IL PROGETTO DI M28STUDIO E STUDIO SPSK
Il nuovo stadio di Arezzo rigenera un’ex periferia di provincia. Fayer: “Dal 2030 vivrà tutti i giorni, tutto l’anno. Il dialogo con l’amministrazione un vantaggio prezioso”
IN SINTESI
Costruire un nuovo stadio non è materia per soli appassionati di calcio. Sì, certo, interessa anzitutto ai tifosi di una squadra che non vedono l’ora di andare a vedere le partite in contesti e impianti più confortevoli di quelli attuali. L’Italia, come tristemente noto, è ancorata agli impianti sportivi ricostruiti per i Mondiali del 1990. Da allora, poco o nulla si è mosso. Tranne qualche illustre eccezione: Juventus, Frosinone, Udinese, Atalanta. Un esempio ancora più di nicchia e per questo valoroso è quello che racconta a Diario Diac Carlo Antonio Fayer, architetto di M28Studio e mente del nuovo stadio di Arezzo che vedrà la luce nel 2030 (per un costo stimato tra i 22 e i 28 milioni di euro).
“Il progetto arriva al termine di un percorso di tre anni, voluto dalla nuova proprietà dell’Arezzo Calcio”, Guglielmo Manzo della New Energy Gas e Luce Spa, racconta Fayer. “Tale percorso si è sviluppato insieme a una amministrazione che al contrario di quanto accade di solito non ha messo i bastoni tra le ruote. D’altronde, era evidente che servisse una ristrutturazione globale all’impianto, visto che la tribuna est è inagibile e il settore ospiti può contenere solo 800 tifosi. In più, la curva dell’Arezzo è molto ripida”.
Il progetto attuale arriva, però, dopo altri tentativi portati avanti tra l’Arezzo Calcio, M28 Studio e la giunta comunale. “Il dialogo è sempre stato sereno. Inizialmente, avevamo pensato allo stadio con un centro commerciale accanto. Poi, però, sia il proprietario Manzo sia il Comune si sono resi conto che sarebbe stata una scelta poco idonea al tessuto economico cittadino”. D’altronde, Arezzo ha circa 90mila abitanti “e forse sarebbe stata un’opzione mal digerita dal mondo commerciale locale”. Nel progetto finale, allora, “abbiamo optato per solo 1.500 kmq di spazi dedicati a negozi e ristoranti”, dice Carlo Antonio Fayer. “Dal punto di vista burocratico abbiamo consegnato tutti i documenti, quindi possiamo parlare del primo progetto arrivato con la nuova legge sugli stadi aggiornata”.
Uno stadio nuovo pienamente integrato nella città
Venendo ai valori aggiunti del progetto in sé, “lo stadio – ricorda Fayer a Diario Diac – come spesso accade in Italia è situato in una zona che un tempo era periferia piena ma che dagli anni Ottanta a oggi è stata via via inglobata nel resto della città. Nelle città di provincia come Arezzo questi impianti sono centralissimi ma abbandonati, come i centri storici”. Da qui, la necessità di rifunzionalizzarli. Altri esempi citati da Fayer sono Mantova, Carrara, Livorno, Foligno e Siracusa. “Il problema è che questi stadi sono attivi solo 17 giorni all’anno per ospitare le gare interne delle squadre di casa. Rigenerare questi stadi significa rigenerare un’intera area urbana, quella del centro”.
Tornando al caso Arezzo, il rinnovamento dello stadio passa anche dal rinnovamento esterno. “Stando nella cittadella sportiva, lo sviluppo del resto della città non ha invaso questa porzione urbana. Ma anche qui come in altri casi c’è un parcheggio talmente abbandonato e degradato che non viene usato neppure come tale. In questo caso, il Comune aveva previsto un piano d’assetto moderno ma riguardante solo del sedime dello stadio. Noi abbiamo proposto la riconnessione dello stadio col resto della città, ipotizzando un terreno permeabile, con giardini, anche per valorizzare il versante commerciale che sorgerà”.
Come racconta ancora Fayer, “quella zona è abbastanza frequentata il giorno ma manca di uno spazio di aggregazione sia per i genitori che aspettano i figli fare sport sia per incontrarsi e stare in una nuova piazza. “Ma oltre al parcheggio la riqualificazione dell’area circostante riguarderà l’intera cittadella sportiva di Arezzo. Se il Comune accetterà, interverremo installando pannelli solari” (come per lo stadio, leggasi sotto). “Fortunatamente, l’area è già verde perché dietro lo stadio c’è una collina bellissima dei monti aretini. In termini progettuali abbiamo favorito la visuale del panorama circostante, ideando uno stadio basso per altezza”. Quanto alla viabilità, “abbiamo fatto una relazione ad hoc. Ma già da anni allo stadio ci si va a piedi perché a parte il parcheggio l’area è pedonale. Questa mobilità pedonale verrà amplificata con il nuovo impianto mentre in termini di servizi, lavorando per fasi, decideremo insieme al Comune come modificare passo passo gli interventi”.
Come sarà la nuova casa dell’Arezzo Calcio
“L’Arezzo non sarà proprietario del nuovo stadio ma lo avrà in gestione per diritto di superficie per 90 anni”, spiega Fayer a Diario Diac. “Questo possesso così prolungato garantirà tre effetti positivi: un booster sportivo per chi ci gioca, un booster patrimoniale riguardante l’asset immobiliare in sé e per la sua multifunzionalità – da qui il motto scelto da M28Studio “Tutto il giorno, tutti i giorni, tutto l’anno” – il nuovo stadio produrrà inevitabilmente ricavi”.
Le caratteristiche del nuovo impianto, che avrà 12.506 posti (il minimo per avere tutte le omologazioni da Serie A e Uefa), vedranno 1500 mq di spazio commerciale con un food corner dedicato, quasi mille metri quadrati di uffici direzionali, un grande sistema fotovoltaico da 1,3 Mw di produzione, al momento previsto solo sulla copertura. “Sarà una piccola centrale e diverrà una comunità energetica per l’intera zona circostante”. Uno stadio moderno, insomma, “che ospiterà eventi diversi dalle sole partite di calcio: concerti, spettacoli teatrali, manifestazioni varie”.
Ultimo tassello che andrà ad espandere le fonti di ricavo sarà il main sponsor, tutt’ora da individuare, con cui verrà ufficialmente nominato il nuovo stadio. “Arezzo è un polo molto ricco quindi non sarà difficile trovarlo”, ammette Fayer. Un altro motto che descrive il futuro impianto è altrettanto chiaro: “Sarà uno stadio comodo, confortevole, accessibile, sostenibile e caldo”, afferma con entusiasmo l’architetto Fayer. “I tifosi saranno finalmente contenti di andare a vedere l’Arezzo, aumenterà inevitabilmente il flusso alle partite”.
Le fasi attuative del progetto
Come dicevamo, la rigenerazione dello stadio e della cittadella sportiva avverrà per fasi. Inizialmente, si procederà con la demolizione della pista di atletica, della curva riservata agli ospiti e della tribuna est. Poi, seguirà la fase di ricostruzione delle due porzioni dello stadio. I settori saranno tutti avvicinati al campo di gioco. La fase tre sarà dedicata alla demolizione della curva Minghelli dell’Arezzo, nella fase quattro verrà ricostruito il settore caldo amaranto, verrà integrata la tribuna centrale e verranno riqualificati gli spazi esterni.
“L’Arezzo continuerà a giocare durante i lavori, che dureranno da febbraio 2026 prima due anni e poi un altro anno e mezzo”, spiega Carlo Antonio Fayer. “Questo determinerà due effetti, un investimento più dilatato nel tempo da parte del privato e di contro un allungamento dei tempi di realizzazione degli interventi”.
Ad oggi, i prossimi passi? “A febbraio dovremo ottenere l’ok dalla Conferenza dei servizi sull’interesse pubblico dell’opera, sei mesi dopo, ad agosto, ci sarà il progetto finale per la costruzione. Quindi, a settembre la conferenza decisoria che entro fine 2025 approverà il tutto”.
Il nuovo stadio sarà finalizzato per il 2030, è già domani. E per tutta Arezzo sarà un domani luminoso.