Rendere le città inclusive e accessibili non è (solo) una questione sociale ma è necessario per la piena attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. L’Italia ha ratificato da quasi vent’anni, con Legge 18/2009, la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità. Eppure, nelle nostre città, le persone con disabilità restano ancora – fisicamente e socialmente – ai margini dello spazio urbano.
Nato a marzo del 2018, è diretto da Valentina Dolciotti e ogni tre mesi affronta un tema del vasto mondo dell’inclusione. Dalle Traiettorie urbane di Palermo alle città fatte a misura di cervello. “Siamo nati quasi come un esperimento dopo la pubblicazione di un mio libro ma volevo scrivere di questi temi a cadenza fissa, per arrivare a più persone”.
DIARIO POLITICO
In coincidenza con l’approdo della legge di Bilancio in Aula, Giorgia Meloni dovrà presentare le Comunicazioni al Parlamento in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre. Un appuntamento delicatissimo, concentrato quasi interamente sulla partita ucraina e, soprattutto, sul via libera allo sblocco dei 200 miliardi di asset russi congelati in Europa: risorse decisive per Kiev, ormai a corto di fondi e dunque di armi.
Il settore della costruzione e dell’immobiliare, forse buon ultimo, sta, anche in Italia, ora subendo una forte fascinazione per l’acronimo AI o IA, Artificial Intelligence o Intelligenza Artificiale (…)
IL POSITION PAPER
Secondo il nuovo position paper di Asvis, l’associazione per lo sviluppo sostenibile guidata dall’ex ministro Enrico Giovannini, ci sono alcuni strumenti da mettere in campo per aiutare le imprese nella sfida della transizione verde. Adattamento e mitigazione del cambiamento climatico; accesso all’energia rinnovabile e alle risorse; sviluppo di competenze per gestire la transizione; accesso alla finanza e strumenti per finanziare la svolta green. Dice il documento: nell’attuale scenario climatico la priorità è agire con un mix di azioni di adattamento e di mitigazione per ridurre le emissioni. Questo perché ad oggi mancano ancora troppe informazioni sull’esposizione ai rischi climatici, permangono difficoltà di accesso al credito per investimenti a lungo termine e scarseggiano competenze tecniche specifiche.
Di qui le proposte chiave: incentivi specifici per i settori energivori, la riforma della bolletta per alleggerire l’impatto delle parafiscalità sulle piccole e medie imprese (Pmi) e la facilitazione dell’accesso al credito e all’assistenza assicurativa.
IL RAPPORTO DI CONFINDUSTRIA
Ci sono molti punti di forza che fanno della manifattura italiana il pilastro dell’economia nazionale e un unicum nel contesto internazionale: è il sistema produttivo più diversificato d’Europa, vanta una propensione all’investimento sistematicamente superiore a quella delle altre grandi economie del continente, il rafforzamento patrimoniale delle imprese ha consentito all’Italia di allinearsi al livello di capitalizzazione delle imprese tedesche e francesi, migliorando potenzialmente capacità d’investimento, resilienza e competitività, la forte apertura ai mercati esteri rappresenta il suo tratto distintivo: quasi metà della produzione industriale è destinata all’export.
Ma ci sono anche punti di criticità: la debole crescita della produttività che accompagna la manifattura italiana da oltre 30 anni, dato ancora più evidente nel confronto con le altre manifatture europee e prevalentemente a causa di un contributo negativo della produttività totale dei fattori.
L’implementazione della digitalizzazione nella gestione dei contratti pubblici nella forma dell’Information Management implica un enorme sforzo nella mediazione di natura culturale rivolta a stazioni appaltanti in gran parte estranee al tema per delle ragioni comprensibili, alla luce della storia recente dell’amministrazione pubblica e, oltre a tutto, alle prese con l’adozione contestuale dell’approvvigionamento digitale, di altrettanto impegnativa implementazione. Per coloro che operano nelle stazioni appaltanti, che cosa significa, allora, adempiere agli obblighi del BIM?
Urbanpromo si conferma, anche nell’edizione numero 22, un luogo di confronto, di dialogo, di scambio di idee, di messa in comune di progetti per il paese. Un luogo aperto e disponibile per chi abbia intenzione di muoversi verso i nuovi orizzonti delle politiche urbanistiche, delle politiche per la casa e l’abitare sociale, della transizione ecologica e digitale.
DIARIO POLITICO
L’esito di quest’ultimo test elettorale d’autunno pare scontato. Veneto e Puglia manterranno l’attuale maggioranza: centrodestra la prima e centrosinistra la seconda. L’unico lampo d’incertezza arriva dalla Campania, che anche grazie al voto disgiunto potrebbe regalare un colpo di scena: l’inaspettata sconfitta di Roberto Fico. Una prospettiva che la scarsa affluenza rende ancora più imprevedibile.
Certo è che se davvero a Edmondo Cirielli, attuale viceministro degli Esteri e uomo di punta di Fdi imposto da Giorgia Meloni in Campania, riuscisse il colpaccio per la Premier sarebbe una gran bella boccata d’ossigeno. E non solo perché sarebbe l’ennesima affermazione per di più in terra nemica, quanto per l’opportunità di far scivolare altrove l’attenzione dell’opinione pubblica.
Dopo tre anni di esecutivo Meloni, la sensazione che si avverte è quella di una navigazione a vista. …
L’accelerazione dell’uso delle tecnologie digitali insieme agli obiettivi di sostenibilità sta comportando la necessità di riconsiderare le relazioni all’interno delle aree metropolitane e tra città grandi, medie e piccole. Emerge con urgenza la necessità di un approccio più marcato verso una “sistematizzazione”, verso una visione e una gestione integrata della stanzialità e della mobilità, le due attività di base di una comunità umana. Non ha senso culturale continuare a pianificare e gestire le aree urbane separando le trasformazioni urbane dalla mobilità delle persone e delle merci.
Se esulassimo da specifici riferimenti alla legislazione vigente e alla normativa volontaria, potremmo definire altrimenti la Gestione Informativa Digitale, ovvero l’Information Management, come l’insieme dei metodi, dei processi e dei dispositivi incentrati sui dati e sulle informazioni che permettano di assicurare la completa continuità dei flussi informativi all’interno di un programma di investimento che abbia a oggetto una o più fase del ciclo di vita di un edificio, di una infrastruttura o di una rete.
Parimenti, lo stesso approccio varrebbe per il governo e per la gestione dei processi digitalizzati di una organizzazione declinata nelle attività di sede e sia, complessivamente e singolarmente, nelle singole commesse in cui è coinvolta nei confronti del proprio sistema di alleanze e delle proprie catene di fornitura.
L'EDITORIALE
Punto primo: il settore delle costruzioni è il traino dell’economia e dell’occupazione degli ultimi 4-5 anni. La ricerca Cresme, presentata ieri all’evento della Fillea Cgil, lo conferma dimostrando che, con tutte le attività collegate, pesa per il 30% sull’economia italiana (qui l’articolo di M. Cristina Carlini). Ignorarlo è velleitario.
Punto secondo: non c’è altro settore economico oggi in Italia che abbia carte (e bilanci) in ordine e motori al massimo. Nel dopo-2026 non ci sarà crescita sopra lo zero virgola senza la spinta del settore delle costruzioni, che non è più “il partito dei cementificatori”, ma la leva economica e produttiva che – tramite la rigenerazione urbana e l’infrastrutturazione dei territori – può dare motore e gambe alla modernizzazione delle transizioni ambientale, digitale, demografica e sociale. “Città nel futuro”, organizzata da Ance, è stato il segnale di non ritorno su questa via. La rigenerazione urbana è rigenerazione umana, una cura di cui le città italiane hanno bisogno per tornare a competere ed essere luoghi sicuri di socialità. Le meline, per esempio quella che dura da un anno sulla legge per la rigenerazione urbana, sono stucchevoli perdite di tempo.
Punto terzo: una parte maggioritaria del settore delle costruzioni è pronto a giocare questa sfida di modernizzazione e l’appello congunto lanciato ieri dalla filiera (imprese e sindacati) va in questa direzione. La filiera prende consapevolezza della propria forza e chiede un tavolo alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Punto quarto, è il punto decisivo.
Nel momento in cui ci si rivolge a una platea di interlocutori coinvolti nella gestione dei contratti pubblici, non esclusivamente appartenenti alla amministrazione pubblica, ma certamente coinvolti nelle stazioni appaltanti e negli enti concedenti, sorge un retropensiero che si può riassumere nella seguente domanda: di che cosa si stia parlando?
L’acronimo BIM, almeno sui mercati internazionali, conserva senza dubbio una capacità evocativa molto forte in termini veicolari, ma è palesemente esausto, dovendo lasciare spazio sia alla sua declinazione con altri acronimi (dal DT all’AI) sia essendo riformulato come Data & Information Management (aprendo alla centralità di competenze specialistiche altre da quelle del settore e dei suoi, prevalentemente, utenti).
Il presente contributo è volto all’analisi della riforma riguardante la circolazione dei beni di provenienza donativa contenuta nel D.d.l. Semplificazioni, approvato dal Senato in data 9 ottobre 2025 e ora al vaglio della Camera dei Deputati.
DIARIO POLITICO
L’ultima polemica è sulla patrimoniale. Un evergreen in politica che di tanto in tanto rispunta. Stavolta a riesumarla è stato il piano presentato dal neosindaco di New York Zorhan Mamdani che include anche la tassa per i super ricchi. La leader del Pd Elly Schlein ha ipotizzato di importare a livello europeo la proposta del primo cittadino newyorkese. Lo stesso ha ripetuto anche Maurizio Landini, il segretario generale della Cgil che ha appena indetto per dicembre lo sciopero generale contro la manovra che “toglie ai poveri per dare ai ricchi”.
Gli slogan – al contrario delle soluzioni – non mancano mai. E forse ha ragione Matteo Renzi quando osserva che Schlein ha regalato un insperato assist alla premier, proprio nel momento in cui il Governo incassava una raffica di critiche sulla Legge di bilancio da parte di quelle istituzioni chiamate a offrire il loro consueto parere sull’ex Finanziaria e cioè Banca d’Italia, Istat, Corte dei conti. Niente di esplosivo, ma sufficiente a confermare che il taglietto dell’irpef è poco più di un cerotto e che la tanto sbandierata redistribuzione resta una finzione.
La digitalizzazione, originariamente sotto le vesti del cosiddetto BIM, è usualmente accolta con grandi aspettative nei confronti dell’incremento della produttività degli attori e degli operatori del settore dell’ambiente costruito.
Tale obiettivo è, tuttavia, raramente stato verificato attraverso metriche affidabili, ma, soprattutto, il suo conseguimento è fortemente condizionato da una molteplicità di fattori esogeni che caratterizzano strutturalmente il mercato.
CAPITALE SOCIALE
Con questo intervento, Carlo Borgomeo inizia la sua collaborazione con Diario DIAC. Siamo felici e orgogliosi di averlo come compagno di viaggio, convinti come siamo che lui abbia visto prima e più lucidamente di altri quello che ora sono in molti a vedere e che noi stiamo cercando di raccontare giorno dopo giorno dalla nostra nascita, sedici mesi fa. (giorgio santilli)
Un report dell’Istat del 17 ottobre ha reso noto che in Italia, nel 2023 il valore dell’economia sommersa è stato di quasi 217 miliardi di euro, con un incremento di quasi 15 miliardi rispetto all’anno precedente. Una bella quota del PIL, che mette insieme l’economia criminale (20 miliardi), le sottodichiarazioni e il lavoro cosiddetto nero. Le ore di lavoro nero equivalgono a tre milioni 132mila lavoratori (+4,9% rispetto al 2022). …