RIQUALIFICAZIONE
Case green, l’Ance al lavoro su un nuovo decalogo: incentivi e fondi Ue
In vista del recepimento della direttiva europea sulla casa green, l’Ance sta mettendo a punto un pacchetto di proposte per un piano di riqualificazione energetica. E’ una delle priorità urgenti che la presidente Brancaccio ha indicato nella sua relazione all’assemblea. “Non si può navigare a vista”, ha detto. I capisaldi di queste proposte sono indicati in un decalogo che fissa i punti fermi di questa strategia, dal tema degli incentivi all’uso dei fondi europei e a quello cruciale della governance.
Dieci mosse per un piano di riqualificazione energetica. In vista del recepimento della direttiva europea sulla ‘Casa Green’ (entro maggio 2026) e alla luce delle coordinate impartite da Bruxelles per la predisposizione dei piani nazionali, l’Ance intende imprimere un’accelerazione con un pacchetto di proposte da presentare al Governo e al Parlamento. Il cantiere è nel vivo. I tempi che si è data l’associazione sono stretti – si punta a chiudere entro luglio o, comunque, subito dopo la pausa estiva – e, proprio in occasione dell’assemblea martedì, è stato presentato il decalogo che traccia la rotta del piano. Ad annunciare i lavori in corso è stata la presidente dell’associazione dei costruttori edili, Federica Brancaccio, nella sua relazione. Manca un piano per la riqualificazione energetica, ha denunciato, e “non possiamo permetterci di navigare a vista. Serve una strategia credibile, di lungo periodo, capace di ridurre le emissioni e mettere in sicurezza gli edifici”, Ecco, quindi, le proposte alle quali sta lavorando l’Ance. E’ un pacchetto “equilibrato, da mettere a disposizione di Governo e Parlamento” con “dieci leve concrete per trasformare la transizione ecologica in una vera politica industriale”. E’ una strategia, come ha rimarcato Brancaccio che richiede obiettivi chiari, vincolanti; strumenti per monitorarne l’attuazione; una cabina di regia con una governance integrata e responsabilità condivisa da parte di tutte le istituzioni coinvolte: ambiente, economia e Gse; un mix sostenibile di leve fiscali e contributi diretti. Il tutto all’insegna della flessibilità “per rispondere a esigenze diverse, dal condominio al capannone industriale”.
Si tratta di un lavoro ancora in fieri ma la visione di prospettiva – tanto più necessaria dopo la stagione del superbonus in cui gli interventi sono stati concentrati un periodo ristretto – e i capisaldi sono stati fissati. Il decalogo dell’Ance prende le mosse proprio dalla necessità di indicare obiettivi chiari, vincolanti, misurabili. “Basta promesse generiche: servono target precisi e strumenti per monitorarne l’attuazione”. “Più valore all’addizionalità”, è il secondo punto: ogni euro speso deve generare nuovo sviluppo, nuova occupazione, nuovi investimenti”. Si prosegue con l’accessibilità degli incentivi a tutti: “anche a chi non ha capienza fiscale. Nessuno deve restare escluso per motivi burocratici o reddituali”. Il quarto punto del decalogo punta su un “mix intelligente di leve fiscali e contributi diretti” all’insegna di quella flessibilità, di cui ha parlato Brancaccio, per dare una risposta alle diverse esigenze, Gli incentivi ( siamo al quinto punto) devono essere “trasferibili, sicuri, liquidi” e le regole devono essere “chiare, stabili, garantite: è l’unico modo per ricostruire la fiducia”. Così come (punto sei) servono “garanzie forti e credito agevolato”: “serve un Tltro verde per mobilitare la finanza privata senza scaricare tutto sul bilancio pubblico”. Il decalogo dell’Ance fissa il principio della cumulabilità strategica: gli incentivi devono dialogare con i meccanismi di mercato come Ets2 e certificati bianchi.
C’è poi il tema dei fondi europei: l’Ance sottolinea la necessità di un uso mirato. “Non sprechiamoli in mille rivoli: vanno concentrati su interventi strutturali capaci di moltiplicare gli effetti. “Accelerare davvero il piano nazionale di ristrutturazione edilizia. E’ l’occasione per rigenerare città, quartieri, periferie. Ma va messo a terra”, è la sollecitazione contenuta nel nono punto del decalogo. Last but not least, il decalogo si chiude con il fondamentale tema della governance della strategia di riqualificazione energetica: occorre, sostiene l’Ance, una cabina di regia forte e unitaria: “Mase, Mef e Fnee devono operare insieme con governance integrata e responsabilità condivisa”.