LE PROPOSTE KYOTO-ECCO
Case green, il governo resta fermo. Il pressing: così non si rispettano i tempi per recepire la direttiva Ue
Le associazioni del settore denunciano con forza che la Direttiva Case Green è stata dimenticata nel testo della delega, nonostante debba essere recepita entro maggio 2026 e nonostante le implicazioni strategiche per gli obiettivi di efficienza energetica nazionali. Milani (Fdi): “Abbiamo forti perplessità sulla Epbd”.
Il governo italiano continua a non cedere un metro sulla ricezione della direttiva Case green per l’efficientamento energetico degli edifici programmato dall’Unione Europea. Se n’è parlato ieri al convegno “Idee per lo sviluppo ed il finanziamento di un’edilizia sostenibile, efficiente e accessibile a tutti”, promosso da Kyoto Club, Knauf Insulation Italia e Ecco, il think tank italiano per il clima. A rappresentare la maggioranza, l’onorevole Massimo Milani ha ribadito che “nel centrodestra c’è ancora una forte perplessità” quanto alla direttiva Epbd, “specie sulle modalità” previste per la ricezione da parte degli Stati membri. La posizione, d’altronde, è nota da tempo e per edulcorarla il governo continua a dirsi favorevole alla strategia generale preparata da Bruxelles. “Sarebbe meglio prevedere un salto di quattro classi energetiche con debito comune europeo e in una tempistica maggiore”, ha aggiunto ieri Milani. “Non deve servire una pandemia o una guerra mondiale per ricordarci che dobbiamo essere uniti in Europa”.
Di fronte all’immobilismo italiano, le tre associazioni ambientaliste ieri hanno ricordato, invece, che la direttiva Case green è un’opportunità di rilancio per il Paese. Se, in Italia, la povertà energetica è un fenomeno crescente che colpisce oltre 2 milioni di famiglie, pari al 9% del totale nazionale (Fonte: Oipe), misure come il Piano europeo per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili possono essere lo strumento per rendere le abitazioni più sostenibili e garantire un accesso equo alla casa per le fasce più vulnerabili della popolazione. Denunciando la mancanza della Epbd nella legge delega europea in discussione alla Camera, Francesco Ferrante (vicepresidente di Kyoto Club) ha chiesto “al Governo di cogliere l’occasione che l’Europa offre per la modernizzazione del nostro vetusto patrimonio edilizio e al Parlamento italiano un recepimento davvero ambizioso della Direttiva Case Green, che non si limiti al minimo sindacale ma punti a un vero salto di qualità: più efficienza energetica, meno sprechi, bollette più leggere, maggiore comfort e più lavoro verde”. E la mancanza della direttiva nella legge è “un’occasione mancata che va subito corretta”. Per Kyoto Club, “solo investendo con visione nella riqualificazione degli edifici potremo unire crescita economica, giustizia sociale e tutela ambientale: una vera innovazione per l’Italia”. E, ha aggiunto Simone Campoli – Managing Director Knauf Insulation Italia, “serve una strategia nazionale condivisa e lungimirante che sostenga l’attuazione rapida e ambiziosa del quadro regolatorio esistente ed identifichi meccanismi di finanziamento, soprattutto per il settore residenziale, che siano stabili e proporzionati alla qualità e all’impatto – economico e sociale – degli interventi di efficientamento”.
Il think tank Ecco, rappresentato dalla ricercatrice Francesca Andreolli, ha presentato alcune proposte per integrare l’efficienza energetica in una strategia di transizione sociale e programmazione finanziaria di medio-lungo periodo. Tra queste: la stabilità delle detrazioni con un orizzonte temporale almeno al 2030; la proporzionalità rispetto alle performance energetiche (sia pre che post-intervento), all’impatto sulla riduzione delle emissioni, al rispetto di elevati standard ambientali e alla tipologia edilizia (condominio/casa indipendente); politiche mirate alla decarbonizzazione degli edifici con le prestazioni energetiche peggiori, dove si concentra il maggior potenziale di risparmio energetico. E ancora, un sistema di monitoraggio e verifica dell’efficacia dello strumento; la copertura anche totale dei costi per le famiglie in povertà energetica. Infine, la riduzione progressiva dell’IMU sulle seconde case in affitto se si raggiunge una classe energetica elevata. “Serve introdurre politiche strutturali a sostegno all’efficienza energetica, come strumento per la decarbonizzazione di un settore con emissioni pressoché stagnanti”, ha spiegato Francesca Andreolli. Politiche che – secondo Andreolli – possono fungere da leva per garantire maggior sicurezza energetica ed economica e valorizzare il patrimonio immobiliare italiano. Se da un lato, nel Piano Nazionale Energia e Clima, il governo indicava la necessità di rivedere le detrazioni fiscali, questa revisione deve tenere conto delle diverse caratteristiche tecniche degli edifici e delle condizioni socioeconomiche delle famiglie. Serve una strategia più coerente e sostenibile, che superi i meccanismi di incentivazione tradizionali e avvii una pluralità di interventi differenziati, capaci di raggiungere tutti e cogliere le opportunità offerte dalla transizione energetica”.
Anche secondo Virginio Trivella, coordinatore del comitato tecnico-scientifico di Rete Irene, c’è bisogno di passare da politiche episodiche a un processo irreversibile perché la riqualificazione sia un investimento che genera valore ambientale, economico e sociale. Il governo italiano ignorerà quest’ennesimo alert?