DIARIO POLITICO
L’esito di quest’ultimo test elettorale d’autunno pare scontato. Veneto e Puglia manterranno l’attuale maggioranza: centrodestra la prima e centrosinistra la seconda. L’unico lampo d’incertezza arriva dalla Campania, che anche grazie al voto disgiunto potrebbe regalare un colpo di scena: l’inaspettata sconfitta di Roberto Fico. Una prospettiva che la scarsa affluenza rende ancora più imprevedibile.
Certo è che se davvero a Edmondo Cirielli, attuale viceministro degli Esteri e uomo di punta di Fdi imposto da Giorgia Meloni in Campania, riuscisse il colpaccio per la Premier sarebbe una gran bella boccata d’ossigeno. E non solo perché sarebbe l’ennesima affermazione per di più in terra nemica, quanto per l’opportunità di far scivolare altrove l’attenzione dell’opinione pubblica.
Dopo tre anni di esecutivo Meloni, la sensazione che si avverte è quella di una navigazione a vista. …
GLI EMENDAMENTI "SEGNALATI" ALLA MANOVRA
Due emendamenti per gli extracosti: quello di Forza Italia (Rosso-Gasparri) con proroga al 2026 e stanziamento di 300 milioni; quello della leghista Minasi riprende le proposte MIT (nella foto Matteo Salvini) con la copertura non dello Stato, ma della stazione appaltante che vi fa fronte anche riprogrammando i lavori non appaltati. La stessa senatrice firma il trasferimento della spa stradale al Mef.
LA GIORNATA
- Bce: per l’Europa un fabbisogno di investimenti senza precedenti, con transizioni e difesa spesa aggiuntiva di 1.200 miliardi l’anno
- Cdp: il Cda approva la rinegoziazione dei mutui per gli enti locali
- Ance Bergamo e Ance Varese sottoscrivono “CIS Cantiere Impatto Sostenibile” di Assimpredil
I "SEGNALATI" DAI GRUPPI A PALAZZO MADAMA
Scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti segnalati, selezionati dai partiti come priorità. Salvini si dice contrario al poker di Fdi. Da Forza Italia sono attese misure su casa ed extracosti. Oggi un vertice di maggioranza convocato da Meloni dovrà trovare la quadra tra le tante proposte arrivate
L'EDITORIALE
Punto primo: il settore delle costruzioni è il traino dell’economia e dell’occupazione degli ultimi 4-5 anni. La ricerca Cresme, presentata ieri all’evento della Fillea Cgil, lo conferma dimostrando che, con tutte le attività collegate, pesa per il 30% sull’economia italiana (qui l’articolo di M. Cristina Carlini). Ignorarlo è velleitario.
Punto secondo: non c’è altro settore economico oggi in Italia che abbia carte (e bilanci) in ordine e motori al massimo. Nel dopo-2026 non ci sarà crescita sopra lo zero virgola senza la spinta del settore delle costruzioni, che non è più “il partito dei cementificatori”, ma la leva economica e produttiva che – tramite la rigenerazione urbana e l’infrastrutturazione dei territori – può dare motore e gambe alla modernizzazione delle transizioni ambientale, digitale, demografica e sociale. “Città nel futuro”, organizzata da Ance, è stato il segnale di non ritorno su questa via. La rigenerazione urbana è rigenerazione umana, una cura di cui le città italiane hanno bisogno per tornare a competere ed essere luoghi sicuri di socialità. Le meline, per esempio quella che dura da un anno sulla legge per la rigenerazione urbana, sono stucchevoli perdite di tempo.
Punto terzo: una parte maggioritaria del settore delle costruzioni è pronto a giocare questa sfida di modernizzazione e l’appello congunto lanciato ieri dalla filiera (imprese e sindacati) va in questa direzione. La filiera prende consapevolezza della propria forza e chiede un tavolo alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Punto quarto, è il punto decisivo.
LA GIORNATA
- Stadio della Roma, il Consiglio di Stato boccia il ricorso del Comitato contrario al progetto
- Ponte sullo Stretto: “piena fattibilità dell’opera”
- Reti, Agora: con pianificazione coordinata risparmi da 560mld al 2050
All’audizione del 12 novembre le parole del ministro rivelano che la struttura del documento è definita, ma i dettagli vanno messi a punto con la manovra. “Non punto ai fondi del Piano sociale clima che arriveranno dal 2028 o 2029. Piuttosto lavoro con Foti per recuperare fondi dalla riprogrammazione Fsc. Per gli alloggi popolari inutilizzati subito risorse dal bilancio MIT”
LA SETTIMANA
- Verso il test delle Regionali in Campania, Puglia e Veneto
- Il convegno della Fillea-Cgil: “Costruzioni, il valore dell’industria casa”
- A Bologna inCittà di Confcommercio
- Bce, crescita moderata, ferme Italia e Germania
- Ok Ecofin a dazi su piccoli pacchi, pronti ad anticipo
- Direttiva Due diligence, ok dal Parlamento Ue. Salta obbligo piano di transizione per aziende
LA GIORNATA
- Piano Mattei, Meloni: “la nostra una strategia di livello europeo”
- Ex Caserma Guido Reni: Coima partner di Cdp Real Asset nel progetto di riqualificazione
- Industria, a settembre riparte la produzione +2,8% su mese e +1,5% su anno
L'AUDIZIONE DEL MINISTRO ALLA CAMERA
Fuori dal Pnrr 38 Pinqua per 171 milioni. Per le politiche abitative “prima di avviare i nuovi interventi bisogna mettere a terra quelli in corso per 6,5 miliardi”, mentre il Piano Casa Italia – da indiscrezioni 45 pagine già sulla sua scrivania – muoverà le prime mosse in legge di bilancio con razionalizzazione di risorse già stanziate, ricerca di nuovi fondi e riorganizzazione degli ex Iacp. Ipotesi 200 milioni nel 2026.
L’ASSEMBLEA ANNUALE ANCI
LA GIORNATA
- Manovra, la Lega insiste sulla rottamazione ma Leo frena
- Bankitalia, prosegue a settembre l’aumento dei tassi sui nuovi mutui
- Ddl concorrenza: Antitrust, urgente avviare gare per concessioni idroelettriche, proroga è un vulnus
Il presente contributo è volto all’analisi della riforma riguardante la circolazione dei beni di provenienza donativa contenuta nel D.d.l. Semplificazioni, approvato dal Senato in data 9 ottobre 2025 e ora al vaglio della Camera dei Deputati.
LA GIORNATA
- Transizione 5.0, Orsini: “Serve una soluzione”, Urso convoca un incontro per il 18 novembre
- Manovra, maggioranza al lavoro sugli emendamenti
- Autostrade, l’Art precisa: l’atto sui rimborsi sui pedaggi ancora in fase istruttoria, delibera nelle prossime settimane
DIARIO POLITICO
L’ultima polemica è sulla patrimoniale. Un evergreen in politica che di tanto in tanto rispunta. Stavolta a riesumarla è stato il piano presentato dal neosindaco di New York Zorhan Mamdani che include anche la tassa per i super ricchi. La leader del Pd Elly Schlein ha ipotizzato di importare a livello europeo la proposta del primo cittadino newyorkese. Lo stesso ha ripetuto anche Maurizio Landini, il segretario generale della Cgil che ha appena indetto per dicembre lo sciopero generale contro la manovra che “toglie ai poveri per dare ai ricchi”.
Gli slogan – al contrario delle soluzioni – non mancano mai. E forse ha ragione Matteo Renzi quando osserva che Schlein ha regalato un insperato assist alla premier, proprio nel momento in cui il Governo incassava una raffica di critiche sulla Legge di bilancio da parte di quelle istituzioni chiamate a offrire il loro consueto parere sull’ex Finanziaria e cioè Banca d’Italia, Istat, Corte dei conti. Niente di esplosivo, ma sufficiente a confermare che il taglietto dell’irpef è poco più di un cerotto e che la tanto sbandierata redistribuzione resta una finzione.
IL GOVERNO TRATTA CON LA UE E ANTICIPA L'ATTUAZIONE
I ministeri, sotto il coordinamento del ministro per il Pnrr e l’Europa, Tommaso Foti (nella foto), lavorano già al recepimento che sarà con DL. I gestori finanziari dei nuovi fondi dovranno essere indipendenti dalla PA, ma potranno essere società a controllo pubblico. Entro agosto 2026 vanno definite le policy di investimento e firmati gli obblighi contrattuali con i beneficiari. Gli interventi fino al 2028.