La giornata

Salvini: “Entro fine anno presenteremo la riforma del testo unico edilizia”

  • Enel: gli investimenti nelle reti crescono dell’11,7% a 4,2 miliardi nei primi 9 mesi
  • Per Terna investimenti in crescita a 1,7 miliardi nei primi 9 mesi, firmato accordo con Acea per l’acquisizione di parte della rete in alta tensione a Roma
  • Poste: avanti sulla trasformazione logistica, verso la costituzione di una joint venture per gestire l’infrastruttura

07 Nov 2024

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“Stiamo lavorando a un Testo unico dell’edilizia semplificando e sburocratizzando. Il prossimo passo sarà un ddl per il riordino e la semplificazione della disciplina in maniera di edilizia e costruzioni, contiamo entro fine anno di concludere il confronto sul tema per portare una soluzione condivisa in Consiglio dei ministri”. Ad annunciarlo è stato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, rispondendo, al question time in aula alla Camera, a un’interrogazione di Forza Italia sulle iniziative per una nuova disciplina delle costruzioni e per la riforma della legge urbanistica. “La casa  – ha detto – è un’assoluta priorità sia dal punto di vista sociale che dal punto di vista economico. Abbiamo una visione chiara di quello che abbiamo fatto e di quello che faremo nei prossimi anni. Grazie la confronto portato avanti più volte con gli operatori di settore stiamo intervenendo su entrambi i fronti dell’edilizia privata e di quella pubblica in una duplica prospettiva temporale di breve e medio periodo andando finalmente a progettare. Sull’edilizia privata, dopo l’adozione del Dl Salva Casa, che aiuterà milioni di italiani a superare piccoli problemi burocratici all’interno delle quattro mura che si protraggono da decenni, stiamo lavorando per garantire un’attuazione omogenea di tali misure sull’intero territorio nazionale: da un lato è imminente la definizione della modulistica che dopo l’intesa in Conferenza unificata sarà messa a disposizione di tutti i comuni per le nuove procedure in sanatoria. Dall’altro lato abbiamo raccolto dagli operatori di settore e dalle amministrazioni comunali alcuni quesiti sull’attuazione di questo Salva casa e sulle linee guida da affrontare”.

“Nel medio periodo  . ha riferito Salvini – invece tendiamo a raggiungere una riforma organica del testo unico dell’edilizia finalmente semplificando e sburocratizzando con l’intento di fare chiarezza e semplificare le regole. Il prossimo passo sarà rappresentato dalla presentazione di un disegno di legge a cui stiamo lavorando per il riordino e la semplificazione della disciplina in materia di edilizia e costruzione. Contiamo entro fine anno di concludere il confronto sul tema per poi portare in Consiglio dei ministri un testo condiviso. I problemi che la Commissione Ambiente di quest’aula sta discutendo su cosiddetto Salva Milano confermano d’altronde l’esigenza di adeguare norme ormai risalenti nel tempo e stratificate alle esigenze di sviluppo di un comparto strategico per l’economia nazionale con l’obiettivo ultimo di abbassare il prezzo degli affitti e dell’acquisto soprattutto della prima casa. Da ultimo stiamo intervenendo anche sul settore dell’edilizia residenziale e pubblica, in questo caso anche in una duplice prospettiva temporale grazie alle modifiche introdotte nel disegno di legge di bilancio che andremo a discutere lanceremo a breve la sperimentazione di nuovi modelli di edilizia residenziale e sociale fondati su operazioni di partenariati pubblico e privato incentrati sul recupero e la riconversione del patrimonio immobiliare esistente. Inoltre, nei prossimi mesi sarà adottato il Piano casa Italia, tema che non si affrontava da decenni che dopo troppo tempo di mancata pianificazione intende affrontare in chiave organica i problemi del disagio abitativo per una complessiva riorganizzazione del sistema casa in sinergia con gli enti territoriali. Il piano fornirà risposte ai nuovi fabbisogni abitativi emergenti dal contesto sociale integrando i piani di edilizia residenziale e sociale individuando modelli innovativi di governance e di finanziamento dei progetti, razionalizzando l’uso dell’offerta abitativa disponibile”.

Enel: gli investimenti nelle reti crescono dell’11,7% a 4,2 miliardi nei primi 9 mesi

Enel archivia i primi 9 mesi del 2024 all’insegna di un aumento doppia cifra degli investimenti delle reti che toccano quota 4,2 miliardi di euro (+11,7%). Gli investimenti complessivi ammontano a 7,602 miliardi di euro nei nove mesi del 2024, in diminuzione di 1,157 miliardi  di euro rispetto all’analogo periodo del 2023 (-13,2%). Gli investimenti effettuati nel periodo sono focalizzati, appunto,  in Enel Grids (4.159 milioni di euro, 54,7% del totale) e in Enel Green Power (2.251 milioni di euro, 29,6% del totale). La riduzione rispetto ai nove mesi del 2023 è principalmente riconducibile, spiega il gruppo, a una migliore focalizzazione degli investimenti, in linea con le priorità del Piano Strategico 2024-2026 e al sostanziale completamento delle attività nei sistemi di accumulo di energia a batteria in Italia; al contempo, si rilevano maggiori investimenti  nelle attività di distribuzione finalizzati a migliorare l’affidabilità e la qualità del servizio. Enel registra un calo dei ricavi a 57.6 miliardi, -17,1% rispetto allo stesso periodo del 2023. La variazione è principalmente riconducibile ai minori volumi di energia termoelettrica prodotti e alle minori quantità di energia elettrica e gas vendute sui mercati finali in un regime di prezzi decrescenti, insieme alla variazioni di perimetro dei due periodi a confronto. L’ebitda ordinario sale a 17,449 miliardi con un aumento del 6.5% e l’ebitda cresce a 18,5 miliardi, con un incremento del 22,2%. Il risultato netto ordinario di gruppo vede un progresso del 16,2% a 5,8 miliardi. Il cda ha deliberato un acconto sul dividendo 2024 psri a 0,215 euro per azione, in pagamento dal 22 gennaio 2025. Enel conferma la guidance per il 2024 con la previsione doi un ebitda ordinario compreso tra 22,1 e 22,8 miliardi di euro e un utile netto ordinario compreso tra 6,6 e 6,8 miliardi. “Nei nove mesi del 2024 abbiamo registrato solidi risultati, guidati dalla resilienza e dal bilanciamento geografico del nostro portafoglio di asset e da un maggior presidio delle iniziative di advocacy in America Latina”, ha dichiarato Stefano De Angelis, cfo del Gruppo Enel. “Vorrei inoltre evidenziare come il completamento del Piano di dismissioni entro la fine dell’anno ci consente di prevedere per il 2024 un rapporto tra indebitamento finanziario netto ed Ebitda pari a circa 2,4x, valore che si colloca al di sotto della media del settore. Tutto questo, insieme al costante impegno del Gruppo verso la disciplina finanziaria e l’eccellenza operativa, rappresenta la base per una crescita futura, sostenibile e duratura, a beneficio dei nostri stakeholder. La performance del periodo e la visibilita’ sull’evoluzione del business anche nell’ultima parte dell’anno ci permettono quindi di confermare per il 2024 la guidance su Ebitda ordinario e utile netto ordinario fornita ai mercati nel 2023”.

Per Terna investimenti in crescita a 1,7 miliardi nei primi 9 mesi, firmato accordo con Acea per l’acquisizione di parte della rete in alta tensione a Roma

Terna e Areti, la società controllata da Acea per la distribuzione di energia elettrica, hanno sottoscritto ieri un accordo per l’acquisizione da parte di Terna del 100% del capitale sociale di un veicolo societario di nuova costituzione (“NewCo”) alla quale Areti conferirà parte delle
infrastrutture in alta tensione di sua proprietà localizzate nell’area metropolitana di Roma.Il perimetro dell’operazione comprende: 73 elettrodotti in alta tensione per circa 481 km di rete (linee aeree e in cavo); le componenti ad alta tensione di 3 cabine primarie; rete di fibra ottica estesa sulle linee in alta tensione incluse nel perimetro, che verrà utilizzata in parte per l’esercizio e il monitoraggio della Rete Elettrica di Trasmissione Nazionale (‘RTN’) e, per la parte eccedente, commercializzata a soggetti terzi. Il valore complessivo degli asset ai fini regolatori (Regulated Asset Base, ‘RAB’) oggetto dell’acquisto è stimato in circa 203 milioni di euro alla fine del 2024. Il prezzo di acquisto previsto nel Term Sheet siglato tra le parti è pari a circa 224 milioni di euro, che corrisponde al predetto valore complessivo degli asset più un premio del 10% sulla RAB provvisoria 2024 ed è comunque soggetto ad aggiustamenti, fra i quali gli adeguamenti in relazione alla futura conferma della RAB 2024 definitiva e gli investimenti sul perimetro effettuati da Areti nel 2025 fino alla data di closing dell’operazione. In aggiunta, l’acquisizione degli asset oggetto dell’operazione faciliterà una migliore gestione del processo decisionale degli investimenti di rinnovo e sviluppo della rete elettrica del Centro Italia, generando nuove potenziali opportunità di crescita. L’operazione avrà un impatto limitato sulla leva finanziaria di Terna e neutrale in termini di rating. L’acquisizione, dunque, creerà valore ed efficienza per l’intero sistema elettrico, consentendo a Terna una gestione più funzionale e integrata delle proprie infrastrutture, in conformità con gli indirizzi strategici delineati dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente che, con la Delibera 616/2023, ha infatti introdotto incentivi per le imprese distributrici per promuovere la cessione a Terna dei propri asset di distribuzione in alta tensione, nonché in coerenza con le finalità
di unificazione della RTN sotto la gestione di Terna.“L’accordo siglato oggi consentirà di rendere più efficienti la pianificazione e la gestione operativa della rete elettrica di trasmissione, in particolare nell’area della Capitale, migliorando la continuità e la sicurezza del servizio”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato e direttore generale di Terna. “L’operazione è in linea con gli obiettivi delineati dal Piano Industriale 2024-2028 e contribuirà al raggiungimento dei target finanziari e di crescita del Gruppo”.

Ieri Terna ha anche diffuso i risultati al 30 settembre 2024 che vedono, in uno scenario macroeconomico complesso a causa del perdurare delle tensioni geopolitiche in Europa e in Medio Oriente, un miglioramento di tutti i principali indicatori economico-finanziari e l’incremento degli investimenti a beneficio della transizione energetica e digitale del sistema elettrico e del Paese. Nel terzo trimestre questi sono stati pari a 656,8 milioni di euro, portando il valore complessivo degli investimenti a circa 1,7 miliardi di euro (1.699,2 milioni di euro) con un incremento del 18,5% rispetto al medesimo periodo del 2023. I ricavi dei primi nove mesi del 2024, pari a 2.647,4 milioni di euro, registrano un aumento di 400,3 milioni di euro (+17,8%) rispetto al corrispondente periodo del 2023. Tale risultato è dovuto prevalentemente alla crescita dei ricavi delle Attività Regolate, grazie all’aggiornamento del WACC (“Weighted Average Cost of Capital”) riconosciuto per il 2024 e all’ampliamento della base asset regolata (RAB). Significativo anche il contributo delle Attività Non Regolate che riflettono principalmente l’incremento dei ricavi del Gruppo Tamini, in ambito Equipment, e del Gruppo LT, in ambito Energy Services. L’ebitda dei primi nove mesi del 2024 si attesta a 1.892,2 milioni di euro, in crescita di 336,0 milioni di euro (+21,6%) rispetto ai 1.556,2 milioni di euro dei primi nove mesi del 2023, per il miglior risultato delle Attività Regolate. L’ebit del periodo, a valle di ammortamenti e svalutazioni, è pari a 1.256,8 milioni di euro, rispetto ai 979,7 milioni di euro dei primi nove mesi del 2023 (+28,3%). L’utile netto di gruppo del periodo si attesta a 812,6 milioni di euro, in crescita di 170,9 milioni di euro rispetto ai 641,7 milioni dei primi nove mesi del 2023 (+26,6%). Nel terzo trimestre, l’utile netto di Gruppo ha registrato un incremento del 16,3% a 267,8 milioni di euro (230,3 milioni nello stesso periodo del 2023). Il gruppo conferma la realizzazione di quanto previsto nel piano industriale 2024-2028 e prevede un miglioramento delle guidance per il 2024. La stima è che i ricavi si attestino a 3,61 miliardi di euro e l’ebitda a 2,50 miliardi di euro. Previsto in miglioramento anche l’utile netto di gruppo che porterà a un utile per azione  di 52 centesimi di euro nel 2024. “La significativa accelerazione degli investimenti nei primi nove mesi dell’anno, che hanno registrato il valore piu’ alto nella storia di Terna per questo periodo, favorira’ il processo di transizione energetica in atto e rendera’ la rete elettrica ancora piu’ efficiente per trasmettere una quantita’ crescente di energia prodotta dalle fonti rinnovabili”, ha dichiarato Di Foggia.

Poste: avanti sulla trasformazione logistica, verso la costituzione di una joint venture per gestire l’infrastruttura

Il nuovo modello di servizio scelto da Poste Italiane “mira a ottimizzare la copertura e la gestione dei clienti in logica omnicanale, indirizzando l’impegno dei consulenti in attivita’ ‘relazionali’ anziche’ ‘transazionali’, generando valore per il gruppo. Nell’ambito della trasformazione logistica verso un operatore logistico end-to-end rileva l’evoluzione della rete postale, sempre piu’ orientata alla gestione dei pacchi e lo sviluppo del business internazionale e della logistica integrata”. Lo sottolinea Poste Italiane, che ieri ha comunicato i risultati dei primi 9 mesi, riguardo all’evoluzione prevedibile della gestione.  “In tale strategia rientra, nell’ambito della piu’ ampia partnership strategica con Dhl siglata nel 2023, la costituzione nel mese di aprile 2024 di Locker Italia per lo sviluppo in Italia di una rete di locker su cui effettuare le consegne last mile dei pacchi. Nel mese di settembre e’ stato inaugurato il primo dei 10.000 locker che saranno attivati in tutto il territorio nazionale e che consentiranno, grazie alla loro capillarita’ e tecnologia, di migliorare ulteriormente la qualita’ dei servizi a supporto dell’e-commerce. Al fine di accelerare e cofinanziare il processo di trasformazione logistica del gruppo, sono proseguite le attivita’ finalizzate alla prossima costituzione di una joint venture che mira a gestire con modalita’ all’avanguardia e secondo i piu’ alti standard di qualita’ ed Esg l’infrastruttura logistica del gruppo Poste Italiane. Al rafforzamento della cosiddetta logistica integrata contribuisce anche la costituzione, avvenuta nel mese di marzo, della newco Poste Logistics.  Nei primi nove mesi del 2024 il gruppo Poste Italiane ha registrato ricavi pari a 9,2 miliardi con una crescita underlying dell’8% su base annua. Il risultato operativo adjusted si attesta a 2,3 miliardi, con una crescita underlying del 17,8 per cento. L’utile netto e’ di 1,6 miliardi con una crescita underlying del 19,5 per cento. La crescita ‘underlying’, spiega una nota, e’ calcolata escludendo l’impatto della plusvalenza di sennder e della gestione attiva del portafoglio (Gap: plusvalenze realizzate sul portafoglio di Btp di BancoPosta), della stima del contributo al fondo di garanzia assicurativo dei rami vita e del Bonus one-off dell’esercizio 2023. La plusvalenza di sennder e’ pari a 109 milioni nel secondo trimestre del 2023. “Abbiamo ancora una volta riportato eccellenti risultati, confermando ulteriormente la capacita’ della nostra ineguagliabile platform company di generare profittabilita’ e flussi di cassa solidi e sostenibili, con performance robuste in tutti i settori di business e trend positivi confermati nel terzo trimestre del 2024. Abbiamo continuato ad alimentare una crescita redditizia da inizio anno, con un incremento underlying dei ricavi dell’8% nei primi nove mesi. Concentrandoci sui ricavi, pari a 9,2 miliardi, questi rappresentano il livello di fatturato piu’ alto mai registrato sui primi nove mesi”, ha commentato Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane.

Bankitalia: a ottobre rimane stabile l’indice euro-coin

A  ottobre l’indice Euro-coin è rimasto sostanzialmente stabile (a 0,18 da 0,14 in settembre). L’indicatore sviluppato dalla Banca d’Italia è stato sostenuto dalla tenuta del mercato del lavoro, mentre è stato frenato dalla persistente debolezza degli indicatori di fiducia delle imprese. Euro-coin fornisce in tempo reale una stima sintetica del quadro congiunturale corrente nell’area dell’euro, esprimendo tale indicazione in termini di tasso di crescita trimestrale del PIL depurato dalle componenti più erratiche (stagionalità, errori di misura e volatilità di breve periodo). È pubblicato mensilmente dalla Banca d’Italia e dal CEPR.

Ocse: a settembe inflazione rallenta al 4,4% sul calo dei prezzi dell’energia

L’inflazione su base annua nell’Ocse, misurata dall’Indice dei prezzi al consumo (IPC), è rallentata al 4,4% nel settembre 2024 dal 4,7% di agosto. L’inflazione è diminuita in 27 dei 38 Paesi dell’Ocse, è aumentata in 6 e si è mantenuta stabile o sostanzialmente stabile in 5. L’inflazione complessiva si è attestata al 2% o al di sotto in 17 Paesi a settembre, un numero simile a quello di agosto (16). L’inflazione in Turchia è rimasta al di sopra del 49%. Nonostante il recente rallentamento dell’inflazione globale dell’Ocse, a settembre 2024 i livelli medi dei prezzi nell’intera Ocse erano più alti di circa il 30% rispetto a dicembre 2019, prima dell’inizio della pandemia Covid. L’inflazione energetica Ocse su base annua è rimasta negativa, scendendo a meno 2,2% a settembre da meno 0,4% ad agosto. L’inflazione energetica è diminuita in 34 Paesi Ocse, 17 dei quali avevano già un’inflazione energetica negativa ad agosto. L’inflazione alimentare su base annua e l’inflazione di fondo (inflazione al netto di cibo ed energia) sono rimaste sostanzialmente stabili

Vestas inaugura a Taranto la nuova linea di produzione per pale delle turbine eoliche

Vestas ha inaugurato oggi la nuova linea di produzione per le pale della turbina eolica V236-15.0MW presso il suo stabilimento di Taranto, in Italia. L’avvio del progetto della pala V236 a Taranto segna una nuova pietra miliare nel percorso di Vestas verso la fornitura di una turbina eolica offshore destinata ad ampliare i confini dell’energia eolica a livello globale. Annunciata a febbraio 2021, la V236 è stata la prima turbina da 15 MW a essere introdotta sul mercato. Da allora, Vestas si è aggiudicata oltre 5 GW di ordini. Le sue pale da 115,5 metri coprono un’area spazzata di 43.000 m2 e possono generare 80 GWh di energia pulita all’anno, sufficienti ad alimentare circa 20.000 famiglie europee e a sostituire più di 38.000 tonnellate di CO2, il che equivale a rimuovere 25.000 autovetture dalla strada ogni anno. La scelta di Vestas di Taranto come una delle sedi in cui ampliare la sua capacità produttiva in Europa, si è basata sulle ottime performance dello stabilimento negli ultimi due decenni, sulla disponibilità di manodopera qualificata in Italia meridionale e sul supporto di INVITALIA. La nuova linea di produzione ha già dato un notevole impulso all’occupazione locale in Puglia. Nell’ultimo anno la fabbrica ha aumentato la sua forza lavoro da circa 700 a oltre 1.600 dipendenti. Per sostenere l’incremento della produzione, l’azienda prevede di raggiungere i 2.000 dipendenti nello stabilimento nei prossimi mesi. In totale, il progetto V236 creerà circa 1.300 nuovi posti di lavoro nello stabilimento. Il progetto è stato sostenuto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza  con un Contratto di sviluppo, concesso da INVITALIA attraverso il suo Sportello Rinnovabili e Batterie. Luigi Gallo, Responsabile Incentivi e Innovazione di Invitalia, ha dichiarato: “La nostra presenza testimonia il forte impegno dell’Agenzia a sostegno di progetti e investimenti innovativi destinati a favorire la transizione ambientale e digitale del Paese, in linea con gli obiettivi del PNRR. La nuova linea di produzione di Vestas rafforza il ruolo dell’Italia nel settore delle energie rinnovabili, confermando la capacità di attrazione di investimenti nel Mezzogiorno ed assicura anche nuove opportunità di lavoro e di innovazione”.

Trecento giovani in Confindustria per parlare di cultura d’impresa

Connessioni tra cultura ed etica d’impresa, identità aziendale a supporto dell’impegno sociale e relativo impatto sulla comunità, sfide e opportunità strategiche per le organizzazioni sostenibili che vogliano curare la propria reputazione. Questi i temi della prima Conferenza Internazionale “Corporate Heritage Communication & Social Impact” che si è tenuta ieri a Roma presso la sede di Confindustria e che ha registrato la presenza di oltre 300 partecipanti, più di 20 Istituti accademici tra nazionali e internazionali e 40 relatori intervenuti con l’obiettivo di promuovere la cooperazione internazionale tra ricercatori e stimolare uno scambio reciproco di conoscenze e sperimentazioni tra mondo aziendale e mondo accademico.  In questo contesto, gli archivi storici e i musei aziendali rappresentano un patrimonio culturale materiale e immateriale che può divenire strategico per comunicare valori e comportamenti organizzativi, rafforzare l’identità e la sostenibilità aziendale, con effetti positivi sulle organizzazioni stesse, sugli stakeholder, sul territorio e la società.  L’iniziativa, promossa dall’Archivio Storico-Biblioteca di Confindustria, dall’Università La Sapienza col Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale e dall’Università di Castilla-La Mancha (UCLM) con la Facoltà di Comunicazione e realizzata anche grazie al supporto istituzionale di Museimpresa, Associazione Italiana per il Patrimonio Archeologico Industriale (AIPAI), Associazione Italiana di Sociologia, LID Editorial, e Premio Film Impresa, si colloca nell’ambito della XXIII Settimana della Cultura d’Impresa al via il prossimo 14 novembre. L’evento è stato anche l’occasione per presentare in anteprima, ad una platea internazionale, il Portale Archivio Storico-Biblioteca – accessibile all’indirizzo http://archiviostorico.confindustria.it/ – che raccoglie il patrimonio culturale della Confederazione prodotto in oltre 114 anni di presenza al fianco delle imprese. Con documenti, foto e filmati, vengono raccontate le radici e lo sviluppo dell’industria italiana, il senso dell’essere imprenditore, l’impatto delle imprese sulla comunità e la società civile.

M.C.C.

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