Quartu Sant’Elena: da area dismessa a maxi parco urbano, rinascono le ex Fornaci Picci

27 Ott 2025 di Giusy Iorlano

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Un’area industriale abbandonata nel cuore di Quartu Sant’Elena, in Sardegna, si prepara a rinascere come grande polmone verde.  Si tratta dell’area dismessa delle ex Fornaci Picci, diventerà, infatti, un parco urbano attraverso un progetto di recupero predisposto dal Comune. Il via libera è arrivato dalla giunta regionale. L’intervento, finanziato con il contributo straordinario di 4,5 milioni di euro stanziato dal consiglio regionale, nasce da una collaborazione istituzionale tra Regione e Comune, che “unisce le scelte di rigenerazione urbana di Quartu alla strategia regionale per il miglioramento dei servizi ecosistemici e della connettività ecologica, in coerenza con la Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile e con l’obiettivo ‘Sardegna più verde’”, sottolinea la Regione autonoma della Sardegna.

“Con questo intervento – dichiara l’assessora dell’Ambiente Rosanna Laconi – diamo concretezza a una visione condivisa: rigenerare spazi urbani abbandonati, restituirli ai cittadini e trasformarli in luoghi di vita, incontro e partecipazione. La città di Quartu Sant’Elena assume un ruolo strategico nell’area metropolitana di Cagliari, contribuendo a un modello di sviluppo che integra qualità ambientale, coesione sociale e innovazione sostenibile”.

L’intervento di rigenerazione

Il piano prevede la realizzazione di un grande parco urbano di oltre 15 mila metri quadrati, situato tra le Fornaci e il Rio Is Cungiuas, per garantire nuovi spazi verdi, percorsi per passeggiate e piste ciclabili.

In parallelo, sono già iniziate le interlocuzioni con la Soprintendenza di Cagliari per ottenere fondi destinati alla riqualificazione del forno storico, che sarà trasformato in museo e spazi per coworking e uffici. La giunta comunale ha inoltre deliberato la partecipazione a un bando regionale per il recupero degli edifici prospicienti via Brigata Sassari.

Nello specifico, nell’area dell’ex complesso industriale verranno realizzate azioni di forestazione urbana, con l’uso di materiali drenanti, il recupero delle acque meteoriche, l’installazione di sistemi fotovoltaici, la sostituzione di specie alloctone con specie autoctone e la creazione di percorsi natura e aree per attività culturali, sportive e ricreative.

L’elemento centrale sarà, infatti, proprio la forestazione urbana, concepita non solo come introduzione di vegetazione, ma come sistema di mitigazione dell’effetto isola di calore, miglioramento della qualità dell’aria e assorbimento di CO2.

L’utilizzo di materiali drenanti contribuirà alla gestione sostenibile delle acque meteoriche, riducendo il rischio di allagamenti e ricaricando le falde acquifere.
L’installazione di sistemi fotovoltaici garantirà una produzione di energia pulita, riducendo la dipendenza da fonti fossili.

Un progetto per la partecipazione attiva dei cittadini

Oltre alle funzioni ambientali, il parco sarà progettato per accogliere attività culturali, sportive e ricreative, promuovendo l’inclusione sociale e la partecipazione attiva dei cittadini. Percorsi naturalistici, aree attrezzate per lo sport all’aperto, spazi per eventi culturali e laboratori didattici creeranno un ambiente dinamico e vivibile, capace di rispondere alle esigenze di diverse fasce di età e interessi. Come ha sottolineato l’assessora regionale Laconi, questa iniziativa rappresenta una visione condivisa che va oltre la semplice riqualificazione di un’area abbandonata. Si tratta di restituire agli abitanti di Quartu Sant’Elena e dell’intera area metropolitana di Cagliari un patrimonio di spazi verdi e servizi ecosistemici, contribuendo a un modello di sviluppo urbano che integra qualità ambientale, coesione sociale e innovazione sostenibile.

La storia della prima industria sarda semi-automatizzata di laterizi

Nate alla fine dell’800 le Fornaci Picci videro il vero boom nel dopoguerra quando la Sardegna, come il resto d’Italia, era segnata dalla distruzione bellica e dalla necessità di ricostruire. La domanda di mattoni esplose e le Fornaci Picci si trovarono al centro della scena.
La fabbrica impiegava circa 250 operai e, negli anni Sessanta e Settanta, raggiunse l’apice della sua produttività, tanto da essere considerata una delle più importanti d’Italia. Poi il declino con la chiusura definitiva nel 1985. Le cause furono molteplici: la crisi dell’edilizia, l’obsolescenza degli impianti, la concorrenza di materiali alternativi come il cemento. Le Fornaci Picci, un tempo cuore pulsante dell’industria quartese, caddero in rovina. Nel 1992, il Comune di Quartu acquistò l’area, un vasto complesso di oltre 50 mila metri quadrati, ma per decenni non riuscì a trovare una nuova destinazione. I capannoni si riempirono di rifiuti, l’amianto delle coperture divenne una minaccia ecologica, e il sito si trasformò in un simbolo di degrado, nonostante il suo valore storico e archeologico-industriale.

La rinascita grazie al Pnrr

Dopo quasi 50 anni di inattività, di abbandono e di degrado, le Fornaci Picci stanno vivendo una nuova stagione. Grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e al Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare (PINQuA), il Comune di Quartu ha avviato un ambizioso progetto di riqualificazione. Nel 2021, la città si è aggiudicata circa 15 milioni di euro per trasformare l’area dismessa. Il piano, approvato con una variante al Piano urbanistico comunale nel 2024, prevede un mix di funzioni: 75 alloggi di social housing per famiglie in difficoltà economica, spazi per coworking e start-up, aree espositive, un parco urbano con piste ciclabili e luoghi di aggregazione. Parte degli edifici storici sarà recuperata per ospitare funzioni pubbliche e museali, preservandone la memoria industriale portando le Fornaci a diventare un’area di pregio, funzionale alla strategia che intende dare alla terza città della Sardegna un ruolo più centrale nel contesto metropolitano e regionale.

 

 

 

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