La maxi inchiesta
Sala resta e rilancia: “Le mie mani sono pulite. Se c’è la maggioranza, io ci sono”. Dal piano casa a San Siro (rinviato a settembre), le priorità in agenda. Tancredi lascia
Nessun passo indietro: Sala rimane al suo posto. In un clima di grande tensione, il sindaco di Milano ha annunciato la sua volontà di andare avanti. “Ho le mani pulite” e “se c’è la maggioranza, io ci sono”, ha detto in Aula. Sala ha presentato la sua agenda: casa e affitti, periferie, trasporto pubblico sono tra i principali punti programmatici di qui a fine legislatura. Avanti anche con lo stadio di San Siro anche se la partita slitta a settembre. Come previsto, si è dimesso l’assessore Tancredi che mercoledì affronterà l’interrogatorio di garanzia.
Altro che dimissioni. Beppe Sala, primo cittadino di Milano, non solo tiene duro ma rilancia sulla ‘fase due’: “se la maggioranza c’è, e c’è coraggiosamente con responsabilità e cuore, in antitesi a credere, obbedire e combattere come affermava Antonio Greppi, io ci sono. Con tutta la passione, la voglia e l’amore per questa città di cui sono capace”. Nel pieno della bufera scatenata dalla maxi-inchiesta sull’urbanistica che lo vede indagato, nell’attesissimo intervento nell’Aula del Consiglio comunale di Palazzo Marino, Sala annuncia di voler andare avanti. Di fronte al bivio tra lasciare l’incarico – opzione che pure era stata sul tavolo – e rimanere al proprio posto, Sala ha scelto questa seconda via, forte dell’appoggio incassato domenica nel confronto avuto con il Pd. Erano attese e sono state rassegnate, invece, le dimissioni dell’assessore all’Urbanistica, Giancarlo Tancredi, che ha comunicato la decisione nel suo intervento subito dopo quello di Sala.
Rivendicazione delle cose fatte per Milano sempre all’insegna dell’interesse pubblico; l’estraneità ai fatti contestati; la volontà dichiarata di non esprimere giudizi sull’operato della magistratura concedendosi tuttavia qualche considerazione; la risposta all’attacco sferrato dagli esponenti dell’opposizione che hanno subito chiesto il passo indietro; il programma con le priorità da perseguire nel prosieguo del mandato, una sorta di agenda programmatica di qui a fine legislatura: sono questi i momenti salienti che, in un clima di grande tensione, hanno scandito l’intervento di Sala in Aula. “Tutto cio’ che ho fatto nei miei due mandati si è sempre ed esclusivamente basato su quello che ritengo essere l’interesse di cittadine e cittadini”, dice. “Non esiste una singola azione che possa essere attribuita a mio personale vantaggio”, aggiunge Sala poco dopo aver preso la parola. “Le mie mani sono pulite”, afferma netto. Emblematica la vicenda del Pirellino – alla quale di riferisce l’accusa di induzione indebita – cioè l’edificio di via Pirelli 39 che ospitava uffici comunali. “Spesso si dice e si scrive che l’azione amministrativa di questa sindacatura abbia lasciato troppo spazio a interessi immobiliari privati. La vicenda del Pirellino vi racconta che il nostro orientamento è un altro”, rimarca. Sala ne ripercorre la storia, dal bando lanciato nel 2013 dalla giunta Pisapia, la cui base d’asta era 79 milioni di euro L’unica proposta pervenuta era stata giudicata inammissibile. Poi nel 2016, con Sala sindaco, visti i conti del Comune di Milano, venne predisposto un piano di dismissioni che prevedeva la cessione del Pirellino con una base d’asta di 106 milioni che poi venne aggiudicato nel 2019 a 193 milioni. Nel 2020, poi Palazzo Marino varò una modifica del Pgt che prevedeva il 40% di edilizia residenziale sociale. Un’impostazione giudicata corretta dalla sentenza del Tar ma poi annullata dal Consiglio di Stato secondo il quale il Comune non aveva tenuto conto del legittimo affidamento dell’acquirente che contava sul 100% di edilizia residenziale libera. Insomma, Sala anticipa così , in qualche modo, la sua linea di difesa. “Mi permetto di far osservare, sempre nel rispetto del lavoro della magistratura, che il mio racconto fa capire quanto il Comune si sia sbilanciato in favore dell’interesse pubblico, talmente tanto da incorrere in una condanna del Consiglio di Stato per avere sacrificato illegittimamente le aspettative del costruttore”.
Sala punta il dito poi contro la diffusione alla stampa di informazioni giudiziarie riservate: “chiedo a voi colleghi politici se cio’ continua a starvi bene”. Il primo cittadino attacca i toni e le strategie mediatiche usate contro di lui: “Certa politica che ha comportamenti sgraziati sta commettendo un errore. Se lo fate per destabilizzarmi non avete possibilità, nella vita ho affrontato cose cento volte più gravi”, assicura.
Poi ci sono le valutazioni su oltre un decennio di governo di una città che “ si sta facendo metropoli”. In questi anni, “mai nulla e’ stato risparmiato per riequilibrare il tema dello sviluppo economico con quello degli interessi pubblici”. “Amministrare significa guidare e governare un processo nel quale la città si è avviata”. “La velocità con cui corre Milano abbisogna di correzioni continue”, sottolinea il sindaco di Milano. “E non tutto cio’ che abbiamo fatto aveva tutti i crismi della perfezione”, ammette. Ma la rotta tenuta dalla giunta di centrosinistra è stata sempre chiara: “Noi del centrosinistra abbiamo dato un indirizzo progressista a ciascuna problematica. Guardiamo il compito che ci siamo assunti nei confronti di Milano quando siamo stati eletti e noi abbiamo il dovere di mantenere gli impegni assunti: fare crescere Milano su una strada che tiene insieme ragioni di sviluppo e sostegno di chi fa fatica”. In un altro passaggio del suo discorso, il sindaco sostiene poi che è “sbagliato avere paura della verticalizzazione di Milano. Come possiamo – si chiede – guadagnare più spazio per la socialità, per il verde, per la rivitalizzazione della città se non delegando alla verticalità funzioni dell’abitare e del lavoro di cui questa città, per fortuna, continua ad avere tanto bisogno?”.
Sala guarda, quindi, avanti e parlando di una “risposta politica per migliorare la vita dei concittadini” scandisce gli impegni della fase due. Ci sono “tanti fronti su cui la politica deve agire: c’è il Piano Casa, dobbiamo fronteggiare il problema del costo dell’abitare e agire con energia sul ripristino degli appartamenti sfitti nel nostro patrimonio residenziale”. C’è il capitolo del trasporto pubblico locale, quello della “cura del città in ogni suo quartiere”, degli interventi sulle strutture dello sport. E poi rischiamo il rispetto dei tempi per i progetti, a cominciare dal dossier San Siro. “Dobbiamo da settembre riavviare il percorso consiliare sullo stadio con l’obiettivo di rispettare i tempi che il progetto richiede”. Sala avvrebbe voluto chiudere la discussione sulla vendita dello stadio Meazza a Inter e Milan entro luglio.
È sulla base di questo programma che Sala lancia l’affondo finale, quello più atteso. “Noi, e nessun altro, abbiamo il dovere di mantenere gli impegni presi con le elettrici e gli elettori”. E, ancora, “sono motivato a proseguire, l’obiettivo e’ tenere insieme sviluppo e aiuto a chi e’ in difficolta’”. “Ho pensato seriamente alla possibilita’ di non andare avanti. Sono sedici anni che ho dato professionalmente e umanamente tutto quello che ho a Milano e se trovo ancora energie per proseguire non e’ per mia ambizione ma per un motivo piu’ semplice, il vero insegnamento dato da mio padre quando ha capito che non avrei proseguito nella sua occupazione: ‘dai quello che vuoi nella vita, scegli il lavoro che vuoi, ma sappi che io ti guardero’ e vorro’ essere certo che tu stia facendo il tuo dovere’. E io oggi sono piu’ certo che mai di continuare in questo incarico”.
La giunta Sala va avanti ma a bordo non c’è più Tancredi. Anche il suo è stato un intervento particolarmente atteso. Qualche sassolino, l’ex assessore, se lo toglie come quando attacca alcune forze della maggioranza che lo hanno usato come “capro espiatorio”. Tancredi afferma che la sua vita “professionale e non, è sempre stata improntata a valori etici e morali”. “La mia coscienza è pulita, ho prestato la mia opera con passione, impegno, rispetto per tutte e tutti, leale confronto, e con amore profondo per la mia città”, dice in aula con la voce rotta dalla commozione, annunciando la sua “decisione profondamente sofferta” di dimettersi. Adesso “sarà interessante vedere, tolto di mezzo l’assessore alla partita caduto in disgrazia, e ancora in assenza di quella legge nazionale di riforma organica complessiva di cui ho sempre auspicato la definizione e l’approvazione, come cambierà ‘l’urbanistica di Milano, come se a governarla non fosse un insieme composito di strategie politiche, valori ideali, necessità talvolta in rapida evoluzione, interessi pubblici e privati”. Ora, Tancredi mercoledì affronterà l’interrogatorio di garanzia, dopo che la Procura di Milano ha chiesto il suo arresto. E Sala dovrà trovare il suo successore. Il profilo sarebbe quello di un tecnico: i nomi che circolano sono quelli di due docenti del Politecnico Elena Granata o Matteo Bolocan.