IL PARCO IMMOBILIARE ITALIANO
Enea: 770mila immobili pubblici, 670mila dovranno diventare GREEN
Bertini: “Di fatto, quasi il 75% degli edifici in Europa è attualmente inefficiente sotto il profilo energetico. Fondamentale definire la consistenza del nostro patrimonio”. L’analisi del Siape, Sistema Informativo sugli Attestati di Prestazione Energetica: la percentuale di classi energetiche meno efficienti (F e G) si è ridotta di oltre il 4% nel residenziale e di circa l’1,5% nel non residenziale. Gli edifici nell’Ue rappresentano il 40% del consumo finale di energia e determinano il 36% di emissioni
Italia Paese vecchio è un refrain noto con cui ci si riferisce all’età media della nostra popolazione. Negli ultimi anni, tra superbonus e riqualificazione edilizia programmata dall’Europa abbiamo capito che il concetto vale, eccome, anche per fotografare le nostre case e uffici. L’ultimo quadro arriva dall’Enea (Dipartimento efficienza energetica) nel rapporto sulla consistenza del parco immobiliare nazionale. In Italia vi sono 12,4 milioni di edifici residenziali, dei quali oltre il 60% è stato costruito prima del 1976, anno di entrata in vigore della prima legge sul risparmio energetico. Quindi, circa sei edifici su dieci hanno dai cinquant’anni in su. Quanto agli edifici non residenziali, secondo Enea sono 1,7 milioni, circa il 12% su un totale di 14 milioni.
Il contesto è quello della transizione green europea che nello specifico dovrà avvenire per fasi e tipologie di immobili, distinti tra quelli nuovi e quelli da ristrutturare, a seconda delle classi energetiche attuali. Per le elaborazioni Enea sono circa 770 mila le unità immobiliari di proprietà pubblica, di cui 670 mila non vincolate e quindi potenzialmente soggette agli obblighi di riqualificazione energetica previsti dalle direttive europee.

Alcuni passi avanti sono già in corso: secondo gli Attestati di Prestazione Energetica (Ape), contenuti nel Sistema Informativo Siape, si evidenzia un miglioramento delle prestazioni energetiche degli immobili certificati, con una riduzione della percentuale nelle classi energetiche meno efficienti (F e G) di oltre il 4% nel residenziale e di circa l’1,5% nel non residenziale.
Il numero di Ape residenziali caricati sul Siape al 31 dicembre 2019 è pari a 1.614.92144, dice l’Enea. Il 74,1% degli immobili ricade nelle classi energetiche meno efficienti (E, F e G), mentre a solo l’8,1% è attribuita una classe superiore alla B (A1-A4). Il valore medio pesato dell’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile è di 197,7 kWh/m2 anno. Quanto ai non residenziali, invece, al 31 dicembre 2019 risultano pari a 309.213.
Il percorso, però, sarà lungo e difficile da portare a termini sia per gli obiettivi ambiziosi sia per le risorse che occorrerà stanziare. Da questo punto di vista, dal Pniec definitivo abbiamo visto come non emerga particolare ottimismo. “In base a queste norme l’Italia dovrà procedere per il conseguimento degli obiettivi previsti. Tutto ciò considerando che gli edifici nell’Ue rappresentano il 40% del consumo finale di energia e determinano il 36% delle emissioni di gas a effetto serra”, ha ricordato Ilaria Bertini, direttrice del dipartimento Enea di Efficienza energetica. “Di fatto, quasi il 75% degli edifici in Europa è attualmente inefficiente sotto il profilo energetico”.