La giornata

Meloni al G20: preoccupati per i dazi, ma l’Europa sia più competitiva

  • Panetta: “Politiche monetarie restrittive non più necessarie. Ora dobbiamo concentrarci di più sulla lentezza dell’economia”
  • Eni avvia HPC26, il quinto supercomputer più grande al mondo
  • Appalti, Mazzetti (FI): “Preservare consorzi stabili, correttivi non stravolgano principi concorrenza e risultati”
  • Aspi: nasce Argo Gallerie, la piattaforma data driven per il monitoraggio dei tunnel della rete

20 Nov 2024

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 “La questione non è tanto cosa noi dobbiamo chiedere, chiaramente bisogna continuare a dialogare con gli Stati Uniti, siamo tutti preoccupati dai dazi, questo è un fatto, pero’ noi dobbiamo soprattutto capire cosa l’Europa debba fare per rafforzare la sua competitività e quindi la grande sfida è quanto di più si debba fare. La mia impressione continua a essere che noi ci dotiamo di grandi strategie ma poi non ci dotiamo degli strumenti che sono necessari a perseguire quelle strategie”. A dichiararlo è stata la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel punto stampa a margine del G20.

Panetta: “Ora dobbiamo concentrarci di più sulla lentezza dell’economia”

“Con un’inflazione vicina al target e una domanda interna stagnante, le condizioni monetarie restrittive non sono piu’ necessarie”. A sottolinearlo è stato il governatore della banca d’Italia Fabio Panetta nel suo intervento all’universita’ Bocconi di Milano. “Nella fase attuale dovremmo concentrarci di piu’ sulla lentezza dell’economia reale: senza una ripresa sostenuta, l’inflazione rischia di essere spinta ben al di sotto del target, aprendo uno scenario che sarebbe difficile da contrastare per la politica monetaria e che dovrebbe quindi essere evitato. In breve, dobbiamo normalizzare la nostra posizione di politica monetaria e passare a un territorio neutrale, o addirittura espansivo, se necessario”. Per Panetta, “ora possiamo tornare a un approccio piu’ tradizionale e realmente lungimirante alla politica monetaria, in linea con il nostro orientamento a medio termine. L’eliminazione delle restrizioni monetarie quando la domanda aggregata vacilla e’ un semplice esempio di come questo principio si traduce in pratica; ma il principio e’ molto piu’ generale. Le circostanze eccezionali degli ultimi due anni hanno costretto le banche centrali a dare meno peso alle previsioni e a vivere giorno per giorno (o riunione per riunione). Ora che la situazione sul fronte dell’inflazione si sta normalizzando, la Bce dovrebbe anche normalizzare il modo in cui calibra la sua posizione di politica monetaria, tornando alla tradizione e riconcentrandosi sulla sua funzione di reazione a medio termine”. Panetta si è anche soffermato sull'”imminente cambio nell’amministrazione statunitense” che, ha detto, “aggiunge incertezza alle prospettive di inflazione: i cambiamenti nella politica fiscale e commerciale avranno probabilmente un impatto significativo sull’economia, con implicazioni per la politica monetaria”.

Eni avvia HPC26, il quinto supercomputer più grande al mondo

Eni annuncia il completamento e l’avvio del nuovo sistema di super calcolo (High performance computing – Hpc) HPC6 che, con potenza di calcolo di 606 PFlops di picco pari a oltre 600 milioni di miliardi di operazioni matematiche complesse al secondo, si colloca al quinto posto assoluto della nuova classifica mondiale TOP500 (rilasciata il 18 novembre 2024). Si tratta, aggiunge la nota, di un risultato eccellente che posiziona Hpc6 come primo supercomputer in assoluto in Europa, primo al mondo fra i supercomputer a uso industriale e unico sistema non-Usa tra i primi 5 al mondo.

Per l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ‘l’innovazione e il costante miglioramento delle tecnologie sono fondamentali per mantenere e rafforzare la leadership di Eni nella transizione energetica. I progressi tecnologici ci consentono un uso piu’ efficiente dell’energia riducendo le emissioni e favorendo lo sviluppo di nuove soluzioni energetiche. Abbiamo integrato il supercalcolo lungo tutta la filiera dei nostri business trasformandolo in una leva imprescindibile per il raggiungimento di Net Zero e per la stessa creazione di valore. Eni ha sviluppato un patrimonio unico di conoscenze tecnologiche e di programmazione che ci danno un vantaggio competitivo a livello internazionale e che supportano la velocita’ della nostra trasformazione e nel contempo la nostra crescita’.

Appalti, Mazzetti (FI): “Preservare consorzi stabili, correttivi non stravolgano principi concorrenza e risultati”

“I consorzi stabili rappresentano una formula valorizzata dal nuovo codice degli appalti e subito apprezzata dagli operatori di settore: in questo modo, anche le piccole e medie imprese consorziate possono partecipare agli appalti e portare quel contributo di competenze tecnico-professionali, che risultano essenziali per una piena e sana concorrenza e per il risultato – questi sono principi del codice non negoziabili”. Ad affermarlo è  Erica Mazzetti, Deputata di Forza Italia e responsabile nazionale dipartimento lavori pubblici di FI. “Per queste ragioni, visto che lo stesso Consiglio di Stato ha confermato la validità di questo modello, invito a valutare con massima cautela i correttivi che dovrebbero intervenire sulla materia, valutando delle modifiche tenendo conto delle proposte delle piccole e medie imprese, che sono fondamentali per lavori pubblici e cantieri Pnrr. Il meccanismo dei consorzi stabili, che abbiamo incentivato con il nuovo codice degli appalti all’articolo 67, permette di fare sistema nella filiera delle costruzioni e permette di mettere a fattor comune esperienze e capacità che si trovano in abbondanza nel mondo delle Pmi ma con una costituzione più solida dal punto di vista normativo e finanziario, anche a vantaggio delle stazioni appaltanti. Chiederò precise modifiche ai correttivi, segnatamente espungendo il punto 3 lettera b, al fine di preservare e sostenere quanto di buono introdotto dal nuovo codice degli appalti, che deve essere al massimo corretto e non stravolto”.

Aspi: nasce Argo Gallerie, la piattaforma data driven per il monitoraggio dei tunnel della rete

Autostrade per l’Italia prosegue il suo impegno per lo sviluppo e l’applicazione di nuove tecnologie sulla rete autostradale per il monitoraggio delle infrastrutture.  Argo, la piattaforma di avanguardia del Gruppo già in uso per gli oltre 4000 ponti, viadotti e cavalcavia della rete gestita da Aspi, infatti, oggi può mappare e gestire anche i tunnel autostradali. Con Argo Gallerie, il sistema è stato infatti esteso a 300 tunnel della rete per arrivare a coprire a fine 2024 tutte le 600 gallerie gestite. Entro l’anno, pertanto, tutte le principali infrastrutture della rete di Aspi potranno dirsi digitalizzate.   Argo Gallerie raccoglie e gestisce in tempo reale i dati strutturali relativi alle singole opere anche grazie al supporto della più recente tecnologia che, per esempio attraverso i rilievi effettuati con il laser scanner, è in grado di creare un gemello digitale di ogni infrastruttura. L’approfondita conoscenza e l’aggiornamento costante delle informazioni garantiscono una visione a tutto tondo dei ponti, dei viadotti e delle gallerie. Grazie alla piattaforma, gli ispettori sono facilitati nell’effettuare un’analisi più puntuale in fase di ispezioni, verificando passo dopo passo la conformità dei risultati con i parametri individuati dalle più recenti linee guida ministeriali. Si tratta di una mole notevole di informazioni, considerando che solo per le 600 gallerie della rete Aspi, ogni anno vengono effettuate più di 2.500 ispezioni in loco. Grazie alle stesse informazioni il gestore ha inoltre la possibilità di ottimizzare la programmazione delle eventuali attività da prevedere per l’infrastruttura, anche a beneficio dell’avanzamento dell’imponente piano di ammodernamento avviato dal Gruppo su tutti gli asset.  Più in generale, la piattaforma ARGO, creata da Movyon, leader nello sviluppo e nell’integrazione di soluzioni Intellingent Transport Systemsm, centro di eccellenza per la ricerca e l’innovazione del Gruppo Autostrade per l’Italia, assicura la massima trasparenza, rendendo simultaneamente disponibili alle strutture tecniche tutte le informazioni inserite e dialogando con l’Archivio Informatico delle Opere Pubbliche del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Nell’ottica di garantire un ciclo virtuoso di vita delle infrastrutture e una conoscenza sempre più approfondita del patrimonio gestito, Aspi ha sviluppato inoltre un sistema dinamico di monitoraggio delle infrastrutture. Il progetto in parte finanziato dal fondo complementare al Pnrr, permette il controllo da remoto tramite sensori IoT installati su ponti, viadotti e gallerie. Le opere selezionate all’interno del progetto rispondono inoltre a una tipologia preponderante sulla rete Aspi, pertanto lo studio portato avanti su un singolo viadotto consente di utilizzare le risultanze anche su altri ponti costruiti secondo lo stesso schema progettuale.  Anche gli esiti del monitoraggio sensoristico confluiscono nell’ecosistema Argo arricchendone ulteriormente il bagaglio di informazioni. La realizzazione del piano è stata affidata a due controllate Aspi: Tecne ha curato il progetto del layout del sistema, stabilendo cosa monitorare e dove ed analizza i dati. Movyon ha progettato e installato i sistemi di monitoraggio, e sviluppato piattaforma e sala di controllo. L’obiettivo ultimo è disporre del monitoraggio digitale da remoto per 1.246 tra campate e conci di gallerie, per un totale di circa 100 tra ponti/viadotti e gallerieL’investimento nell’innovazione tecnologica – ha dichiarato l’amministratore delegato di Aspit Roberto Tomasi –  rappresenta un punto strategico del nostro piano di sviluppo, non solo per i servizi che offriamo e potremo offrire ai nostri utenti, ma perché rappresenta uno strumento prezioso per la gestione e l’avanzamento del grande programma di rigenerazione della rete. Le nostre infrastrutture hanno un valore altissimo per la mobilità del Paese perché ne garantiscono i sistemi di interconnessione, con transiti che arrivano in alcuni punti anche a 200 mila veicoli al giorno, valori molto superiori alla media europea. La tecnologia oggi, attraverso il monitoraggio sensoristico e la digitalizzazione, ci consente una conoscenza a tutto tondo del nostro patrimonio infrastrutturale. Solo con questa conoscenza riusciamo ad ottimizzare gli interventi che ciascuna di loro richiede, programmando le attività con lungimiranza e limitando l’impatto sulla fruibilità della rete e quindi sulla mobilità delle persone e delle merci nei singoli territori”,

La ricerca sugli stili di guida di Anas: per un italiano su due superare i limiti di velocità non è pericoloso

Secondo il 51% degli italiani non è pericoloso superare i limiti di velocità. Soltanto il 34,7% ritiene utile rispettarli mentre il 16,4% ritiene che un
guidatore esperto possa superarli. È la fotografia della quarta edizione della ricerca sugli stili di guida degli utenti commissionata da Anas, società del Gruppo FS, condotta da CSA Research – Centro Statistica Aziendale, con interviste su un campione di 4mila persone e oltre 3.500 osservazioni dirette su strada. L’indagine è presentata oggi nella conferenza internazionale “Sicurezza stradale: obiettivo zero vittime” organizzata da Anas, Piarc (Associazione mondiale della strada), con il patrocinio del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e in collaborazione con il Global Forum for Road Traffic Safety – Nazioni Unite e l’EuroMed Transport Support Project, in occasione della Giornata mondiale in ricordo delle vittime della strada.Fra gli intervistati l’11,4% ritiene che durante la guida “si possa fare altro” mentre soltanto il 55,4% del campione è convinto che gli incidenti
stradali dipendano da comportamenti errati. Il 60,1% degli intervistati ritiene che il Codice della Strada, ormai all’approvazione definitiva del Parlamento in questi giorni, sia utile. Solo il 72,5% pensa che alcol e stupefacenti siano sempre pericolosi mentre l’8,4%
ritiene siano irrilevanti alla guida. Migliora il comportamento sull’uso del cellulare alla guida: si osserva un utilizzo alla guida pari a 7,4% contro il 9,6% del 2023 e il 10,3% del 2022. Gli under 40 tuttavia peggiorano il dato: il 9,9% lo usa contro il 5,6% degli over 60. “I dati emersi quest’anno dalla Ricerca Anas sugli Stili di Guida – ha dichiarato l’AD Aldo Isi – dimostrano la necessità di sempre più investimenti sull’educazione stradale e sulla consapevolezza di rischi e pericoli al volante. Oltre a un grande impegno nel continuare a sensibilizzare gli utenti sull’importanza di una guida prudente, sicura e senza distrazioni, Anas sta lavorando per potenziare ancor di più gli standard di sicurezza della propria rete nella garanzia, come sempre, della manutenzione ordinaria delle infrastrutture ma puntando anche sull’innovazione tecnologica. Gli investimenti in manutenzione programmata sono ormai sempre più rilevanti – sottolinea Isi – nel primo semestre del 2024 sono stati circa 780 milioni, 115 milioni in più
rispetto all’analogo periodo del 2023. In dettaglio, nei primi sei mesi 2024 per la manutenzione programmata sono stati spesi 318 milioni di euro in
opere d’arte maggiori (ponti e viadotti); 184 milioni di euro in rifacimenti del piano viabile; 129 milioni di euro in opere complementari; 88 milioni di
euro per le barriere di sicurezza; 62 milioni di euro per gli impianti”.

Green e sostenibilità, cooperative in prima linea. Investiti 1,9 miliardi nell’ultimo anno

«Le cooperative investono in sostenibilità, economia circolare e risparmio energetico. Solo Conserve Italia ha investito 25 milioni di euro nei concentratori con un risparmio superiore al 45%». Lo dice il presidente Maurizio Gardini intervenuto a Powerful Day, assemblea annuale di power Energia, società di sistema di Confcooperative attiva nella produzione di energia da fonte rinnovabile. Gardini ha ricordato come «ammontino a 1,9 MLD € gli investimenti green delle nostre cooperative mettendo a segno un +26,6% rispetto all’anno precedente. Alti i costi della burocrazia prima 360 milioni. Un sistema più snello agevolerebbe di sicuro gli investimenti».

M.C.C.

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