La giornata

La Germania vede la recessione: le stime del Pil 2024 tagliate a -0,2%

  • Bankitalia: ad agosto in lieve rialzo i tassi sui mutui al 4,10%
  • Edilizia: in Lombardia secondo trimestre con segno positivo, +2,1% il volume d’affari
  • Oice: a settembre crolla il valore delle gare per servizi tecnici,  -73% mensile e -11,2% annuo
  • Urso: in manovra un disegno di legge delega per la riforma del sistema cooperativo
  • Siteb: la produzione di asfalto in forte crescita, traianano gli investimenti dell’Anas e le autostrade, meno i Comuni

09 Ott 2024

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 Venti di recessione per l’economia tedesca. Il Governo di Berlino taglia le previsioni di crescita economica e anche per il 2024 si profila un nuovo segno meno. Rispetto alla stima iniziale di un aumento dello 0,3%, Berlino stima ora una flessione dell0 0,2%, dopo il calo dello 0,3% nel 2023. La prima economia europea dovrebbe tornarer a crescere l’anno prossimo, con un aumento dell’1,1%, e poi dell’1,6% nel 2026, secondo le nuove previsioni. Pesa la crisi dell’industria e stentano i consumi, nonostante l’aumento del potere d’acquisto con gli aumenti salariali. Gli indicatori anticipatori, come la produzione industriale e il clima economico, mostrano che la fase di debolezza attuale proseguirà anche nella seconda metà di quest’anno, spiega il ministero dell’Economia. Il Paese soffre soprattutto di problemi strutturali, per cui “dal 2018, l’economia tedesca non ha più conosciuto una crescita significativa”, ha dichiarato il ministro dell’Economia Robert Habeck alla stampa. A partire dalla fine del 2024, la dinamica di crescita dovrebbe iniziare a rafforzarsi. Per questo, il governo del cancelliere Olaf Scholz punta sulla sua “iniziativa di crescita” proposta quest’estate, che include una serie di misure da attuare rapidamente. Il piano prevede sgravi fiscali, una riduzione permanente dei prezzi dell’energia per l’industria, una riduzione della burocrazia e incentivi per mantenere le persone anziane sul mercato del lavoro e attirare lavoratori qualificati stranieri, per far fronte alla carenza di manodopera.

Bankitalia: ad agosto in lieve rialzo i tassi sui mutui al 4,10%

Lieve rialzo ad agosto dei tassi sui mutui. I tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, TAEG) si sono collocati al 4,10% (3,94 in luglio); la quota di questi prestiti con periodo di determinazione iniziale del tasso fino a 1 anno e’ stata del 15% (9 per cento nel mese precedente). Lo rende noto Bankitalia nella pubblicazione statistica ‘Banche e moneta: serie nazionali – agosto 2024′ precisando il TAEG sulle nuove erogazioni di credito al consumo si e’ collocato al 10,50% (10,51 nel mese precedente). I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle societa’ non finanziarie sono stati pari al 5,13% (5,28 nel mese precedente), quelli per importi fino a 1 milione di euro sono stati pari al 5,49% mentre i tassi sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia si sono collocati al 4,91 per cento. I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari all’1,00 per cento (1,01 nel mese precedente).

Edilizia: in Lombardia secondo trimestre con segno positivo, +2,1% il volume d’affari

Nel secondo trimestre 2024 le imprese dell’edilizia in Lombardia chiudono ancora con segno positivo. Il volume d’affari su base annua cresce del +2,1%, completando per il quarto anno consecutivo un aumento a seguito della crisi del Covid. La velocità risulta però in ridimensionamento rispetto ai periodi precedenti, mentre le variazioni su base trimestrale, che forniscono un’indicazione della tendenza più recente, evidenziano come la fase positiva del settore si sia sostanzialmente esaurita nel 2023, con una prima parte del 2024 caratterizzata dal mantenimento degli elevati livelli raggiunti (+0,5% la crescita congiunturale nel secondo trimestre dopo la variazione nulla del primo). Gli indicatori occupazionali confermano comunque la solidità del settore: le imprese edili continuano moderatamente ad assumere e il numero di addetti tra inizio e fine trimestre aumenta del +1%. La difficoltà di reperimento della manodopera resta infatti il principale problema, indicato dal 30% delle imprese intervistate, mentre la debolezza della domanda (14%) si posiziona al secondo posto scalzando il costo dei materiali (13%). Lasciata alle spalle la forte crescita degli anni scorsi, il settore è quindi ancora in grado di fornire un contributo importante all’economia regionale: anche per il terzo trimestre gli imprenditori non prevedono un calo del volume d’affari, con un saldo tra previsioni di crescita e diminuzione che resta lievemente positivo (+2 punti) per via dei cantieri ancora da chiudere e delle commesse già acquisite ma non ancora completate. Il clima di fiducia risulta però incerto per quanto riguarda le aspettative sulla domanda di nuovi lavori, dove vengono al pettine i nodi legati alla riduzione degli incentivi fiscali e alle difficoltà del mercato immobiliare: per il mercato privato di nuove abitazioni i saldi sono pari a -14 punti e risultano ancora più negativi nelle ristrutturazioni (-22 punti). Previsioni migliori sulla domanda pubblica, che dovrebbe beneficiare degli effetti positivi del PNRR, anche se le imprese restano prudenti al riguardo (saldi pari a +1 punto per le infrastrutture e -2 per il comparto non residenziale). Il focus di approfondimento sugli strumenti di Intelligenza Artificiale evidenzia un atteggiamento ancora prudente da parte delle imprese lombarde di costruzioni: solo il 2% li utilizza e un ulteriore 7% dichiara di volerli utilizzare in futuro. Le imprese utilizzatrici sono quindi meno del 10%, quota che sale al 15% tra le medio-grandi. Tra i principali ostacoli alla diffusione dell’IA viene indicata la scarsa conoscenza delle tecnologie disponibili, oltre alla difficoltà nell’identificare i costi e benefici e nel reperire le competenze necessarie. “Il contesto internazionale appare al momento ancora molto critico e questo contribuisce a mantenere incerte le previsioni sulle quotazioni delle materie prime, delle fonti energetiche e dei costi della logistica – ha specificato Gian Domenico Auricchio, Presidente di Unioncamere Lombardia – Fortunatamente l’occupazione è ancora in aumento a testimonianza che il settore ha ancora bisogno di manodopera specializzata. Secondo i dati di Banca d’Italia a livello nazionale si stimano 62 mila nuovi occupati nelle costruzioni grazie ai fondi del PNRR, pari ad un aumento del 6,5% degli occupati pre-pandemia. Occorre focalizzarsi su questo punto accelerando la realizzazione dei lavori pubblici già intrapresi negli anni precedenti”. “Nonostante il rallentamento della crescita e le previsioni pessimistiche dei trimestri precedenti, i dati presentati oggi mostrano come il settore si confermi in territorio positivo”, ha evidenziato Tiziano Pavoni, Presidente di ANCE Lombardia – “tuttavia, i dati relativi alle aspettative delle imprese evidenziano preoccupazione per i prossimi mesi, legata sostanzialmente all’incertezza sulle nuove commesse”. “Il focus sull’IA del report ci rivela, inoltre, che qualcosa si è mosso sul tema, ma nei prossimi mesi e anni sarà compito dell’Associazione stimolare maggiormente il tessuto produttivo, affinché le nuove tecnologie portino ad un aumento della produttività e della competitività del settore”.

Oice: a settembre crolla il valore delle gare per servizi tecnici,  -73% mensile e -11.2% annuo

L’aggiornamento dell’Osservatorio OICE/Informatel sul mercato dei servizi tecnici, mostra, al 30 settembre 2024, un netto crollo del valore gare. A settembre il valore dei bandi, ottenuto sommando l’importo delle gare per servizi di ingegneria (59,8 mln) al valore della progettazione esecutiva compresa negli appalti integrati (15,9 mln), raggiunge l’importo complessivo di 75,7 mln. Il confronto con agosto evidenzia un calo del 73,0% in valore mentre rispetto all’analogo mese di settembre del 2023 si rileva un calo del 11,2%. Nei primi 9 mesi dell’anno, sommando il valore di 1.169,4 mln dei bandi di architettura e ingegneria al valore di 196,9 mln della progettazione esecutiva compresa negli appalti integrati, si arriva ad un totale di 1.366,3 mln di servizi tecnici messi in gara, con un calo del 65,2% sui primi 9 mesi 2023. In termini di valore, questi primi 9 mesi segnano un calo anche rispetto al 2022 (-65,6%), e al 2021, sebbene in misura minore (-14,8%).mLe gare per servizi di ingegneria e architettura, rilevate a settembre, sono state 188, per un importo di 59,8 mln. Dal confronto con agosto, emerge un forte calo del 75,3% in valore, a fronte di un +25,3% nel numero. Rispetto al mese di settembre del 2023, si rileva invece un calo in valore (-14,9%) contro un forte recupero nel numero (+63,5%).Nel periodo gennaio-settembre 2024 il numero dei bandi è stato di 1.987,0, per 1.169,4 mln. Rispetto allo stesso periodo 2023, si registra un importante calo, sia in valore (-61,0%) che in numero (-26,9%). Si rileva un calo meno forte per le gare di sola progettazione: se ne contano infatti 108, con un valore di 24,4 mln. Rispetto al mese precedente, il valore cala del 29,9% a fronte di un incremento del 25,6% del numero, mentre il confronto con settembre 2023 mostra un calo nel valore del (-30,9%), ma un consistente incremento in numero (+116,0%). Nei primi 9 mesi del 2024, i 753 bandi emessi hanno raggiunto un valore di 366,0 mln, con un significativo calo, rispetto allo stesso periodo 2023, del 67,6% in valore e del 50,4% in numero. Relativamente alle gare di sola progettazione con importo maggiore di 140.000 euro, è stato richiesto un ribasso solo sulle spese (e non sul compenso professionale) nel 37,1% dei bandi; nei restanti casi, la gara è gestita con richiesta di un ribasso unico sulla componente prezzo
considerata nella sua interezza. Per quel che riguarda i requisiti di partecipazione, nel 47,9% dei casi si chiedono requisiti su 5 o 10 anni (come previsto nel disciplinare-tipo OICE disponibile sul sito dell’associazione), invece che su 3 anni, come previsto dall’art. 100 del Codice Appalti. I bandi per accordo quadro rilevati a settembre 2024 sono stati 6, pari al 3,2% del totale dei bandi per servizi di architettura e ingegneria pubblicati, per un valore di servizi di 8,7 mln, equivalente al 14,5% del valore totale. Rispetto ad agosto, si rileva un calo sia in valore (-95,3%) che in numero (-71,4%). Il confronto con settembre 2023 registra un -72,3% nel valore dei bandi rilevati e un -40,0% nel numero. Nei primi 9 mesi del 2024, il numero dei bandi per accordo quadro rilevato è stato 141, per 433,2 mln, pari, rispettivamente, al 7,1% in numero e al 37,0% in valore sul totale dei bandi per servizi di architettura e ingegneria. Rispetto allo stesso periodo 2023, si registra un importante calo, sia in valore (-69,8%) che in numero (-63,3%). Nel mese di settembre 2024, le gare rilevate per appalto integrato sono state solo 70, con un importo della progettazione esecutiva compresa stimato in 15,9 mln. Rispetto al mese di agosto, è evidente un forte calo del valore dei servizi del 58,7% a fronte di un consistente incremento del numero delle gare del 29,6%. Il confronto con il mese di settembre 2023 vede invece una leggera ripresa del valore della progettazione esecutiva (+6,0%), ma un calo del numero delle gare pubblicate (-11,4%). Nel periodo gennaio-settembre 2024, il valore della progettazione esecutiva contenuta negli appalti integrati è stato di 196,9 mln. Rispetto allo stesso periodo 2023, si rileva un importante calo in valore del 78,7%. Il numero dei bandi rilevati è stato di 584, in calo del 62,6% sui primi 9 mesi del 2023.

“I numeri sono particolarmente preoccupanti perché inferiori anche ai dati del 2021 prima del PNRR. Purtroppo questa ennesima frenata non depone affatto bene sulla chiusura dell’anno. Siamo preoccupati anche per l’assenza di trasparenza e mercato dal momento che ormai la maggiore parte degli incarichi sono affidati in via diretta senza confronto concorrenziale perché di importo inferiore a 140.000 euro”, commenta il presidente dell’Oice, Giorgio Lupoi. “In questo quadro non positivo iniziano ad arrivare sempre più segnalazioni di bandi con problemi di clausole di gara eccessivamente restrittive e al limite della legalità. Ad esempio si vieta la possibilità per le imprese di costruzioni di indicare il progettista negli appalti integrati, in palese violazione del codice appalti o si impongono requisiti che limitano senza motivo l’accesso alle gare in violazione degli stessi principi del codice, per non parlare delle stime degli importi a base di gara sempre più fantasiose. Non è un buon segnale – sottolinea –  per un futuro in cui si tornerà alle gare con le regole ordinarie e in presenza di una domanda pubblica che risulterà dimezzata rispetto agli ultimi due anni. Affiorano anche i primi problemi di liquidità dettati dall’assurda eliminazione dell’anticipazione contrattuale per il nostro settore e da clausole folli sui termini di pagamento, differiti oltre misura. Per non parlare degli accordi quadro che spesso vengono attuati parzialmente. Chiediamo che a tutto questo sia data risposta con un correttivo al Codice appalti che rimetta al centro il progetto esecutivo e il progettista, tutelandone il ruolo e la dignità, così da rendere effettivo il principio di equilibrio contrattuale, ma anche con un bando-tipo che supporti le stazioni appaltanti evitando gli errori e le anomalie che vediamo ogni giorno”.

Urso: in manovra un disegno di legge delega per la riforma del sistema cooperativo

“Nella legge di bilancio di quest’anno presenteremo un disegno di legge delega collegato alla manovra, volto a riformare il sistema cooperativo italiano. Siamo consapevoli che, rispetto a 20 anni fa, quando avvenne l’ultimo riordino del settore, molte cose sono cambiate. Per questo è necessario un nuovo testo di razionalizzazione che, pur partendo dall’attuale impianto, introduca nuovi elementi, come il riconoscimento e la promozione di nuove forme di cooperazione che si stanno affiancando alle cooperative tradizionali, come quelle energetiche o di comunità”. Ad annunciarlo è il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante il tavolo di confronto con Legacoop e i suoi associati, intitolato “Dinamiche Industriali e Imprenditorialità cooperativa: le sfide del sistema Italia”, che si è svolto ieri a Roma nella sede del CNEL. “In questi due anni – ha proseguito Urso – abbiamo lavorato per preservare e rafforzare il sistema cooperativo italiano. Nonostante un contesto europeo di crescita debole, l’Italia ha registrato performance migliori rispetto a Francia e Germania, e questo grazie al nostro sistema di imprese e cooperative”. Il Ministro ha poi ricordato alcune delle iniziative intraprese dal suo dicastero, come la cancellazione di oltre 20mila cooperative inattive e il sostegno alla digitalizzazione e su sollecitazione delle imprese presenti ha promesso che sarà presentato un emendamento al prossimo Ddl sulla concorrenza che andrà a definire il rapporto tra emettitori di buoni pasto e aziende private.  “Vi garantisco – ha concluso – che continueremo a lavorare insieme per promuovere un movimento cooperativo forte e innovativo, capace di affrontare le sfide del futuro”. All’incontro organizzato da Consenso Europa, hanno partecipato realtà associative, consorzi e cooperative che si sono confrontati con il Ministro ed i dirigenti del Mimit presenti. “Il mondo della cooperazione – ha dichiarato Simone Gamberini, Presidente di Legacoop – è certamente un attore positivo e fondamentale nel tessuto industriale italiano, con imprese cooperative leader nei loro rispettivi settori. Tuttavia, è necessario mettere queste realtà nelle condizioni di operare al meglio”. Gamberini, dopo aver ringraziato il Ministro per la sua disponibilità a confrontarsi sulle proposte avanzate dalle centrali cooperative, ha sollevato una serie di temi rilevanti per le cooperative, tra cui la revisione dei prezzi nell’edilizia e nei servizi, il rapporto tra pubblico e privato in ottica PNRR, la riforma della vigilanza e lo sviluppo dell’industria 5.0, il sostegno ai Workers Buyout, la legge sulle PMI, le industrie culturali e creative. “Inoltre – ha aggiunto – è fondamentale affrontare la questione della fiscalità, che incide sulla possibilità di incentivare lo sviluppo cooperativo e porterà a un aumento della pressione fiscale sulle cooperative del 17%”.

Siteb: la produzione di asfalto in forte crescita, trainano investimenti Anas e autostrade, meno i Comuni

Il primo semestre 2024 ha registrato una decisa crescita della produzione di asfalto (conglomerato bituminoso), principale indicatore dello stato di manutenzione della nostra rete stradale, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il buon andamento del settore proietta la produzione per l’intero anno intorno a quota 36 milioni di tonnellate, il secondo dato più alto registrato negli ultimi 15 anni. Bene le manutenzioni autostradali e di ANAS, a passo ridotto i comuni. “Serve una maggiore e più efficace pianificazione per una rete nazionale più sicura e sostenibile”. La fotografia emerge dalla nuova analisi trimestrale effettuata dall’Associazione SITEB – Strade Italiane e Bitumi, resa nota in occasione della giornata di apertura di Asphaltica 2024, il Salone dedicato alle tecnologie e soluzioni per pavimentazioni stradali, sicurezza e infrastrutture viarie, promosso dall’Associazione e da Bolognafiere e in corso fino al 12 ottobre presso la fiera del capoluogo felsineo. Innovazione tecnologica, sostenibilità, sicurezza e implementazione del PNRR sono i principali temi attorno a cui ruota questa edizione della manifestazione, che sbarca per la prima volta a Bologna e che vede oltre 100 espositori mettere in mostra macchine stradali, tecnologie e soluzioni per pavimentazioni stradali sicure e a basso impatto ambientale. Più di 30 i convegni, workshop e approfondimenti previsti, oltre a un’assoluta novità: il padiglione dell’E-PAVING Cantiere Elettrico, dedicato a dimostrazioni demodinamiche per osservare all’opera macchine elettriche in grado di ridurre in modo significativo le emissioni inquinanti e l’impatto sonoro dei lavori stradali. Nel primo semestre di quest’anno la produzione di bitume ha registrato un deciso aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+7,3%). Un trend positivo che porta la stima di produzione annuale del conglomerato bituminoso per l’intero 2024 a quota 36 milioni di tonnellate, il secondo dato più alto registrato negli ultimi 15 anni (nel 2021 si raggiunse quota 37 milioni di tonnellate). La crescita registrata quest’anno è collegata prevalentemente ai lavori promossi da ANAS, tornata ad investire negli ultimi anni in maniera massiccia nel settore stradale e alle attività di manutenzione messe a terra dalle concessionarie autostradali sui 7.000 km di competenza lungo il territorio nazionale. Tutt’altro discorso riguarda i restanti circa 500.000 km di strade asfaltate, due terzi dei quali sono gestiti dai Comuni che non sempre dispongono delle risorse necessarie per la manutenzione e che necessiterebbero di essere messi in sicurezza.

M.C.C.

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