IL RAPPORTO FORMEDIL-CRESME

Aumenta la formazione, calano gli infortuni. Ma resta il mismatch tra domanda e offerta di lavoro

La fotografia scattata dal Rapporto Formedil presentato dal direttore del Cresme Bellicini mostra un aumento dei corsi di formazione e degli allievi formati pari a 193 mila nel 2024: i livelli più alti dall’inizio degli anni 2000. Ripartono le visite nei cantieri ma sotto i livelli del 2011. In calo gli infortuni. Le imprese di costruzioni hanno difficoltà a trovare profili adeguati.

24 Ott 2025 di Maria Cristina Carlini

Condividi:
Aumenta la formazione, calano gli infortuni. Ma resta il mismatch tra domanda e offerta di lavoro

Elena Lovera, presidente di Formedil

Più formazione e promozione della sicurezza nelle costruzioni: è una strada obbligata in uno scenario per un settore attraversato da profondi cambiamenti, e nuove opportunità, dalla transizione energetica alla digitalizzazione. Ma è anche una leva per affrontare criticità come quelle legate al mismatch tra domanda e offerta di lavoro dove uno dei nodi è proprio legato all’adeguatezza delle competenze professionali. E’ una fotografia a tutto campo quella che scatta il Rapporto sull’attività 2024 del Formedil, l’ente unico per la formazione e la sicurezza, dal quale emerge, innanzitutto, il suo rafforzamento nei territori. A parlare sono i numeri: il sistema bilaterale ha realizzato oltre 20.000 corsi, coinvolgendo più di 193.000 lavoratori in tutta Italia. Gli enti territoriali hanno lavorato a stretto contatto con le imprese per costruire un’offerta formativa accessibile, qualificata e vicina alle esigenze reali del settore. Allo stesso tempo, il Formedil ha curato direttamente la formazione e l’aggiornamento di formatori, tecnici e personale amministrativo, per garantire un sistema sempre aggiornato e preparato. Gli enti territoriali hanno ulteriormente rafforzato il proprio impegno a supporto della sicurezza e della formazione nei luoghi di lavoro, realizzando oltre 41 mila visite in 22.300 cantieri, con l’assistenza a più di 38 mila imprese edili. Calano gli incidenti e gli infortuni mortali nei cantieri. A tracciare un bilancio dell’attività svolta è l’ampio e articolato Rapporto Formedil del Cresme che il direttore del centro di ricerca, Lorenzo Bellicini, ha presentato ieri ai lavori del convegno nazionale di Formedil Italia e Cnce nell’ambito di Saie alla Fiera del Levante di Bari.

Ma cosa ci dicono questi numeri? Innanzitutto, uno dei dati salienti è che nel 2025 si è toccato i livello più alto nel numero dei corsi e degli allievi formati dall’inizio degli anni 2000:  i corsi – per la precisione 20.457 – hanno superato i 17.892 del 2023. Nel 2020, anno della pandemia, erano stati 12.845 e nel 2019 14.644. Gli allievi formati sono il 9,1% in più rispetto al 2023 e addirittura il 30% in più rispetto alla media degli allievi formati tra il 2013 e il 2019. Nel complesso, i dati del triennio mettono in evidenza una trasformazione del sistema formativo: la riduzione dei corsi di formazione di base, controbilanciata dalla crescita continua di quelli per la sicurezza, e una progressiva espansione della platea formata. Nel complesso, i dati 2024 indicano non solo un aumento quantitativo dei corsi e degli allievi, ma anche una trasformazione qualitativa del sistema: cresce l’incidenza dei corsi per tecnici, a fianco della centralità consolidata della formazione per operai, e si rafforza il ruolo dei percorsi per la rappresentanza. In tal modo, gli Enti Unificati si confermano come infrastruttura chiave per l’aggiornamento professionale del settore edile, in grado di rispondere sia alla domanda diffusa di formazione di base e sicurezza, sia alle esigenze specifiche legate alle nuove figure professionali richieste dalla transizione energetica e digitale del comparto. Quanto tutto questo sia necessario e vitale per le imprese, lo evidenziano i dati sul divario tra domanda e offerta di lavoro e sullo skill shortage. Il capitolo del rapporto sulla questione lavoro mostra, infatti, che le imprese di costruzione faticano a trovare ben il 60% dei lavoratori che cercano. Il primato si registra in Friuli Venezia Giulia dove la percentuale arriva al 73,8% mentre il valore più basso si ha in Sicilia con il 47,6%. La principale difficoltà è il ridotto numero di candidati ma a pesare quel  25% di candidati inadeguati alle richieste.

Intanto, il contributo degli stranieri alla domanda di formazione nel settore edile è cresciuto in modo significativo negli ultimi anni, seguendo un ritmo più intenso rispetto alla media complessiva degli allievi. Dopo la caduta del 2020, quando il numero di stranieri formati si era ridotto a 22.090 unità, con un’incidenza sul totale scesa al 15,4%, il triennio successivo ha segnato una ripresa costante. Nel 2021 gli stranieri coinvolti nei corsi sono stati 27.488 (+24,4% sul 2020), nel 2022 sono saliti a 30.860 (+12,3%) e nel 2023 hanno raggiunto quota 33.693 (+9,2%). Il 2024 rappresenta un ulteriore punto di svolta: con 45.328 stranieri formati, si registra un incremento annuo del +34,5%, il valore più alto mai osservato nella serie storica. L’incidenza degli stranieri sul totale degli allievi supera ormai stabilmente la soglia del 20% e mostra una tendenza a consolidarsi come componente strutturale della domanda di formazione.

Il Rapporto segnala il ruolo del progetto 16ore MICS  che nel 2024 consolida il proprio ruolo di architrave della formazione alla sicurezza in edilizia: 4.695 corsi e 42.551 allievi, con una distribuzione territoriale che riflette fedelmente i bacini occupazionali e i profili di specializzazione delle filiere regionali. La formazione di base presidia la compliance in ingresso e lungo la vita lavorativa; i moduli su attrezzature sostengono l’abilitazione operativa e la standardizzazione tecnica; i percorsi per preposti e dirigenti alimentano le competenze di governo della prevenzione. Nel lungo periodo 2009-2024 il progetto raggiunge 64.553 corsi e 574.461 allievi: una campagna nazionale “a regime”, modulare e capillare, che continua ad elevare in modo misurabile la cultura della sicurezza e la qualità operativa dei cantieri in tutte le aree del Paese.

Altro elemento portante che emerge dal Rapporto è una ripresa lenta ma costante delle visite in cantiere dei Cpt (Comitati paritetici territoriali), segnale di un progressivo ritorno alla piena operatività del sistema. Il processo di unificazione tra scuole edili e Ctp aveva mostrato una riduzione dell’attività riguardante la sicurezza nei cantieri. Nel 2024 la crescita delle visite è stata del 7,8% rispetto all’anno precedente. L’altra faccia della medaglia, però, è sono si tratta di un 21,1% in meno del picco di visite tenuto nel 2011 quando queste avevano superato quota 52 mila.  Altro dato saliente è quello relativo alla sicurezza: la notizia positiva è che l’indice degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni misurato su mille occupati è sceso del 7,9% rispetto al 2023 e è l’indice con il valore più basso dal 2013. E soprattutto l’indice degli infortuni mortali ogni 10.000 occupati è sceso al valore di 1,13, – 11% rispetto al 2023, e -22,3% rispetto all’indice medio del periodo 201-2021. Le visite hanno avuto anche un impatto economico, aiutando a prevenire sanzioni per un valore stimato tra 282 e 608 milioni di euro, che possono essere ridotte a circa 150 milioni grazie alle agevolazioni previste. Sul piano finanziario, prosegue il rapporto, “le risorse destinate alla formazione nel 2024 hanno raggiunto 139 milioni di euro, in crescita del 14,5%: il 73% proviene dalle fonti contrattuali delle casse edili, 19,4 milioni da fondi pubblici (+26%) e oltre 10 milioni dal mercato”. Nel complesso, il quadro che emerge evidenzia come il sistema di finanziamento degli enti bilaterali si stia rafforzando e diversificando. La componente principale resta quella contrattuale delle Casse Edili, che nel 2024 ha inciso per oltre il 73% del totale, ma si consolidano anche i corsi a mercato e i finanziamenti pubblici, a testimonianza della capacità degli enti di valorizzare il proprio ruolo sia nella contrattazione bilaterale, sia nella collaborazione con le istituzioni.

Il rapporto fa il punto sullo stato del processo di unificazione tra Scuole Edili e Ctp che nell’ultimo anno ha visto un ulteriore consolidamento raggiungendo a giugno 2025 un livello di sostanziale completamento. Su 113 enti rilevati, ben 99 risultanom ormai unificati, pari all’87,6% del totale, tre punti percentuali in più rispetto al 2024. Solo 6 Scuole Edili e CPT risultano ancora non unificati, a conferma di una tendenza che negli ultimi dieci anni ha progressivamente ridisegnato la geografia organizzativa della rete. Il processo appare completato in alcune aree del Paese, come il Nord Est, dove la totalità degli enti opera già in forma unificata, e quasi del tutto nel Centro, dove rimane solo la Toscana come eccezione parziale. Anche nel Nord Ovest l’unificazione è ormai generalizzata: sui 25 enti rilevati, soltanto due Scuole Edili e due CPT mantengono ancora una gestione separata. Più articolata è la situazione nel Mezzogiorno: su 36 enti monitorati, il 72,2% risulta unificato, con punte di completamento in Calabria e Sicilia, mentre in altre regioni meridionali il processo è in corso ma non ancora concluso.

“Vogliamo mostrare come l’edilizia non sia più soltanto mattone e calce, ma un ambito in continua evoluzione che guarda al futuro, alla sostenibilità e all’inclusione sociale”, ha dichiarato Elena Lovera, presidente di Formedil Italia.  “La formazione stessa si rinnova,  il nuovo accordo Stato-Regioni introduce modalità più dinamiche per trasmettere cultura della sicurezza, ma è l’intera filiera che sceglie di intraprendere questo percorso di cambiamento. Proprio per coinvolgere le nuove generazioni, proponiamo attività esperienziali come escape room dedicate alla sicurezza, quiz show e challenge sui droni: strumenti innovativi per avvicinare i giovani al mondo dell’edilizia e far conoscere un settore in piena trasformazione. I numeri – ha sottolineato – confermano che il comparto resta un pilastro strategico per l’Italia e che stiamo registrando risultati positivi anche sul fronte della sicurezza. La nostra priorità resta quella di valorizzare il capitale umano e contrastare i contratti irregolari”.

Nella giornata di ieri al Saie, il direttore del Cresme Bellicini ha presentato il progetto Cnce “Welfare sociale e Innovazione, presente e futuro delle costruzioni”.  Il rapporto mette in luce l’efficienza del sistema bilaterale. C’è in particolare un dato che spicca ed è quello relativo a oltre 1.063 prestazioni complementari rilevate. Cinque le macro categorie di prestazioni: integrazione professionale, spese sanitarie, studio e scuola, supporto familiare, sussidio straordinario.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Argomenti

Argomenti

Accedi