A PALAZZO CHIGI IL TESTO BOLLINATO DAL MEF

Legge di bilancio, c’è il piano casa. Primi tagli ai ministeri per 7 miliardi in tre anni (520 mln al MIT)

Le risorse destinate alle politiche per il disagio abitativo saranno quantificate dal Mase con la proposta di Piano sociale per il clima a Bruxelles, la previsione di 3 miliardi (sui 7 totali) resta attendibile. Il nuovo fondo per la prevenzione del dissesto idrogeologico sale da 250 a 350 milioni. Prolungamento fino a 10 anni della concessione dell’Acea nell’Ato Lazio 2 per compensare i costi del  Peschiera.

23 Ott 2025 di Giorgio Santilli

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Legge di bilancio, c’è il piano casa. Primi tagli ai ministeri per 7 miliardi in tre anni (520 mln al MIT)

CAMERA, COMMISSIONE BILANCIO RIUNITE, AUDIZIONE MINISTRO GIORGETTI

Il disegno di legge di bilancio bollinato dalla Ragioneria conferma che le politiche per il disagio abitativo e il Piano casa Italia saranno finanziati con il Fondo sociale per il clima, istituito dall’Unione europea con regolamento del maggio 2023. L’articolo 133 del Ddl individua altre due possibili destinazioni per i 7 miliardi destinati all’Italia dal Fondo europeo per il periodo 2026-2032: il Piano nazionale strategico per la mobilità sostenibile e gli interventi in materia di povertà energetica. Diario DIAC ha dato in anteprima questa notizia con due articoli del 20 ottobre (scaricabile qui) e del 21 ottobre (scaricabile qui), mentre ancora il 21 ottobre ha spiegato cosa sia esattamente il Fondo sociale per il clima (articolo scaricabile qui). La quantificazione di quanto sarà destinato alla casa complessivamente sarà possibile soltanto quando il governo italiano, tramite il Mase, invierà la proposta di ripartizione delle risorse a Bruxelles – e a maggior ragione quando Bruxelles l’approverà – ma la stima che circola in ambienti governativi di risorse per 3 miliardi destinate alla casa nell’arco dei sette anni è certamente attendibile. La norma dell’articolo 133 ha infatti due finalità: anzitutto razionalizzare le destinazioni del fondo su quattro sole priorità (mentre il Mase si stava muovendo su una pianificazione molto più frammentata), considerando che due delle quattro finalità riguardano la politica per la casa;  far confluire il fondo sociale nel fondo Pnrr del Mef che sopravvive al Pnrr (probabilmente con le somme del Pnrr non spese e da ridestinare) e allarga ora il suo perimentro anche ad altri fondi europei e nazionali.

I tagli ai ministeri

Nel disegno di legge bollinato compare la seconda parte, che non era disponibile nelle precedenti bozze, sulle previsioni di spesa dei singoli ministeri. Il Mef conta di recuperare oltre 7 miliardi nei prossimi tre anni dai tagli di spesa dei ministeri: 2,2 miliardi nel 2026, 2,15 nel 2027 e 2,8 dal 2028. Dalle tabelle relative alle riduzioni delle dotazioni finanziarie delle spese nel triennio 2026-2028 emerge che il ministero più colpito dai tagli risulta quello delle Infrastrutture e trasporti (oltre 520
milioni), seguito dall’Economia e Finanze (oltre 450 milioni) e dall’Ambiente e Sicurezza energetica (oltre 370 milioni).

Le disposizioni contenute nella legge di bilancio indicano una prima direzione nella razionalizzazione della spesa, ma non possono essere considerate definitive visto che altre variazioni potranno essere contenute per i singoli ministeri nel disegno di legge di bilancio.

Le risorse per la manutenzione Anas oltre il triennio

Cambia la norma che contiene le risorse che l’Anas dovrà “destinare alle attività di monitoraggio, sorveglianza, gestione, vigilanza, infomobilità e manutenzione delle strade” (articolo 99). La spesa di 90 milioni annui non è più limitata al triennio 2026-2028 ma viene autorizzata “a decorrere dall’anno 2026” senza indicazioni sul termine del finanziamento.

L’allungamento della concessione di Acea Ato 2

Sempre all’articolo 99 è contenuta una delle novità più rilevanti del nuovo testo. In un periodo di grandi conflitti su proroghe e prolungamenti delle concessioni, con l’Unione europea nettamente contraria a qualunque forma di proroga e anche a misure di allungamento di concessioni non motivate secondo le norme Ue, il comma 3 dell’articolo 99 consente l’allungamento fino a dieci anni della concessione della società di gestione idrica dell’Ato Lazio 2, ACEA Ato 2. La motivazione addotta dalla norma è “garantire l’equilibrio economico-finanziario della concessione e la realizzazione, nei tempi e con le modalità previste, delle opere di messa in sicurezza e di ammodernamento del sistema idrico del Peschiera”.

I nuovi fondi, non solo dissesto idrogeologico

Fra i nuovi fondi che vengono istituiti, di particolare importanza strategica è quello sulle misure di prevenzione del dissesto idrogeologico, la cui dote di partenza sale dai 250 milioni delle bozze dei giorni scorsi a 350 milioni. Ci sono anche i nuovi fondi per la programmazione della ricerca (400 milioni) e il Fondo per il federalismo museale (5 milioni).

Le polemiche politiche

Con il testo inviato dal Mef a Palazzo Chigi è partita la polemica politica. Se il Liberaldemocratico Luigi Marattin apprezza il recepimento di una sua proposta, la riduzione dal 5% a zero della tassazione per i premi di produttività e l’innalzamento del limite da 3.000 a 5.000 euro annui per l’ammontare del premio (articolo 4), il Pd con Roberto Morassut chiede subito più risorse per Roma Capitale e con Cecilia Guerra critica il “marchettone” da 350 milioni per il “riconoscimento di contributi a soggetti privati finalizzati alla realizzazione di interventi specificamente volti alla riduzione dell’esposizione ai rischi”. Beneficiari sconosciuti, dice Guerra, deciderà il governo senza ripassare dal Parlamento.

Meloni scarica su M5s la responsabilità sia della manovra magra (causa Superbonus) sia dei profitti delle banche. “La legge di bilancio – ha detto la premier nella replica in Parlamento alle informative sul Consiglio Ue – vale 18,7 miliardi di euro, il superbonus quest’anno ne vale 40: se avessi avuto quei 40 miliardi e non 18, le forze dell’ordine le avrei coperte di aumenti, così come avrei fatto per sanità, salari, imprese e per tutto quello che non posso fare perché abbiamo ristrutturato le seconde case e i castelli”. E sulle banche: “Il collega Ricciardi – ha replicato Meloni – dice che le banche hanno avuto molti dividendi e noi non abbiamo preso abbastanza risorse per la legge di bilancio. È possibile. Ma come le banche hanno collezionato quei dividendi? Grazie soprattutto a due provvedimenti: i crediti fiscali del superbonus e la famosa potenza di fuoco con cui avete consentito, con una garanzia dello Stato, che gli istituti di credito rinegoziassero i prestiti già dati a famiglie e imprese. Hanno collezionato questi profitti grazie alle scelte del M5s”.

Il tema più gettonato resta però quello della tassazione sugli affitti brevi che ha diviso anche la maggioranza, con Forza Italia pronta a fare le barricate per lo stralcio della norma. Le opposizioni, per esempio Raffaella Paita di Iv, ma anche Confedilizia, lamentano che la norma sia rimasta nella legge di bilancio, nonostante le rassicurazioni dei vicepremier Salvini e Tajani che sarebbe stata eliminata.  Originale la proposta di Maurizio Lupi (Noi Moderati). “C’è un’emergenza affitti nelle grandi città – ha detto – che tocca i giovani, ma non solo, anche categorie essenziali come insegnanti, infermieri, medici e professionisti che devono trasferirsi per lavorare e che oggi si trovano di fronte a canoni divenuti insostenibili. Dobbiamo trovare una soluzione, magari partendo proprio dall’utilizzo di strumenti già sperimentati, come la possibilità per un’azienda di prendere in affitto un alloggio per i propri dipendenti, accollandosi una parte del canone. È una misura che funziona e che va sostenuta”.

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