La giornata

Giorgetti: no al ‘bilanciomercato’. Meloni: basta follie come il Superbonus

  • Via libera al riordino delle concessioni balneari, proroga a settembre 2027 (con deroghe fino a marzo 2028)
  • Bankitalia: balza ad agosto l’indice Euro-coin, bene occupazione e clima di fiducia
  • Ocse: a luglio si scaldano i prezzi energetici ma l’inflazione frena a 5,4%
  • Arrivate 643 richieste per il bando Pnrr per l’agrivoltaico, il 56% arriva dal Mezzogiorno
  • Dal Tar stop alla variante alla SS16 Adriatica. Salvini: pessima notizia

04 Set 2024

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Finora si è fatto ‘bilanciomercato’ ma ora comincia il vero lavoro. E’ il messaggio che arriva da ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, il quale, con un parallelismo calcistico, vuole archiviare le fantasie dell’estate e richiamare tutti alla realtà dei fatti e soprattutto dei numeri sui quali si costruisce il nuovo Piano strutturale di bilancio, da presentare a Bruxelles entro il settembre, e la manovra per il 2025. “Leggo un sacco di cose strane, di fantasie che non so nemmeno io. Invece, dobbiamo avere il quadro e, quando si ha il quadro e le linee, si declinano gli interventi . Sai, come d’estate c’è il calcio mercato, poi finisce e c’è la realtà: le partite. Succede la stessa cosa con la manovra. C’è il bilanciomercato, e poi si fanno le cose che devono fare”, ha detto Giorgetti al termine della riunione della Lega alla Camera. E la realtà impone di cercare le risorse per finanziari gli interventi della legge di Bilancio, che dovrebbe attestarsi sui 25 miliardi di euro. Oggi arrivano i dati sull’aggiornamento dei dati tributari, con il gettito dell’autoliquidazione delle partite Iva. Giorgetti ha quindi confermato la tabella di marcia dei prossimi giorni e delle prossime settimane: a metà mese verrà approvato in Consiglio dei ministri il Psb per poi presentarlo in Parlamento. Nessuna anticipazione sui contenuti da parte di Giorgetti se non un’indicazione sul tema pensioni, che “come tutte le altre voci di spesa, saranno trattate nella legge di bilancio. Anche nel piano strutturale se ne parlerà, come tutte le voci di spesa”.

Alla prudenza e realismo del titolare dell’Economia, si affianca il nuovo richiamo alla serietà e responsabilità della premier Giorgia Meloni.  Se nei giorni scorsi aveva detto che è finita la stagione dei soldi buttati dalla finestra, ieri, nel corso dell’esecutivo di Fdi, è tornata a rafforzare il concetto dicendo basta a follie come il Superbonus. “È un quadro economico che intendiamo rafforzare e consolidare con le scelte che faremo con la prossima manovra. Sarà una legge di bilancio ispirata, come quelle precedenti, alla serietà e alla responsabilità. Ci muoveremo, come abbiamo già fatto, su due direttrici fondamentali: basta con gli sprechi e con le follie ereditate dai governi di sinistra e che hanno devastato i conti pubblici come il Superbonus; tutte le risorse disponibili concentrate nel sostegno alle imprese che assumono e che creano posti di lavoro e per rafforzare il potere di acquisto delle famiglie, con un’attenzione particolare a quelle con figli”.

Via libera al riordino delle concessioni balneari, ok alla proroga fino a settembre 2027

Sembrava destinata a un ulteriore slittamento ma alla fine è arrivato, quasi a sorpresa viste le premesse della giornata, il via libera del Consiglio dei ministri alla norma sul riordino delle concessioni balneari contenuta  nel Dl Salva Infrazioni. Inizialmente, il provvedimento non era previsto dall’ordine della riunione ma poi, dopo un vertice tra la premier Giorgia Meloni e i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il decreto è arrivato sul tavolo del Cdm. I punti principali della riforma delle concessioni balneari sono l’estensione della validità delle attuali concessioni fino al settembre 2027, l’obbligo di avviare le gare entro il giugno 2027, la durata delle nuove concessioni da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni, al fine di garantire al concessionario di ammortizzare gli investimenti effettuati, l’assunzione di lavoratori impiegati nella precedente concessione, che ricevevano da tale attività la prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare, l’indennizzo per il concessionario uscente a carico del concessionario subentrante e pari al valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e all’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni. Tra i criteri di valutazione delle offerte, sarà considerato anche l’essere stato titolare, nei cinque anni precedenti, di una concessione balneare quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare. Nella bozza del provvedimento circolata, viene indicata la possibilità di un allungamento del termine fino al 31 marzo 2028 per ragioni oggettive di difficoltà nell’esecuzione delle gare.  “La collaborazione tra Roma e Bruxelles ha consentito di trovare un punto di equilibrio tra la necessità di aprire il mercato delle concessioni e l’opportunità di tutelare le legittime aspettative degli attuali concessionari, permettendo di concludere un’annosa e complessa questione di particolare rilievo per la nostra Nazione”, ha sottolineato Palazzo Chigi in una nota.

La Commissione Ue: bene la decisione dell’Italia ma nessuna decisione sulla procedura d’infrazione

Un segnale è subito arrivato da Bruxelles. “La Commissione accoglie con favore la decisione odierna dell’Italia sul caso delle concessioni Balneari. Ciò fa seguito a scambi costruttivi attraverso i quali la Commissione e le autorità italiane hanno raggiunto un’intesa comune sul quadro legislativo della riforma delle concessioni Balneari italiane alla luce del diritto dell’Ue, con una soluzione globale, aperta e non discriminatoria che copra tutte le concessioni da attuare entro i prossimi tre anni”, ha dichiarato un portavoce. In questa fase, la Commissione non ha preso alcuna decisione formale nell’ambito della procedura d’infrazione” e ora procederà alla valutazione.
La storia infinita di questa vicenda sembra, comunque, essere arrivata a un epilogo. Un’ultima ‘grana’ che il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto, ha dovuto gestire mentre prepara il suo trasloco a Bruxelles. 

 

Bankitalia: balza ad agosto l’indice Euro-coin, bene occupazione e clima di fiducia

La dinamica favorevole dell’occupazione e gli andamenti nell’insieme positivi del clima di fiducia delle famiglie e delle imprese, che hanno prevalso sulla debolezza dell’industria, ha spinto la crescita dell’indice euro-coin ad agosto. L’indicatore, sviluppato dalla Banca d’Italia, che fornisce in  tempo reale una stima sintetica del quadro congiunturale nell’area euro, è salito a 0,29 da 0,16 a luglio. Si tratta del valore più alto da inizio anno e anche del maggiore progresso nel corso del 2024  (ad aprile si era registrato un analogo incremento a 0,26 da 0,15 di marzo).  A maggio si era registrato un arretramento a 0,18 e un’ulteriore flessione a giugno a 0,16, dato confermato a luglio.  Euro-coin esprime queste indicazioni in termini di tasso di crescita trimestrale del PIL depurato dalle componenti più erratiche (stagionalità, errori di misura e volatilità di breve periodo) e precede di alcuni mesi la pubblicazione del dato ufficiale sulla crescita trimestrale del PIL dell’area dell’euro da parte di Eurostat e ne anticipa il segnale al netto delle componenti erratiche e di breve periodo.

 

Ocse: a luglio si scaldano i prezzi dell’energia ma l’inflazione frena al 5,4%

Si raffreddano i prezzi nei Paesi dell’area Ocse, nonostante la spinta al rialzo di quelli energetici. A luglio, l’inflazione è diminuita al 5,4% dal 5,6% di giugno, secondo i dati diffusi dall’organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo. L’andamento è stato, comunque, molto vario con l’indice aumentato in 17 dei 38 Paesi dell’Ocse, è diminuita in 11 ed è rimasta stabile o ampiamente stabile in 10. Tra i Paesi del G7, precisa l’Ocse, l’inflazione è rimasta stabile al 2,7%. Gli aumenti più significativi vengono segnalati in Italia, che continua tuttavia a registrare l’inflazione più bassa tra le sette grandi economie (1,3% a luglio contro 0,8% di giugno), e nel Regno Unito (3,1% contro 2,8%). L’inflazione complessiva è rimasta al di sotto o al 2% in nove paesi a luglio, ma ha superato il 5% in altri quattro. L’inflazione energetica Ocse su base annua è salita al 3,3% a luglio dal 2,3% di giugno, raggiungendo il livello più alto da febbraio 2023. È aumentata in 22 paesi Ocse ma è diminuita in 13. Al contrario, l’inflazione di fondo Ocse (inflazione al netto delle componenti più volatili di cibo ed energia) è diminuita a luglio. Anche l’inflazione alimentare Ocse è diminuita, senza un chiaro andamento tra i paesi. L’inflazione headline negli Stati Uniti è scesa al di sotto del 3,0% per la prima volta da marzo 2021. L’inflazione di fondo è stata il principale fattore che ha contribuito all’inflazione headline in tutti i paesi del G7, ad eccezione del Giappone, dove il contributo combinato dell’inflazione alimentare ed energetica ha superato quello dell’inflazione di fondo. Nell’area dell’euro, l’inflazione annua misurata dall’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) è rimasta sostanzialmente stabile al 2,6% a luglio, rispetto al 2,5% di giugno. L’inflazione energetica è salita all’1,2% a luglio dallo 0,2% di giugno, mentre l’inflazione alimentare è scesa al livello più basso da luglio 2021 all’1,6%. L’inflazione di fondo è rimasta invariata. Ad agosto 2024, secondo la stima rapida di Eurostat, l’inflazione annua è scesa al 2,2% nell’area dell’euro, con un calo dei prezzi dell’energia, mentre si stima che l’inflazione di fondo sia rimasta sostanzialmente stabile. Nel G20, l’inflazione annua è scesa al 6,7% a luglio dal 7,1% di giugno. L’inflazione generale è diminuita in Argentina, pur superando il 260%, ed è scesa anche in Indonesia e Sudafrica. L’inflazione generale è aumentata in Brasile per il terzo mese consecutivo e in Cina, dove si è attestata allo 0,5%. L’inflazione complessiva è rimasta stabile in Arabia Saudita.

Arrivate 643 richieste per il bando Pnrr per l’agrivoltaico, il 56% arriva dal Mezzogiorno

Alla chiusura del bando PNRR per incentivare lo sviluppo dell’agrivoltaico innovativo sono giunte dagli operatori 643 richieste di partecipazione alle procedure di selezione delle iniziative, la maggior parte dal Mezzogiorno (56% del numero totale), per progetti con potenza complessiva di oltre 1,7 gigawatt. Rispetto alle risorse PNRR dedicate alla misura, le richieste finora pervenute ammontano a circa 920 milioni di euro. I numeri emergono dal riepilogo del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), il soggetto che per conto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica gestisce la misura rivolta a sostenere, con una tariffa incentivante in conto esercizio sull’energia netta immessa in rete e un contributo in conto capitale, a valere sulle risorse PNRR, fino al 40% dei costi ammissibili, la costruzione di sistemi ibridi agricoltura – produzione energetica, che non compromettono l’utilizzo dei terreni dedicati all’agricoltura, contribuendo alla sostenibilità ambientale ed economica delle aziende. “E’ un risultato molto incoraggiante – spiega il Ministro Gilberto Pichetto – che conferma l’ottimale definizione della misura prevista dal PNRR, ma che certifica soprattutto la matura attenzione del mondo agricolo verso soluzioni che facciano coesistere produzione di qualità e nuove soluzioni energetiche rinnovabili: l’agricoltura – conclude Pichetto – diviene sempre più protagonista della transizione”. Le richieste pervenute nell’asta, riservate a impianti di qualsiasi potenza realizzati da imprenditori agricoli e aggregazioni di cui faccia parte almeno un operatore agricolo, per tutte le potenze a partire da un kilowatt, hanno ampiamente saturato il contingente di potenza disponibile (circa 1554 sui 740 megawatt previsti), mentre hanno quasi raggiunto il limite del contingente quelle pervenute nei registri (229 su 300), relative a impianti da uno fino a mille kilowatt nella titolarità di operatori agricoli o loro aggregazioni.

Dal Tar stop alla variante alla SS16 Adriatica, per Salvini è “una pessima notizia”

Una sentenza del Tar per l’Emilia Romagna ha bloccato l’avvio dei lavori della variante alla Strada Statale 16 ‘Adriatica’ ad Argenta in provincia di Ferrara. A riferirlo sono state fonti del ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Una “pessima notizia” per il ministro Matteo Salvini, riferiscono le stesse fonti, che “conferma quanto sia forte il partito del No in questo Paese”. Il Mit “segue con la massima attenzione il dossier: è l’ennesima dimostrazione di quanto sia difficile rendere più moderna l’Italia ma Salvini – ha assicurato il dicastero – è determinato a superare le difficoltà”.

 

 

 

 

 

 

Red. Diac

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