CONSULTAZIONE SUL TU EDILIZIA

Oice: abrogare tutte le leggi superate. Unitel: progressiva destabilizzazione

Anche dalle società di ingegneria e dai tecnici degli enti locali arriva il richiamo forte alla necessità di una razionalizzazione della normativa (e in particolare delle tipologie di intervento e dei titoli edilizi) per superare la disordinata e contraddittoria proliferazione di norme degli ultimi anni. Per Oice serve un quadro di riferimento normativo “omogeneo e articolato”, mentre Unitel rilancia, in una proposta in cinque punti, anche il fascicolo digitale del fabbricato.

12 Mar 2025 di Giorgio Santilli

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Diario DIAC continua a dare spazio alle voci degli stakeholder che hanno presentato le loro proposte al ministero delle Infrastrutture nell’ambito della consultazione sul riordino del testo unico dell’edilizia. Dopo il nostro articolo di ieri (si clicchi qui per leggerlo o ascoltarlo) che ha evidenziato non più un’esigenza di astratta semplificazione, ma una necessità fortissima di razionalizzazione delle norme, e in particolare delle tipologie di intervento e dei titoli edilizi, con una chiara definizione dei limiti di ciascuna tipologia, oggi andiamo a vedere le proposte dell’Oice (società di ingegneria) e la relazione inviata da Unitel (tecnici degli enti locali) che Diario DIAC ospita anche se l’Unione non è stata invitata ufficialmente al tavolo dei sessanta stakeholder dal ministero. Ebbene, da queste relazioni esce pienamente confermato che il problema principale oggi è l’affastellamento di norme successive, generato paradossalmente proprio dalla volontà di “semplificare”. Un nodo, questo, che non può più essere eluso se si vuole passare dagli slogan a un intervento di riforma che davvero dia efficienza al sistema.

La posizione di Oice

Dai 2.000 caratteri inviati dall’Oice (questo è il limite di “lunghezza” delle proposte ammesse dalla piattaforma del Mit) si evincono esplicitamente due criticità principali: l’assenza di un quadro di riferimento omogeneo e articolato che faccia da cornice agli interventi normativi di natura attuativa a livello territoriale; la contrapposizione fra norme regionali sulle distanze che determinino contenziosi. Prima di entrare nel merio, si può segnalare anche qui come gli aggettivi “omogeneo” e “articolato”, che riassumono i caratteri necessari del nuovo quadro normativo, sono molto lontani – e per certi versi opposti – dal termine “semplificato” (che qui non è usato).

Ma entrare nel merito delle proposte di Oice aiuta a chiarire meglio. Le esigenze da tenere in considerazione per le regole da definire in materia di rigenerazione urbana sono due. La prima è “definire esplicitamente la nozione di rigenerazione urbana con riguardo agli interventi di interesse pubblico”. La seconda è distinguere la disciplina, rigorosamente, in relazione a tre differenti categorie di interventi: interventi per l’adeguamento funzionale del patrimonio edilizio (quindi manutenzione, restauro, ristrutturazione edilizia); interventi di trasformazione del patrimonio edilizio (ristrutturazione urbanistica, ricostruzione di fabbricati totalmente o parzialmente distrutti, demolizione e ricostruzione (fedele e non) di edifici, addizione volumetrica non autonoma); interventi di nuova costruzione.

Servono poi interventi sul corpo normativo che vada in cinque direzioni: abrogazione delle leggi superate in materia di edilizia e urbanistica; revisione delle categorie di intervento edilizio ed urbanistico; riduzione dei titoli abilitativi e dei regimi amministrativi; riqualificazione dell’esistente con meno oneri; abolizione della “doppia conformità” che è il principale ostacolo alla rigenerazione urbana.

La posizione di Unitel

In prima battuta Unitel sottolinea l’urgenza e l’indifferibilità di una nuova riforma organica e complessiva del Testo Unico dell’Edilizia a oltre 23 anni dalla sua approvazione. “È necessario – dice Unitel – riformulare una nuova disciplina organica per eliminare definitivamente e superare tutti i nodi critici generati da tali sovrapposizioni degli ultimi anni, facendo chiarezza di tutte le procedure edilizie che interessano gli operatori del settore”. Dal 2010 si è infatti registrata una “schizofrenica e isterica proliferazione di norme” che sostituivano, integravano, abrogavano norme del codice edilizio in vigore. “Tale disorganica evoluzione ha iniziato ad incrinare la struttura del Testo unico originario con evidenti “scricchiolii”, creando problematiche interpretative, applicative e procedimentali con un aumento delle criticità che hanno inevitabilmente ripercussioni su tutti gli operatori del settore, generando una confusione ed una incertezza soprattutto di natura giuridica che ha portato spesso all’apertura di contenziosi nelle varie sedi giudiziarie”. A spingere questa proliferazione sono stati interessi ed esigenze diverse: liberalizzazioni sociali, semplificazioni procedimentali, bonus e superbonus fiscali e i vari decreti emergenziali, che “paradossalmente hanno accelerato negli ultimi anni il già ‘labile’ equilibrio, destabilizzando la struttura complessiva della disciplina edilizia che il legislatore aveva creato nel 2001”.

Questa destabilizzazione – dice Unitel – si è abbattuta soprattutto sui funzionari tecnici comunali, che sono gli applicatori principali di tali norme: hanno incontrato difficoltà notevoli e a volte insormontabili nella corretta applicazione delle norme “che si sono sovrapposte indiscriminatamente in questi anni con la naturale conseguenza di aumentare il divario e la tensione sociale tra lo stato, i liberi professionisti, le imprese, i cittadini e il relativo contesto socioeconomico”. Trattandosi in genere di provvedimenti di urgenza, dice Unitel, “finalizzati per lo più a stimolare l’iniziativa imprenditoriale nel settore dell’edilizia, duramente colpito dalla pesantissima crisi economica degli ultimi anni, le recenti riforme emergenziali hanno per molti aspetti destabilizzato l’impianto complessivo della disciplina, determinando notevoli problematiche interpretative ed applicative e rendendo ormai improcrastinabile l’esigenza di procedere ad un riordino ed aggiornamento complessivo e ad una ricomposizione organica di tutto il quadro delle disposizioni che regolano l’attività edilizia, non solo in funzione di una più efficace azione amministrativa, ma anche e soprattutto al fine di supportare i processi di pianificazione e gli investimenti prioritariamente  orientati alla rigenerazione urbana e al contenimento del consumo di suolo”. È necessario, infine, che il riordino della disciplina affronti il tema del coordinamento con altre discipline strettamente correlate come, ad esempio, il codice dei beni culturali e del paesaggio, le norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi che incidono sui procedimenti edilizi e l’eliminazione delle disposizioni recanti disposizioni contrastanti con il testo unico.

Unitel si limita a indicare cinque campi di intervento, dando disponibilità a presentare proposte dettagliate, nel caso di richiesta del Mit o di invito al tavolo: 1) digitalizzazione e dematerializzazione fascicoli edilizi; 2) introduzione dei fascicoli del fabbricato digitali per gli edifici di nuova costruzione e/o esistenti; 3) introduzione di portali informatici unici nazionali per la gestione dei procedimenti amministrativi; 4) riduzione dei titoli abilitativi; 5) rapporti del testo unico delle costruzioni con il Codice dei beni culturali e del Paesaggio e con la sostenibilità energetica.

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