La giornata

TEMPESTA Starlink, le opposizioni: Meloni riferisca in Aula

  • La Cgil attacca: con Starlink un progetto poco chiaro mentre prosegue la dismissione feroce contro il settore
  • Nel 2024 l’inflazione all’1%, con la discesa dei prezzi energetici rispetto al 2023
  • La Bce taglia l’impatto dei fondi Ngeu sul debito italiano al 2031
  • Eni: Plenitude raddoppia la capacità installata in Spagna, spinta da fonti rinnovabili
  • Ubaldi Costruzioni sbarca in borsa, prima matricola dell’anno

 

07 Gen 2025

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Si scatena la tempesta sul possibile –  ma al momento smentito – accordo da 1,5 miliardi  tra il Governo italiano e StarX di Elon Musk per l’uso del sistema di comunicazioni satellitari Starlink. Non è bastata, appunto, la smentita ufficiale della Presidenza del Consiglio, che,  lunedì mattina, ha precisato che nessun accordo (che sarebbe il primo in Europa)  è stato firmato o concluso ma che le interlocuzioni con SpaceX rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le società che si occupano di connessioni protette per le esigenze di comunicazione di dati crittografati. Tanto meno è bastata la smentita della notizia, definita “ridicola”, che la questione sia stata affrontata nella missione lampo della premier Giorgia Meloni in Florida dove ha incontrato il presidente eletto degli Usa Donald Trump anche perché, poche ore dopo, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, esprimeva l’auspicio di un’accelerazione da parte del Governo in questa direzione perché “offrire servizi migliori ai cittadini è un dovere”. Per Salvini, “Musk è un protagonista dell’innovazione a livello mondiale” e un eventuale accordo con lui “non sarebbe un pericolo ma un’opportunità”. Parole raccolte dallo stesso Musk in un post su X: un accordo tra l’Italia e Starlink “sarebbe grandioso, altri Paesi in Europa chiederanno di averlo. Smentite e messaggi che ieri hanno dato fuoco alle polveri dell’opposizione, che chiedono a Meloni di riferire in Parlamento. Ad attaccare è la leader del Pd, Elly Schlein: “non pensi di cavarsela con qualche riga affidata alle agenzie di stampa e ai giornali amici. Giorgia Meloni e il suo governo vengano immediatamente a riferire in Parlamento della trattativa con Musk. Se 1,5 miliardi di soldi degli italiani per portare i satelliti del miliardario americano nel nostro Paese è il prezzo che dobbiamo pagare per la sua amicizia, noi non ci stiamo, l’Italia non si svende”. Per il leader M5S, Giuseppe Conte, “Meloni e Salvini si contraddicono a vicenda mentre giocano a fare la  gara a chi è più amico di Musk”. E anche Conte chiede a Meloni di riferire in Parlamento. Carlo Calenda, leader di Azione, annuncia “barricate”, il segretario di +Europa, Riccardo Magi, parla di “balle spaziali”; per Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde, Musk smentisce Palazzo Chigi.”Come può un Paese come l’Italia svendersi e essere smentito a colpi di tweet, coinvolgendo direttamente il vicepremier?”. Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni, porrà oggi un’interrogazione sul tema al question time alla Camera.

 

La Cgil attacca: con Starlink un progetto poco chiaro mentre prosegue la dismissione feroce contro il settore

“Un miliardo e mezzo di soldi pubblici a Musk per affidargli delicatissimi servizi di telecomunicazione mentre il settore italiano delle TLC, un tempo eccellenza mondiale, è ormai distrutto e perde valore di giorno in giorno. Un progetto poco chiaro, anche sotto il profilo dell’impatto in termini di sicurezza nazionale, poiché consegnerebbe dati sensibili nelle mani di un soggetto privato e straniero. Sarebbe il completamento di un puzzle che ha già visto la distruzione dell’ex monopolista della telefonia con la vendita della rete ad un fondo americano, che ha reso di fatto irraggiungibile il progetto di cablare l’intero paese con una rete in fibra ad altissima capacità e lasciando quel che rimane di Telecom ad un futuro incerto e alle continue voci di ulteriori spezzatini’, non certo foriere di buone prospettive per i lavoratori”. A dichiararlo sono il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo  e il segretario generale della SlcRiccardo Saccone,  commentando le notizie sul possibile accordo fra il governo italiano e la Star Link di Elon Musk per la fornitura di servizi di telecomunicazione strategici. “Per garantire la connettività al Paese – proseguono i due dirigenti sindacali – il 27% delle risorse totali del Pnrr è stato dedicato alla transizione digitale, con bandi di gara e relative assegnazioni. Questa mossa del Governo metterebbe in discussione anche quanto fatto fino ad ora, causando un danno agli operatori che sulla base delle pianificazioni fatte hanno assunto impegni”.

“Ammesso che esista, il piano governativo per le telco deve davvero essere qualcosa di una complessità ‘misteriosa’ perché a giudicare dalle sue mosse non si vede altro che una dismissione feroce delle poche infrastrutture del settore che ancora rimangono a controllo pubblico a vantaggio di interessi non certo nazionali”. A tal proposito, Gesmundo e Saccone ricordano un’altra delle “tante scelte incomprensibili dell’Esecutivo”, ovvero “l’ulteriore vendita ai fondi di investimento dell’infrastruttura di Rai Way, che potrebbe tranquillamente essere utilizzata per costruire una rete di telecomunicazioni di backup pubblica in caso di emergenze, per fare un po’ di cassa e finanziare il finto piano industriale della Rai”.

“Tutto questo – sottolineano – avviene mentre le aziende del settore ormai boccheggiano anche per l’assenza di una politica industriale pubblica, aziende che sempre più difficilmente saranno in grado di sostenere gli investimenti necessari per mettere il Paese al passo con le sfide tecnologiche della transizione digitale, con inevitabili ricadute anche sulla qualità dell’occupazione in Italia. Un settore che vanta una forte tradizione di innovazione e che con politiche industriali coerenti potrebbe rilanciare e far competere il nostro tessuto produttivo prostrato da un declino industriale al quale pare non esserci fine, così come non pare vi sia una reale volontà di invertire la rotta. Ci chiediamo – concludono il segretario confederale della Cgil e il segretario generale della Slc – cosa si stia aspettando per convocare un tavolo governativo per discutere delle ricadute di scelte di cui si davvero fatica a comprendere le ragioni guardando all’interesse strategico del Paese e, soprattutto, dell’occupazione”.

Nel 2024 l’inflazione all’1%, con la discesa dei prezzi energetici in netto calo rispetto al 2023

A dicembre  l’inflazione risulta stabile a +1,3%. Nella media 2024, la crescita tendenziale dei prezzi al consumo si attesta all’1,0%, in forte calo rispetto al +5,7% del 2023. E’ quanto emerge dalle stime provvisorie diffuse ieri dall’Istat. Un dato in controtendenza con il dato europeo, che registra invece un’accelerazione al +2,4%. La netta attenuazione dell’inflazione nell’anno appena concluso è per lo più imputabile alla marcata discesa dei prezzi dei beni energetici (-10,1% da +1,2% del 2023). Anche nel settore alimentare si assiste a un rapido ridimensionamento della dinamica dei prezzi (+2,3% da +9,8%) che tuttavia resta ben al di sopra del tasso di inflazione. Nel 2024, l’inflazione di fondo si ferma a +2,0% (da +5,1% del 2023). A dicembre, il trascinamento dell’inflazione al 2025 è +0,3%. La stabilità dell’inflazione sottende andamenti contrapposti di diversi aggregati di spesa: in rallentamento risultano principalmente i prezzi degli alimentari non lavorati (da +3,8% a +2,5%), dei beni durevoli (la cui flessione passa da -1,3% a -1,9%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,7% a +3,1%); per contro, accelerano i prezzi degli energetici regolamentati (da +7,4% a +11,9%) e si attenua ancora il calo di quelli degli Energetici non regolamentati (da -6,6% a -4,2%). Su base mensile, si registra un aumento dello 0,1%. Aumento che riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+1,4%), degli energetici regolamentati (+0,8%), dei beni non durevoli (+0,4%), degli energetici non regolamentati e dei servizi relativi all’abitazione (+0,3% entrambi). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi di altri aggregati tra cui quello degli Alimentari non lavorati (-0,6%). In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo  registra una variazione su base mensile pari a +0,1% e una del +1,4% su base annua (in decelerazione da +1,5% di novembre). Nella media del 2024, la variazione tendenziale dell’indice armonizzato è pari a +1,1% (+5,9% nel 2023).

A differenza del dato italiano, l’inflazione media nell’area euro mostra un’accelerazione a dicembre, a +2,4% da +2,2% del mese di novembre. Secondo i dati di Eurostat, tra novembre e dicembre i prezzi, al netto della stagionalità, sono aumentati dello 0,4%. Si tratta della terza accelerazione consecutiva che torna ad allontaee il tasso di inflazione dal target ufficiale della Bce al 2% per l’area euro.

La Bce taglia l’impatto dei fondi Ngeu sul debito italiano al 2031

La Bce raffredda le aspettative sull’impatto che avrà la realizzazione del Pnrr sui conti pubblici dell’Italia. In una pubblicazione che aggiorna un occasional paper diffuso a inizio dicembre, la banca centrale rivede, infatti, al ribasso le stime sull’effetto favorevole dei fondi del Ngeu sui rapporti debit/pil dei Paesi che sono i principali beneficiari, cioè Italia e Spagna. Gli effetti favorevoli, pur rimanendo ‘significativi’, hanno subito ‘una notevole revisione al ribasso rispetto alle stime iniziali del 2022. L’impatto previsto entro il 2031 e’ stato rivisto al ribasso a 7-8 punti percentuali rispetto ai 12-14 indicati due anni fa. Questa limatura è da ascrivere principalmente ai ritardi nell’attuazione del programma che hanno ridotto l’impatto sia sui risultati di bilancio sia sul Pil. Ancora piu’ importante, questi ritardi hanno portato a una significativa revisione al ribasso del pil potenziale, influenzando le proiezioni sul debito a lungo termine. L’effetto finale del programma dipendera’ anche dalla piena messa a terra delle riforme strutturali oltre che dal grado di assorbimento dei fondi e della crescita della produttivita’. Si prevede che Next Generation Ue avrà un impatto positivo sulla produzione dell’area euro nel lungo periodo, mentre l’impatto sull’inflazione dovrebbe essere relativamente contenuto. Secondo le stime, la spesa pubblica e le riforme strutturali legate a NGEU hanno il potenziale per aumentare il livello del PIL dell’area dell’euro di circa lo 0,4-0,9% entro il 2026 e dallo 0,8 all’1,2% entro il 2031. Per l’Italia, i fondi del Next Generation Ue potrebbero arrivare ad aggiungere fino a 1,9 punti percentuali nel periodo compreso fra l’inizio del programma fino al 2026 nel caso di un elevato assorbimento dei fondi, di un conseguente elevato livello della spesa e di una crescita media della produttività. 

 

Eni: Plenitude raddoppia la capacità installata in Spagna, spinta da fonti rinnovabili

Plenitude ha ampliato in Spagna la propria capacità installata da fonti rinnovabili di 400 MW, raggiungendo circa 950 MW di progetti fotovoltaici ed eolici, oltre il doppio rispetto al 2023. In particolare, Plenitude ha recentemente completato l’installazione dell’impianto di Caparacena a Granada da 150 MW, composto da tre parchi fotovoltaici da circa 50 MW. Il collegamento elettrico alla rete di trasmissione nazionale è garantito da una sottostazione da 400 kV, la cui costruzione è stata appena completata, e da un’altra sottostazione e una linea da 200 kV condivise con altri operatori. Inoltre, Plenitude ha completato la costruzione di altri impianti situati nei parchi solari di Renopool, in Estremadura, e di Guillena, in Andalusia, per una capacità installata totale di circa 250 MW. Grazie anche a queste operazioni la Società ha raggiunto nel 2024 l’obiettivo di 4GW di capacità installata a livello globale. Plenitude in Spagna ha inoltre una pipeline di progetti gia’ in costruzione per ulteriori circa 820MW. Si prevede che questi impianti saranno completati tra il 2025 e il 2026, in linea con la strategia di lungo termine della Società nel settore delle rinnovabili e nel Paese. Plenitude, Società controllata da Eni, è presente in oltre 15 paesi del mondo con un modello di business che integra la produzione di energia elettrica da 4 GW di fonti rinnovabili, la vendita di energia e di soluzioni energetiche a 10 milioni di clienti ed un’ampia rete capillare di quasi 22.000 punti di ricarica per veicoli elettrici. Entro il 2027, la Società ha l’obiettivo di raggiungere 8 GW di capacità rinnovabile a livello globale. “Nel corso del 2024 Plenitude ha registrato una significativa crescita organica in Spagna, con progetti rinnovabili realizzati anche grazie alle costruttive relazioni che abbiamo sviluppato a livello locale. La Spagna è un Paese strategico per la nostra Società e vogliamo avere nelle aree dove operiamo un impatto positivo, non solo a livello economico, ma anche sulle comunità che ci ospitano”, ha dichiarato Mariangiola Mollicone, Head of Western Europe Renewables e Managing Director di Plenitude in Spagna.

 

Ubaldi Costruzioni sbarca in borsa, prima matricola dell’anno

E’ una società di costruzioni, la Ubaldi Costruzioni, la prima matricola dell’anno in borsa. Il gruppo,  leader nel settore delle costruzioni e infrastrutture con un’altissima specializzazione nei comparti dell’edilizia industriale, commerciale e direzionale,  rappresenta la prima ammissione da inizio anno su Euronext Growth Milan, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese. Si tratta della prima ammissione del 2025 su Euronext. In fase di collocamento Ubaldi Costruzioni ha raccolto 4,2 milioni di euro. Il flottante al momento dell’ammissione è del 21,89% e la capitalizzazione di mercato all’ipo è pari a 19,2 milioni. “E’ un giorno molto importante per me perché sono fiero di poter accompagnare l’azienda creata da mio padre ai vertici dell’economia italiana dandole una presenza e riconoscibilità anche fuori dall’Italia”, ha commentato Massimo Ubaldi, amministratore delegato del gruppo. “La volontà di quotarci è nata poco più di un anno fa ritenendola la scelta migliore per dare un impulso alla nostra crescita ed oggi questo evento non rappresenta per noi un traguardo, ma un nuovo inizio. Negli ultimi anni stiamo crescendo in modo costante e, con la raccolta dell’IPO, ci sentiamo confidenti di poter raggiungere gli obiettivi di sviluppo contenuti nel nostro piano industriale, tenendo fede ai nostri principi e alla grande tradizione della nostra azienda”.

Rfi: al via la seconda fase degli interventi di potenziamento sulla linea Pescara-Foggia

Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) effettuerà lavori di potenziamento infrastrutturale e tecnologico, fra San Vito Lanciano (PE) e San Severo (FG), sulla linea Pescara-Foggia, dal 15 al 24 gennaio 2025. Gli interventi programmati – che seguono quelli già realizzati nello scorso mese di aprile – sono necessari per continuare a garantire gli standard di affidabilità dell’infrastruttura e assicurare una maggiore regolarità del servizio ferroviario e un incremento della capacità della rete, con benefici in termini di puntualità e, a regime, una ottimizzazione dei tempi di viaggio. Diversi i cantieri aperti in quei giorni: nella Galleria San Giovanni (lunga oltre 9 km), in Abruzzo, sarà realizzato un nuovo sistema di Water Drain System* per il drenaggio delle acque meteoriche che consentirà di aumentare l’affidabilità della linea. Lo stesso intervento verrà realizzato anche nella Galleria Diavolo (lunga oltre 5 km). Nello stesso periodo, tra Fossacesia e Vasto San Salvo, saranno svolti lavori di potenziamento infrastrutturale e tecnologico: verrà completato l’intervento dello Slab Track nella galleria San Donato, lunga circa 1,5 km (lo Slab Track è una metodologia costruttiva innovativa, in cui il binario non ha massicciata con traversine e pietrisco ma è realizzato su una struttura prefabbricata in cemento armato; riduce la frequenza degli interventi manutentivi assicurando così maggiore regolarità alla circolazione ferroviaria, verranno effettuate le attività propedeutiche alla realizzazione dell’ACCM (Apparato Centrale Computerizzato Multistazione). L’ACCM, una vera e propria cabina di regia centralizzata, consente una gestione più efficiente della circolazione ferroviaria e dell’infrastruttura, garantisce una maggiore flessibilità nell’uso dei binari migliorando così gli standard di regolarità e puntualità dei treni. In caso di guasti, riduce al minimo i disservizi e consente di far viaggiare i treni, mantenendo il massimo livello di sicurezza. Benefici anche nei processi di manutenzione dell’infrastruttura, grazie ai sistemi informatici di diagnostica predittiva che riducono l’insorgenza di avarie improvvise. Saranno effettuati anche molti altri interventi di potenziamento e manutenzione straordinaria tra Senigallia ed Ancona, e nelle stazioni di Porto San Giorgio, Giulianova e Francavilla. Nello stesso periodo saranno effettuati lavori idraulici propedeutici al raddoppio della tratta fra Ripalta e Lesina. Per garantire lo svolgimento dei lavori, programmati dopo il controesodo natalizio per ridurre al minimo gli impatti sugli spostamenti, alcuni treni a lunga percorrenza e alcuni treni regionali della relazione Pescara-Termoli-Foggia, subiranno modifiche alla circolazione. I canali di vendita delle imprese ferroviarie sono già aggiornati. Le attività, svolte da tecnici di RFI e imprese appaltatrici, coadiuvati da mezzi d’opera, vedranno al lavoro oltre 250 maestranze dislocate sugli oltre 150 km di linea. L’investimento economico complessivo – che comprende, tra l’altro, anche gli interventi eseguiti nello scorso mese di aprile – è di circa 260 milioni di euro, di cui 100 milioni finanziati con fondi PNRR.

 

 

Nelle classifiche Enr Webuild numero uno al mondo nel settore acqua, rafforza la leadership anche negli sltri business

Cogliere le opportunità di business a livello mondiale grazie ad una forte capacità di resilienza e innovazione. È la strategia a lungo termine che spinge Webuild, da oltre un decennio, alla testa dei gruppi internazionali nel settore acqua e che permette al Gruppo di posizionarsi nella Top 5 mondiale della mobilità sostenibile. A confermare la leadership di Webuild, le classifiche 2024 di settore pubblicate da Engineering News-Record (ENR), rivista internazionale di riferimento per l’intera industria delle costruzioni su scala globale. Lo ha annunciato Webuild in una nota. La classifica Top 250 dei costruttori internazionali per il 2024, elaborata da ENR sulla base dei ricavi generati dalle imprese al di fuori dei mercati domestici di riferimento nel 2023, vede Webuild distinguersi in numerose categorie settoriali, posizionandosi al primo posto nel settore dighe (Dams & Reservoirs) e in quello dei sistemi di drenaggio e trattamento di acque reflue e piovane (Sanitary & Storm Sewers), strategico per garantire la resilienza dei territori a fenomeni atmosferici eccezionali.

Il Gruppo si rafforza anche nel settore trasporti, posizionandosi nella Top 5 nei comparti delle autostrade (Highways) e dei sistemi ferroviari per il trasporto pubblico di massa (Mass Transit and Rail) e all’8° posto nel comparto dei ponti (Bridges). Significativa anche la leadership in comparti emergenti e innovativi come quello dei Data Center, con cui Webuild si posiziona al 10° posto nel comparto Data Centers & Web Hotels, anche grazie all’attività della controllata svizzera CSC Costruzioni.

Per Webuild, i settori clean hydro energy e clean water rappresentano una fetta significativa dei ricavi del Gruppo, pari al 22% del totale al 30 giugno 2024, alimentati in larga parte dall’avanzamento di progetti idroelettrici tecnicamente sfidanti e che si pongono come best practice a livello mondiale per il loro tasso di innovazione, come Snowy 2.0, il più grande progetto per la produzione di energia rinnovabile in Australia realizzato con la controllata australiana Clough, e come la Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD) in Etiopia che, una volta ultimata, sarà la diga più grande d’Africa. A questi risultati contribuisce anche la controllata Fisia Italimpianti, che serve oltre 20 milioni di persone con impianti di dissalazione, soprattutto in Medio Oriente. La dissalazione dell’acqua di mare rappresenta uno dei metodi più promettenti per risolvere la criticità della scarsità d’acqua, consentendo l’approvvigionamento di acqua pulita e potabile, per l’utilizzo quotidiano e pubblico, per i processi industriali, per gli usi sanitari e non solo. È invece la statunitense Lane a rafforzare il Gruppo nella realizzazione di una serie di progetti volti a garantire la modernizzazione e l’espansione del sistema infrastrutturale stradale negli USA, dalla Florida alla Virginia, dalla Carolina del Nord alla Carolina del Sud. Il Gruppo spicca nelle classifiche ENR anche nella realizzazione dei ponti, con un track record di 1.020 chilometri di ponti e viadotti realizzati: l’equivalente di un unico grande ponte che unisce Parigi con Berlino, attraversando tutta l’Europa.

Energia: da Enea un laboratorio digitale per progettare materiali innovativi con IA

Un laboratorio digitale che si avvale dell’intelligenza artificiale e del supercalcolo per accelerare la progettazione di materiali innovativi per le applicazioni energetiche nel fotovoltaico, nelle batterie e negli elettrolizzatori. È il “prodotto” del progetto IEMAP (Italian Energy Materials Acceleration Platform), al quale partecipano ENEA (coordinatore), Cnr, RSE e l’Istituto Italiano di Tecnologia. Finanziato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nell’ambito dell’iniziativa di cooperazione internazionale “Mission Innovation”, il progetto ha consentito di dare vita ad un laboratorio digitale altamente tecnologico e innovativo che segna un cambio di passo nella ricerca sui materiali. Infatti, grazie a sofisticate simulazioni, il sistema consente di ridurre gli esperimenti necessari alla messa a punto di nuovi materiali, ottimizzando il processo di sviluppo e rendendo più brevi i tempi di implementazione. L’obiettivo è di accelerare il percorso dei materiali innovativi “dal laboratorio all’applicazione pratica”: un procedimento complesso, che sin dalle prime fasi richiede lunghe sperimentazioni per individuare la giusta composizione chimica in grado di rendere efficiente e duraturo il dispositivo finale, ma anche sostenibile e non molto costoso. E’ stata realizzata una piattaforma che combina un database centralizzato che, con procedure informatizzate avanzate, gestisce grandi volumi di dati, applicazioni di intelligenza artificiale e simulazioni realistiche, anche attraverso l’utilizzo del supercomputer CRESCO6 di ENEA. L’intelligenza artificiale elabora i dati ricavati e li utilizza per selezionare nuove possibili sperimentazioni da avviare al fine di trovare i materiali più adatti.

“Dietro questa piattaforma c’è una rete di laboratori che collaborano con le proprie competenze e condividono dati per progettare insieme nuovi materiali nei settori del fotovoltaico, delle batterie e degli elettrolizzatori. I risultati sono una serie di servizi basati sull’intelligenza artificiale e sulla modellistica molecolare, a disposizione delle aziende per una rapida prototipizzazione del materiale. Possono volerci anche quindici anni per progettare un nuovo materiale, mentre con questa metodologia riduciamo enormemente i tempi necessari”, affermaMassimo Celino ricercatore della Divisione ENEA per lo Sviluppo di sistemi per l’informatica e l’ICT afferente al Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili e responsabile del progetto IEMAP. I nuovi materiali rappresentano la chiave di volta dello sviluppo delle tecnologie energetiche: per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, assicurando al tempo stesso la competitività delle nostre industrie, è necessario individuare nuovi materiali, poco costosi ma al tempo stesso efficienti e che non utilizzino materie critiche. La piattaforma realizzata nell’ambito del Progetto IEMAP si candida a diventare un riferimento per la ricerca energetica nazionale ed internazionale”, conclude il ricercatore ENEA.

Penspen si aggiudica un contratto da Trans Adriatic Pipeline

Penspen, società di consulenza energetica leader a livello internazionale, si è aggiudicata un contratto con Trans Adriatic Pipeline AG (TAP) per fornire servizi di analisi del gap di idrogeno su uno dei progetti di infrastrutture energetiche più strategici in Europa. Nell’ambito di questo nuovo contratto, il team di ingegneri di Penspen con sede nel Regno Unito eseguirà una revisione completa di valutazione sul desktop e sul campo delle installazioni fuori terra (AGI), delle valvole di blocco (BV) e delle stazioni di compressione (CS) di TAP per valutare la fattibilità dell’introduzione di miscele di idrogeno nel gasdotto esistente, sostenendo la strategia di TAP di espansione della capacità per nuovi volumi di idrogeno e altri gas rinnovabili per promuovere la sostenibilità a lungo termine e la decarbonizzazione nella regione. Il gasdotto TAP, lungo 877 km, si collega al Gasdotto Trans Anatolico (TANAP) al confine greco-turco, attraversando l’Albania e il Mare Adriatico per collegarsi alla rete del gas nell’Italia meridionale. Operativo dalla fine del 2020, TAP è una parte fondamentale del Corridoio Sud del Gas e svolge un ruolo significativo nel rafforzare la sicurezza energetica e la diversificazione dell’approvvigionamento in Europa.

Ey: cresce l’M&A in Italia, +13% di transazioni e +9% di volume aggregato nel 2024

Il 2024 si è chiuso confermando un solido trend nelle attività di investimento in Italia con un totale di 1.365 operazioni, in aumento del 13% rispetto alle 1.210 registrate nel 2023. Il volume aggregato delle operazioni ha raggiunto circa 63,9 miliardi di euro segnando un
incremento del 9% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal report “EY M&A Barometer – Review 2024 e Preview 2025” che analizza i trend di investimento e le operazioni di M&A annunciate in Italia, realizzato annualmente da EY. Per quanto riguarda i settori, non ci sono cambiamenti significativi rispetto allo scorso anno. I comparti Industrials & Chemicals (26%) e Retail & Consumer (14%) rimangono tra i settori dove si sono concentrate maggiormente le transazioni, insieme a Technology (13%) ed Energy &Utilities (10%). In leggera diminuzione la quota di operazioni assorbita dai settori Life Sciences e Financial Services, dovuta ad un’intensa attività di
preparazione verso operazioni importanti previste per il 2025. L’attività di M&A nel 2024 si è distribuita in modo disomogeneo sul territorio italiano, con la Lombardia che ha avuto un significativo effetto trainante. I settori più attrattivi in questa regione sono stati il manifatturiero e industriale, il technology e il consumer. Nel Nord-Est, invece, il settore industriale ha rappresentato il 42% delle operazioni, e nel Centro Italia i settori industriale, technology e consumer sono stati i più rilevanti.

I fondi di Private Equity e infrastrutturali, in particolare quelli internazionali, hanno continuato a essere molto attivi sul mercato italiano, confermando il loro ruolo di rilevanza nel consolidamento e nello sviluppo delle aziende italiane, tanto che i fondi crescono a circa il
44% di incidenza sulle operazioni annunciate in Italia nel 2024, con 606 operazioni di buy- out su target italiane. Il valore complessivo delle acquisizioni da parte dei Private Equity nel 2024 ha raggiunto, ove disponibile, l’ammontare di circa € 30,4 miliardi, inferiore rispetto allo
stesso periodo di riferimento del 2023 (circa 38,5 miliardi di euro). Questo calo è dovuto principalmente a un’attività di investimento maggiormente concentrata sul cosiddetto mid-market e a supporto dei trend di consolidamento. Sebbene il numero dei mega deal sia
aumentato rispetto al 2023, le dimensioni medie di queste operazioni sono risultate più contenute, influenzando negativamente il valore complessivo del mercato. Al contrario, il valore medio delle transazioni nel mid-market è cresciuto, evidenziando una maggiore attività in
questo segmento. Il settore industriale si conferma quello di maggior interesse, seguito dal Consumer &Retail e il Technology che hanno registrato una crescita nell’incidenza sul numero di operazioni annunciate nel 2024. Nel 2024 le aziende italiane hanno annunciato 280 operazioni di M&A su target estero, in aumento rispetto alle 261 del periodo precedente, con investimento di circa € 14,3 miliardi,
sostanzialmente in linea con la media storica degli anni precedenti. Stati Uniti (39 operazioni), Germania (33), Spagna (32), Francia (31) e Regno Unito (23) sono i primi cinque Paesi per numero di operazioni M&A da parte di aziende italiane. Le previsioni per il 2025 indicano un andamento positivo con una crescita economica attesa dello 0,8% del PIL e un buon andamento dei consumi in linea con il 2024. La liquidità nel sistema resta elevata e si prevede un ulteriore incremento degli investimenti da parte dei fondi di Private Equity.“Come dimostrato dai risultati emersi nel nostro report, si rileva un solido trend delle attività di investimento nel Paese nel 2024 e questo a dimostrazione che la leva transazionale rappresenti sempre più un’opportunità di crescita e trasformazione dei modelli di business. Dopo i primi tre trimestri dell’anno decisamente sottotono, gli ultimi mesi del 2024 hanno visto una forte accelerazione, sia in termini di numero di operazioni che di volumi”, commenta Marco Daviddi, Strategy &Transactions Markets Leader Europe West, EY. “I numeri di mercato, sebbene solidi, non raccontano però la complessità del 2024, un anno caratterizzato da numerose operazioni interrotte o posticipate a causa di performance
delle società target non in linea con le aspettative, condizioni di finanziamento non ancora ottimali e incertezze sullo scenario internazionale, in particolare per le aziende italiane con una forte propensione all’export”.

 

 

Maria Cristina Carlini

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