I VOTI AL DECRETO IN SENATO
Ambiente, NIENTE in house con i privati. Stop in extremis all’emendamento sull’efficientamento energetico da 1,4 milioni previsto dal Repower Eu
Sull’acqua pubblica esultano le opposizioni ma il ministro Ciriani rilancia: “Andrà in Manovra”. Rafforzato all’ultimo, con un nuovo emendamento dei relatori, il Piano Mattei: i 500 milioni di Cdp, infatti, dovranno essere mobilitati entro il 2025. No del governo all’eccezione per i pannelli fotovoltaici su suolo agricolo per le imprese. Per le istanze di valutazione di impatto ambientale, via libera all’emendamento riformulato che chiede “per i progetti di produzione energetica da fonte fotovoltaica, solare termodinamica, a biomassa, a biogas, nonché di produzione di biometano” che “il proponente del provvedimento di Via sarà chiamato ad allegare una dichiarazione attestante la legittima disponibilità, a qualunque titolo, della superficie su cui realizzare l’impianto, ferme restando la pubblica utilità e le procedure conseguenti per le opere connesse”
IN SINTESI
Niente in house per i privati, più Piano Mattei, nuove richieste per i documenti da allegare all’istanza di Via. Tante novità, in ordine sparso, quelle arrivate ieri in Commissione Ambiente al Senato sul decreto Ambiente. Le procedure di voto sono andate avanti a rilento, cominciando con forte ritardo e tradendo l’iniziale obiettivo di sbarcare in Aula già nel pomeriggio.
Alla fine, dopo la ripresa dell’esame dopo le pregiudiziali al decreto flussi, sono stati votati tutti gli articoli ma molte proposte emendative sono state accantonate e senza ancora tutti i pareri del governo. Ecco perché il testo sbarcherà in Aula oggi pomeriggio dopo il passaggio in commissione bilancio e l’approvazione di ordine del giorno e mandato al relatore. La votazione finale con fiducia resta fissata a questa sera, giovedì o venerdì alla Camera. La conversione in legge è fissata entro il 16 dicembre.
Salta l’in house per i privati per le gestioni idriche, esultano le opposizioni da Iv a M5s
Andando al merito di quanto votato e scartato, non possiamo che ripartire dalla questione in house al 20% ai privati per gli affidamenti del servizio idrico. Come avevamo raccontato lunedì, nel fascicolo degli emendamenti ammessi era stato reinserito – su proposta di Forza Italia – il comma riguardante l’apertura ai privati, al 20%, per l’affidamento della gestione dei servizi idrici (con alcuni paletti). Ieri, invece, è arrivata la richiesta di invito al ritiro da parte del Governo, poi di accantonamento.
Alla fine, l’emendamento è stato ritirato dalla stessa Fi. Si rimane sulla normativa attuale che prevede che l’affidamento diretto possa avvenire a favore di società interamente pubbliche, “in possesso dei requisiti prescritti dall’ordinamento europeo per la gestione in house, comunque partecipate dagli enti locali”.
“Grazie all’intervento unitario di tutte le opposizioni la maggioranza e il governo hanno fatto marcia indietro sull’emendamento Paroli che avrebbe aperto ai privati l’acqua pubblica”, ha sottolineato la senatrice di Italia Viva Silvia Fregolent, capogruppo in Commissione Ambiente di Palazzo Madama. “In Commissione abbiamo argomentato non solo la contrarietà al testo dell’emendamento, ma anche l’opportunità di inserire nel decreto ambiente una norma cosi delicata”. A esultare anche Pd, Avs e M5s. A non mollare è il governo, però. “Lo ripresenteremo nella legge finanziaria (ovvero l’attuale legge di Bilancio ndr), previo approfondimento tecnico con il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto”, ha assicurato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.
Edilizia residenziale pubblica, la proposta dei relatori per rispettare i target Ue
Uno dei tre emendamenti presentati dai relatori, andato avanti ma poi ritirato all’ultimo per mancanza del parere del Mef, prevedeva invece disposizioni per garantire gli obiettivi previsti dal capitolo RepowerEu del Pnrr per l’efficientamento dell’edilizia residenziale pubblica (Erp) e delle abitazioni di famiglie a basso reddito e vulnerabili (Investimento 17): vengono dettati i criteri; gli investimenti non agevolabili in quanto arrecanti danno all’ambiente; gli oneri (attinti dalla relativa misura del Pnrr finanziata dal fondo RepowerEu) quantificati in 1.381 milioni per il 2025.
Tra i criteri, il Gestore dei servizi energetici veniva indicato come soggetto attuatore, mentre le società Sace e Cassa depositi e prestiti come partner finanziari, con l’attribuzione a Cdp della gestione di una linea finanziaria su fondi di terzi a valere sulle somme assegnate al citato Investimento 17.
Impianti fer, insieme alla istanza di Via anche le disponibilità dei terreni
Venendo alle rinnovabili, è passato l’emendamento riformulato che chiede “per i progetti di produzione energetica da fonte fotovoltaica, solare termodinamica, a biomassa, a biogas, nonché di produzione di biometano” che “il proponente del provvedimento di Via sarà chiamato ad allegare una dichiarazione attestante la legittima disponibilità, a qualunque titolo, della superficie su cui realizzare l’impianto, ferme restando la pubblica utilità e le procedure conseguenti per le opere connesse”.
La norma originaria inserita nel decreto chiedeva soltanto la presentazione della dichiarazione, in generale, ai “progetti di produzione energetica da fonti rinnovabili”. Nella riformulazione, invece, si reinserisce anche il riferimento alla pubblica utilità per le opere connesse.
Saltano le eccezioni per i pannelli solari sui terreni agricoli per le imprese
Il governo ha detto, invece, no agli emendamenti che escludevano dallo stop al fotovoltaico su terreni agricoli gli impianti agrivoltaici a servizio delle imprese, testi caldeggiati da Confindustria. Nello specifico, si trattava di proposte avanzate da Pd e Iv e opzionati da Confindustria. Anche Forza Italia, oltretutto, aveva scritto un emendamento simile che quindi è stato ritirato.
Piano Mattei, il fondo Cdp da 500mln entro il 2025
Capitolo Piano Mattei. Contrariamente a quanto annunciato nel primo pomeriggio, all’ultimo è arrivato un nuovo emendamento dei relatori al dl Ambiente che mira al rafforzamento degli investimenti nei Paesi africani “a tutela dell’ambiente e della sicurezza energetica”. Per sostenere iniziative e progetti promossi nell’ambito del Piano Mattei, la Cassa depositi e prestiti Spa sarà autorizzata, nel limite massimo di 500 milioni di euro – entro il 2025 – a concedere finanziamenti sotto qualsiasi forma anche mediante strumenti di debito subordinato, a valere sulla gestione separata.
Nella versione originaria della norma si faceva riferimento, infatti, solo allo staziamento dei 500 milioni “per l’anno 2024”, senza scadenze connesse alla concessione dei finanziamenti. L’emendamento prevede anche, in caso di inadempimento delle obbligazioni di pagamento da parte del debitore, che la Cdp Spa invii una richiesta di escussione al Mef che, entro 180 giorni dal ricevimento, procederà al pagamento della somma dovuta. A seguito del pagamento, la Cassa depositi e prestiti Spa potrà gestire, su richiesta, le attività di recupero, anche per conto del ministero dell’Economia e delle finanze, e le somme da essa eventualmente recuperate saranno retrocesse in relazione alla quota garantita. Infine, per la gesione del Fondo rotativo connesso, viene autorizzata l’apertura di un conto corrente di tesoreria centrale che non sarà più intestato a Cdp ma al Mef.
Gas, per lo stoccaggio Gse salta la scadenza del 31 ottobre 2025
Tra i nuovi emendamenti dei relatori presentati al dl Ambiente, poi, ce n’è anche uno per accelerare lo stoccaggio di gas naturale. Nel dettaglio, si prevede che il Gse provveda a erogare un servizio di riempimento di ultima istanza tramite l’acquisto di gas naturale, ai fini del suo stoccaggio e della sua successiva vendita, non più “entro il 31 ottobre 2025”, ma “nei termini e con le modalità stabiliti con atto di indirizzo del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica”.
Viene inoltre disposto il trasferimento al Gse, a titolo di prestito infruttifero, delle risorse individuate nella comunicazione del Gse sul programma degli acquisti, da restituire entro il 10 dicembre 2027 (e non più entro fine 2024).
Rifiuti inerti, ok alla proroga dei valori limite per certe discariche. Esulta la Lega
Via libera, infine, dalla commissione Ambiente del Senato alla proroga dei valori limite autorizzati per i rifiuti inerti di specifiche discariche. In base alla riformulazione di un emendamento del capogruppo leghista, Massimiliano Romeo, al dl Ambiente, fino al 31 dicembre 2027 (e non più fino al 30 giugno 2022), i valori limite autorizzati per la specifica discarica non dovranno superare, per più del triplo, quelli specificati per la corrispondente categoria di discarica e, limitatamente al valore limite relativo al parametro Toc nelle discariche per rifiuti inerti, il valore limite autorizzato non dovrà superare, per più del doppio, quello specificato per la corrispondente categoria di discarica.
Viene inoltre previsto che a partire dal 1° gennaio 2028 i valori limite autorizzati per la specifica discarica non superino, per più del doppio, quelli specificati per la corrispondente categoria di discarica e, limitatamente al valore limite relativo al parametro Toc nelle discariche per rifiuti inerti, il valore limite autorizzato non superi, per più del 50 per cento, quello specificato per la corrispondente categoria di discarica. Le disposizioni introdotte si applicano a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto Ambiente. Entro i successivi 180 giorni, i titolari di autorizzazioni concesse, in corso di validità, potranno richiederne l’adeguamento ai valori limite.
Esulta la Lega, la deputata Simona Bordonali ha infatti dichiarato che “si è data finalmente risposta al territorio bresciano che chiedeva da tempo di correggere una norma che si era rivelata fortemente penalizzante per le nostre imprese. L’emendamento, inserito nell’art. 5-bis, ripristina fino al 2028 la possibilità di collocare in discarica rifiuti con valori di accettabilità fino al triplo di quanto consentito, anziché il doppio, come previsto dall’errata impostazione normativa introdotta nel 2020”.