La giornata
Inail: calano gli infortuni (-16%), l’edilizia il settore con più morti
- Pichetto incontra il ministro dell’Industria dell’Arabia Saudita: “forte sinergia sulle materie prime critiche”
- Presentato il progetto del termovalorizzatore di Roma, il via ai cantieri nella primavera del 2025
- Rfi pubblica il nuovo Piano Commerciale 2024 sulle strategie e sviluppo della rete
- Svimez: per la politica di coesione Ue va applicato il metodo Pnrr, subordinare le rate al raggiungimento di obiettivi mirati
- Ultimata la posa dei binari sul tratto tra Bicocca e Catenanuova sulla linea Palermo-Catania
- Il Nobel per l’Economia assegnato a Acemoglu, Johnson e Robinson per gli studi sull’influenza delle istituzioni sulla prosperità
IN SINTESI
Nel 2023, sono state oltre 590mila denunce di infortunio, in calo del 16,1% rispetto alle circa 704mila del 2022 (113mila casi in meno) e dell’8,4% rispetto alle quasi 645mila del 2019. Gli infortuni con esito mortale denunciati sono 1.147, 121 in meno (-9,5%) rispetto ai 1.268 del 2022 e 95 in meno (-7,6%) rispetto ai 1.242 di cinque anni prima. E’ il quadro (al 30 aprile 2024) tratteggiato dall’Inail, nella sua Relazione annuale relativa al 2023, presentata ieri.
A influenzare il calo degli infortuni in complesso nel 2023 è stata la pandemia, ancora molto presente nel 2022 in termini di contagi professionali denunciati. La riduzione reale, al netto dell’effetto Covid, si attesta infatti al -0,6%. Rispetto al 2019, anno che ha preceduto la pandemia, la riduzione, sempre al netto dei contagi, è di circa il 9%. Per i casi mortali, a differenza del biennio 2020-2021, l’emergenza sanitaria non ha avuto invece l’impatto rilevante osservato per le denunce in complesso.
L’analisi per modalità di accadimento degli infortuni in complesso indica un aumento, rispetto al 2022, solo dei casi in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra la casa e il luogo di lavoro, che sono passati da 95.078 a 98.716 (+3,8%). Sostenuta invece, a causa della pandemia, la riduzione degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro, prosegue l’Inail, scesi da 608.505 a 491.499 (-19,2%).
Il 19,5% degli infortuni denunciati nel 2023 si sono verificati “fuori dall’azienda” (cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o “in itinere”), percentuale in linea col 2019 e superiore al valore medio del biennio 2020-2021 (circa il 16%) quando, nelle fasi più critiche dell’emergenza, i blocchi alla circolazione stradale e il massiccio ricorso al lavoro agile li hanno fatti contrarre sensibilmente.
Per i casi mortali si registra, rispetto al 2022, un calo sia delle denunce in itinere, passate da 341 a 265 (-76 casi), sia di quelle in occasione di lavoro, da 927 a 882 casi (-45). Il 40,5% dei decessi denunciati nel 2023 si sono verificati “fuori dall’azienda”. L’Inail poi riporta come il 79,2% degli infortuni in complesso del 2023 si concentra nella gestione assicurativa Industria e servizi, il 4,5% in Agricoltura e il 16,3% nel conto Stato (per quest’ultima circa sette infortuni su 10 riguardano gli studenti delle scuole pubbliche statali). Mentre nell’Industria e servizi si assiste, tra il 2022 e il 2023, a una riduzione degli infortuni (-19,8%), si osservano lievi aumenti in Agricoltura (+0,1%) e nel conto Stato (+1,8%, sintesi di una diminuzione per i dipendenti statali e di un aumento per gli studenti delle scuole/università statali, anche a causa dell’effetto dell’estensione assicurativa Inail disposta dall’art. 18 del decreto legge n. 48/2023). Anche per i casi mortali il maggior numero di denunce si concentra nell’Industria e servizi (85,3%), seguita dall’Agricoltura (11,6%) e dal conto Stato (3,1%). L’analisi per settore di attività economica della gestione Industria e servizi evidenzia, al netto dei casi non codificati, che un quarto degli infortuni in occasione di lavoro del 2023 è concentrato nel comparto manifatturiero, seguito da Sanità e assistenza sociale (14%), Costruzioni (13%), Trasporto e magazzinaggio (12%) e Commercio (11%). Quasi tutti i settori sono in calo rispetto al 2022, in particolare la Sanità e assistenza sociale, che scende dai circa 135mila casi del 2022 ai quasi 44mila del 2023 (-67,5%), dopo aver registrato il picco di 157mila infortuni nel 2020 a causa degli infortuni sul lavoro da Covid-19. Il più elevato numero di decessi in occasione di lavoro si registra nelle Costruzioni (176 casi, in linea con i 175 del 2022), nel Trasporto e magazzinaggio (125, -17 decessi) e nel comparto Manifatturiero (111, -11).
La Sanità e assistenza sociale, con 14 decessi, è in calo rispetto ai 29 del 2022 e, soprattutto, rispetto ai 200 denunciati nel 2020, nella fase più acuta della pandemia. In ottica di genere, per l’insieme delle gestioni assicurative e inclusi gli infortuni in itinere la maggioranza degli infortuni e la schiacciante maggioranza di decessi riguarda uomini, con l’Inail che riporta che oltre un terzo degli infortuni in complesso e un decesso su 12 riguardano le donne. “L’analisi per settore di attività economica dell’Industria e servizi evidenzia che, purtroppo, i settori più rischiosi sono sempre gli stessi e su questi dobbiamo insistere. In relazione agli infortuni con esito mortale in occasione di lavoro nei vari settori dell’attività economica, nel 2023 si registrano 176 casi nelle costruzioni e 125 nel trasporto”, ha commentato il presidente dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo.
Pichetto e il ministro dell’Industria dell’Arabia Saudita: “Sinergia sulle materie prime critiche”
Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha incontrato, ieri a Roma presso la sede del Mase, il ministro dell’Industria e delle Risorse Minerarie del Regno dell’Arabia Saudita, Bandar Ibrahim Alkhorayef. “È stata una importante occasione per sottolineare la forte collaborazione tra l’Italia e il Regno dell’Arabia Saudita nel campo della transizione energetica con l’obiettivo di garantire equità di accesso all’energia e sviluppo per tutti, senza lasciare indietro nessuno. Anche per questo l’Italia sta procedendo con determinazione all’attuazione del Piano Mattei verso l’Africa e il Mediterraneo. Con il Ministro Bandar Ibrahim Alkhorayef abbiamo ribadito la forte sinergia dei nostri due Paesi sul tema delle materie prime critiche, che rappresentano uno dei pilastri fondamentali per lo sviluppo delle tecnologie necessarie alla decarbonizzazione”, ha dichiarato Pichetto.
Presentato il progetto del termovalorizzatore di Roma, il via ai cantieri nella primavera del 2025
E’ stato presentato ieri il progetto del termovalorizzatore di Roma, un Parco dell’Economia Circolare, i cui lavori partiranno nella primavera del 2025 e che sarà attivo dal 2027. Ad agosto 2024 la Commissione giudicatrice per l’affidamento della concessione del polo impiantistico relativo al termovalorizzatore di Roma Capitale ha infatti concluso il suo lavoro, proponendo l’aggiudicazione della gara al raggruppamento di impresa composto da Acea Ambiente, quale capogruppo, con Hitachi Zosen Inova AG, Suez Italy Spa, Vianini Lavori Spa e RMB Spa. L’impianto, da 600mila tonnellate l’anno, sperimenterà anche la cattura e liquefazione della CO2 e una linea di trattamento delle ceneri pesanti per il recupero dei materiali riciclabili. Oltre alle macro aree che costituiranno il cuore dell’impianto, il termovalorizzatore ospiterà una grande serra, una struttura metallica interamente vetrata e dotata di schermature mobili per controllare l’irraggiamento. All’interno verranno allestiti spazi di sosta, dotazioni per l’accoglienza e la didattica e piccole serre per la sperimentazione di concimazione carbonica. “Realizzeremo uno dei progetti più importanti delle nostra Amministrazionme – ha dichiarato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri – e uno degli impianti più avanzati al mondo sotto il profilo delle performance industriali, delle caratteristiche ambientali, di recupero e riciclo. Il termovalorizzatore ha performance eccezionali, con livelli di emissioni ridottissime, di gran lunga inferiore a quelle prodotte dall’attuale gestione del ciclo di rifiuti o dell’unica alternativa possibile che è la discarica”.
Rfi pubblica il nuovo Piano Commerciale 2024 sulle strategie e sviluppo della rete
Geolocalizzazione, interattività, dati aperti sulle principali aree di business. Sono questi i punti di forza del Piano Commerciale 2024 di Rete Ferroviaria Italiana che rappresenta le azioni di sviluppo tecnologico e infrastrutturale messe in campo dalla società per promuovere la crescita del trasporto ferroviario, sia per i viaggiatori che per le merci, coerentemente con gli scenari di mercato previsti, le esigenze dei clienti e il piano industriale.
In sostanza, la pubblicazione del Piano permette a tutti gli stakeholder di conoscere lo scenario infrastrutturale e tecnologico futuro della rete ferroviaria italiana. Le azioni e gli interventi dichiarati nel documento hanno, prevalentemente, previsione di attivazione tra il 2024 e il 2028. Sono stati comunque inseriti gli interventi significativi in termini di ricadute commerciali, con previsione di attivazione nei successivi anni del Piano d’Impresa, ma che hanno almeno una fase funzionale totalmente finanziata nel contratto di programma 2022-2026 in vigore. Il piano vede una nuova organizzazione delle informazioni: in funzione delle richieste pervenute dagli stakeholder, sono stati inseriti nuovi cruscotti per rappresentare in modo più dettagliato le informazioni. A questo scopo è stata prevista una loro riorganizzazione, rispetto allo scorso anno, rendendo fondamentale la navigazione del sito per la consultazione del Piano.
Inoltre, una nuova mappa interattiva permette una rappresentazione «reale» dell’infrastruttura ferroviaria nazionale del futuro con l’inserimento di tutti i progetti di investimento digitalizzati e geolocalizzati, previsti dal piano. E’ stata aggiornata anche la sezione sulla Rete Ten-T, la rete di trasporto transeuropea integrata e multimodale dove la novità riguarda la categoria Core Extended, che include tratti e collegamenti strategici aggiuntivi rispetto al nucleo principale, con adeguamenti previsti entro il 2040. Sono stati aggiunti ulteriori cruscotti, per rappresentare in modo sempre più dettagliato i dati condivisi da RFI a beneficio non solo delle imprese ferroviarie e degli enti locali, ma in generale di tutti i soggetti che abbiano necessità di sviluppare il proprio business in relazione ai servizi di trasporto. Gli aspetti analizzati includono il potenziamento del sottosistema energia, che consente la circolazione di treni oltre le 1.600 tonnellate di peso; gli interventi di “ultimo miglio”; l’ampliamento dei servizi aggiuntivi rispetto al Pacchetto Minimo di Accesso all’infrastruttura ferroviaria nazionale; la distinzione tra le categorie D4 e D4L, relative al peso massimo che può essere trasportato da ciascun asse di un veicolo ferroviario.
Svimez: per la politica di coesione Ue va applicato il metodo Pnrr, subordinare le rate ai target
“L’attuale programmazione dei fondi europei per la coesione ha portato a risultati insoddisfacenti. È necessario subordinare l’erogazione delle risorse al raggiungimento di obiettivi precisi, seguendo il metodo PNRR”. E’ la posizione espressa dall’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno nell’ultima pubblicazione de “I Quaderni SVIMEZ”, curata da Luca Bianchi e Ferdinando Ferrara. “La programmazione attuale, basata su obiettivi tematici generali, non risponde adeguatamente alle specifiche necessità dei territori. Questo approccio di semplice rendicontazione della spesa e non legato al raggiungimento di obiettivi di crescita o di riduzione dei divari, ha portato a risultati limitati. Ne è prova il fatto che l’Italia pur collocandosi al secondo posto in termini di risorse ricevute, non abbia riportato risultati eclatanti in termini di coesione.
L’analisi della Programmazione 2014-2020, fatta nello studio SVIMEZ, evidenzia un’allocazione distorsiva delle risorse, con una sproporzionata concentrazione su agevolazioni per le imprese a scapito di infrastrutture essenziali. Le conseguenze sono chiare: una riduzione di investimenti fondamentali in settori strategici come ambiente, ICT, mobilità e servizi sociali”. Per affrontare le criticità del ciclo di Programmazione 2021-2027, è fondamentale un potenziamento della capacità amministrativa e un coordinamento più incisivo. Tuttavia, è necessario andare oltre le misure attuali, abbracciando un nuovo paradigma basato sull’approccio performance-based del metodo PNRR subordinando l’erogazione delle rate al raggiungimento di obiettivi mirati. L’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno è convinta che questa sia “una proposta di riforma concretamente percorribile nell’attuale quadro dell’Unione Europea, in grado di condurre a un sostanziale miglioramento dell’efficacia di queste politiche. Implementando il metodo PNRR, non sarà più possibile spostare risorse dei programmi europei sui cosiddetti “programmi complementari” o su progetti funzionali al solo raggiungimento dei target di spesa, garantendo così che i fondi siano destinati a progetti realmente in grado di ridurre i divari territoriali”. La Svimez propone un “Accordo di partenariato che stabilisca obiettivi quantitativi chiari e milestone territoriali, assicurando che i finanziamenti siano legati a risultati concreti. Ma la governance macroeconomica europea non può essere esclusa da questo progetto di riforma: solo un approccio integrato e coerente può garantire che la politica di coesione non rimanga isolata, ma contribuisca attivamente alla riduzione dei divari e al progresso dell’Unione”.
Ultimata la posa dei binari sul tratto tra Bicocca e Catenanuova sulla linea Palermo-Catania
Continuano a pieno ritmo i lavori di Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) in Sicilia. Sono stati completati gli interventi per la posa dei 38 chilometri di doppio binario ferroviario realizzati da Bicocca a Catenanuova, nell’ambito dei lavori del nuovo collegamento Palermo – Catania. Articolato in sei lotti funzionali per una lunghezza complessiva di 179 km, il progetto prevede il doppio binario nelle tratte Bicocca-Catenanuova e Fiumetorto-Lercara Diramazione e un nuovo binario veloce fra Lercara Diramazione e Catenanuova, in variante di tracciato. Il progetto della Bicocca-Catenanuova, sulla Catania-Palermo, affidato da Rfi all’Ati con a capo Webuild, consiste nel raddoppio della linea per 38 km, con l’attivazione di 17 viadotti ferroviari, 8 cavalcaferrovia, 2 gallerie artificiali e 2 gallerodotti, 5 sottovia stradali, con personale impiegato nel cantiere di circa 350 lavoratori, per un investimento di circa 508 milioni di euro. Sono stati inoltre eliminati tutti i passaggi a livello esistenti.
L’opera è inserita in ‘Cantieri Parlanti’, progetto realizzato da Gruppo FS e Rfi in collaborazione con il Mit, Gli interventi di velocizzazione dell’intero itinerario Palermo-Catania-Messina, progetto di Rfi con la direzione lavori di Italferr, per il quale è stato nominato commissario di Governo Filippo Palazzo, prevedono un investimento economico complessivo di circa 12 miliardi di euro. “I lavori garantiranno il rispetto dei requisiti d’interoperabilità – sottolinea Rfi – e consentiranno una significativa crescita della competitività del trasporto viaggiatori su ferro, rispondendo alle esigenze di mobilità in termini di riduzione dei tempi di percorrenza, con benefici per regolarità e frequenza”. Al momento sono in corso gli interventi su tutti i lotti del nuovo itinerario Palermo-Catania, per 179 km e della Catania-Messina, per una lunghezza complessiva di circa 42 km.
Il Nobel per l’Economia a Acemoglu, Johnson e Robinson per gli studi sull’influenza delle istituzioni sulla prosperità
M.C.C.