L'EVENTO AL TECNOPOLO DI BOLOGNA
Le imprese e gli atenei italiani alla prova dell’IA: Ifab attiva 54 progetti per 15 milioni di euro
Ricerca, innovazione, ma anche sviluppo e competitività. Gli effetti accademici e imprenditoriali dell’applicazione dell’intelligenza artificiale possono essere molteplici e vanno al di là dell’analisi statistica dei dati. Venerdì, al Dama Tecnopolo di Bologna, la Fondazione Ifab – acronimo di International Foundation Artificial Intelligence and Big Data for Human Development – ha presentato 54 progetti attivi con novanta imprese e università per circa 15 milioni di euro (3 propri e il resto da bandi e fondi pubblici) su settori che vanno dalla biologia al digitale per l’affordable housing fino a agricoltura, manifattura e quantum computing.
L’obiettivo è connettere i due mondi, quello accademico e quello aziendale, per accelerare l’innovazione attraverso l’intelligenza artificiale e i big data. Il punto di riferimento internazionale, per questo, è il progetto It4lia Ai Factory: un’iniziativa che punta a diffondere l’adozione dell’intelligenza artificiale in Italia e in Europa, sostenuta da un piano di investimenti da oltre 400 milioni di euro in tre anni. Al centro del progetto, l’arrivo a Bologna di un supercomputer interamente dedicato all’Intelligenza Artificiale, destinato a diventare un asset strategico per la ricerca e l’innovazione. E in questo piano, Ifab mette a disposizione competenze, dati, algoritmi e potenza di calcolo, coinvolgendo le oltre 30 aziende socie nei più rilevanti programmi nazionali ed europei. Ma oltre a università e aziende, la partita dell’Ia vede protagonisti tanti altri attori: dai cittadini singoli ai corpi intermedi fino alle istituzioni.
Guardando ai progetti più da vicino, Ifab è coinvolta in alcune delle iniziative più rilevanti a livello nazionale e internazionale sull’intelligenza artificiale come Icsc (Centro Nazionale di Ricerca in HPC, Big Data e Quantum Computing) e il consorzio It4l-Ia con sede proprio a Bologna al Dama Tecnopolo. Dei 54 sopracitati, invece, ben 17 riguardano l’area terra-ambiente-clima. C’è, per esempio, il SowStain: un digital twin per la raccolta dati in tutte le fasi delle colture per ridurre i problemi grazie alla condivisione di informazioni. L’obiettivo è ottimizzare i sistemi, gestire meglio le risorse idriche e affrontare eventi estremi. Oppure, Weather 4 Energy: un sistema innovativo per colmare le lacune nelle previsioni meteo per il settore energetico, fornendo previsioni accurate per la produzione di energia rinnovabile e proiezioni climatiche. Include modelli avanzati per la previsione di energia solare ed eolica e un metodo per correggere i bias nei modelli climatici. Nel settore biologia, invece, c’è Aind: un progetto che sviluppa soluzioni di intelligenza artificiale personalizzate per stimare il rischio di disturbi neurodegenerativi negli anziani, utilizzando dati multiscala provenienti da data lake sanitari, modelli di malattia e algoritmi predittivi esistenti. Mentre nel comparto città intelligenti troviamo il progetto SI4 che sviluppa una metodologia innovativa per la misurazione dell’impatto sociale degli investimenti in infrastrutture sociali, con focus particolare su housing sociale e accessibile. Utilizza, poi, l’analisi econometrica avanzata, regressione quantile e big data per valutare e quantificare l’impatto sociale degli investimenti, supportando decisioni data-driven per investitori e policymaker. La rivoluzione digitale italiana passa da qui.