CITTà IN SCENA/5

Valutazione di impatto sociale, patti di collaborazione per i beni comuni, Ppp speciale: Novara sperimenta nuovi strumenti per i progetti di rigenerazione urbana cogestita

25 Nov 2024 di Giorgio Santilli

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Valutazione di impatto sociale, patti di collaborazione per i beni comuni, Ppp speciale: Novara sperimenta nuovi strumenti per i progetti di rigenerazione urbana cogestita

Un incontro al giardino Boroli nel quartiere Sant’Andrea di Novara

L’analisi di impatto sociale dei progetti di rigenerazione degli spazi pubblici per garantire la partecipazione della cittadinanza ai progetti, prendere le migliori decisioni fra diverse opzioni possibili e misurare l’andamento dei risultati di un progetto nel tempo. Il patto di collaborazione per i beni comuni sottoscritto con associazioni culturali e del terzo settore per favorirne la partecipazione alla gestione di progetti, beni comuni e territorio. Il partenariato speciale pubblico-privato per la coprogrammazione e la cogestione di spazi pubblici con soggetti privati e del terzo settore. Sono alcuni degli strumenti giuridico-amministrativi che il comune di Novara ha messo in campo con creatività istituzionale negli ultimi sette anni, per caratterizzare una proficua stagione di rigenerazione urbana innovativa e dotarsi di una “cassetta degli attrezzi” che punti anzitutto a strutturare il coinvolgimento della cittadinanza nell’elaborazione e nella gestione dei progetti. Un percorso avviato nel 2017 dal sindaco di centrodestra Alessandro Canelli che oggi può contare su quattro progetti così importanti che Città in scena, il festival organizzato da Mecenate 90 e Ance sulla rigenerazione urbana, li ha inseriti tutti nella propria rassegna (che avrà una nuova manifestazione nazionale dal 4 al 6 dicembre all’Auditorium Parco della Musica di Roma).

Il primo progetto avviato è stato Nòva, la riqualificazione prima e la rigenerazione poi di una prima parte (il piano terra, il piano rialzato e parte del primo piano) della palazzina Caretto nella ex caserma Passalacqua, con l’assegnazione – attraverso la formula del partenariato – degli spazi riqualificati a sette tra cooperative e associazioni culturali e di promozione sociale. Successivamente sono state coinvolte l’Università del Piemonte orientale e il consorzio TOP-IX, soggetto leader nei temi dell’innovazione e della digitalizzazione, e infine la stessa Nòva Aps, nata nel maggio 2020 con l’intento di tenere insieme le varie associazioni e cooperative impegnate nel progetto e configurandosi come soggetto preposto a condurre la valorizzazione e la trasformazione culturale e sociale dello spazio.

Un altro salto importante, soprattutto sul lato degli strumenti della progettazione partecipativa e sociale, è venuto con il progetto “Una Piazza Verde per il quartiere Sant’Andrea”, avviato in collaborazione con la Fondazione De Agostini (che lo ha anche finanziato) per la realizzazione del giardino Boroli, un’area di 5.766 metri quadrati donata alla città completamente riprogettata e rinnovata. La novità principale di questo progetto è però la creazione del “cantiere sociale”, parallelo a quello fisico. Un primo strumento innovativo per gestire questo “cantiere sociale” è stato il Patto di collaborazione, firmato nell’aprile 2019 fra il comune di Novara, la Fondazione De Agostini e altre dieci associazioni territoriali (fra cui Comunità di Sant’Egidio, Pro Natura Novara, Officina della Danza, Associazione culturale Creattivi-Officina di idee) per formalizzare i rispettivi impegni nella gestione congiunta dell’area verde riqualificata.

Bambini giocano nel giardino Boroli nel quartiere Sant’Andrea, uno dei più multietnici della città di Novara

 

Una traccia importante nel progetto della piazza Verde l’ha lasciata anche la Valutazione degli impatti sociali realizzata per Fondazione De Agostini da KCity-Rigenerazione urbana con la direzione scientifica di Paolo Cottino. Lo studio realizza una serie di mappature di analisi del contesto in cui il progetto si svolge, dando indicazioni sulle possibili destinazioni funzionali delle diverse sub-aree del parco, mentre un processo di coinvolgimento della popolazione si è svolto attraverso indagini, sondaggi e tavoli tematici finalizzati ad approfondire singoli aspetti del progetto.

Il campo di basket negli spazi di Sport per tutti nel quartiere Sant’Andrea

Il successo del primo progetto per Sant’Andrea ha indotto la Fondazione De Agostini ad avviare, con il comune, un secondo progetto per lo stesso quartiere Sant’Andrea, “Sport per tutti”, che in particolare si è posto l’obiettivo di affrontare alcuni problemi che la “Piazza verde” non era riuscita a risolvere, in particolare la partecipazione attiva dei giovani che nel parco precedentemente inaugurato si erano rivelati passivi, poco coinvolti, con l’effetto di creare a loro volta disagio soprattutto presso la popolazione più anziana. Il progetto ha comportato la riqualificazione di ulteriori 1200 metri quadrati complessivi, di cui 700 per un’area verde riqualificata e 500 per un campo sportivo di basket.

Il quarto progetto è, in realtà, un perfezionamento dell’esperienza di Nòva, con un nuovo progetto di recupero e riqualificazione di ulteriori due piani non utilizzati della palazzina Caretto per cui il comune ha stanziato sette milioni di euro. Questa seconda tranche nasce ovviamente dalla soddisfazione del lavoro fatto in passato e a sua volta propone strumenti innovativi come il Partenariato speciale pubblico-privato.

Nòva è uno spazio che ha attualmente una superficie di 4.431 mq, utilizzato con flessibilità, rendendo ogni sala adattabile a diverse esigenze delle attività e iniziative da realizzare. Ospita attività che abbracciano ambiti educativi, culturali e artistici. Le équipe educative coordinano attività di supporto allo studio, sportelli di ascolto e orientamento, laboratori per minori e giovani, mentre l’équipe artistica cura la programmazione di rassegne, festival, residenze artistiche e spettacoli. Nel 2023 sono stati registrati 17.000 accessi.

Una riunione nella sala registrazione all’interno degli spazi di Nòva

L’accordo di Partenariato speciale pubblico-privato è il contratto che lega il comune di Novara alla Nòva Aps (e i suoi singoli soci), definendo gli impegni dei partner nella gestione del bene e nella programmazione e progettazione congiunta di interventi di investimento. Il punto più importante a carico dell’Aps (punto m) è quello che l’impegna a “realizzare gli investimenti e svolgere le attività di gestione, assicurando continuità, regolarità e qualità dell’azione, in una dimensione di completa autonomia finanziaria e assunzione totale del rischio operativo, facendosi direttamente carico di ogni costo relativo e di ogni responsabilità per mezzo dei ricavi derivanti dall’offerta di spazi e servizi, dall’organizzazione e gestione di iniziative socioculturali e artistiche, di attività commerciali complementari e tramite la ricerca di finanziamenti pubblici e privati, nonché attraverso attività di fundraising, donazioni e sponsorizzazioni”. Il Comune potrà comunque, oltre agli impegni assunti nell’accordo di partenariato speciale, “decidere, qualora ne ravvisi l’opportunità e l’interesse pubblico, se contribuire con proprie risorse di bilancio a sostegno degli investimenti e alla realizzazione delle attività di gestione e valorizzazione da realizzarsi, e la possibilità per nòva Aps di accedere, nelle forme che saranno regolate dal Comune, a eventuali programmazioni comunali, annuali o pluriennali, finalizzate alle erogazioni di contributi o altre forme di sostegno alle attività educative artistiche e culturali cittadine”.

La carrellata di progettazioni novaresi nell’ambito della rigenerazione urbana – di cui quelli qui raccontati costituiscono solo una parte – lascia comunque in eredità al comune un bilancio positivo dell’esperienza di questi anni e segnala alcuni capisaldi anche per le azioni future. Li racconta Benedetta Baraggioli, responsabile progetti culturali e pubbliche relazioni del comune, braccio destro del sindaco Canelli, che ha avuto un ruolo fondamentale nell’ideazione e nello svolgimento di queste iniziative. “Il fallimento di tante esperienze che hanno previsto solo la riqualificazione fisica degli spazi – dice Baraggioli – ci ha insegnato soprattutto a dedicare particolare attenzione al progetto sociale, volto a promuovere appartenenza e organizzare gli usi collettivi degli spazi. In particolare, se dovessi definire un argomento prioritario, abbiamo capito che in tutti i progetti di rigenerazione urbana ci vuole la spalla del terzo settore perché senza il terzo settore il comune non può fare niente e non fa niente”. Una lezione che non vale solo per Novara e che sta trasformando radicalmente la rigenerazione urbana in Italia.

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