SCENARI IMMOBILIARI

Al 2050, 855 Km² di suolo rigenerabile. ROMA, Firenze e Genova in primis

Interessato il 4,1% della superficie urbanizzata italiana, 320 milioni di metri quadrati di superfici immobiliari potenzialmente realizzabili. Sarà un processo lunghissimo, certo, ma che “genererà un fatturato industriale immobiliare, originato dalla riattivazione di aree, strutture, edifici, spazi pubblici, non utilizzati o sottoutilizzati”.

27 Nov 2024

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855 chilometri quadrati di suolo rigenerabile, il 4,1% della superficie urbanizzata italiana, 320 milioni di metri quadrati di superfici immobiliari potenzialmente realizzabili. Numeri importanti e di prospettiva quelli tracciati ieri da Scenari Immobiliari e Urban Up Unipol nel secondo rapporto nazionale sulla rigenerazione urbana. Le infrastrutture, d’altronde, sono un “volano per la crescita delle comunità”.

Sarà un processo lunghissimo, certo, ma che “genererà un fatturato industriale immobiliare, originato dalla riattivazione di aree, strutture, edifici, spazi pubblici, non utilizzati o sottoutilizzati, di 660 miliardi di euro in 26 anni e ricadute economiche e sociali quantificabili in 1.240 miliardi di euro, nonché benefici per lo Stato grazie a un gettito aggiuntivo annuo tra i 17,5 e i 26 miliardi di euro”. Grosse anche le ricadute positive occupazionali: 100 mila nuovi addetti per la filiera immobiliare.

Tali sviluppi, però, saranno possibili solo tenendo insieme il fattore prettamente infrastrutturale, quello reputazionale e quello rigenerativo. Solo così potranno “far evolvere in maniera equilibrata i diversi territori, con i loro tessuti sociali, economici e immobiliari, attraverso l’agevolazione, la promozione e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, il riuso e la rifunzionalizzazione delle aree sottoutilizzate, dismesse e degradate e la possibilità da parte degli Enti amministrativi ad ogni livello di muoversi nella direzione di previsioni urbanistiche tra loro coerenti”.

Guardando ad alcuni dati dell’anno che sta finendo, Scenari Immobiliari scrive che sono stati trattati 33 chilometri quadrati di territorio costruito per una superficie lorda poco superiore a dodici milioni di metri quadrati e un valore aggiunto immobiliare superiore ai quindici miliardi di euro. Dove? Soprattutto nell’area centrale e padana, nella porzione emiliana-romagnola e nel triangolo apulo-campano-lucano. Dunque, su tutte: Milano, Venezia, Reggio Emilia e Rimini, e ancora Napoli, Foggia, Lecce e Taranto. Dove guardare, invece, per il futuro: Torino, Trento, Trieste, Genova, Firenze, Roma e Cagliari sono tra le realtà urbane in cui i processi di rigenerazione urbana risultano positivamente influenzati dal possibile miglioramento reputazionale – si legge – guidato dallo sviluppo delle reti infrastrutturali, seguiti dai territori confinanti quali Moncalieri, Bogliasco, Cimone, Sgonico, Sesto Fiorentino, Formello e Elmas.

I fattori più abilitanti, secondo Scenari Immobiliari e Urban Up Unipol, saranno non solo i futuri cicli di mercato immobiliare ma anche le condizioni macroeconomiche e geopolitiche. A livello nazionale, però, conteranno le strategie di sviluppo infrastrutturale nazionali, regionali, provinciali/metropolitane e comunali in grado di facilitare e accelerare la rigenerazione urbana in ambiti territoriali più o meno estesi. Strategie da mettere a terra, ovviamente.

    

 

 

Per Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari, “la rigenerazione urbana, in quanto processo di riqualificazione del patrimonio immobiliare a livello urbano, si pone da sempre l’obiettivo non solo di recuperarlo, ma anche di elevare il livello di qualità della vita e di promuovere un miglioramento sociale, ambientale ed urbanistico/edilizio”. Per raggiungere questi target, secondo Massimiliano Morrone, Amministratore Delegato di UnipolSai Investimenti Sgr, servirà – prendendo ad esempio Milano – “un corretto sviluppo della rete infrastrutturale e da una concreta collaborazione tra soggetti pubblici e soggetti privati”.

“Le aree urbane nelle quali opera la rigenerazione – ha sottolineato Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – devono sapersi modificare per rispondere al mutare delle esigenze di chi li vive, così da non far concretizzare criticità derivanti da problematiche di tipo economico, sociale o ambientale. A livello economico, le ricadute della rigenerazione urbana per lo Stato appaiono, ancora una volta, importanti quanto gli effetti indiretti e indotti, quantificabili in un valore diretto, indiretto e indotto complessivamente pari a 1.900 miliardi di euro, composto rispettivamente da 660 miliardi di euro di ricadute dirette, 640 miliardi di euro indirette e 600 miliardi di euro indotte”. Anche in termini di gettito statale, si può stimare “un venti per cento del valore immobiliare realizzato, quantificabili in almeno 135 miliardi di euro, circa cinque miliardi l’anno”. Grandi numeri per sfide gigantesche.

Red. Diac

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