Le strategie delle Fs
Pronta la nuova società della rete Av “modello RAB”. Donnarumma vuole partire ma non c’è ancora l’ok del Mef
Sul tavolo dell’ad Donnarumma ci sono dossier che scottano sui quali il gruppo è chiamato a decidere. È ultimato lo studio per prevede la costituzione di un nuovo veicolo societario dei servizi ad alta velocità con l’ingresso di soggetti istituzionali con quote di minoranza. Si tratta di un fondamentale snodo per reperire risorse per i futuri investimenti. C’è il delicato dossier della verticalizzazione di filiera nelle costruzioni: nel mirino delle Fs ci sono gruppi come Pizzarotti e MerMec.
Dopo il battesimo di fuoco di un anno fa, l’amministratore delegato delle Fs spa, Stefano Antonio Donnarumma, può tirare, tutto sommato, un sospiro di sollievo: l’estate 2025 è andata meglio di quella del 2024 con i lavori dei 1200 (è ormai il numero fatidico) cantieri in corso. I disagi ci sono, comunque, stati se solo si considerano i tempi di percorrenza più lunghi sulle direttrici dell’alta velocità o le tratte interrotte dei treni regionali. Ma, stavolta, di tutto questo i passeggeri sono stati ampiamente informati. Ma i pensieri estivi del numero uno delle Ferrovie non sono stati certo soltanto questi. Sul tavolo ci sono stati e ci sono dossier di grande portata strategica per i quali si stringono i tempi delle decisioni. Tanto per cominciare, il primo consiglio di amministrazione dopo la pausa estiva (l’ultimo di inizio agosto ha approvato i conti del primo semestre di questo esercizio) è in programma per domani, martedì 16 settembre, e dovrebbe esaminare le principali questioni aperte: in primis, la partita delle nuove acquisizioni. Il tutto in attesa del disco verde del Mef alla creazione del nuovo veicolo società per la rete dei servizi ad alta velocità, che è ormai pronto e che rappresenta uno snodo cruciale per gli investimenti futuri.
Ma andiamo con ordine e facciamo un passo indietro. Per inquadrare il lavoro svolto e meglio comprendere la portata delle sfide in campo, bisogna riandare alle ultime slide del nuovo maxi piano industriale da 100 miliardi di investimenti in cinque anni che Donnarumma ha presentato a dicembre. Le ultime slide indicavano una basket strategy di iniziative strategiche volte alla creazione di valore per il gruppo e il sistema Paese. Una strategia che poggia su quattro pilastri: il modello Rab per la securitizzazione degli investimenti e l’autofinanziamento; Fs International con la concentrazione del perimetro estero in un unico veicolo societerio; l’integrazione verticale e partneship con operatori industriali e finanziari per garantire l’accelerazione dello sviluppo del business; la connettività per un’offerta di servizi a bordo treno alle imprese ferroviarie e un aumento della sicurezza.
Non c’è dubbio che, tra questi, i dossier che scottano sono il modello Rab e le acquisizioni, con il primo, in particolare, che diventa sempre più urgente visto che, come si è detto, rappresenta lo snodo per sostenere il finanziamento degli investimenti per l’alta veloctià nei prossimi anni. Di qui l’accelerazione impressa da Donnarumma in questi mesi. Lo studio è completato: il perimetro è stato definito e comprende la rete dei servizi ad alta velocità per un valore dell’asset calcolato intorno agli 8 miliardi. Il progetto è stato presentato al Mef e alle Ragioneria Generale dello Stato. Fitte le interlocuzioni, oltre che con il Mef, con il Mit e a Bruxelles. Ma il disco verde dell’azionista si fa attendere e il fattore tempo è cruciale: secondo la tabella di marcia di Donnarumma, se l’ok arriva, già in autunno verrà avviato l’iter con la creazione della nuova società controllata da Rfi, alla quale verranno conferiti i primi mille chilometri di rete av. In questo modo, già l’anno prossimo si potrebbe pensare all’apertura a nuovi soci, investitori istituzionali italiani e internazionali. Donnarumma ha sempre puntualizzato che non si tratta di una privatizzazione perché gli investitori avrebbero quote di minoranza. La finalità dell’operazione non è quella di sostituire l’investimento pubblico, ma di integrarlo, ricorrendo al mercato per gli investimenti sull’alta velocità e liberando risorse per il trasporto regionale che non può che essere garantito da finanze pubbliche. L’urgenza è dettata dal fatto che il gruppo, che con il nuovo piano deve mantenere il passo con 20 miliardi di investimenti l’anno, non può agire sulla leva finanziaria considerando i numeri dell’indebitamento del gruppo. Questo Donnarumma l’aveva messo in chiaro nel corso di un’audizione in Parlamento: “attraverso il finanziamento ordinario che abbiamo, l’azienda arriverebbe nel giro di pochi anni a una condizione di tossicità”. Ecco, dunque, l’urgenza di quelle soluzioni nuove sollecitate da Donnarumma. posizione finanziaria netta evidenzia, al 30 giugno 2025, un indebitamento netto di poco più di 13 miliardi, in miglioramento di 478 milioni rispetto a fine 2024.
In attesa di segnali dal Mef, ci sono gli sviluppi sull’altro pilastro della basket strategy, quello delle verticalizzazioni di filiera, che potrebbe andare all’esame del cda di domani. Su questo, da mesi, stanno lavorando due gruppi di lavoro: uno sulle verticalizzazioni nel settore della costruzioni e l’altro sul materiale rotabile. Con la prima operazione si punta a integrare in maniera verticale operatori nell’ambito delle grandi opere civili, con le Ferrovie che agiscono come stazione appaltante. Nel mirino delle Fs c’è l’impresa Pizzarotti. Ma, come hanno spiegato a Diac Diario fonti vicine all’operazione, la valutazione del perimetro sarebbe ancora in corso e, con ogni probabilità, dovrebbe focalizzarsi sull’asset delle traverse ferroviarie. Una volta definito il perimetro, potrà partire la vera e propria due diligence. I contorni dell’operazione non sono ancora chiari. Certo è, però, che se questa dovesse riguardare solo l’asset delle traverse ferroviarie, si tratterebbe di un intervento molto più ridotto e circoscritto rispetto a quell’operazione ben più ampia che ha fatto e fa parlare di un salvataggio di sistema. Un ingresso di un gigante di queste dimensioni, come le Fs, rappresenterebbe un terremoto sul mercato. E l’allerta è già scattata. Cosa ne pensa il governo? A dare la benedizione è stato, a Cernobbio la scorsa settimana, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Il settore delle costruzioni ha bisogno di consolidarsi e di competere al meglio nel realizzare le grandi opere, alcune delle quali sono finanziate con Pnrr e quindi hanno tempi molto stringenti. E’ giusto che le aziende a controllo pubblico si occupino anche di come poter raggiungere questi obiettivi”. Le altre aziende nei radar delle Fs sono la Mermec, controllata dalla Angel Holding, che nei giorni scorsi ha smentito una possibile cessione del controllo. Per la verticalizzazione di filiera del materiale rotabile, in pole c’è Firema, azienda italiana specializzata nella progettazione e produzione di materiale rotabile ferroviario, e Rizzani de Eccher, impresa internazionale specializzata in costruzioni e ingegneria.
Se su questi dossier, i tempi delle deliberazioni potrebbero non essere ancora maturi, ce n’è un altro che invece è in fase più avanzata ed è l’acquisizione di Sita Sud, azienda di trasporti interregionale su gomma che gestisce linee in Puglia, Basilicata e Campania, con un giro d’affari stimato intorno ai 100 milioni di euro. Un ulteriore passo per le Fs nel processo di integrazione multimodale.