DENTRO IL CERCHIO - La voce dei Geometri / 23
Mediazione civile: il valore strategico della consulenza tecnica per una giustizia più efficiente
IN SINTESI
La mediazione civile e commerciale ha conquistato negli ultimi anni un ruolo centrale nel nostro sistema giustizia. Non è più solo uno strumento alternativo sulla carta, ma una realtà consolidata che risponde a un’esigenza concreta: quella di offrire ai cittadini percorsi di risoluzione delle controversie più rapidi, sostenibili ed efficaci. (…)
I numeri del 2024 confermano questa tendenza: oltre 250.000 procedure avviate, con un tasso di accordo del 60% nelle mediazioni effettivamente svolte. A fronte di una durata media del processo civile che supera abbondantemente i tre anni, la mediazione si conferma come alternativa credibile, specialmente quando è possibile una valutazione tecnica della controversia.
Ed è proprio qui che emerge un tema a me particolarmente caro, sia come consigliere nazionale sia come professionista: il ruolo della Consulenza Tecnica in Mediazione (CTM).
Un’opportunità ancora sottoutilizzata
La consulenza tecnica in mediazione rappresenta oggi un ambito in espansione ma ancora sottoutilizzato. Eppure, i dati dimostrano che quando viene impiegata, la CTM diventa un moltiplicatore di efficacia: aiuta a chiarire aspetti complessi, riduce le incomprensioni, facilita il dialogo tra le parti e accelera la ricerca di soluzioni condivise.
I dati dell’Organismo di Mediazione della Camera di Commercio di Firenze sono emblematici. Su circa 2.700 mediazioni annue, le richieste di CTM sono in costante crescita del 20% negli ultimi cinque anni. Nel 90% dei casi, le consulenze vengono richieste con accordo delle parti in modalità non riservata, a dimostrazione della loro utilità nel favorire un confronto aperto e costruttivo.
Ma il dato più significativo è un altro: il 66% delle procedure in cui viene nominato un consulente tecnico si conclude con un accordo, con un incremento del 6% rispetto alla media nazionale del 60%.
Il contributo dei geometri
Non sorprende che la figura professionale più richiesta sia quella del geometra, con il 70% delle nomine, seguita da architetti e ingegneri (20%) e altre professionalità (10%). Questa distribuzione riflette la natura delle controversie più frequenti: diritti reali, confini, locazioni, condominio, vizi immobiliari, ambiti in cui la competenza del geometra è da sempre riconosciuta e apprezzata.
Come categoria, abbiamo una responsabilità importante: quella di presidiare questo spazio con professionalità, competenza e consapevolezza del ruolo che possiamo svolgere non solo come tecnici, ma come facilitatori di soluzioni.
Un potenziale da sviluppare
Se proiettiamo il dato fiorentino sull’intero panorama nazionale, le implicazioni sono significative. Un incremento del 6% del tasso di accordo, qualora la CTM diventasse prassi diffusa, potrebbe tradursi in oltre 7.500 controversie risolte in più ogni anno. Non è solo una questione di numeri: è giustizia più vicina ai cittadini, meno tribunali intasati, meno costi per le parti, più fiducia nel sistema.
Per raggiungere questo obiettivo, occorre però lavorare su più fronti: maggiore informazione tra i professionisti, formazione specifica sulla mediazione, modelli operativi flessibili e integrati. Come Consiglio Nazionale, stiamo lavorando in questa direzione, consapevoli che la mediazione rappresenta non solo un’opportunità per i cittadini, ma anche uno spazio professionale strategico per i geometri.
Verso una nuova cultura della risoluzione dei conflitti
La mediazione, arricchita da strumenti tecnici adeguati, può evolvere da semplice alternativa processuale a primo canale di risoluzione delle controversie. Una giustizia più efficiente, più rapida, più accessibile passa anche da qui: dalla capacità di mettere al servizio del dialogo le nostre competenze tecniche, contribuendo a costruire soluzioni concrete e condivise.
È una sfida che riguarda tutti noi, professionisti e istituzioni. Ed è una sfida che vale la pena raccogliere.