RAPPORTO ECONOMIE REGIONALI

Bankitalia: ancora in forte CALO le domande di mutui da Nord a Sud

Nei primi sei mesi del 2024 non accenna a invertire la rotta la domanda di mutui dopo l’ulteriore calo nel 2023. Continua a pesare il rialzo dei tassi di interesse. Le richieste dei credito al consumo dovrebbero tornare ad aumentare. Per le imprese continua il calo della domanda di credito e a Nord e a Sud la contrazione più intensa è  quella dell’edilizia. Nel primo semestre, è previsto un aumento ma con un ulteriore inasprimento nella concessione dei prestiti

29 Lug 2024

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Soffre ancora il mercato dei mutui sotto il peso dei tassi di interesse e in attesa dell’autunno con un possibile nuovo taglio da parte della Bce.  Nella seconda metà del 2023 la domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie si è ridotta ulteriormente in tutte le aree del Paese, continuando a risentire del rialzo dei tassi. La contrazione ha riguardato anche le richieste di credito per finalità di consumo che erano tornate a crescere nella prima parte dell’anno. Ma anche i primi mesi del 2024 confermano questo trend di flessione per i mutui  mentre le richieste di credito al consumo dovrebbero tornare ad aumentare.

Dal lato dell’offerta, i criteri applicati ai mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni si sono lievemente irrigiditi in tutte le macroaree del Paese. Gli intermediari hanno segnalato una maggiore cautela in termini di aumento dello scoring minimo richiesto per l’accesso al credito. La maggiore selettività da parte delle banche è riconducibile all’accresciuta percezione del rischio e ai più elevati costi della provvista. Per il credito al consumo si è osservata una maggiore cautela in tutte le aree del Paese. Nel primo semestre dell’anno in corso, indica Bankitalia, le banche si attendono un ulteriore calo della domanda di mutui, mentre le richieste di credito al consumo dovrebbero tornare ad aumentare. I criteri di offerta applicati sui mutui dovrebbero restare invariati, a fronte di un lieve irrigidimento di quelli praticati sul credito al consumo.

E’ questo il quadro tratteggiato dal rapporto  ‘Economie regionali. La domanda e l’offerta di credito a livello territoriale’, diffuso dalla Banca d’Italia. Nel mese di marzo del 2024 le filiali regionali dell’istituto centrale hanno condotto la nuova edizione dell’indagine sulle banche a livello territoriale (Regional Bank Lending Survey, RBLS), che rileva, appunto, l’andamento della domanda e dell’offerta di credito e della raccolta bancaria nelle diverse ripartizioni geografiche per il secondo semestre dello scorso anno.

La stretta dei criteri di offerta sui mutui per l’acquisto di abitazioni si è, dunque, verificata tutte le ripartizioni geografiche, rileva Bankitalia. La durata media dei mutui erogati nel 2023 è ulteriormente aumentata, mentre è diminuito il rapporto tra il valore del finanziamento e quello dell’immobile (loan to value at origination). Secondo le indicazioni delle banche partecipanti alla rilevazione, per i mutui alle famiglie
destinati all’acquisto di abitazioni erogati nel 2023 il rapporto tra l’ammontare del finanziamento e il valore dell’immobile posto a garanzia al momento della concessione (loan-to-value at origination, LTV-O) è sceso al di sotto del 70 per cento (oltre 2 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente). La durata media dei nuovi mutui ha invece continuato ad aumentare, raggiungendo i 25 anni. L’incremento particolarmente marcato della durata nel biennio 2022-23, spiega il rapporto, può in parte riflettere l’esigenza delle famiglie di contenere l’importo delle rate di rimborso, in un contesto caratterizzato dall’aumento dei tassi di interesse e dall’ulteriore crescita dei prezzi degli immobili residenziali. Nel 2023 è ulteriormente aumentata la quota dei finanziamenti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni con una scadenza pari o superiore ai 30 anni (46,0 per cento, dal 42,1 del 2022), mentre è diminuita l’incidenza dei nuovi mutui con un LTV-O superiore all’80 per cento (17,4 per cento; 21,8 nel 2022). Quasi un terzo delle nuove erogazioni prevedeva forme di flessibilità nei rimborsi, quali la possibilità di estendere la durata del periodo di ammortamento o di sospendere temporaneamente i pagamenti. L’incidenza di questa tipologia di finanziamenti è tornata ad aumentare rispetto all’anno precedente, ma continua a essere inferiore a quanto rilevato negli anni più recenti (tra il 2016 e il 2021 è stata in media prossima al 40 per cento). Circa il 34 per cento dei nuovi finanziamenti era assistito da polizze assicurative aggiuntive rispetto a quelle obbligatorie sull’immobile ipotecato, una quota in aumento di sette punti percentuali rispetto al 2022.

Nel secondo semestre del 2023 ancora in calo la domanda di credito delle imprese, a Nord e a Sud la contrazione più forte è per l’edilizia

Nel secondo semestre del 2023 è proseguita la contrazione della domanda di credito da parte delle imprese, che ha risentito dell’indebolimento della congiuntura e dei più elevati tassi di interesse praticati dalle banche a seguito della restrizione monetaria. Il calo è stato meno intenso rispetto al semestre precedente e ha riguardato tutte le aree del Paese ad eccezione del Centro. In
questa ripartizione, dopo una riduzione particolarmente intensa nella prima parte dell’anno, le richieste di finanziamenti sono tornate a crescere, riflettendo l’aumento registrato dalle banche di maggiore dimensione. Nelle aree settentrionali e meridionali la contrazione ha riguardato tutti i principali settori ed è stata più intensa nell’edilizia; al Centro il moderato incremento della domanda di finanziamenti
ha interessato tutti i comparti.  In tutte le aree del Paese la domanda ha risentito del maggiore ricorso all’autofinanziamento, delle minori esigenze di ristrutturazione delle posizioni debitorie pregresse e, ad eccezione del Centro, del calo delle richieste finalizzate al finanziamento
degli investimenti; la domanda di credito destinata alla copertura del capitale circolante è invece diminuita nel Nord del Paese ed è cresciuta al Centro-Sud.

In tutte le aree i criteri sono stati inaspriti per i prestiti concessi alle imprese del settore edile

Nella seconda metà del 2023 i criteri di offerta si sono lievemente irrigiditi nelle regioni centrosettentrionali, mentre sono rimasti sostanzialmente invariati nel Mezzogiorno. In tutte le aree i criteri sono stati inaspriti per i prestiti concessi alle imprese del settore edile, mentre sono rimasti sostanzialmente stabili per le aziende manifatturiere; nei servizi i criteri di offerta sono diventati più selettivi in tutte le aree ad eccezione del Nord Ovest e del Centro, dove non sono variati. L’irrigidimento si è manifestato attraverso una riduzione delle quantità concesse, un incremento degli spread applicati sulle posizioni giudicate più rischiose e, soprattutto, delle garanzie richieste. La maggiore selettività delle banche ha riflesso il peggioramento della rischiosità percepita e, in misura inferiore, l’aumento del costo di provvista. Gli intermediari prevedono, per il primo semestre dell’anno in corso, un aumento delle richieste di credito da parte delle imprese e un ulteriore, moderato, inasprimento delle politiche di concessione dei prestiti.

Red. Diac

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