INFRASTRUTTURE
L’Italia è ancora troppo LENTA, un treno su 5 dell’Alta Velocità è in ritardo
Tra le tratte peggiori la Bari-Milano dove i convogli in ritardo sulla direttrice adriatica superano il 70%. Il professore di economia Andrea Giuricin: il problema è il sistema misto sulla rete Av. E’ ora di investire nei nodi urbani con tecnologia ERTMS alta densità per aumentare la capacità e in nuove stazioni. Lo studio di Altroconsumo che chiede di cambiare la politica dei rimborsi ai passeggeri.
IN SINTESI
Stazioni congestionate, problemi alla rete elettrica, sovraffollamento di convogli. E ancora, un treno super veloce Milano – Roma che non esiste più e se c’è un cantiere diventa lumaca e treni sempre più in ritardo su tratte ferroviarie da incubo. Viaggiare puntuali in treno in Italia, soprattutto lungo alcune direttrici, è sempre più una chimera: se il 31% dei Frecciarossa e il 20% dei treni Italo arrivano oltre l’orario previsto, gli Intercity risultano ancora più problematici, con un ritardo medio del 41%. E’ quanto emerso dall’ultima indagine di Altroconsumo basata su oltre 28mila rilevazioni effettuate tra il 25 luglio e il 5 settembre 2025 su 54 tratte e 43 giorni di monitoraggio. Ad essere monitorato è stato il servizio web «Monitor Arrivi/Partenze live» di Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), sito aperto al pubblico, che permette di visualizzare partenze e arrivi nelle stazioni e i ritardi accumulati.
L’Alta Velocità continua a essere poco puntuale
In particolare, lo studio prende in considerazione i convogli in servizio tra le 6 del mattino e le 23:45 attraverso 19 città e mette a confronto i livelli di puntualità dei due operatori che operano sui binari veloci. Ciò che balza subito agli occhi è che proprio l’Alta Velocità, ormai da anni il servizio di punta del sistema ferroviario (il più rapido, ma anche il più costoso) è incrinata dalla cronica mancanza di puntualità.
Un esempio su tutti: il peggioramento dei tempi di percorrenza sulla Milano Centrale-Roma Termini, un tempo indicata con tempi intorno a 3 ore, oggi presenta una percorrenza media pari a 3 ore e 20 minuti. Ma quando ci sono situazioni particolari, come i cantieri e i lavori (piuttosto frequenti), il viaggio supera le 4 ore o addirittura le 5 ore.
“Il sistema ferroviario italiano AV è stato un esempio a livello globale e le problematiche dei ritardi dipendono dal fatto che abbiano un sistema misto, vale a dire che la rete AV non è completamente separata dal resto del traffico e dal fatto che in alcuni punti della rete vi sia una saturazione. Questo indica però la strada da adottare con interventi nel corto-medio e lungo periodo”, sottolinea a DiaroDiac Andrea Giuricin, professore di Economia dei trasporti dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. “Nel breve c’è da intraprendere una prioritizzazione del traffico nelle stazioni congestionate, nel medio periodo si può investire nei nodi urbani con tecnologia ERTMS alta densità per aumentare la capacità, mentre nel lungo – sottolinea il professore – serviranno sempre di più infrastrutture come i passanti e le nuove stazioni che separano il traffico AV dal resto”, conclude.

Ma vediamo nel dettaglio il confronto tra i due operatori ferroviari. Per i Frecciarossa l’indagine evidenzia un tasso medio di treni in ritardo del 31%: sulle direttrici adriatiche i ritardi superano il 50%. Il caso più critico è la tratta Bari Centrale-Milano Centrale, con oltre il 70% dei treni in ritardo, mentre sulla Salerno-Torino Porta Nuova la percentuale raggiunge il 53%. Sulla più trafficata – da Milano Centrale a Roma Termini – i Frecciarossa in ritardo sono il 18% partendo da Milano e il 25% nel senso opposto.
Italo mostra una performance migliore sulla media delle tratte esaminate: in ritardo è il 20% dei suoi convogli. Le tratte più critiche per Italo sono Napoli Centrale-Venezia Mestre, con ritardi nel 40% dei casi, e Reggio Calabria Centrale-Roma Termini, con ritardi al 38%. Sulla Milano Centrale-Roma Termini i treni Italo registrano ritardi nel 15% dei casi da Milano (19% nel verso opposto). Sul confronto diretto delle tratte monitorate in comune, Italo risulta in media di poco più puntuale: 20% di ritardi contro il 26% dei Frecciarossa.

Gli Intercity di Trenitalia sono il servizio peggiore
Gli Intercity di Trenitalia sono invece il servizio peggiore dell’indagine: sulle 24 tratte analizzate i convogli Intercity sono giunti oltre l’orario previsto nel 41% dei casi. La tratta Reggio Calabria Centrale-Salerno registra ritardi in oltre l’80% dei casi, mentre quelle adriatiche come Lecce-Bologna Centrale e Roma Termini-Taranto mostrano ritardi intorno al 60%.
La politica dei rimborsi
“Treni così lenti non si possono chiamare ad alta velocità, però i passeggeri continuano a pagarli a prezzo pieno”, sottolinea l’associazione dei consumatori. “I cittadini, quindi, non sono danneggiati solo dai cantieri, ma anche dalla politica delle Ferrovie: aumentare i tempi di percorrenza è la strategia di Trenitalia per ammortizzare i ritardi cronici anche sulla linea AV, che comportano il rischio di rimborsi troppo frequenti”, evidenzia Altroconsumo ricordando che, con le regole attuali, rimborsi e indennizzi scattano solo per ritardi superiori a 30 minuti per i treni alta velocità, una soglia che lascia senza ristoro la maggioranza dei passeggeri. Secondo l’associazione, abbassando la soglia di diritto al rimborso a 15 minuti la platea dei passeggeri rimborsati raddoppierebbe mediamente, ampliando i soggetti aventi diritto a un ristoro. «È indispensabile rafforzare le tutele, introducendo indennizzi più equi e automatici, che scattino anche per ritardi inferiori a quelli oggi previsti dal regolamento europeo», ha dichiarato Federico Cavallo, responsabile relazioni esterne di Altroconsumo.