ATTIVE LE ITALIANE SNAM E SEACORRIDOR

South2 Corridor, ACCORDO per valutare l’intera catena del valore. Ecco il corridoio di gasdotti da 3.300km: dal 2030 fornirà oltre il 40% dell’import europeo

16 Ott 2024 di Mauro Giansante

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South2 Corridor, ACCORDO per valutare l’intera catena del valore. Ecco il corridoio di gasdotti da 3.300km: dal 2030 fornirà oltre il 40% dell’import europeo

Il progetto South2 Corridor avanza. La rete di connessione che tramite i gasdotti punterà a unire il Nordafrica all’Europa passando per l’Italia per trasportare idrogeno dal prossimo decennio continua a inanellare accordi tra Paesi e le aziende in campo. L’ultimo è di tre giorni fa: Sonatrach (Algeria), Sonelgaz (Algeria), Vng (Germania), Snam (Italia), Seacorridor (Italia) e Verbund Green Hydrogen (Austria) hanno firmato infatti un Memorandum d’Intesa per condurre congiuntamente gli studi necessari lungo l’intera catena del valore dell’idrogeno, al fine di valutare la fattibilità e la redditività di un progetto integrato per la produzione di H2 verde in Algeria, destinato a rifornire il mercato europeo proprio tramite il “Corridoio Sud”.

Le fasi di accordo politico e comunitario sul South2 Corridor

“Questo Memorandum d’Intesa – affermava la nota congiunta – consentirà alle parti di esaminare congiuntamente l’opportunità di implementare un progetto integrato multi-stakeholder lungo tutta la catena del valore dell’idrogeno verde utilizzando il South2 Corridor”. Che, quindi, secondo i piani contribuirà al percorso europeo di riduzione della dipendenza energetica dalle fonti fossili e di promozione della transizione energetica verso un’economia sostenibile e a basse emissioni di carbonio. Soddisfacendo da un lato le esigenze green europee e rafforzando dall’altro il ruolo dell’Algeria quale partner energetico, oggi del gas e domani anche di idrogeno.

Come accennato, quest’ultima intesa si inserisce in un percorso che procede da oltre un anno. A maggio 2023, infatti, il Mase e i ministeri omologhi di Austria e Germania firmarono un accordo per sostenere politicamente il progetto. A novembre scorso, South2 Corridor è stato inserito nella sesta lista dei progetti d’interesse comuni dell’Ue, una promozione poi confermata ad aprile di quest’anno quando è terminato il periodo di scrutinio da parte di Parlamento e Consiglio europei. A maggio 2024, infine, i ministeri dell’Energia di Germania, Austria e Italia hanno firmato una dichiarazione d’intenti congiunta alla presenza della Commissaria europea per l’Energia Kadri Simson, con l’intento di intensificare ulteriormente la cooperazione per la creazione di un corridoio dell’idrogeno.

Il progetto

Snam, nel suo piano strategico 2023-2027, ha posto l’obiettivo net-zero per tutte le emissioni al 2050 e per l’idrogeno ha stanziato 100 milioni al 2027. Venti di questi sono indirizzati proprio alla fase ingegneristica del South2 Corridor.

Quanto al progetto, la dorsale è inserita nella cosiddetta European Hydrogen Backbone, una spina dorsale dell’idrogeno interconnessa e diversificata nel sud e nel centro dell’Europa. Il corridoio avrà una lunghezza totale di 3.300 chilometri, con una capacità di importazione di idrogeno di 4 Mtpa dall’Africa del Nord, arrivando a coprire oltre il 40% dell’obiettivo complessivo di importazione fissato dal Piano RePowerEu. Verranno utilizzate infrastrutture mid-stream già esistenti, riadattate (per oltre il 70%) per il trasporto dell’idrogeno, con l’inclusione di alcune nuove infrastrutture dedicate dove necessario. Dovrebbe essere operativo dal 2030 ed è composto dai seguenti singoli progetti Pci candidati: “Italian H2 Backbone” di Snam Rete Gas; “H2 Readiness of the TAG pipeline system” di Trans Austria Gasleitung GmbH; “H2 Backbone WAG + Penta-West” promosso da Gas Connect Austria GmbH e “HyPipe Bavaria – The Hydrogen Hub” promosso da bayernets GmbH.

Secondo un recente studio del Fraunhofer Cines, per la metà della sua domanda l’Europa dipenderà dall’area Mena (Medio Oriente e Nordafrica) al 2050 per importare idrogeno. Le capacità di produzione Ue sono stimate in 143 Tw al 2030 e 330 al 2035-2040 ma col passare degli anni sarà sempre più cruciare aumentare lo stoccaggio e ricorrere a nuove infrastrutture. Se il South2 Corridor rispetterà il cronoprogramma, questo scenario potrà risultare meno incognito per l’Italia e l’Europa intera.

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