Fondo sociale clima: risorse a edilizia, mobilità e povertà energetica. All’Italia 7mld ma manca il piano
Il documento finale doveva essere consegnato il 30 giugno ma è stato trasmesso a Bruxelles il 5 agosto. Del testo, però, non si hanno tracce. L’obiettivo del fondo è supportare i più vulnerabili nella transizione energetica e attenuare gli impatti negativi del meccanismo Ets2, cioè il meccanismo di scambio delle emissioni esteso (in costi) a edifici e trasporti.
Ma allora, questo Fondo sociale per il clima cos’è? E’ un pacchetto finanziario pensato dall’Unione Europea tra il 2022 e il 2023 con l’obiettivo di fornire sostegno ai gruppi vulnerabili maggiormente colpiti dal nuovo sistema Ets2, proposto nel quadro del pacchetto Fit for 55%. Il sistema Ets2 (Emission trading system), è il meccanismo di scambio delle emissioni esteso (in costi) a edifici e trasporti rispetto ai primi comparti già coinvolti quali l’energia, l’industria pesante e l’aviazione. Dunque, per emettere oltre i limiti consentiti anche i due nuovi settori dovranno rifarsi all’acquisto di quote vendute da aziende più virtuose. Per l’Italia si stimano entrate per circa tre miliardi dal 2027 al 2030. Il fondo, dunque, è parallelo all’Ets2 e si inserisce nel percorso della transizione verde comunitaria. In totale contiene risorse per 65 miliardi per il settennato 2026-2032 che saliranno a 86,7mld aggiungendo il 25% del costo dei piani dai cofinanziamenti nazionali.
Ma, un po’ come per il Pnrr, le risorse erogate da Bruxelles sono collegate a un piano nazionale da mettere a terra: il Piano sociale per il clima. Che doveva arrivare sui tavoli di Bruxelles il 30 giugno dopo l’ultima fase di consultazione ma è stato consegnato alla Commissione il 5 agosto. In quale forma e con quali contenuti? Del testo non c’è traccia. In attesa di aggiornamenti, però, sappiamo com’è composto. Anzitutto, per l’Italia sono previsti sette miliardi dal Fondo sociale. Che saliranno fino a nove aggiungendo il 25% di cofinanziamento nazionale. Quanto alla sostanza, il piano deve prevedere misure per l’efficientamento energetico e la ristrutturazione edilizia, la diffusione di mobilità a zero e basse emissioni, sostegno diretto al reddito, la diffusione delle rinnovabili. I destinatari sono famiglie, microimprese, utenti vulnerabili dei trasporti.
Al governo italiano, in riferimento all’uso fino a tre miliardi del Fondo per il Piano casa (si legga Giorgio Santilli nell’articolo di apertura del giornale di oggi), piace soprattutto la parte legata all’impiego delle risorse Ue per la ristrutturazione edilizia e l’accessibilità economica ed energetica di alloggi efficienti. Compresi quelli sociali.

Guardando più da vicino al settore edilizio, le misure arrivano fino a poco più di cinque miliardi e si articolano in quattro misure riguardanti l’Erp, le famiglie vulnerabili in edilizia privata (ma si stima di raggiungere fino al 14% degli interessati), le microimprese fragili e il reddito energetico (su 1.650.000 famiglie considerate, il budget assegnato potrebbe interessare fino al 2% di tali nuclei). Al sostegno al reddito è previsto un contributo del 12% (su 180mila famiglie si stima di raggiungerne il 35%) mentre come assistenza tecnica si fissa un tetto del 2%.

Quanto ai trasporti, il 55% dei 3,57mld previsti vanno a veicoli a zero e basse emissioni. C’è poi la misura “Il mio conto mobilità” che copre il 40% puntando a realizzare 9,9 milioni di Wallet in tutto il periodo di validità del Piano (in media 1,6 milioni all’anno).

Intanto, a proposito di Ets2, oggi in occasione del Consiglio Ue Ambiente di dopodomani, il commissario Wopke Hoekstra annuncerà le prossime proposte per affrontare le preoccupazioni relative a prezzi troppo elevati o volatili, nell’ambito dell’implementazione del nuovo meccanismo per trasporto su strada e edilizia. “Rimango convinta che un approccio basato sul mercato, in combinazione con altre misure, sia il modo giusto per modernizzare questi settori. Le entrate generate dalla tariffazione del carbonio, convogliate attraverso il Fondo sociale per il clima, contribuiranno in quattro aree ben definite: superare la povertà energetica e dei trasporti, diffondere le tecnologie pulite prodotte nell’Ue, ridurre la nostra dipendenza dai combustibili fossili e raggiungere i nostri obiettivi climatici”, ha scritto ieri la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Per la quale “è nel nostro interesse comune garantire un avvio ordinato del mercato e un andamento prevedibile dei prezzi. Lavoreremo quindi a un sistema di stabilizzazione dei prezzi più solido, in particolare rafforzando ulteriormente il ruolo della riserva di stabilità del mercato Ets2. Stiamo inoltre valutando la possibilità per gli Stati membri di anticipare i proventi dell’Ets2, in collaborazione con la Bei, al fine di aiutare le famiglie a basso e medio reddito a ridurre tempestivamente le loro bollette per il riscaldamento o la mobilità”.