LOGISTICA

L’allarme di Conftrasporto: da Ets ed Ets2 un colpo per la competitività dell’Europa e delle aziende di autotrasporto

Le politiche di decarbonizzazione rischiano di assestare un duro colpo alla competitività del trasporto marittimo europeo. L’applicazione degli Ets fa lievitare i costi e rende più conveniente navigare fuori dall’Europa. Si avvicina a grandi passi la scadenza del 2027 quando scatterà l’applicazione dell’Ets2 al trasporto stradale. Conftrasporto prevede la tempesta perfetta con un’ulteriore impennata dei costi per le aziende dell’autotrasporto. Salvini promette: “stop alla follia suicida della Ue”.

23 Ott 2025 di Maria Cristina Carlini

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Conviene di più navigare fuori dall’Europa: è questo il risultato prodotto dalle incertezze internazionali e delle politiche di decarbonizzazione con l’impatto che ha il sistema Ets, la tassa imposta dall’Europa sulle emissioni inquinanti prodotte dai trasporti marittimi. Effetti che già si toccano con mano mentre si avvicina a grandi passi l’altra scadenza del 2027 con gli Ets2 che verrano applicata al trasporto stradale. A fare i primi conti e a tracciare lo scenario di prospettiva è  l’analisi dell’Osservatorio Freight Insights, istituito dal Centro Nazionale per la mobilità sostenibile (Most e) e dalla Fondazione Centro Studi Economia della Logistica e delle Infrastrutture (Cseli), presentata ieri al Forum di Conftrasporto-Confcommercio, appuntamento di riferimento per il settore dei trasporti e della logistica, giunto alla decima edizione. Lo studio presentato mostra che il sistema Ets crea un extra gettito tra i 6 e gli 8 miliardi di euro su scala europea, con una perdita di  competitività del Mediterraneo a vantaggio per i soli porti nordafricani. Infatti, rimarca Conftrasporto, non viene applicato il principo “stesso mercsto, stesso posto, stesse regole”.

Per il transhipment extra Ue, il risparmio è di 50 euro per un container da 40 piedi: una nave da 10 mila container registra 500 mila euro di risparmio per ogni viaggio che non entra in Europa. Per le linee del Far East si calcolano extracosti di circa 75 euro per container da 40 piedi, sia per il Mediterraneo che per Northern Range e per i porti serviti via feeder, lo studio calcola ulteriori extracosti di 30 euro per container da 40 piedi. Per i traffici Ro-Ro, fondamentale segmento per il comparto marittimo italiano, attualmente sulla tratta Ravenna-Catania vi è un extra costo di 43 euro per unità di carico rispetto al tutto strada. E per la prima volta il traffico ro-ro nei porti italiani ha registrato un calo dell’1,7% nel secondo quadrimestre 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024. L’applicazione della prima parte dell’ETS sui trasporti aerei e marittimi sta creando una vera e propria inversione di rotta nello shift modale con una riduzione (per la prima volta) dei traffici sulle autostrade del mare a favore della modalità stradale.

Dal 2027, quando Ets ed Ets2 saranno in vigore a pieno regime, il prezzo medio comporterà un onere aggiuntivo via mare di circa 61 euro a unità di carico. Dal 2027, il sistema di allargherà anche al trasporto stradale e alle emissioni prodotte dagli edifici. Lo studio calcola un gettito su scala nazionale tra i 2 e i 3 miliardi di euro su base annua, a seconda del costo di una quota di Ets2. Le stime parlano di un valore sul prezzo del gasolio di circa 30 centesimi per litro, con un aumento di prezzo di circa il 20%. Di qui l’allarme di Conftrasporto: “ci avviamo verso una nuova impennata dei prezzi paragonabili a quelli dello shock energetico del 2022 con la guerra in Ucraina. Tanto più cheil costo dell’Ets2 si aggiunge a quello dell’accisa, già la più alta d’Europa. Ecco, dunque, che per le imprese di autotrasporto si prospetta la tempesta perfetta con la quota di Ets2 che annulla definitivamente il rimborso parziale dell’accisa”, ha detto il presidente Pasquale Russo.

Di fronte a questi numeri e a questo scenario delle aziende del comparto, promette battaglia il ministro delle Infrastutture e Trasporti, Matteo Salvini, che, tra gli applausi della platea di Conftrasporto, è tornato ad attaccare il green deal, che va azzerato e cancellato. “Sull’Europa, leggere ciò che scrive in queste ore la von der Leyen suscita in me due sensazioni: la prima è una micro soddisfazione, perché dico meglio tardi che mai, ma anche rabbia perché in questi anni da soli o quasi lo gridavamo”, ha detto. “In Ue ci sono emissioni carboniche del 6% al mondo: ci siamo castrati da soli e ora la baronessa von der Leyen se ne accorge. Questa o è incompetenza o malafede, ma entrambe non possiamo permettercelo”. L’impegno assicurato dal titolare del Mit è quello di “fare di tutto per frenare questo follia suicida per le aziende italiane”.

Al governo Conftrasporto ha presentato un pacchetto di proposte volto a ridurre l’impatto dell’Ets-Ets2 e supportare il processo di decarbonizzazione: la richiesta è quella di garantire in maniera certa che i proventi Ets generati dal trasporto marittimo vengano interamente investiti per politche di settore;  intervenire per evitare che ci siano porti del Mediterraneo che seguono regole diverse. Le politiche previste attualmente, come riconosciuto dalla Commissione europea, aprono a fenomeni di concorrenza sleale; escludere tutti i collegamenti con le isole, non solo le minori, dal campo di applicazione dell’Ets, correttivo fondamentale in relazione all’importanza che le tratte con le isole maggiori rivestono per la nostra economia; prevedere anche per l’Ets2 la redistribuzione totale del gettito generato dagli operatori del trasporto stradale, a vantaggio di misure di rinnovo del parco veicolare e di contenimento dei prezzi del gasolio per non perdere competitività; supportare l’acquisto di veicoli secondo di ultima generazione, seguendo il principio della neutralità tecnologica e verso carburanti oggi disponibili, come il gnl;  realizzare una rete infrastrutturale di distribuzione energetica alternativa per poter consentire agli operatori efficienza nell’utilizzo di carburanti oggi non sufficientemente distribuiti e supportare gli operatori nel processo di transizione digitale, attraverso una cornice normativa che coinvolga tutti gli attori interessati.

“Investire in infrastrutture significa rafforzare la democrazia sostanziale di un Paese che ha bisogno di ridurre le distanze, creare opportunità e migliorare la qualità della vita. Infrastrutture moderne e diffuse permettono la libera circolazione di merci, persone e idee: e la libertà di movimento genera fiducia, cooperazione e sviluppo. Per l’economia diffusa, trasporti e logistica sono fattori essenziali che abilitano la crescita delle imprese e la vivibilità dei territori”, ha detto nel suo intervento il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. “Sostenere gli investimenti in infrastrutture – ha aggiunto – significa colmare i ritardi del Paese, dovuti a limiti geografici ma anche a regole e dotazioni da aggiornare”.

 

 

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