I 7 PUNTI DI JORGENSEN PER ABBASSARE I PREZZI
Ets2, la Commissione Ue propone tetto di 45 euro/t CO2 e risorse già dal 2026. Lagarde spinge sulle rinnovabili: “Tornino priorità”
Un tetto di 45 euro a tonnellata di CO2 e risorse disponibili già dal 2026. Eccole, come promesso lunedì dal commissario al clima Wopke Hoekstra, le misure europee per il nuovo meccanismo di scambio delle quote di emissione. Il cosiddetto Ets2 (acronimo di emission trading system) che da fine 2027 includerà anche i settori del trasporto stradale e l’edilizia. “Le emissioni complessive sono limitate a un livello che diminuisce nel tempo: ciò garantisce che le emissioni diminuiscano progressivamente e siano ridotte dove è più efficiente in termini di costi”, aveva ribadito ieri mattina sui suoi social Hoekstra. Ricordando, come noto, che il settore dell’edilizia è responsabile di oltre un terzo delle emissioni dell’Ue, mentre il trasporto su strada ne rappresenta quasi un quarto. “Tuttavia – aggiungeva nel post – negli ultimi mesi, molti Stati membri hanno condiviso le preoccupazioni per i futuri livelli dei prezzi e per l’impatto sulle finanze dei cittadini. Ho ascoltato attentamente. Prendo sul serio le loro preoccupazioni. E li condivido in larga misura. La transizione pulita avrà successo solo se sarà equa in tutta la società”. Di qui le misure per calmierare i prezzi presentate ieri al Consiglio Ue sull’Ambiente. Oltre la soglia dei 45 euro verranno rilasciate le quote di emissione con un aumento fino al doppio del volume delle quote da rilasciare sul mercato. Se attivato, poi, il meccanismo sarà applicato due volte in dodici mesi. Secondo le stime, dal 2027 al 2029 potrebbero essere rilasciate quote per 80 milioni.
Ma nella proposta avanzata dalla Commissione Ue c’è anche l’aumento della liquidità e la prevedibilità a lungo termine. Per stabilizzare i prezzi fino al 2030. Quanto alle risorse da anticipare già nel 2026, l’Ue propone di modificare il regolamento sulle aste per consentire un avvio anticipato delle aste. Così, si stabilizzeranno i segnali di prezzo e si metteranno a disposizione i proventi della vendita di quote di emissione per i Paesi membri. Unito a ciò, la Bei potrebbe creare un Frontloading facility per il prefinanziamento di programmi di accelerazione dell’adozione delle tecnologie di decarbonizzazione dei settori Ets 2. Inoltre, si migliorerebbe anche l’accessibilità economica di questi investimenti per le famiglie a basso e medio-basso reddito.
Sempre a proposito di riduzione dei prezzi, ieri il commissario europeo all’energia Dan Jorgensen ha inviato una lettera ai Paesi Ue per invitarli a seguire in sette punti una strategia comune. “È nostra responsabilità comune, insieme agli Stati membri, intensificare il gioco e fornire rapidamente soluzioni concrete”, si legge nel testo. Queste azioni includono il pieno utilizzo del quadro rafforzato degli aiuti di Stato, la massimizzazione dell’uso dei fondi di coesione dell’Ue, l’attenzione rivolta agli interconnettori transfrontalieri e alle infrastrutture di rete e l’ulteriore diversificazione delle nostre forniture di gas. Inoltre, visto che un altro fattore chiave che mantiene elevati i prezzi dell’energia in Europa è la tassazione, in particolare per l’elettricità, occorre abbassarla. Specie per settori energivori come l’industri e i consumatori vulnerabili. La Commissione – aggiunge la nota – pubblicherà a breve raccomandazioni e fornirà ulteriore assistenza per ridurre la tassazione sulla bolletta energetica.
A promuovere la via delle rinnovabili per migliorare il quadro energetico europeo ci ha pensato, invece, Christine Lagarde (Presidente della Banca Centrale Europea) dalla Conferenza sul clima della Norges Bank a Oslo. Lagarde ha ricordato anzitutto che, sull’energia, fino alla guerra russo-ucraina scoppiata nel 2022 l’Europa ha dimenticato il fattore sicurezza. Ma ora, a oltre tre anni e mezzo dall’invasione putiniana, siamo in un “contesto politico radicalmente cambiato”. Oggi, infatti, “stiamo assistendo a una crescente negazione della crisi climatica e a una reazione negativa contro le iniziative green. La guerra in Ucraina ha ulteriormente messo in luce le vulnerabilità strategiche della dipendenza energetica dell’Europa, facendo salire i prezzi del gas dopo l’interruzione delle forniture tramite il gasdotto russo”. Pesando “notevolmente sulla competitività delle aziende europee” e facendo “lievitare le bollette delle famiglie”. D’altronde, anche nel testo delle proposte europee sull’Ets2 si legge che la principale causa dell’aumento dei prezzi resti l’alta dipedenza dell’Ue dai combustibili fossili, le importazioni costeranno all’Ue quasi 400 miliardi di euro nel 2024. “Questa continua dipendenza – si legge – è stata uno dei principali fattori all’origine dei prezzi elevati e volatili dell’energia per le imprese e le famiglie europee ed è la causa di uno dei nostri principali svantaggi competitivi a livello globale”. Secondo Lagarde, dunque, serve energia sicura, sostenibile e accessibile. “Solo l’energia pulita ha il potenziale per raggiungere tutti e tre gli obiettivi”, ha sottolineato Lagarde, citando il caso virtuoso della Norvegia e ricordando che Bisogna “agire con maggiore decisione” e che la transizione energetica “richiede un massiccio investimento. Quanto più rapidamente i decisori politici riusciranno a creare un ambiente in cui tali investimenti possano prosperare, – ha affermato – tanto più facile e meno costosa sarà la transizione”. Anche perché i prezzi accessibili favoriranno la competitività industriale europea, quindi la svolta sull’intelligenza artificiale, per esempio. In sintesi, per Lagarde le rinnovabili devono tornare prioritarie. “L’Europa deve decidere. O rimaniamo con uno status quo insostenibile e costoso, oppure creiamo un ambiente che possa sbloccare gli investimenti necessari per un’energia sostenibile, sicura e accessibile”, ha ribadito. “Sono fiduciosa che l’Europa sceglierà saggiamente”.