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Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): una soluzione concreta contro la povertà energetiche

Gli scenari internazionali di questi ultimi anni, caratterizzati da guerre, crisi economiche, dazi, hanno indubbiamente contribuito ad un costante e sensibile aumento del costo dell’energia. In Italia, la spesa annua delle famiglie per i consumi energetici ammonta a circa 36 miliardi di euro (ultimo dato disponibile riferito all’anno 2020), dato fortemente caratterizzato da una variabilità regionale legata a fattori climatici, al tipo di fonte di approvvigionamento utilizzata e alla dimensione in termini di popolazione residente.

23 Lug 2025 di Paolo Ghigliotti

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Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): una soluzione concreta contro la povertà energetiche

Attualmente il metano risulta essere la fonte che assorbe la maggior quota di spesa, tra il 23% ed il 53% del totale, con la sola eccezione della Sardegna che per il metano spende solo il 5,3%.

A seguire la quota legata al consumo di energia elettrica, con una media nazionale del 40,3%, a cui seguono le altre fonti meno impiegate, come il GPL (con una media del 5%), la legna (che si ferma mediamente al 4,3%) ed il pellet (circa al 2,7%); ancora più contenuta la quota di spesa assorbita dall’utilizzo del gasolio con una media nazionale del 2,3%.

Considerando la spesa energetica totale in base al numero di famiglie residenti, si giunge ad un importo medio di circa 1.400 euro a famiglia (anno 2020) con variazioni regionali influenzate da fattori climatici, infrastrutturali ed economici, tanto che si passa da una media di 1.084 euro per la Sicilia alla media di 1.630 euro del Piemonte. Detti importi variano ulteriormente in funzione della fonte utilizzata, con il metano a pesare di più e l’energia elettrica che rappresenta la seconda voce di spesa per i consumi energetici familiari.

Famiglie in povertà energetica: quantificazione

L’andamento della povertà energetica in Italia negli ultimi anni è aumentato in modo progressivo e significativo, passando dall’8,5% delle famiglie nel 2021 al 9% nel 2023, il valore più alto dell’ultimo decennio, con significative diversificazioni tra le Regioni.

A livello nazionale, una indagine EU-SILC, ha valutato che nel 2022 il numero di famiglie italiane in condizione di povertà energetica va da 1,1 milioni (pari al 4,3% di famiglie residenti) se si considera l’indicatore dei ritardi nel pagamento delle bollette, fino a 4,7 milioni (18% del totale delle famiglie) considerando l’incidenza della spesa energetica sul reddito familiare complessivo.

Le CER come strumento di contrasto alla povertà energetica

In questo scenario, le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) possono concretamente rappresentare una svolta determinante nel sistema energetico italiano ed europeo, un modello promosso dalla Direttiva RED II (2018/2001/UE), recepito in Italia con il Decreto Legislativo 199/2021. A novembre 2023 è arrivata un’importante novità normativa: la Commissione Europea ha dato il via libera al decreto italiano del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per l’incentivazione alla diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili e allo sviluppo delle CER. Il provvedimento pubblicato il 23 gennaio 2024 sul sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica è entrato in vigore dal 24 gennaio.

Non sono solo una nuova modalità per installare impianti a fonti rinnovabili, ma incarnano una trasformazione verso un’architettura energetica distribuita, decentralizzata e democratica. Il loro obiettivo è triplice e interconnesso: ambientale, economico e sociale.

Sul piano sociale, le CER agiscono come veri e propri catalizzatori per rafforzare i legami comunitari e, aspetto fondamentale, per combattere la povertà energetica, includendo attivamente le fasce più vulnerabili della popolazione. La povertà energetica si manifesta quando le famiglie o gli individui non sono in grado di riscaldare, raffrescare o illuminare adeguatamente le proprie abitazioni a un costo accessibile. Le CER offrono una risposta concreta a questo problema attraverso la condivisione locale dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, generando benefici economici tangibili per i membri tramite il risparmio diretto in bolletta e la stabilizzazione dei costi energetici di fronte alla volatilità dei mercati. La normativa italiana include esplicitamente tra i potenziali componenti delle CER i clienti vulnerabili e le famiglie a basso reddito, sottolineando il loro ruolo nel contrasto a questa problematica sociale. Non è infatti necessario che tutti i membri producano energia; alcuni possono aderire alla CER semplicemente come consumatori, beneficiando dell’energia pulita e del risparmio senza dover sostenere l’investimento iniziale per un proprio impianto.

Funzionamento e benefici delle CER

Una CER è un’aggregazione volontaria di cittadini, imprese, enti pubblici o associazioni che si uniscono per produrre, condividere e consumare localmente energia da fonti rinnovabili come solare, eolico, idroelettrico o biomasse. L’energia prodotta può essere consumata in tempo reale dai membri, purché siano vicini geograficamente e collegati alla medesima cabina primaria di distribuzione. Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) è l’ente che gestisce gli incentivi, riconoscendo un beneficio economico per ogni kWh condiviso.

I vantaggi delle CER sono molteplici:

  • Economici: è evidente la riduzione della bolletta elettrica, anche in forza degli incentivi economici previsti per l’energia condivisa (come la Tariffa Premio per l’Energia Condivisa – TCEC) e la possibilità di accesso a fondi del PNRR e incentivi statali. Il PNRR, in particolare, ha stanziato 2,2 miliardi di euro per un contributo a fondo perduto che copre fino al 40% dei costi di investimento ammissibili, destinato alle CER e ai Gruppi di Autoconsumo Collettivo (AUC) che realizzano impianti in comuni con meno di 50.000 abitanti. E’ stata prorogata al 30 novembre 2025 la data per l’invio della domanda di accesso.
  • Ambientali: promozione delle fonti rinnovabili, riduzione delle emissioni di CO₂ e minore dipendenza dalle fonti fossili.
  • Sociali: maggiore coesione tra i cittadini, nuove forme di partecipazione attiva e sviluppo delle aree più interne, meno servite o svantaggiate.

Il Ruolo del tecnico libero professionista nella realizzazione delle CER

La costituzione e la gestione di una Comunità Energetica Rinnovabile è un’impresa certamente non facile che richiede un approccio multidisciplinare, coinvolgendo competenze tecniche, legali, finanziarie e gestionali. In questo contesto, ingegnere, geometra, architetto e perito emergono come figure chiave e insostituibili, grazie alle loro competenze tecniche e territoriali integrate e alla capacità di fungere da interlocutore diretto per cittadini e Comuni.

Il Tecnico supporta le CER nelle diverse fasi cruciali del processo di realizzazione:

  1. Fase preliminare e di pianificazione: Il tecnico ed in particolare il geometra effettua i rilievi topografici e urbanistici, fondamentali per la mappatura del territorio e l’identificazione delle superfici idonee all’installazione degli impianti fotovoltaici, come tetti di edifici pubblici e privati o aree dismesse. La sua conoscenza del territorio e degli strumenti urbanistici locali è pertanto cruciale per la verifica della fattibilità preliminare e per la selezione delle aree più vantaggiose.
  2. Studio di fattibilità tecnica ed economica: Si passa poi al dimensionamento degli impianti e alla redazione del business plan, supportato dalla raccolta puntuale dei dati di consumo dei soggetti aderenti alla CER, acquisendo bollette energetiche e codici POD. Quindi si procede alla valutazione dei costi relativi alla realizzazione delle opere edili ed infrastrutturali necessarie per l’installazione degli impianti.
  3. Iter autorizzativo: Questa è una delle fasi più complesse e in cui il ruolo del Tecnico è determinante. La realizzazione di un impianto a fonte rinnovabile è subordinata all’ottenimento di un titolo abilitativo, la cui complessità varia in funzione della potenza e della localizzazione dell’intervento.

 

Di seguito l’elenco, sintetico e non esaustivo, delle possibili autorizzazioni necessarie:

      1. Edilizia libera: Per interventi a basso impatto, come impianti fotovoltaici su edifici con potenza fino a 200 kW, che richiedono una semplice comunicazione di inizio lavori al Comune, il Tecnico assicura il rispetto delle normative di settore e degli eventuali vincoli paesaggistici.
      2. Procedura abilitativa semplificata (PAS): Per impianti di medie dimensioni (fino a 1 MW, o fino a 12 MW in aree idonee), che prevede la presentazione al Comune di una dichiarazione asseverata il Tecnico redige ed asseverare tale dichiarazione.
      3. Autorizzazione unica (AU): Per impianti di grande taglia o interventi sostanziali, gestita a livello regionale tramite una Conferenza dei Servizi.

La competenza della figura del Tecnico libero professionista, nella “due diligence” normativa è pertanto determinante per il raggiungimento degli obiettivi, nel complesso strato di normative settoriali e locali, evitando rischi e garantendo la corretta esecuzione degli adempimenti burocratici.

  1. Coordinamento e Gestione: Il Tecnico può fungere da referente o coordinatore locale, affiancando società di gestione energetica o ESCo. Come anzidetto, può curare le pratiche urbanistiche e autorizzative, seguire il cantiere e monitorare le performance post-attivazione. Inoltre, ha un ruolo chiave nella redazione dei progetti per accedere ai fondi PNRR e nella progettazione esecutiva degli impianti, oltre al monitoraggio dei risultati e dei KPI ambientali. In sintesi, le Comunità Energetiche Rinnovabili promuovono un modello energetico più sostenibile ed equo, che vede necessariamente coinvolto il mondo libero professionale degli ingegneri, geometri, architetti e periti che, con le loro competenze tecniche e territoriali, essenziali per la concreta realizzazione di questi progetti, contribuiscono a superare le sfide burocratiche e tecniche e a trasformare l’energia in un motore di sviluppo locale e di contrasto alla povertà energetica, non meno importante potenziale facilitatore alla sensibilizzazione dei cittadini ad aderire alla produzione o consumo di sistemi tecnologici in autoconsumo dell’energia da fonti rinnovabili.

 

 

 

 

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