La conferenza Bankitalia-Bei
Sostenibilità
La Banca d’Italia procede sulla rotta degli investimenti verdi. A confermarlo è il Rapporto annuale sugli investimenti sostenibili pubblicati dall’istituto centrale insieme alla Relazione sulla gestione e sulla sostenibilità nel 2024. L’istituto sottolinea il contributo che le banche centrale possono apportare facilitando, nel perimetro del loro mandato, la transizione delle attività economiche verso un’economia più sostenibile. Bankitalia presenta anche i risultati ottenuti dalle azioni messe in campo per ridurre le emissioni di gas serra e il ricorso allo smart working si rivela amico dell’ambiente.
IL RAPPORTO DELLA FONDAZIONE CARIPLO
Tra i settori, con il 27,3%, prevale il digitale con soggetti dedicati a soluzioni di tracciabilità ambientale tramite blockchain o IoT, piattaforme per il riutilizzo e la sharing economy, sistemi di data intelligence per l’ottimizzazione dei flussi di materia e decarbonizzazione. Transizione terza al 12,7%. Dal 2022 al 2024 mobilitati 812 milioni.
Il Global Outlook
L’Ocse ha pubblicato il nuovo Global Outlook che prevede un rallentamento della crescita globale a causa dello scenario deteriorato dalle guerre commerciali e dal clima di incertezza che mina la fiducia di famiglie e imprese. In particolare, i Paesi che registreranno la maggiore frenata delle proprie economie sono i big, Usa e Cina. Per l’Italia sono previsti rischi al ribasso. In questo scenario, l’Ocse indica la strada degli investimenti, la cui lentezza nella crisi finanziaria ha avuto un forte impatto,per assicurare una crescita resiliente.
L'assemblea di Bankitalia
Le ombre delle politiche protezionistiche sullo scenario globale sono al centro delle Considerazioni Finale del Governatore della Banca d’Italia. Le tensioni sui dazi pesano sulla crescita dell’economia ma il rischio è anche che il commercio si trasfomi in fonte di divisioni e di instabilità politica, mettendo a repentaglio la pace. Non si può stare fermi: è il monito che Panetta rivolge soprattutto all’Europa. Servono interventi rapidi e strutturali per cambiare il modello di sviluppo: le carte vincenti sono produttività e innovazione. Va completato il mercato dei capitali e cruciale è il bond europeo. Della risposta comune europea beneficerà l’Italia, che deve porre l’innovazione al centro della sua strategia economica
Oie Confindustria-Luiss
Le oltre 18.400 imprese a controllo estero che operano in Italia hanno un sempre maggior peso nell’economia nazionale in termini di valore aggiunto, di occupazione con 1,7 milioni di addetti, di contributo a innovazione, ricerca e sviluppo. A rilevarlo è il Rapporto Oie, Osservatorio Imprese Estere, presentato da Confindustria e dalla Luiss. Emerge però una forte polarizzazione nelle presenza geografica: Lombardia, Lazio, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana che assorbono complessivamente l’82,2% del valore aggiunto. La scommessa per lo sviluppo al Sud può essere la nuova Zes.
Il bollettino economico
L’effetto dazi e le tensioni geopolitiche internazionali mettono l’Europa sotto pressione. L’ultimo Bollettino economico della Bce avverte che l’eccezionale incertezza offusca le prospettive economiche. Nel primo trimestre il Pil ha registrato una lieve accelerazione ma i rischi al ribasso si allungano sui mesi a venire. Elementi di preoccupazione sono gli investimenti delle imprese che mostrano segnali di stagnazione. Debole è l’edilizia residenziale. Anche il mercato del lavoro mostra segnali di raffreddamento.
Il Rapporto
La Banca d’Italia, ancora una volta, mette in guardia sui rischi al ribasso legati all’incertezza globale. Pesano la guerra commerciale e le tensioni geopolitiche. In questo contesto, l’alto debito e la scarsa crescita sono fattori di vulnerabilità per l’Italia. Per il settore immobiliare, il Rapporto registra un miglioramento delle prospettive sulle condizioni del mercato nei primi mesi di quest’anno. In affanno le imprese, alle prese con un calo di redditività mentre peggiora la capacità di rimborso dei debiti. Pessimista anche Confindustria che indica segnali di peggioramento.
IL RAPPORTO SUL 2024
In tutta l’Ue, l’intelligenza artificiale è presente nel 13,5% delle aziende. Ai primi tre posti, sopra la media, ci sono Danimarca, Svezia e Belgio. Il nostro Paese è fermo all’8,2%. A livello di singoli cittadini, rispetto all’obiettivo 2030 dell’80% di popolazione con competenze digitali di base ad oggi siamo fermi al 56%. L’Italia è al 45,8%, male anche sul fronte degli specialisti Ict impiegati (4% contro una media del 5%).
La giornata
La giornata
Le proiezioni macroeconomiche
Alla luce della nuova guerra commerciale, arriva anche dalla Banca d’Italia il taglio delle stime di crescita dell’economia italiana: nel 2025 è prevista una crescita dello 0,6% con una revisione al ribasso di due punti percentuali rispetto alle ultime proiezioni di dicembre. A sostenere la crescita sono in consumi. Stentano gli investimenti che risentono delle incertezze di questa fase.
Il rapporto del Centro Studi
E’ uno scenario fosco quello che tracciano la previsioni di primavera del Centro Studi di Confindustria. La crescita del Pil viene tagliata a +0,6% ma nello scenario peggiore a fronte di una escalation della guerra dei dazi si ridurrebbe a +0,2%. Una ripartenza con un maggiore slancio è prevista per il 2026. Ma il grande allarme è sulla crisi dell’industria e sulla caduta degli investimenti, che mina le prospettive di crescita e di recupero della produttività. Di qui la richiesta del presidente Orsini di agire subito con politiche di sostegno alle imprese
L'assemblea di Bankitalia
In occasione dell’assemblea di Bankitalia per l’approvazione del bilancio, Panetta a lanciato un forte monito affinché le decisioni di politica monetaria e nuovi tagli dei tassi di interesse siano dettate dalla cautela. L’incertezza globale resta elevata per le tensioni geopolitiche e commerciali, con gli annunci anche contraddittori sui dazi; l’economia europea è particolarmente esposta a queste dinamiche e la lotta all’inflazione non può dirsi conclusa
La giornata
L'Interim Economic Outlook
“Si stanno mostando segnali segnali di debolezza per l’economia globale”. E’ il campanello d’allarme che suona l’Ocse a fronte degli sviluppi degli scenari geopolitiche e l’impatto della guerra commerciale ingaggiata dall’Amministrazione Trump. Per questo, l’organizzazione con sede a Parigi taglia nel suo Interim Economic Outlook la crescita globale nel 2025-26 a +3,1% e a +3%. La limatura dell’Ocse non risparmia l’Italia la cui crescita è stimata a +0,7% quest’anno e +0,9% per il prossimo. Pil in contrazione negli Usa da +2,8% a +2% quest’anno a +1,6% nel 2026.
LA GIORNATA
LA GIORNATA
IL RAPPORTO 100% RINNOVABILI
Secondo 21 docenti e ricercatori di diverse università e centri di ricerca, il potenziale eolico italiano è più che sufficiente per far fronte al forte fabbisogno della decarbonizzazione in modo integrato con una forte crescita del solare a terra. Lo sviluppo del solare richiede l’utilizzo di piccole percentuali del territorio ed è improprio parlare di “consumo di suolo”. Quanto all’efficientamento edilizio, il superbonus viene giudicato come una misura sbilanciata: servono impegni dall’orizzonte multi-decennale, anche per l’allineamento della formazione dei lavoratori e delle capacità produttive ai vari livelli.
Maria Cristina Fregni
“…servizi, spazi comuni e attività rivolte sia agli abitanti che al quartiere e alla città, per andare oltre alla funzione residenziale e promuovere una nuova cultura dell’abitare.” Se questa frase sembra un Luogo Comune, è perché, per fortuna, a Torino letteralmente lo è.
Luoghi Comuni è infatti un progetto di housing sociale promosso a Torino dal Programma Housing della Compagnia di San Paolo, in collaborazione con l’Ufficio Pio.
Il progetto comprende due strutture, Luoghi Comuni Porta Palazzo (in piazza della Repubblica) e Luoghi Comuni San Salvario (in via San Pio V), entrambe sviluppate intorno a un nucleo centrale rappresentato da una Residenza Temporanea, a cui si affiancano altre attività e servizi.
Il concept del progetto Luoghi Comuni si basa su una spiccata idea di Integrazione, sociale, progettuale, culturale, economica.
Questa modalità di gestire la trasformazione di un immobile, innovativa e sperimentale, ha avuto come obiettivo il raggiungimento dell’equilibrio tra sostenibilità economica e funzione sociale e si è basato su attività di ricerca nella fase istruttoria, a cui è seguito uno studio di fattibilità, per poi estendersi alla realizzazione di bandi di selezione per i soggetti che a vario titolo sono entrati nel processo realizzativo, e ancora alla co-progettazione tra Programma Housing, gestori e progettisti al fine di integrare gli aspetti architettonici e sociali; a ciò si sono aggiunte le attività di monitoraggio e valutazione e rivolte sia agli aspetti gestionali e sociali che al commissioning dei sistemi impiantistici e dei consumi energetici.
QUI LA DIRETTA INTEGRALE DEL 9 OTTOBRE
Luigi Prestinenza Puglisi
Se il cemento armato è stato il materiale del Moderno, oggi il verde è diventato il passepartout dell’architettura contemporanea, l’ornamento più gettonato del XXI secolo, spesso abusato fino all’insignificanza. Non c’è progetto che non lo esibisca, ostenti, impacchetti. Alberi sui tetti, cespugli nei balconi, rampicanti nei cortili. Anche se, nella stragrande maggioranza dei casi, l’inserimento è posticcio, decorativo, un camouflage green che promette una fedeltà ai principi dell’ecologia che non mantiene.
Nel frattempo, le amministrazioni comunali vengono bersagliate per ogni albero mancato. A Roma, la sistemazione di Piazza Augusto Imperatore è stata criticata con toni feroci per aver “dimenticato il verde”, ignorando che nel centro storico piantare alberi significa sfidare stratificazioni archeologiche millenarie.
In questo scenario iper-retorico, dove il verde è diventato la nuova cartina di tornasole della buona architettura, c’è chi, invece, riesce ad andare oltre. A maneggiarlo come materiale di progetto.
Come Luciano Pia, una figura appartata e autentica di architetto che il verde lo inserisce perché lo considera un elemento strutturale, esistenziale.
Salvatore Di Bacco
La nuova legge sulla rigenerazione urbana introduce un vocabolario specifico per un motivo preciso: descrivere un modo completamente nuovo di pensare e agire sulle nostre città. L’obiettivo non è più, come in passato, costruire su nuovi terreni, ma recuperare e migliorare il patrimonio che già esiste. Come sottolinea la legge, lo scopo è rendere i nostri edifici e quartieri più sostenibili, sicuri, efficienti e capaci di promuovere la coesione sociale e la tutela dell’ambiente.
Pol Diac
Non deve sorprendere che all’indomani del varo della manovra a catalizzare l’attenzione sia lo scontro tra Elly Schlein e la premier Giorgia Meloni sui rischi per la democrazia in Italia.
Non sorprende perché tanto la leader dell’opposizione che la stessa Presidente del Consiglio non hanno interesse a incrociare le spade su una manovrina che non offre svolte ma si limita a puntellare il nuovo corso per mantenere solidi i conti pubblici. Difficile, infatti, anche per la segretaria del Pd non tenerne conto. I dem si sono sempre assunti il ruolo di partito attento alla finanza pubblica e certo la risposta a questa manovrina non può essere l’aumento della spesa in deficit.
Soluzione che – al contrario – i partiti della destra a partire da Fdi ma anche la Lega del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti hanno perorato quando erano all’opposizione. Anzi, nel caso del Carroccio indossando contemporaneamente la camicia di partito di lotta e di governo. Poi, una volta entrati nelle cosiddette stanze dei bottoni, tutto cambia per non cambiare niente secondo quello che è conosciuto come gattopardismo italico.
E così si passa dalla promessa dell’abolizione della Fornero alla sospensione di un mese o due dell’aumento dell’età pensionabile, oppure si cancella Transizione 5.0 dimostratasi un totale fallimento per tornare a misure più efficaci introdotte da governi di segno opposto come Industria 4.0, cercando di recuperare qualche miliardo di euro da banche e assicurazioni per tamponare le coperture senza preoccuparsi ovviamente delle eventuali “rappresaglie” sui correntisti. …
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