse a disposizione.

COME CAMBIANO LE CITTA'

Riproponiamo l’intervento del fondatore e Ceo della società londinese Futurecity, Mark Davy, all’evento organizzato da Estramoenia a San Giovanni Teduccio lo scorso novembre: l’articolo è stato pubblicato su Diario DIAC il 14 novembre 2024.

IL LABIRINTO OSCURO DELL'EDILIZIA

L’articolo di questa settimana esplora la gentrificazione a Milano, un fenomeno complesso che si è radicato negli ultimi decenni attraverso percorsi urbanistici di rigenerazione urbana e city branding. Questa trasformazione ha portato ricchezza e attrattiva della città, come dimostrato dall’aumento vertiginoso dei prezzi immobiliari e in particolare degli affitti, parificando la città di Milano a metropoli globali come Parigi e New York. Tuttavia, tale processo ha “condotto” gradualmente ad una esclusione dei residenti originali dei quartieri da tali processi urbanizzativi che causa incremento dei costi e dei prezzi porta a disuguaglianze sociali, evidenziando come la nuova ricchezza non si ridistribuisca equamente.

TERMINI PROROGATI AL 15 GENNAIO 2026

Selezionati i team: Roma contemporanea, Roma come modello, Roma 2050, New timenew Roma, A vision from within, Rome… a splendid preparation for the future

RIGENERAZIONE URBANA

PROGETTO CORALE

Siamo nel Monferrato, terra di paesaggi magici e di sapori intensi, in prossimità di Moncalvo, circa 3.000 abitanti e l’appellativo di città più piccola d’Italia, in quanto centro urbano più piccolo a conservare il titolo di città.

Sembrerà dunque strano che questo Diario vada proprio qui a cercare semi di Rigenerazione Urbana, ma conoscere l’esperienza di Orsolina28 fugherà ogni dubbio e lascerà stimoli importanti a chi vuole capire come trasformare senza snaturare e come far germogliare attraverso l’intreccio di sguardi e competenze e con forte coerenza.

L’avventura di Orsolina28 Art Foundation nasce nel 2016, ma per comprenderne a fondo l’origine bisogna andare più indietro, al 2007, anno in cui si svolge la prima edizione del Festival Moncalvo In Danza, allora tre giornate di workshop dedicate alla danza, ideato e fortemente voluto da Massimiliano Vacchina, che qualche anno prima aveva aperto in paese – pardon, città – un centro fitness con corsi di danza. L’intuizione felice di Massimiliano fu quella di provare a coniugare la ricchezza espressiva della danza alla ricchezza storica, culturale e paesaggistica di Moncalvo, generando una mutua valorizzazione: il successo fu veloce e grande e in pochi anni il Festival divenne di rilievo nazionale.

PROGETTO CORALE

In questi ultimi giorni stiamo assistendo a dibattiti, polemiche e appelli a dati scientifici di varia natura in merito ai vari tentativi, distribuiti sul territorio della penisola, di introdurre alberi e arbusti nei centri storici delle città, come misura di mitigazione del fenomeno Isola di calore urbano e come elemento di miglioramento della qualità dell’aria.

Il tema è di grande interesse per chi vuole seguire politiche e interventi di Rigenerazione urbana: è infatti evidente come questi non si possano scindere dagli aspetti di sostenibilità ambientale e di adattamento climatico, se davvero si vogliono ri-generare ambienti di vita piacevoli, sicuri e salutari.

VIAGGIO NEL CAPOLUOGO EMILIANO/1

Dall’ex scalo Scalo Ravone che diventa il ‘Sim Bolo Park’ alla rinascita dell’ex mercato ortofrutticolo nel quartiere Navile con la nuova piazza con i giardini della pioggia passando per i nuovi interventi di rigenerazione al Parco del Dopolavoro Ferroviario attraverso la nuova ‘via della Conoscenza’ con una mobilità ‘lenta e sostenibile’ fino al nuovo Museo ‘green dei bambini e delle bambine. Bologna è una città in fermento e, grazie anche ad oltre 787 milioni di fondi del Pnrr, sta trasformando sempre di più i suoi spazi urbani.

PROGETTO CORALE

Amburgo, con circa 1,91 milioni di abitanti, è la seconda città più popolosa della Germania, dopo Berlino, ed è anche la città non-capitale più popolosa dell’Unione europea. Il porto di Amburgo è uno dei porti più importanti del mondo e, insieme all’aeroporto internazionale, rende la città un importante centro logistico a livello mondiale. Insieme a Seattle e Tolosa, Amburgo è una delle principali sedi dell’industria aerospaziale civile, l’industria pesante include la produzione di acciaio, alluminio e la più grande fabbrica di rame d’Europa e numerosi cantieri navali, mentre a livello ferroviario rappresenta un importante nodo, con il più grande scalo di smistamento dell’Europa.

Insomma, non è proprio il primo centro metropolitano che verrebbe in mente parlando di vitalità urbana, luoghi d’aggregazione, qualità della vita.

Eppure, quando si scende alla stazione della metropolitana di Baumwall, appena usciti dalla tettoia-ponte dei binari rialzati, agli occhi del visitatore si apre uno spettacolo tanto inatteso quanto affascinante: un brulichio di persone lungo le sponde dell’Elba, chi beve una birra ascoltando artisti di strada, chi fa due chiacchiere seduto sui gradoni che si protendono verso l’acqua del fiume, chi è in coda per salire su un bateau turistico; e ancora ciclisti che sfrecciano sulle ciclabili che corrono sotto i binari sospesi o lungo i molteplici canali, e cittadini che vanno e vengono dal lavoro sullo sfondo di navi portacontainer e antichi velieri, architetture anseatiche di laterizio rosso e austeri ma intriganti edifici contemporanei a definire fondali e quinte. Siamo sulla Jan Fedder Promenade, all’estremità ovest della cosiddetta Hafencity, oggetto dal 1996 di un processo di Rigenerazione Urbana che ne ha fatto una delle aree più dinamiche, innovative ed emblematiche della socialità urbana contemporanea. L’immagine-simbolo di questo processo è sicuramente l’edificio della Elbphilarmonie, famosa sala concerti progettata da Herzog & de Meuron, affacciata sul porto, nonché l’edificio più alto della città. Ma le ragioni di interesse per Hafencity vanno ben oltre il singolo landmark.

DEMANIO

Obiettivo è quello di sviluppare progetti di valorizzazione e razionalizzazione degli edifici del patrimonio immobiliare pubblico presenti sull’isola dell’arcipelago toscano e creare nuovi poli di attrazione sociale e culturale in una logica di economia circolare, caratterizzati dall’utilizzo di materiali eco-compatibili e tecnologie innovative integrate, anche per la produzione di energia pulita. Nelle prossime settimane è previsto l’avvio di un Tavolo Tecnico Operativo per definire un primo portafoglio di beni da valorizzare e le attività ad essi associati.

PROGETTO CORALE

Maria Cristina Fregni, partner di Politecnica, inaugura oggi la sua rubrica “PROGETTO CORALE”. I lettori di Diario DIAC conoscono già MCF per l’intervista pubblicata il 7 aprile e, ancora prima, per la citazione nel mio articolo del 31 marzo sull’Atlante Oice come coordinatrice dei tre progetti che, più degli altri, avevo considerato portatori di un nuovo rapporto fra progetto e rigenerazione urbana. Da lì è nata la nostra conoscenza e la volontà reciproca di collaborare in un momento che ha bisogno di porre le basi e far crescere questa nuova rigenerazione urbana. Maria Cristina sarà, per Diario DIAC, uno stimolo e una bussola nel compito che ci siamo dati di “giornale della rigenerazione urbana”. Se ne accorgeranno i lettori (g.sa.)

___________________________________________

In tanti hanno tentato negli scorsi mesi, e stanno tentando ancora oggi, di definire in modo compiuto la Rigenerazione Urbana e di inquadrarla all’interno di schemi, canoni o manuali. Eppure l’esperienza ci ha mostrato con chiarezza che la Rigenerazione Urbana, prima ancora che un progetto, un processo o un metodo, è una grande Opportunità, multisfaccettata e dinamica, e, come tale, tende a sfuggire ai dogmi e alla sistematizzazione.

Nei fatti, la Rigenerazione Urbana è la opportunità, quella delle comunità urbane di riscoprire se stesse e il senso del proprio stare in un luogo, e su di esso costruire il proprio futuro, quella delle imprese per innovarsi, evolversi e trovare risposte efficaci alle sfide di oggi e di domani, quella dei progettisti, nel senso più ampio del termine, per recuperare, attualizzandolo e rinnovandolo, il rapporto tra Abitare e Costruire.

L’uomo è un essere che costruisce perché abita, nel senso profondo di “avere in modo continuativo”, e costruire significa dare forma e testimoniare un’appartenenza sociale, un “sentirsi-a-casa”. Questo rapporto stretto tra abitare e costruire in un tempo recente della nostra storia si è rotto e l’architettura ha perso il proprio ruolo di medium tra le due dimensioni, appiattendosi nell’edilizia funzionale o avviluppandosi ipertroficamente nel culto della forma.

IL LABIRINTO OSCURO DELL'EDILIZIA

Nel febbraio 2025 è stato presentato il disegno di legge AS 1372 di riforma del codice del paesaggio (Dlgs 42/2004), nel nome della semplificazione e dello snellimento delle procedure, in riferimento ai pareri delle Soprintendenze nell’ambito del rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche di competenza dei Comuni. Il Ddl prevede una “Delega al Governo per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica”. Come detto in precedenti articoli, gli obiettivi dichiarati della Riforma nella relazione di accompagnamento sono:

  • la razionalizzazione del sistema delle autorizzazioni in tema di tutela del paesaggio, attribuendo ai Comuni maggiore autonomia decisionale per gli interventi edilizi di minore impatto,
  • la riduzione dei tempi per l’espressione dei pareri endoprocedimentali di competenza delle Soprintendenza,
  • l’applicazione del silenzio assenso in caso di decorso dei termini, senza per questo mettere a repentaglio la tutela del paesaggio.

Nelle due commissioni, settima e ottava del Senato, l’esame è andato avanti giungendo a una prima, parziale conclusione. Vediamo quale.

LA NOTIZIA

DAI TERRITORI

di Diac Territori

Dopo l’approvazione in Senato di un emendamento al decreto “Terra dei Fuochi”, che sopprime la struttura di missione Zes istituita nel gennaio 2024, si è aperto un fronte di critiche da imprenditori e opposizioni. La missione, guidata da Giosy Romano e voluta dall’allora ministro per il Sud Raffaele Fitto, aveva coordinato la Zes unica per il Mezzogiorno, appaltato progetti Pnrr per 600 milioni di euro e rilasciato oltre 800 autorizzazioni a nuovi insediamenti. Ora sarà sostituita dal nuovo Dipartimento per il Sud, affidato al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Luigi Sbarra, ex leader Cisl. Preoccupati Emilio De Vizia, presidente di Confindustria Campania, e Costanzo Jannotti Pecci, presidente dell’Unione industriali di Napoli, che parlano di “smantellamento” e rischio di nuova burocrazia. Duro anche il deputato del Partito Democratico Marco Sarracino, che accusa il governo Giorgia Meloni di usare il Sud come terreno di scontro interno. Il presidente della Regione Vincenzo De Luca teme «strumenti di clientela politica». Sbarra replica sostenendo che il Dipartimento porterà a un “riordino” più efficace, valorizzando il lavoro fatto finora: 2,2 miliardi di euro di investimenti autorizzati, 7.000 nuovi posti di lavoro, 2,55 miliardi di credito d’imposta riconosciuto e oltre 16.000 domande per accedere ai benefici fiscali nel 2024.

L'intervento

di Lorenzo Bellicini

Direttore CRESME
Sulla questione casa: verso “nuove matrici trasparenti di convenienza”

La questione della casa è tornata al centro del dibattito, se ne sta occupando l’Europa, se ne stanno occupando diversi paesi europei, se ne accenna anche in Italia. La crisi abitativa è una questione europea. In questo momento sono molti gli studiosi che si sono attivati per riprendere questo grande tema in gran parte dimenticato per tutti gli anni 2000. Nel nostro Paese ad eccezione dello sforzo svolto dal Fondo Investimenti per l’Abitare, mirato all’housing sociale, possiamo dire che non ci sia stata nessuna politica per la casa negli anni 2000. E forse dovremmo risalire addirittura alla prima metà degli anni ’90 quando il problema della casa sembrava risolto. In questa breve nota vorrei provare a mettere sul tavolo alcuni temi che forse possono essere utili alla discussione. L’occasione è stata un interessante recentissimo incontro seminariale dell’IFEL a cui sono stato invitato insieme a vari studiosi e amministratori di comuni italiani.

Appalti Istruzioni per l’uso / 41

di Gabriella Sparano

L’articolo 11 del Codice dei contratti pubblici impone alle stazioni appaltanti (e agli enti concedenti) di individuare e indicare nei documenti iniziali di gara e nella determina di affidamento diretto il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) da applicare negli appalti pubblici, in conformità con le disposizioni contenute, in particolare, nell’Allegato I.01. La corretta individuazione del CCNL è fondamentale per garantire la tutela dei lavoratori e una corretta concorrenza, ma è spesso un’operazione che può rappresentare per la stazione appaltante una sfida complessa a causa dell’ampia gamma di contratti esistenti e della necessità di verificarne i requisiti richiesti a tal fine dalla norma.

Vediamo insieme, allora, quali passi compiere per superare tali ostacoli.

L'intervento

di Angelo Ciribini

Università degli Studi di Brescia

È in inchiesta pubblica finale presso il sito di UNI la bozza della norma UNI 11337-8 (si veda qui il testo) che trasferisce in sede normativa la prassi di riferimento UNI 74, dedicata originariamente al cosiddetto Sistema di Gestione BIM. È un caso emblematico di come la normazione volontaria, con la pre-norma, abbia anticipato una evoluzione del mercato, per poi consolidarne il contenuto alla luce delle dinamiche subentrate.

Il testo, ora rivolto al Sistema di Gestione e di Governo dei Processi Digitalizzati di una organizzazione, ha la finalità di permettere agli attori allargati dei versanti della domanda e dell’offerta di autovalutarsi, di sostenere una qualificazione o valutazione di conformità da una seconda parte (ad esempio, a opera di un committente nei confronti dell’affidatario di un contratto) o di una terza parte, nella forma della certificazione.

Progetto Corale/13

di Maria Cristina Fregni

Ieri sera ha preso ufficialmente il via a Reggio Emilia la Placemaking Week Europe, una settimana di eventi, corsi, workshop, manifestazioni organizzati dalla comunità dei placemakers europei, che, ogni anno in un posto diverso, si ritrovano per confrontarsi, aprirsi a nuove prospettive condividendo esperienze e sperimentando pratiche.

I membri di questa community, professionisti, studenti, amministratori, comuni cittadini, si definiscono “una rete europea di pionieri che insieme accelerano la creazione di luoghi per creare comunità sane, inclusive e amate. Per trasformare gli spazi in cui viviamo in luoghi che amiamo. Creiamo un mondo prospero, equo e sostenibile unendo valori, passione e azione attorno ai nostri spazi pubblici.”

Argomenti

Accedi