LE AUDIZIONI AL SENATO

Sala: salva-Milano non è libera tutti. Manfredi: giusto dare certezze

Ascoltata anche la presidente di Assimpredil, Regina De Albertis: “Questa proposta di legge dà una risposta adeguata per mettere fine all’incertezza normativa. Chiarire che demolizione e ricostruzione con determinati requisiti sono ristrutturazione e non nuova costruzione è un aspetto fondamentale per evitare un ulteriore consumo di suolo e per intervenire in materia di rigenerazione urbana e cambiamenti climatici”

29 Gen 2025 di Giorgio Santilli

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Giornata di audizioni all’ottava commissione del Senato sul disegno di legge salva-Milano, già approvato dalla Camera. Molto atteso l’intervento del sindaco di Milano, Giuseppe Sala. “Il Ddl – ha detto – dovrebbe salvaguardare l’esigenza di semplificazione e promozione degli interventi di recupero, ma serve anche a stabilire confini prescisi alla discrezionalità degli uffici tecnici e dei consigli comunali. Non c’è nessun salvacondotto né un liberi tutti”.

Sala ha chiarito questo concetto, come ha riferito ieri l’agenzia Public Policy. “Per ben due volte – ha detto il sindaco milanese – si impone il rispetto dei parametri di adeguatezza delle dotazioni territoriali e dei parametri urbanistici sulla base della legislazione regionale e comunale. Questo significa che tutti i comuni italiani, nel consentire questi interventi di ristrutturazione, restano vincolati ai limiti previsti dalle leggi regionali e dalle decisioni assunte dai consigli comunali quando hanno attuato la pianificazione urbanistica. I comuni che hanno anticipato le scelte morfologiche e infrastrutturali al momento della pianificazione generale potranno evitare di ripetere queste operazioni di volta in volta. Qualora invece non ci fossero queste condizioni resta necessario approvare i piani attuativi”.

Sala si è poi soffermato sulla situazione di stallo generata dall’incertezza giuridica che è seguita alle inchieste della Procura di Milano. “Il comune di Milano nel 2024 – ha deytto il sindaco – ha visto una drastica riduzione degli introiti, parliamo di 165 milioni. Il bilancio del comune non viene solo dagli oneri di urbanizzazione ma il perdurare di questa situazione farà perdurare la mancanza cronica di fondi per il comune. Un rallentamento che fa perdere 3mila posti di lavoro e che sta lasciando alcune centinaia di famiglie fuori dagli appartamenti per cui hanno fatto il preliminare. Abbiamo avviato un lavoro per il nuovo piano di governo del territorio che dovrà considerare ciò che la Procura e il dibattuito pubblico ci sta dicendo”.

Sul salva-Milano è intervenuto in commissione anche il sindaco di Napoli, in qualità di presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi. “Stiamo trattando – ha detto – una materia molto rilevante che ha un iter normativo e interpretativo molto differenziato sia a livello territoriale, con tantissime leggi regionali, sia dal punto di vista attuativo, con piani regolatori che hanno approcci molto diversi. Oggi parlare di rigenerazione urbana – ha detto Manfredi – significa parlare della maggior parte degli interventi urbanistici che vengono effettuati sul territorio, per questo riteniamo urgente una rivisitazione della normativa nazionale per bilanciare principi quali la creazione di opportunità ovvero economia e la salvaguardia della transizione ambientale e della generazione di servizi per la collettività”. Manfredi ha concluso con “l’auspicio che questa norma abbia carattere transitorio per procedere al più presto a una riforma organica: è importante dare un’interpretazione che dia certezze ai comuni e alle strutture amministrative per evitare il protrarsi della paralisi edilizia”.

Ascoltata anche Regina De Albertis, presidente dei costruttori milanesi (Assimpredil) come delegazione Ance. “Riteniamo – ha detto – che questa proposta di legge dia una risposta adeguata per mettere fine all’incertezza normativa. La proposta di legge affronta e risolve con l’interpretazione autentica la situazione che si era venuta a creare. Non si tratta di edificare in maniera selvaggia in zone prive di urbanizzazione, tutt’altro, si specifica che si può intervenire in zone già urbanizzate. Chiarire che demolizione e ricostruzione con determinati requisiti sono ristrutturazione e non nuova costruzione è un aspetto fondamentale per evitare un ulteriore consumo di suolo e per intervenire in materia di rigenerazione urbana e cambiamenti climatici”.

Anche la Rete delle Professioni tecniche ha potuto esprimere la propria posizione. “Ribadiamo – hanno detto – la necessità di una revisione organica della normativa urbanistico edilizia ispirata ai principi della rigenerazione urbana, con attenzione al ruolo del verde all’interno delle città. È arrivato il momento di abbandonare il meccanismo di legislazione parziale che finisce per creare incertezze applicative e di portare a termine la normativa sulla rigenerazione urbana. Il Tetso unico dell’edilizia va riscritto e reso idoneo per le attuali necessità”.

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