CONFRONTO RIBERA-PICHETTO FRATIN

Concessioni elettriche e idro, green deal, gas, prezzi: tutti i dossier energetici (ancora) aperti tra Italia e Unione europea

22 Mag 2025 di Mauro Giansante

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Concessioni elettriche e idro, green deal, gas, prezzi: tutti i dossier energetici (ancora) aperti tra Italia e Unione europea

Bollette, disaccoppiamento dei prezzi, green deal, concessioni. Il tavolo tra Italia e Unione europea sugli affari energetici è più che altro una tavolata. Non piena di viveri ma di dossier ancora irrisolti, aperti ciclicamente da mesi: “grandi” e “urgenti” sono stati definiti ieri nella conferenza di coppia tenuta a Roma dal ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin e la vicepresidente esecutiva per la transizione energetica Teresa Ribera, già responsabile delle politiche verdi in Spagna.

Una di queste tematiche, in realtà, è stata chiusa. Almeno a livello verbale. “Abbiamo creato una task force per fornire più trasparenza nel mercato dell’energia, soprattutto in quello del gas naturale. La Dg Energia, la Dg Competizione e la Dg Prodotti Finanziari lavoreranno insieme per assicurare che il mercato del gas naturale sia chiaro e trasparente”, ha annunciato Ribera. In relazione al tema del mercato c’è ovviamente la questone dei prezzi. “Abbiamo preparato un piano d’azione con vari strumenti e che prevede diverse azioni da attuare, incluso un grande pacchetto sulle infrastrutture e strategie” per abbassarli, ha aggiunto la vicepresidente. E queste azioni potranno arrivare dai governi nazionali “per fornire stabilità alle industrie e assicurare che ci siano investimenti in nuova capacità di energia da sviluppare nei prossimi anni. Lavoreremo per assicurare che tutte le iniziative di questo tipo siano in linea con il framework europeo”.

Ma sulla spinosa questione del disaccoppiamento tra i prezzi del gas e dell’elettricità, aperta da tempo, non ci sono aggiornamenti concreti. Ecco perché, ha annunciato Ribera, un nuovo pacchetto normativo sugli aiuti di Stato verrà approvato prima della pausa estiva. E servirà a garantire sostegno alle imprese e attrarre investimenti, nel rispetto delle regole europee sulla concorrenza. “Una trattativa chiusa”, ha confermato Pichetto sempre ieri.

Sul fronte gas, poi, servirà “maggior trasparenza nel mercato” e “dobbiamo raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e garantire i target per il clima”, ma “garantendo competitività alle imprese”, ha aggiunto Teresa Ribera. E “la competitività dell’industria europea dipende soprattutto dalla nostra capacità di utilizzare in modo intelligente le risorse e di contare su un sistema energetico che non si basi su risorse che non produciamo”. Confermato lo stop al gas russo, su cui “l’Italia appoggia pienamente lo sforzo della Commissione Ue per azzerare l’import in Europa” al 2027. Su questo, Pichetto Fratin ha aggiunto che l’Italia ha aumentato la capacità di rigassificazione, quindi “c’è spazio per acquistare gas liquefatto in più qualora competitivo”. Ancora: “L’Italia si è completamente affrancata dal gas russo. Abbiamo ricevuto piccole quantità di gas russo fino al 2024, che però abbiamo prevalentemente girato verso l’Austria. L’Italia non utilizza gas russo. Grazie ai rigassificatori siamo affrancati e appoggiamo pienamente le scelte dell’Unione europea”.

Tema concessioni. Anche qui tutto è in divenire. Su quelle degli impianti idroelettrici, nonostante qualche settimana fa il ministro agli affari Ue Tommaso Foti avesse fatto capire che la strada verso le ennesime proroghe fosse aperta, in realtà tutto è ancora bloccato. Ieri, rispondendo ai cronisti, Pichetto ha detto che “il vincolo sull’idroelettrico non è una norma Ue ma una norma contrattuale tra Italia e Ue sul Pnrr. Si tratterà di valutare da parte del ministero delle Politiche comunitarie la modalità di una modifica contrattuale”. E al momento rimane l'”ipotesi diversa rispetto alla gara pura, al project financing, con altre forme contrattuali che permettano di scegliere alle regioni di scegliere la via più opportuna”. Ma l’accordo con Bruxelles ancora non c’è. “Per noi è una sfida importante, il rinnovo delle concessioni per una durata pluridecennale significa avere un aumento di produzione di 10-12 Twh, che è rilevante. Questo è lo stato di negoziazione dell’idroelettrico rispetto al Pnrr”. Sul tema idro, sempre ieri, un paper elaborato dall’Istituto Bruno Leoni ha registrato che con l’apertura delle gare, malviste dal governo Meloni, gli investimenti potrebbero salire del 22-46%. Sulle concessioni elettriche, invece, di cui avevamo scritto qui a fine 2024, Pichetto ha spiegato che “il rinnovo della rete elettrica è contenuto in una norma nella Legge bilancio 2025 che dava 6 mesi di tempo. Presuppone un primo passaggio che dev’essere fatto da Arera. Quando Arera avrà definito le modalità di sua competenza, noi come governo ci attiveremo per il rinnovo”. Tradendo ancora le richieste europee e continuando a mettere a rischio l’Italia sia dal lato delle tariffe sia dal lato dei prezzi.

Più in generale, la linea politica sulla transizione verde del governo italiano rimane distante da quella europea. Basti pensare al tema delle rinnovabili, su cui da tempo Bruxelles chiede riscontri effettivi di accelerazione e semplificazione degli iter burocratici per autorizzare gli impianti. Ma su cui, invece, Roma continua a mostrare mancanze, lasciando troppo potere alle Regioni senza imporre una linea nazionale unitaria. Basti vedere il terremoto delle ultime settimane scatenato dalla sentenza del Tar Lazio sulle aree idonee e il fotovoltaico su terreni agricoli. Sul fronte dei biocarburanti, molto spalleggiato dall’esecutivo Meloni, ieri Ribera ha chiuso ogni possibilità, difendendo lo stop ai motori endotermici al 2035: “Stiamo facendo un dialogo con tutte le imprese del settore per aggiornare il piano d’azione sull’auto, ma per ora non c’è alcun cambiamento”. Mentre dall’altro lato Pichetto ha ribattuto: “La revisione del regolamento auto è prevista per il 2026, ci stiamo attrezzando per quel momento”.
Intanto, nell’ultima proposta di modifica del Pnrr, il governo italiano ha detto di voler spostare 640 milioni dalla misura per l’idrogeno nei settori industriali “hard-to-abate” a quella di sviluppo degli impianti di biometano da rifiuti agricoli e residui. Ma ieri Ribera ha voluto rassicurare tutti: con l’Italia “non c’è’ opposizione sul Green Deal e sui target climatici. Dobbiamo essere sicuri di raggiungere i target. Se con l’Italia parleremo dell’industria competitiva in Europa, sarà soprattutto sulle tecnologie green, per fare un uso più smart delle risorse. Il punto è come lavorare insieme e ridurre le barriere e le difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi”. Che, dunque, al momento restano distanti. 

 

 

 

 

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