RIGENERAZIONE UMANA

BLU

03 Dic 2025 di emilia martinelli

“Papà Papà, c’è il bagno a casa nuova?” 

“Certo che c’è”, rispose il padre, “guarda, ho fatto una foto per fartelo vedere”. Federico  aveva  un interesse particolare per i  bagni, per lui  visitare il  bagno  di ogni luogo che attraversava era  d’obbligo, doveva vedere e usare ogni  bagno, quello del supermercato, della gelateria, della scuola, del bar in vacanza, di ogni  casa in cui entrava, ci andava sempre da solo e ci passava 4 min. 

RIGENERAZIONE UMANA

Il garbo di Ponticelli

06 Nov 2025 di emilia martinelli

“Maria….ma che vuol dire essere stata maestra per te?” Le chiese un pomeriggio Francesco mentre  mettevano a posto le sedie, dopo la lezione di teatro. 

Maria teneva lo sguardo basso, concentrata nella puntale sistemazione delle sedie in fondo alla sala,  alla domanda sollevò lo sguardo e tirò su gli occhiali, scivolati come sempre sulla punta del naso. Sorrise ripensando a tutti i tasselli della sua vita e con un sospiro sedette sulla sedia. Francesco la  guardò come rapito da quel gesto così puntuale, “a tempo di teatro” pensò, allora si sedette e colse  al volo l’occasione di ascoltare una storia nuova, lui che dell’ascolto aveva fatto mestiere. (…)

RIGENERAZIONE UMANA

Da Zero a NÒVA

25 Mar 2025 di emilia martinelli

Ogni volta che passo davanti alla Cupola di San Gaudenzio, mi fermo un istante, respiro e penso: che bella che è. Talmente alta da sfiorare il cielo di Novara, talmente bella da sembrare inarrivabile.

Io quaggiù, sedici anni da quando sono nato, le cose belle mi sembrano tutte lontane. Troppo lontane per me. Non siamo abituati noi, siamo ragazzi e ragazze che combinano guai, finiscono nei casini e a volte pure all’IPM…non sai che è? È il carcere per minori, in pratica…. Bro…sai che c’è? Ognuno di noi ha la sua storia di macelli, di famiglia, di testa, di cuore, di tutto. Macelli che ti scombinano la vita, che ti opprimono, che poi vivi in mezzo al nero, che sicuro bello non è, hai capito Bro?

E quindi, come fai a sentirti bello se attorno a te tutto ti dice che sei zero?  Io non lo so, ma so che è arrivato un giorno che l’amico mio Mammolo m’ha detto: “vieni con me bro, c’è un posto forte, guarda che è forte, davvero eh!”.  Io ero un po’ diffidente, ma ho pensato: “ma sì vado a vedere, faccio una cosa tanto per fare e se non mi fila scappo via”.

Appena entrato al Nòva sono rimasto venti minuti fermo, immobile, a guardare.

RIGENERAZIONE UMANA/2

“Se fai del bene, fallo bene”: si dice a Rabat, ora anche a Brescia

09 Feb 2025 di emilia martinelli

Mi sono formato e sono diventato operaio metalmeccanico, in una città di fabbriche.
Eravamo talmente tanti noi operai che ci muovevamo come formiche, ogni mattina. Anche quando alcune fabbriche hanno chiuso, ce n’era un’altra che ci faceva lavorare.
Il lavoro negli anni è cambiato siamo passati dal lavorare concimi e pesticidi altamente inquinanti a produzioni diverse, i prodotti che chiamano made in Italy, questo ha di certo cambiato la vita di Brescia e pure la mia.
Io ho vissuto e vivo nella zona di via Milano, un quartiere di operai, di gente che veniva dal sud Italia prima, e poi da tutto il mondo. Tutti, come me, qui per lavorare.
Via Milano negli anni è diventata la mia casa, la mia famiglia. E come in ogni famiglia, le voci a volte si sovrappongono, altre si scontrano, altre si fondono, ma in quel trambusto ti va sempre di restare. Dicevano che fosse la parte più brutta della città, quella più disperata, inquinata, umiliata. Vero da una parte, ma dall’altra era casa nostra ormai, e volevamo fosse bella, accogliente.
Tre grandi stabilimenti hanno chiuso in questa zona, centinaia di migliaia di metri quadrati, gli spazi sono rimasti per un bel po’senza controllo e abbandonati, degli edifici sono rimasti solo scheletri di ferro e cemento. E silenzio.

IL RAPPORTO CITTÀ RIGENERATIVE

Ifel: rigenerazione urbana diffusa e leva di RILANCIO, dal Pnrr 11,5mld

19 Dic 2024 di Giorgio Santilli

Il lavoro affronta il tema del confine fra riqualificazione e rigenerazione ed evidenzia lo sforzo, in gran parte delle esperienze monitorate, di partire dall’obiettivo della rivitalizzazione sociale, economica, culturale e ambientale, senza nascondere le difficoltà legate al persistere di vecchi modelli troppo centrati sugli interventi edilizie, fisici, immobiliari. Presentati con interviste qualitative 15 casi individuati dalla collaborazione con Mecenate 90. Ci sono anche la baraccopoli di Messina, Oltre la strada di Brescia, Lumen di Firenze e Quartiere Libertà di Bari: casi che i lettori di Diario Diac conoscono già e che assurgono ormai a grandi classici italiani della rigenerazione.

RIGENERAZIONE UMANA

Messina vista da qui: noi, i “baraccati”, oggi siamo noi e basta

03 Dic 2024 di emilia martinelli

Ringraziamo Angela per averci ispirato, e commosso con i suoi pensieri. La storia prende spunto dall’intervista a lei e ad altri cittadini messinesi.

La notte stasera mi dondola, come fossi una barca nel porto. Seduta su una sedia mia, solo mia, guardo il triangolo di mare che si vede dal mio balcone. Il mare visto da qui luccica come mai avevo notato prima, il cielo tintinna di stelle e rischiara i miei occhi. Non c’è più il grigio sopra la mia testa. Che bella Messina vista da qui. Che bella la mia vita vista da qui. È solo un triangolo d’acqua ma per me è tutto il mare. Mare, mare, pieno d’acqua, l’acqua… che mi ha fatto tremare tante volte.

Quando sono arrivata in questa casa, ho realizzato il sogno che avevo da bambina, quando mi sono accorta che quella dove vivevo non era una casa, ma una baracca.

Erano gli anni ‘80 e una mia compagna di classe mi aveva invitato a casa sua. Visti da fuori i palazzi erano solo muri più alti dei nostri, ma dentro? Saranno state tutte uguali, pensavo, o forse in cuor mio ci speravo, e invece no.

Ricordo la luce dalle finestre, mi scaldava. Le tende bianche. La lavatrice che girava soltanto per loro. Le lampadine senza fili sparsi ovunque. I dieci bicchieri d’acqua di fila, li avevo bevuti dal rubinetto solo per guardare l’acqua scorrere. E poi… Poi l’odore di buono, buonissimo… Il mastro lindo di casa sua funzionava allora, perché il nostro no? Forse l’acqua del secchio nostro era diversa?

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