Santa Palomba (Roma), il termovalorizzatore alla prova dello scontro Regione-Comune

27 Ott 2025 di Mauro Giansante

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Il termovalorizzatore di Roma è tornato in primo piano nelle cronache cittadine delle ultime settimane con uno scontro a distanza tra Regione Lazio e Comune della Capitale. Infatti, l’amministrazione Rocca ha fatto dietrofront con un atto tecnico sui permessi idrici del futuro impianto dopo che il 18 settembre la Direzione Ciclo delle acque – concessioni idriche (determina n. G11953) aveva approvato la realizzazione, da parte di Acea, di quattro pozzi di profondità e una condotta di raffreddamento da 5,2 km dal depuratore di Albano-Pavona-Santa Maria in Fornarola. La determina n. G13304 del 14 ottobre ha annullato quel parere positivo vietando la realizzazione dei pozzi parlando di “non compatibilità del progetto con l’attuale stato idrogeologico e idrico dell’area interessata”. Consegnata al concessionario a inizio settembre.

I dubbi dalla Regione si erano già manifestati prima del dietrofront tecnico. Dopo l’incontro con i Comuni per la raccolta differenziata, a inizio mese il presidente Rocca aveva affermato che “Roma ha difficoltà strutturali che si porta dietro e ci tiene bassi come media e dovrebbe trovare una sua soluzione col termovalorizzatore. Soluzione che, come ho sempre detto, mi preoccupa molto”. In particolare, perché “è decisamente sovradimensionato rispetto alle necessità” e, secondo il numero uno della Regione, metterebbe a rischio la raccolta differenziata romana. Già in estate, dalla Garbatella era arrivato il monito a tenere d’occhio i rischi ambientali e i ritardi nell’iter amministrativo.

Dall’altra parte, invece, il Comune ha risposto all’annullamento del parere positivo sui pozzi ricordando – lo ha fatto l’assessora Sabrina Alfonsi – che quella sarebbe stata una soluzione d’emergenza poiché l’approvvigionamento dell’impianto dipenderà prevalentemente dalla raccolta di acqua piovana, acque reflue e consensazione del vapore dai fumi delle caldaie. Le soluzioni alternative previste dal consorzio Renew Rome guidato da Acea, ha aggiunto Alfonsi, “saranno illustrate nelle controdeduzioni e integrazioni, come normalmente avviene nelle procedure di Paur”. Ancora, rispondendo a Rocca: “Il termovalorizzatore non sostituisce la differenziata, ma la integra. Il futuro di Roma passa da una gestione efficiente dei rifiuti, fondamentale per portare la città al livello delle principali capitali europee”.

Adesso, andando oltre lo scontro tecnico Regione-Comune, a fine anno si concluderà da crono-programma il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale cui seguirà la conferenza dei servizi. Sempre a inizio ottobre, però, la Procura di Roma ha aperto un’indagine sull’acquisto dei lotti da parte di Ama al costo di 7,5 milioni. La municipalizzata sarebbe stata vittima di truffa poiché il valore dell’area sarebbe inferiore a quanto pagato.

L’impianto da 600mila tonnellate di rifiuti l’anno trattati e 65MW di energia per 200mila famiglie, insomma, è nel pieno dell’iter amministrativo e quindi nella fase più delicata. Oltre l’indagine per truffa, si sono mossi anche i comitati contrari denunciando la contaminazione della zona dove sorgerà il termovalorizzatore, chiedendo la sospensione della Via e del Paur. Inoltre, eventuali ulteriori rallentamenti al progetto, inizialmente auspicato per essere concluso al 2025 e ora previsto per la metà del 2028 con inizio lavori dal 2026, porteranno il dossier Santa Palomba a coincidere sempre più con i tempi delle nuove elezioni per il Sindaco di Roma. Se la partita, oltre che tecnica, diventerà sempre più politica allora sì che si potrà parlare di un vero e proprio boomerang, per usare le parole del presidente del Lazio Francesco Rocca.

 

 

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