IL CONFRONTO IN PARLAMENTO
Stralciati dal Pnrr Pinqua per 500 mln. Foti: avanti con risorse nazionali. Studentati, 30mila posti salvati con fondo post-26
Il ministro per l’Europa, il Pnrr e i fondi di coesione, Tommaso Foti, ha illustrato alla Camera la sesta proposta di modifica del Pnrr che l’Italia invierà a Bruxelles entro l’8 ottobre. A novembre sarà liquidata anche l’ottava rata portando a 153 i miliardi incassati “sui 194,4 – ha detto Foti con una curiosa e inedita espressione – che costituiscono il dato massimo di attribuzione di risorse a noi da parte dell’Europa”. L’Italia non rinuncia neanche a un euro, ma a fine 2026 le risorse incassate potrebbero essere meno del programmato.

CAMERA AULA COMUNICAZIONI DEL MINISTRO FOTI SULLA REVISIONE DEL PNRR
Saranno stralciati dal Pnrr progetti Pinqua non ancora appaltati per circa mezzo miliardo, mentre sono salvi tutti i 60mila posti letto degli studentati (le richieste arrivano a 63mila): la metà, però, per un investimento di circa 600 milioni, sono stati salvati con la costituzione di uno “strumento finanziario” che consentirà di fare accordi con i privati realizzatori entro giugno 2026, ma di realizzare i lavori oltre il 2026 (non è ancora chiaro se per 24 mesi o più).
Sui Pinqua il ministro per l’Europa il Pnrr e i fondi di coesione, Tommaso Foti, illustrando alla Camera la sesta proposta di revisione che l’Italia invierà a Bruxelles entro l’8 ottobre, ha assicurato che i lavori si faranno con fondi nazionali sostitutivi. Dal Mef non è arrivata ancora nessuna conferma sul punto specifico, ma comunque stiamo parlando di interventi che non abbiano ancora contratto “obbligazioni giuridicamente vincolanti”, quindi, in sostanza, allo stato di progettazione.
Foti ha anche annunciato che “l’Italia si prepara a incassare una nuova tranche di fondi europei: l’ottava rata del Pnrr sarà infatti verosimilmente entro novembre”. Con una frase che è suonata curiosa e inedita a orecchie esperte, Foti ha aggiunto che con questa rata saranno stati incassati 153 miliardi “sui 194,4 che costituiscono il dato massimo di attribuzione di risorse a noi da parte dell’Europa”. IL ministro si è affrettato a precisare che l’Italia non rinuncia neanche a un euro del piano con la sua proposta di revisione del piano. Ma la straordinaria prudenza della frase deve far pensare che il governo mette in conto che a fine 2026 le risorse incassate possano essere inferiori al programmato.
Foti ha anche ricordato che con la settima rata “gli obiettivi del Pnrr raggiunti sono 334, pari a 54% degli obiettivi determinati” contro una media del 38% nel resto d’Europa. Tra i diversi settori di intervento, la revisione del Pnrr “non intacca alcun piano che riguardi salute, cultura, istruzione e sport” ha assicurato Foti che ha più volte escluso che nel Pnrr vi siano finanziamenti alla Difesa. Gli strumenti finanziari istituiti per “scavallare” il 2026 sono cinque in tutto – compresi gli studentati – e valgono complessivamente investimenti per 5 miliardi. Fra questi anche il piano ‘1 Giga’ che consentirà di raggiungere gli obiettivi previsti entro due anni.
La Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza con 148 voti a favore e 88 contrari: il documento impegna l’esecutivo “a lasciare inalterata l’ambizione del Pnrr italiano, assicurando che la riallocazione delle risorse avvenga preferibilmente verso altre misure già contemplate dal Pnrr” o “verso nuove misure compatibili con le condizionalità, anche di tipo temporale, del Piano”.