IL CONVEGNO A SAN GIOVANNI TEDUCCIO SU NAPOLI EST
Estramoenia, l’alleanza fra impresa, cultura e terzo settore è l’unica via per rigenerare le città. Prezioso: rigenerazione urbana è comunità

Ambrogio Prezioso, presidente di Estramoenia

Il convegno di venerdì 8 novembre a San Giovanni a Teduccio, organizzato dall’associazione Estramoenia, ha segnato un passo avanti nel dibattito nazionale sulla rigenerazione urbana: ha mostrato la forza progettuale che è capace di sprigionare un intreccio ben coordinato di esperienze di impresa, di iniziativa sociale gestita dal terzo settore, di attività culturali e artistiche, tanto più capaci di incidere se sperimentali. La carenza di forza progettuale è proprio il grande problema italiano.
Alcuni esempi di progetti proposti o in corso di realtà associate ad Estramoenia:
- l’innovativa “co-gestione” pubblico-privata di Piazza Garibaldi a Napoli, primo esperimento di spazio pubblico urbano in Italia affidato a realtà del terzo settore in co-progettazione con il comune, nato da un’idea di Estramoenia e realizzato anzitutto dalla cooperativa sociale Dedalus, che ha raccontato questa esperienza e altri progetti di impegno sociale con l’intervento della presidente Elena de Filippo;
- la proposta di creare una “Costiera del Vesuvio”, lanciata da Ennio Cascetta e fatta subito propria dal sindaco di Portici, Enzo Cuomo, collegando pezzi di water front rigenerato e riaperto al pubblico sia per la balneazione, sia per i parchi lineari attrezzati con piste ciclabili e strutture di ristorazione;
- sempre in relazione alla Costiera del Vesuvio, realizzazione di collegamenti fra le città e il mare per superare le ferite costituite dalla ferrovia e da altre barriere attraverso sottopassi progettati da studi di architettura selezionati tramite concorsi di progettazione;
- il progetto del Teatro Nest (associazione che fa parte di Estramoenia e ha partecipato al convegno con uno dei fondatori, l’attore Francesco Di Leva) di riqualificare l’ex Supercinema abbandonato di San Giovanni a Teduccio (circa 5.000 mq) per farne un complesso con cinema, teatro, locali della scuola per giovani attori gestita dall’associazione, punti di ristorazione;
- l’acquisto dell’ex Convento cinquecentesco di Sant’Anna a Capuana nel Borgo Sant’Antonio Abate da parte della Fondazione Terzo Luogo (costituita dagli imprenditori che avevano creato e poi venduto la Moleskin) per farne un nuovo spazio sociale e culturale da restituire ai cittadini del Buvero;
- il restauro, ad opera della Fondazione Made in Cloister (presieduta da Davide de Blasio), del chiostro cinquecentesco di Santa Caterina a Formiello, che versava in stato di totale abbandono, per destinarlo a un centro di arte espositivo e performativo in dialogo con il quartiere.
Estramoenia rappresenta un laboratorio in cui le tre componenti ormai fondamentali per dare vita a un progetto di rigenerazione – imprenditoriale, artistico-culturale e sociale – lavorano costantemente insieme per lasciare tracce di innovazione sul territorio. Nella sintesi del presidente dell’associazione, Ambrogio Prezioso, “rigenerazione urbana è comunità”, con il tentativo di dare contenuti a “un concept che si discosta da una visione tradizionale”.
La nostra rigenerazione – ha detto ancora Ambrogio – “scommette sulle persone, sul coinvolgimento del capitale umano, degli imprenditori, dei cittadini, del terzo settore, del mondo della formazione, della cultura e dell’arte; e lo fa dal basso dall’ascolto del territorio provando ad invertire la tradizione di calare dall’alto progettualità aliene, cattedrali nel deserto che tanto male hanno fatto al nostro territorio”. Ambrogio, che è stato presidente dei costruttori napoletani e presidente dell’Unione industriale di Napoli, lancia così un modello di rigenerazione urbana dal basso, fondato su un’alleanza dinamica fra mondo imprenditoriale illuminato e componenti fortemente attive nel sociale e nel culturale.

Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – riconfermando pieno sostegno ai progetti di rigenerazione di Napoli Est e ricordando la sfida che proprio da lui era partita ai tempi in cui era rettore della Federico II, sia di creare qui dal nulla il nuovo polo universitario sia di attrarre il grande investimento della Apple Academy – ha trovato le parole per dare una sintesi a questo sforzo: “L’investimento in rigenerazione urbana non si fa dove lo sviluppo è già in corso – ha detto – ma dove lo sviluppo non c’è ancora e si è convinti possa arrivare muovendo le leve giuste di innovazione e di coesione”.
Molti gli spunti provenienti dal dibattito. Roberto Barbieri, amministratore delegato di Gesac (la società concessionaria dell’aeroporto di Capodichino), ha messo in guardia dai falsi progetti di rigenerazione urbana “che si limitano a spostare da un posto all’altro pezzi di amministrazione pubblica” e ha invece individuato come essenziale “la creazione di valore economico, possibile solo se nel progetto investono imprese e privati”.
Luca Bianchi, direttore di Svimez, ha ricordato che nella periferia di Napoli Est “il tasso di occupazione femminile è al 28% e qui risiede un enorme potenziale di sviluppo”.

Il fondatore di Futurecity, Mark Davy, che ha svolto una rassegna dei progetti della società londinese in rigenerazione urbana, ha spiegato che l’attività da lui svolta evidenzia che “il denaro segue le idee e le strategie”. Molti dubbi che questa linea funzioni in Italia, dove più spesso “le idee seguono i soldi” (dove ci sono), anche se Davide de Blasio ha pure sottolineato il valore strategico del placemaking, vale a dire un approccio condiviso alla progettazione degli spazi pubblici che punti a massimizzare il valore condiviso.