La giornata
Caos in Francia, Lecornu si dimette ma Macron tenta l’ultima chance
- Bis per Occhiuto. Il Centrodestra si aggiudica il secondo round delle Regionali
- Manovra, in vista vertice di maggioranza mercoledì
- Inail, in 8 mesi 674 denunce di morti sul lavoro, aumentano i casi in itinere
IN SINTESI
Francia in pieno caos. Un nuovo colpo di scena si è consumato ieri mattina quando il neo primo ministro francese Sebastien Lecornu ha presentato le sue dimissioni al presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, che le ha accettate ma poi ha deciso di giocare un’altra carta chiedendo a Lecornu di negoziare fino a mercoledì. L’annuncio delle dimissioni è arrivato dall’Eliseo a poche ore – dodici – dalla presentazione della composizione del nuovo governo, subito pesantemente attaccato per la presenza di numerosi esponenti dell’esecutivo precedente. Ieri, Lecornu avrebbe dovuto presentare la sua dichiarazione di politica generale all’Assemblea nazionale. Un terremoto mai visto prima che fa del Governo dell’ormai ex premier Lecornu il più breve nella storia della Quinta Repubblica. “Non c’erano le condizioni per restare primo ministro’, ha ammesso Lecornu, in una breve dichiarazione dopo l’annuncio delle dimissioni, deplorando che i partiti abbiano “fatto finta di non capire quanto” la sua decisione “di non ricorrere all’articolo 49.3 della costituzione rappresentasse una rottura profonda” rispetto ai governi del passato. Un riferimento, in particolare, all’impegno da lui assunto nei giorni scorsi a non usare il suddetto articolo della Carta fondamentale, contestatissimo dalle opposizioni, che dal 2022 ha consentito ai vari esecutivi a trazione macroniana, di far passare le manovre finanziarie senza voto del parlamento. Non ci puo’ essere stabilita’ in Francia “senza un ritorno alle urne e senza lo scioglimento dell’Assemblea nazionale”, ha subto dichiarato il presidente di Rassemblement National e del gruppo Patrioti per l’Europa al Parlamento europeo, Jordan Bardella. “Il Rassemblement National sara’ pronto ad assumersi le proprie responsabilita’ e a governare se i francesi gli concederanno la maggioranza”, ha aggiunto Bardella. Jean-Luc Melenchon, leader de La France Insoumise, ha chiesto “l’esame immediato” della mozione di destituzione del presidente Emmanuel Macron. “A seguito delle dimissioni di Sebastien Lecornu, chiediamo l’esame immediato della mozione presentata da 104 deputati per la destituzione di Emmanuel Macron”, ha scritto su X.
Ago della bilancia in questa crisi sono stati i Républicains (LR), il partito della destra neogollista che finora appoggiava la compagine governativa. ”Non potevamo offrire un ultimo giro di pista” ai macroniani, ha dichiarato il vicepresidente LR, Francois-Xavier Bellamy. Secondo diverse fonti a Parigi, il ritorno a sorpresa di Bruno Le Maire come ministro della Difesa dopo i sette anni passati all’Economia (2007-2024), sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. A sua volta ex repubblicano passato dal 2017 con Macron, Le Maire è inviso a molti suoi vecchi compagni di partito. Molti lo accusano, tra l’altro, di avere pesanti responsabilità, da ex-titolare di Bercy, nella deriva dei conti pubblici e per l’allarmante situazione finanziaria della Francia, che è valsa a Parigi il recente downgrade di Fitch. Non solo. A mandare su tutte le furie i Républicains sarebbe stato anche l’ampio spazio riservato a Renaissance (il partito di Macron) nella nuova squadra (10 ministri contro 4 LR), in contraddizione con quello spirito di ”rottura” invocata dallo stesso Lecornu nel giorno del suo insediamento. Furioso e profondamente deluso dal nuovo esecutivo annunciato domenica sera dal premier, l’attuale ministro dell’Interno e presidente LR, Bruno Retailleau, aveva dunque convocato per le 11 di ieri un consiglio strategico dei Républicains per valutare un’eventuale uscita dal nascituro governo. Ma Lecornu ha voluto giocare d’anticipo annunciando le dimissioni. Nel pomeriggio di ieri Macron e Lecorn hanno avuto un colloquio di circa un’ora. Il presidente della Repubblica avrebbe chiesto , di condurre gli “ultimi negoziati”, entro “mercoledì sera”, ha annunciato l’Eliseo in una nota. “Il presidente della Repubblica ha affidato a Sebastien Lecornu, primo ministro dimissionario incaricato degli affari correnti, la responsabilità di condurre, entro mercoledì sera, ultime negoziazioni per definire una piattaforma d’azione e di stabilità per il Paese”. Ma nel pomeriggio è anche maturato il passo indietro di Le Maire per “consentire la ripresa delle discussioni”. “Stamattina tardi ho proposto al presidente della Repubblica di ritirarmi immediatamente dal governo e di trasferire le mie responsabilità di ministro delle Forze armate al primo ministro uscente”, ha scritto Le Maire, affermando di “sperare che questa decisione consenta la ripresa delle discussioni in vista della formazione di un nuovo governo di cui la Francia ha bisogno”.
Dimissioni che hanno scosso i mercati finanziari della seconda economia dell’Eurozona e delle principali piazze europee. Al termine delle contrattazioni, le Borse europee hanno chiuso all’insegna della debolezza con Parigi maglia nera del Vecchio Continente con l’indice Cac 40 che ha lasciato sul terreno l’1,36%. Milano ha contenuto le perdite sul finale fermandosi a -0,26%. Colpito anche i titoli di Stato, con il rendimento dell’Oat decennale salito al 3,57%, lo stesso livello del Btp italiano. Ieri lo spread tra Francia e Germania ha chiuso ieri a 85 punti base, come quello tra Btp e Bund.
Bis per Occhiuto. Il Centrodestra si aggiudica il secondo round delle Regionali
Vittoria larga del Centrodestra in Calabria. Il governatore uscente si aggiudica il 57,2% mentre lo sfidante del campo largo Pasquale Tridico, europarlamentare del M5s ed ex presidente dell’Inps, si ferma al 41,9%. “E’ sconfitto chi voleva batterci per via giudiziaria”, ha commentato a caldo l’esponente di Forza Italia che si era dimesso il 31 luglio dopo aver ricevuto un avviso di garanzia per corruzione ed aveva subito annunciato la sua ricandidatura. Gli azzurri risultano il primo partito nella regione con il 17,7%, poi il Pd al 14,4% secondo Swg. Brinda alla vittoria di Occhiuto e alla seconda vittoria del Centrodestra, dopo il round delle Marche, la premier Giorgia Meloni. “Anche in Calabria gli elettori hanno riposto la loro fiducia nella coalizione di centrodestra, confermando Roberto Occhiuto presidente della Regione. Un risultato importante a riconoscimento dell’azione di buongoverno che continueremo a portare avanti per il benessere del territorio e dei cittadini. Le mie congratulazioni a Roberto, al quale auguro buon lavoro”, ha scritto in un post su Facebook. “La vittoria di Forza Italia e di Roberto Occhiuto. La vittoria del centrodestra unito. Per la Calabria e per la sua gente”, ha scritto sui social il segretario di Forza Italia, Antonio Tajani.«Ci risulta che FI sia il primo partito in Calabria e oscilla tra il 19 e il 20%, forse è stata la forza politica che ha trascinato la vittoria di Occhiuto. Alle europee in Calabria FI ebbe il 18%». “Tridico, mi ha chiamato, mi ha fatto i compimenti, mi ha augurato buon lavoro, gli ho chiesto di collaborare in qualsiasi ruolo lo ritenga opportuno. Gli ho detto anche che sarebbe utile che pacificassimo questa regione dopo una campagna elettorale con fake news e toni che ci hanno fatto a volte soffrire molto”, ha poi detto Occhiuto parlando al quartier generale di Gizzeria (Catanzaro). “Dall’altra parte – ha sostenuto ancora Occhiuto – si sono presentati con il padre del reddito di cittadinanza che ha proposto un reddito di dignita’ che non si poteva fare, ha proposto l’assunzione di 7mila forestali, l’abolizione del bollo auto, insomma hanno fatto vedere una Calabria che non esiste piu’. Invece – ha spiegato il riconfermato presidente della Regione – c’e’ una Calabria che si sta affrancando dall’assistenzialismo, una Calabria che evidentemente ha apprezzato il nostro modo di fare campagna elettorale: e’ la prima volta che un presidente uscente venga riconfermato e che venga eletto un presidente con queste percentuali. Eppure abbiamo fatto una campagna elettorale onesta, dicendo che in quattro anni non abbiamo potuto avere la bacchetta magica ma abbiamo fatto molto di piu’ che nei decenni precedenti. C’e’ ancora molto lavoro da fare e lo faremo nei prossimi 5 anni, ma – ha rilevato Occhiuto – mi inorgoglisce che i calabresi abbiamo apprezzato qualita’ del nostro impegno”.
“Come abbiamo detto fin dal primo giorno, i conti di questo turno elettorale andranno fatti alla fine. Marche e Calabria sono due importanti Regioni che insieme contano circa 3 milioni di abitanti. Nelle prossime settimane voteranno Regioni come Toscana, Puglia che contano oltre 4 milioni di abitanti ciascuna. O la Campania, con 6 milioni di abitanti, la seconda Regione più popolosa d’Italia e la prima del Mezzogiorno. Solo dopo il 23 novembre potremo fare una valutazione politica ed un bilancio più compiuto”, è la reazione arrivata dal Pd con una nota di Igor Taruffi, responsabile Organizzazione nella segreteria nazionale del partito. “Il primo dato che non può non destare preoccupazione rispetto al voto calabrese è il tasso di astensione – ha detto – che ormai segna strutturalmente un livello di guardia per la tenuta della democrazia che deve interrogare tutti. Il risultato delle elezioni in Calabria è però molto chiaro e ad Occhiuto formuliamo gli auguri di buon lavoro. A Pasquale Tridico va il più sincero ringraziamento per l’impegno e la generosità con cui ha condotto questa campagna elettorale precipitata in piena estate in una partita che sapevamo sarebbe stata difficile e in salita contro il Presidente uscente, oltretutto ricandidato in una campagna elettorale lampo”. Ribadendo l’importanza della coalizione, Taruffi ricorda che “nelle ultime regionali le uniche che hanno cambiato colore sono state Sardegna e Umbria riconquistate dal centrosinistra”.
Manovra, in vista vertice di maggioranza mercoledì
Si dovrebbe tenere mercoledì pomeriggio a Palazzo Chigi, secondo quanto si apprende, un vertice sulla legge di Bilancio. Il confronto tra i leader delle forze politiche di maggioranza, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, servirà, dopo il varo del Dpfp, a fare un punto sulle misure da inserire nella prossima manovra. Oggi cominciano le audizioni delle Commissioni Bilancio di Camera e Senato, presso l’aula convegni del Senato, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del Documento programmatico di finanza pubblica: oggi è la volta di Istat, Cnel e Corte dei Conti. Domani, mercoledì 8 ottobre verranno auditi i rappresentanti della Banca di d’Italia, il Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari; e il ministro dell’economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti. Ieri mattina si è riunita la segreteria nazionale del Partito Democratico per discutere la situazione economica del Paese in vista della Manovra e delle proposte che il partito avanzerà. Durante la riunione – spiega una nota – sono state discusse anche le proposte del Pd per la politica industriale a partire dal Libro verde presentato a luglio, sul quale è intervenuto Andrea Orlando. – Ritardi dalla tutela della salute alle infrastrutture pubbliche e logistica, dal turismo ai giovani e sport. E’ quello che emerge dal maxi check sullo stato di avanzamento delle autorizzazioni di spesa pluriennali di carattere non permanente relative alle spese di investimento relative ai diversi ministeri e contenuto nella Nota illustrativa allegata al Documento programmatico di finanza pubblica. “La rilevazione qualitativa ha offerto alle amministrazioni l’opportunità di esporre la concreta attività svolta e segnalare le eventuali criticità riscontrate. Inoltre, con la rilevazione qualitativa, le amministrazioni hanno potuto comunicare le facoltà di flessibilità che intendono esercitare in fase di proposte con la sezione II del disegno di legge di bilancio”, si legge nel documento.
Lagarde. “Un anno fa il rapporto Draghi, la Ue passi dalle parole ai fatti”
“A un anno dalla pubblicazione del rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea, è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti”. E’ la nuova sollecitazione che giunge dalla presidente della Bce, Christine Lagarde, parlando ieri alla commissione Economica del Parlamento Ue. Intanto, ha sottolineato, “i rischi per la crescita economica sono diventati più bilanciati, poiché la probabilità che si materializzino importanti rischi al ribasso legati ai dazi è diminuita grazie al nuovo accordo commerciale” con l’Ue: “avevamo previsto che ci sarebbero state ritorsioni”, ma “questo non si è verificato” e “di conseguenza, il rischio al ribasso si è certamente ridotto ed è ora più bilanciato”. Gli esperti della Bce prevedono che l’economia europea crescerà dell’1,2% nel 2025, dell’1% nel 2026 e dell’1,3% nel 2027, ha ricordato Lagarde le stime diffuse in occasione dell’ultima riunione del direttivo a settembre. Secondo Lagarde, inoltre, lo scenario globale offre opportunità per rafforzare il ruolo dell’euro. “Il peso internazionale delle valute evolve lentamente. Per decenni il dollaro statunitense è stato la principale moneta globale, mentre l’euro si è ormai affermato come la seconda valuta più utilizzata al mondo”, ha detto. “Tuttavia, il mondo è in transizione”,“i cambiamenti geopolitici e la crescente incertezza delle politiche internazionali ci ricordano che nessuna valuta può dare per scontata la propria posizione globale. In questo contesto, esiste un’opportunità unica per creare le condizioni che rafforzino il ruolo dell’euro sulla scena mondiale”. Lagarde ha spiegato che “le valute internazionali tendono ad apprezzarsi nei periodi di tensione globale, poiché attraggono flussi di capitale verso i beni rifugio. Tuttavia, non esiste un legame automatico tra lo status internazionale di una valuta e il suo tasso di cambio”. “Rafforzare la posizione dell’euro porterebbe vantaggi concreti”, ha aggiunto. “Un uso più ampio dell’euro nelle transazioni commerciali ridurrebbe i costi per gli esportatori e limiterebbe l’impatto della volatilità dei cambi sui prezzi dell’area euro. Inoltre, una maggiore domanda di attività denominate in euro ridurrebbe i costi di finanziamento per famiglie, imprese e governi — un vantaggio che, negli Stati Uniti, viene spesso definito privilegio esorbitante”. “La piena realizzazione dei benefici di un euro più forte richiede però politiche adeguate”, ha concluso Lagarde. “Per cogliere le opportunità evitando i rischi, l’Europa deve fare la propria parte e rafforzare le proprie fondamenta”.
‘Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi sara’ opportuno adottare di vertice in vertice un approccio dipendente dai dati per determinare la politica monetaria appropriata, evitando impegni su un particolare percorso dei tassi’, ha ribadito anche Philip Lane, membro del comitato esecutivo della Bce, intervenendo alla conferenza 2025 della banca centrale sulla politica monetaria. Lane ha precisato che le decisioni sui tassi saranno basate in particolare sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, cosi’ come sulle dinamiche dell’inflazione di base e sulla forza della trasmissione della politica monetaria.’Una conclusione importante dell’aggiornamento della nostra strategia di politica monetaria’ effettuato nel 2025 ‘e’ che una serie di modifiche strutturali rendera’ probabilmente l’incertezza una caratteristica distintiva dello scenario di inflazione per il resto di questa decade’.
Inflazione, Ocse: ad agosto stabile al 4,1%, balzo dei prodotti alimentari al 5%
Il tasso di inflazione annuo nell’area Ocse si è attestato al 4,1% ad agosto, tasso invariato per il secondo mese consecutivo. A salire sono invece i prezzi dei prodotti alimentari aumentati di mezzo punto percentuale, raggiungendo il 5%, il livello più alto da febbraio 2024. Le bollette energetiche sono poi aumentate dello 0,7% ad agosto, quattro decimi in più rispetto a luglio. Pertanto, escludendo dal calcolo l’impatto dei prezzi di prodotti alimentari ed energia, il tasso di inflazione di fondo è sceso al 4,3% ad agosto, in calo di un decimo di punto percentuale. Tra i paesi Ocse, l’inflazione è diminuita in 13 dei 38 membri, è aumentata in 15 ed è rimasta stabile o praticamente stabile in dieci. Per quanto riguarda l’eurozona, l’indice dei prezzi al consumo armonizzato è rimasto al 2% ad agosto per il terzo mese consecutivo, mentre la media del G7 è salita di un decimo di punto percentuale al 2,7%.
Inail, in 8 mesi 674 denunce di morti sul lavoro, aumentano i casi in itinere
Nei primi otto mesi dell’anno, i casi di infortuni mortali (esclusi gli studenti) denunciati all’Inail sono stati in totale 674, con un calo di quelli “in occasione di lavoro” ed un aumento di quelli in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro. E’ quanto emerge dai dati Inail aggiornati ad agosto. In particolare, le denunce di infortunio in occasione di lavoro con esito mortale sono state 488 (-3% rispetto allo stesso periodo del 2024); le denunce di infortuni in itinere con esito mortale sono state 186 (+8,8%). Quanto al numero complessivo delle denunce di infortunio (sempre al netto degli studenti) presentate all’Inail nei primi otto mesi dell’anno, quelle in occasione di lavoro sono state 271.976, in diminuzione dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2024; quelle degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, sono state 61.799, in aumento dell’1,0%. “Tenuto conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall’Istat nei vari anni, con ultimo aggiornamento agosto 2025, e rapportato il numero degli infortuni denunciati in occasione di lavoro (al netto degli studenti) a quello degli occupati (dati provvisori), si evidenzia un’incidenza infortunistica – sottolinea l’Inail – che passa dalle 1.317 denunce di infortunio in occasione di lavoro ogni 100mila occupati Istat di agosto 2019 alle 1.125 del 2025, con un calo del 14,6%. Rispetto ad agosto 2024 la riduzione è del 2,0% (da 1.148 a 1.125)”. In aumento le patologie di origine professionale denunciate all’Inail sempre nel periodo gennaio-agosto che sono state 64.118 (+8,9% rispetto allo stesso periodo del 2024). Tornando ai casi mortali in occasione di lavoro, il calo annuo è legato sia alla componente femminile (le denunce sono passate da 31 a 26) sia a quella maschile (da 472 a 462). Diminuiscono le denunce che riguardano lavoratori italiani (da 383 a 380) e stranieri (da 120 a 108). L’analisi per classi di età evidenzia incrementi delle denunce in particolare nelle fasce: 45-59 anni (da 239 a 263 casi) e 25-29 anni (da 15 a 17). Riduzioni tra i 20-24enni (da 23 a 14), tra i 30-44enni (da 84 a 76) e tra gli over 59 (da 137 a 110). Per i casi mortali in itinere, l’incremento è legato sia alla componente maschile (le denunce sono passate da 147 a 157), sia a quella femminile (da 24 a 29). Aumentano le denunce dei lavoratori italiani (da 137 a 146) e degli stranieri (da 34 a 40).
Ponte sullo Stretto, il Mit: “lavoro spedito, in settimana risposte a Corte dei Conte e Commissione Europea”
Il vicepresidente del Consiglio e Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha incontrato questa mattina al MIT i tecnici e gli uffici competenti del Ponte sullo Stretto. Dalla riunione è emerso che il lavoro prosegue spedito e in settimana saranno recapitati tutti i chiarimenti alla Commissione Europea e alla Corte dei Conti.
Terzo Valico, inaugurati i due nuovi binari del nodo di Genova
Sono stati inaugurati ieri i due nuovi binari del Nodo di Genova che costituiscono il quadruplicamento tra le stazioni di Genova Voltri e Genova Sampierdarena nell’ambito del Progetto Unico Nodo di Genova/Terzo Valico dei Giovi realizzato dal General Contractor guidato dal Gruppo Webuild per conto di Rete Ferroviaria Italiana -Committente dell’intera opera- con l’ Alta Sorveglianza e Direzione Lavori di Italferr (società del Gruppo FS Italiane) e con il coordinamento del Commissario di Governo Calogero Mauceri. La nuova linea consentirà la separazione dei flussi di traffico lunga percorrenza e merci da quelli metropolitani/regionali con il conseguente miglioramento della regolarità del servizio ferroviario del Nodo di Genova e sull’intera rete regionale. Sul treno inaugurale di ieri, partito da Genova Piazza Principe per Genova Voltri e ritorno, sono saliti a bordo Edoardo Rixi, Viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Calogero Mauceri, Commissario Terzo Valico, Nodo di Genova e Campasso, Marco Bucci, Presidente Regione Liguria, Silvia Salis, Sindaca di Genova, per il Gruppo FS gli amministratori delegati e direttori generali Aldo Isi, Rete Ferroviaria Italiana, Dario Lo Bosco, Italferr, Gianpiero Strisciuglio, Trenitalia, Nicola Meistro, Responsabile Operation Rail Italia di Webuild insieme alle Istituzioni centrali e territoriali. Il “Quadruplicamento” ha uno sviluppo complessivo di circa 8.500 metri (gallerie esistenti Doria – Monte Gazzo e nuova galleria Polcevera) e prevede quattro binari complessivi, di cui due esistenti per il traffico metropolitano e regionale sull’attuale linea costiera Voltri – Sampierdarena e due di nuova realizzazione per la lunga percorrenza dedicata al servizio merci e passeggeri, quale completamento della Bretella di Pra’ (ex Bretella di Voltri). L’opera consentirà successivamente la connessione diretta al Terzo Valico dei Giovi per i treni merci e i passeggeri a lunga percorrenza grazie ai due nuovi cameroni di interconnessione di collegamento ai binari.
Per la realizzazione dell’intervento sono state prolungate lato levante le gallerie esistenti Doria – Monte Gazzo (galleria anche denominata Bretella di Pra’ costituita dalla galleria continua a singola canna e doppio binario), con la nuova galleria omonima Polcevera di sviluppo complessivo di circa 3 chilometri che si allaccia alla linea Succursale dei Giovi, in corrispondenza dell’attuale Bivio Polcevera e che confluisce nel nuovo Bivio al quale afferiscono la linea a semplice binario Genova – Ovada e la linea a doppio binario Succursale dei Giovi. Completano l’intervento la realizzazione di due nuovi Punti di Evacuazione e Soccorso rispondenti alle specifiche tecniche di interoperabilità (STI) inerenti alla sicurezza in galleria, uno in corrispondenza dell’imbocco della Galleria Doria lato Voltri (PES Doria) e l’altro in corrispondenza dell’imbocco della Galleria Polcevera (PES Spinola-Raggi).
Da oggi 7 ottobre, la nuova linea sarà utilizzata dai treni Intercity che percorrono la tratta Savona/Ventimiglia – Milano/Levante ligure e dai treni merci sulle relazioni ponente – levante e viceversa, liberando la linea costiera separando così i flussi di traffico in ingresso ed uscita dal nodo di Genova da e per il ponente. Successivamente con il completamento delle attività del nodo di Genova potrà essere incrementata l’offerta da e per Savona/Ventimiglia mentre con l’attivazione del Terzo Valico, i treni merci potranno andare dal porto di Pra’ verso Milano. La circolazione sul nuovo tratto verrà gestita dalla sala circolazione collocata a Genova Teglia, assicurando una visione complessiva della circolazione ferroviaria del nodo, il coordinamento dell’informazione al pubblico e degli eventuali interventi di ripristino in caso di anormalità. Il sistema di segnalamento della nuova linea ferroviaria è stato completato da Hitachi Rail. ‘Il progetto – spiega il gruppo – offre, sulla tratta Voltri-Sampierdarena, un itinerario alternativo ai treni a lunga percorrenza e consente di migliorare il traffico sulla tratta costiera, che potra’ essere dedicata piu’ specificatamente al traffico metropolitano urbano. Il Quadruplicamento della tratta costituira’ la porta di ingresso lato Ponente del costruendo Terzo Valico dei Giovi, che colleghera’ la citta’ di Genova ed il relativo sistema portuale – uno dei sistemi portuali piu’ importanti dell’Unione Europea – alla rete TEN-T europea che termina a Rotterdam, in Olanda, attraversando anche la Svizzera e la Germania’.
Gas Russia, Ue: nell’emendamento dei relatori il divieto anche sui derivati del petrolio
Il divieto di importare petrolio russo dal 2026 riguarderà anche i prodotti petroliferi in arrivo dalla Russia. Lo prevede la versione finale dell’emendamento di compromesso alla proposta per porre fine alle importazioni di gas e gnl dalla Russia, messo a punto dai relatori in commissione Affari giurdici (Juri) del Parlamento Ue. “L’importazione e lo stoccaggio temporaneo di petrolio, compresi i prodotti petroliferi, originari della Federazione russa o esportati direttamente o indirettamente da tale paese, nonché dei prodotti petroliferi ottenuti in un paese terzo da petrolio greggio originario della Russia, sono vietati a decorrere dal 1 gennaio 2026”, si legge nell’emendamento di compromesso. Gli importatori dovranno fornire tutte le informazioni necessarie per stabilire, nel caso del petrolio greggio, il paese di origine di tale petrolio; nel caso dei prodotti petroliferi, il paese di origine del prodotto o, se il prodotto è importato da un paese terzo, il paese di origine del petrolio greggio sulla base del quale il prodotto è stato ottenuto. Gli operatori degli oleodotti dovranno presentare trimestralmente all’autorità nazionale competente dello Stato membro in cui si trova il punto di ingresso una serie di informazioni: una relazione sintetica delle certificazioni di origine per tutti i volumi di petrolio importati; copie di tutti i paesi di origine corrispondenti; la notifica di eventuali discrepanze o sospette falsificazioni. Le autorità competenti degli Stati membri avranno il diritto di effettuare ispezioni e audit in loco dei punti di ingresso degli oleodotti, di richiedere la documentazione completa relativa all’origine del petrolio importato e di esigere misure correttive in caso di non conformità.
Eurostat: oltre la metà di e-car importate in Europa dalla Cina
Nel 2024 oltre la metà delle auto elettriche importate in Europa proveniva dalla Cina, che ha coperto il 55% del totale. Lo certifica Eurostat nei suoi ultimi dati sul commercio di veicoli elettrici e ibridi. La quota risulta stabile rispetto all’anno precedente. Seguono Corea del Sud (16%), Giappone e Stati Uniti (entrambi al 9%), principali partner extra-Ue per le importazioni. Le esportazioni europee di auto elettriche e ibride hanno rappresentato il 28% del totale nel 2024, con un leggero incremento rispetto al 2023. I principali mercati di destinazione sono stati il Regno Unito (31%), gli Stati Uniti (23%) e la Norvegia (11%). In termini di valore, l’Ue ha speso 42,4 miliardi di euro per le importazioni di auto elettriche e ibride da Paesi terzi nel 2024, in calo del 12% rispetto ai 48,3 miliardi dell’anno precedente. Le esportazioni hanno invece raggiunto 57,3 miliardi di euro, segnando una flessione dell’8% rispetto al 2023 (62,5 miliardi). Nel complesso, il 43% delle auto importate nell’Ue nel 2024 era elettrico o ibrido, un punto percentuale in meno rispetto all’anno precedente. Eurostat segnala inoltre che, su 12,1 milioni di auto prodotte nell’Ue nel 2024, quasi un terzo (3,9 milioni) erano ibride o elettriche, un dato leggermente superiore rispetto al 2023 (3,8 milioni). Nello stesso anno, il 13% delle auto prodotte era elettrico, il 6% ibrido plug-in e il 13% ibrido non plug-in. Il valore complessivo della produzione automobilistica europea è stato pari a 322 miliardi di euro nel 2024, in calo rispetto ai 337 miliardi del 2023.
Criteri ambientali minimi, accordo Rse-Struttura del Commissario straordinario ricostruzione
In occasione della Giornata Mondiale dell’Habitat, che richiama l’attenzione internazionale sul diritto fondamentale a un alloggio adeguato e sulla necessità di costruire città e comunità sostenibili, RSE e la Struttura del Commissario Straordinario per la ricostruzione nei territori colpiti dal sisma del 2016 annunciano la sottoscrizione di un protocollo d’intesa finalizzato allo studio e all’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) e dei protocolli energetico-ambientali nazionali e internazionali agli edifici di valore storico-testimoniale. L’accordo, approvato con il Decreto n. 667 del 22 luglio 2025, si inserisce nell’ambito del piano di azioni del tavolo di lavoro avviato da RSE in collaborazione con la Direzione Sostenibilità dei Prodotti e dei Consumi (SPC) del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), avente ad oggetto l’approfondimento e lo studio dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), con particolare attenzione ai CAM Edilizia, e rappresenta un passo importante verso una ricostruzione sostenibile, capace di coniugare efficienza energetica, tutela del patrimonio culturale e benessere ambientale interno. “La firma di questo accordo segna un passo importante nel percorso di collaborazione con la Struttura del Commissario Straordinario. Lavorando insieme potremo mettere la ricerca al servizio dei territori colpiti dal sisma, coniugando innovazione, sostenibilità e salvaguardia del patrimonio storico. Il lavoro congiunto ci per- metterà di elaborare strumenti concreti per una ricostruzione che rispetti l’ambiente, valorizzi la memoria dei luoghi e migliori la qualità dell’abitare”, ha dichiarato Franco Cotana, Amministratore Delegato di RSE. Attraverso l’individuazione di casi studio significativi tra edifici pubblici e privati connotati da valore storico- testimoniale, l’accordo mira a supportare il perseguimento dell’obiettivo del tavolo di lavoro, ovvero lo sviluppo di linee guida operative per l’applicazione efficace dei CAM Edilizia agli edifici storici, promuovendo un ap- proccio metodologico integrato alla riqualificazione energetico-ambientale, rispettoso delle esigenze di con- servazione e della qualità della vita degli abitanti. L’iniziativa, oltre a costituire un contributo concreto al processo di ricostruzione post-sisma, intende offrire anche un’occasione di riflessione collettiva sullo stato dei nostri habitat e sul valore della sostenibilità come elemento imprescindibile per garantire un futuro equo, resiliente e inclusivo
Mobilità, Assosharing: “Integrare sharing mobility con Tpl per arginare utilizzo massiccio auto private, dato incidenti sharing molto basso, 1 ogni 300mila km”
“I dati del 9° Rapporto nazionale sulla sharing mobility confermano che la mobilità condivisa è una realtà consolidata nelle abitudini degli italiani. Tuttavia, il settore sta attraversando una fase di transizione delicata che richiede risposte politiche e istituzionali all’altezza delle sfide. Riguardo al numero di incidenti, si conferma il dato storico molto basso dei servizi di sharing: in media un incidente segnalato ogni 300.000 km percorsi. Si osserva peraltro una riduzione nel 2024 per tutte le tre tipologie di veicoli in sharing: –7% per i monopattini, –54% per gli scooter e –67% per le biciclette. Il monopattino conferma il dato in linea con lo scooter, con valori rispettivamente pari a 0,6 e 0,4 incidenti ogni 100.000 km. Lo ha detto Luigi Licchelli, presidente nazionale di Assosharing, la principale associazione di categoria in Italia dedicata al settore della sharing mobility, che rappresenta una rete di imprese che complessivamente servono oltre 5 milioni di utenti su tutto il territorio nazionale, a margine dei lavori della Conferenza nazionale della sharing mobility, organizzata dall’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility e promossa dal Ministero dell’Ambiente, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, in corso oggi a Roma. “Nel 2024 si sono registrati oltre 50 milioni di noleggi, con una stima di 60 milioni nel 2025. Ma a fronte di una domanda in crescita costante, l’offerta si sta riducendo. Si tratta di un segnale che deve far riflettere: senza un quadro regolatorio stabile, incentivi mirati e una visione nazionale di lungo periodo, rischiamo di frenare uno dei motori più efficaci della transizione ecologica e della mobilità urbana sostenibile – ha aggiunto Licchelli, che analizza anche il tema della concentrazione dei servizi nelle grandi città – È necessario un impegno condiviso tra Stato, Regioni e Comuni per integrare la sharing mobility con il trasporto pubblico locale e per sostenere la diffusione anche nei territori meno centrali. Solo così si potrà evitare un ritorno massiccio all’auto privata, che nel 2024 ha superato 40 milioni di unità in circolazione”.
“Un appuntamento importante per riflettere sull’evoluzione della mobilità condivisa in Italia e sulle sfide che ci attendono nei prossimi anni. Come An.bti – Confcommercio, siamo aperti a tutte le innovazioni e pronti ad accogliere il futuro, ma con realismo e pragmatismo”, ha detto Riccardo Verona, presidente An.bti–Confcommercio, parlando a margine della conferenza. “Per il settore dei bus turistici, oggi e per il prossimo futuro, sostenibilità significa mezzi Euro VI su tutto il territorio nazionale: impatto ambientale vicino allo zero, comfort per i viaggiatori e altissimi standard di sicurezza. Questa giornata, ricca di contenuti e confronto, conferma quanto sia fondamentale costruire insieme un sistema di trasporti più equo, accessibile e multimodale, in linea con le sfide del Piano
sociale per il clima. Come ha ricordato il Ministro Pichetto, la sharing mobility è una delle leve chiave per un nuovo modello di mobilità: l’Osservatorio Nazionale ha il compito strategico di connettere istituzioni, operatori e territori, raccogliendo idee e promuovendo progetti concreti per un sistema sempre più integrato e intermodale. Un ringraziamento particolare agli organizzatori e a IBE – Intermobility and Bus Expo, partner strategico dell’evento, per il contributo alla crescita e al dialogo nel nostro settore”.
Logistica, l’ottava edizione di ‘Un mare di Svizzera’: affidabilità normative e operativa, due must per affrontare le incertezze del mercato mondiale
Incertezza e affidabilità. Queste le parole d’ordine che sono state lanciate oggi a Lugano dal Forum “Un mare di Svizzera” giunto alla sua ottava edizione. In effetti le tre tavole rotonde attraverso le quali sono state declinate le problematiche di finanziamento delle nuove infrastrutture di logistica e trasporto, quelle di sviluppo del sistema portuale genovese e ligure in diretta connessione con la Svizzera, nonchè quella sulle nuove rotte delle materie prime e sui dazi, sono state caratterizzate da questi due fattori. Da un lato la realtà di mercato che costringe a procedere “a vista” affrontando le incertezze ogni qualvolta si presentano. Incertezze derivanti dalla situazione geopolitica, ma anche dagli equilibri sempre più precari in termini dazi, scarsa uniformità normativa, protezionismo. Dall’altro, la necessità sempre più sentita di creare (in primis nei porti italiani) situazioni di affidabilità assoluta in grado di attirare investitori internazionali. “Il bisogno di regole certe – ha affermato il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, così come il Presidente dell’AdSP dei porti di Genova e Savona – rappresenta una priorità assoluta e in questa direzione vanno le scelte compiute nello scalo genovese in tema di concessioni”. E il tema è dirimente per valorizzare gli investimenti presenti e futuri che sono in atto e che dovranno essere varate nel settore delle grandi infrastrutture di trasporto. Secondo uno studio della McKinsey, richiamato nella relazione di Paolo Costa, già presidente della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo – di qui al 2040 dovranno essere attivati investimenti per 36 trilioni di dollari in infrastrutture di trasporto e logistica, e le risorse della Ue con la fine degli effetti del PNRR e con i ventilati investimenti sul riarmo saranno forzatamente limitate. Come emerso con evidenza dagli interventi al Forum “Un Mare di Svizzera 8” sarà quindi indispensabile attivare tutte le possibili opzioni specie di partenariato pubblico-privato, ad esempio indirizzando verso i porti e i retroporti una parte di quei finanziamenti derivanti da fondi pensione che oggi sono stati dirottati, ex lege, verso i venture capital. Il messaggio dell’affidabilità è stato lanciato con forza dal neo Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Matteo Paroli, che citando le recenti delibere per stabilizzare le concessioni e fornire risposte di piena affidabilità agli operatori internazionali. E a Genova il tema dell’affidabilità anche normativa sarà ancora più determinante considerando i 3,3 miliardi di investimenti in atto nonché lo sforzo in digitalizzazione per consentire a quei 2 milioni di container che potrebbero essere attirati verso i porti italiani di scorrere attraverso un sistema logistico efficiente verso le industrie italiane ed europee.
I fantasmi che incombono sui mercati della logistica, dei porti, delle commodities, dei dazi sono molti e difficilmente razionalizzabili: e fra questi fantasmi quello della Cina e del suo ruolo crescente sulle rotte marittime e sul trading è certo prevalente. Con un’Europa che – secondo il parere quasi corale dei partecipanti al Forum – dovrebbe essere più coraggiosa e più realistica, anche nella prospettiva di minacce future alla centralità del Mediterraneo, come quella che potrebbe derivare da uno sviluppo, non casualmente, cinese, della rotta Artica. Quali ricette applicare? Secondo Fabio Regazzi, Consigliere agli Stati e Presidente dell’Unione Svizzera delle Arti e dei Mestieri, le risposte devono essere ispirate a un grande pragmatismo, quello che interessa in Svizzera un pianeta di oltre 600.000 aziende sotto i 250 dipendenti e che potrebbero trovare soluzioni anche in una serie di accordi di libero scambio con India, Cina, Malesia, Mercosur. Nel corso delle tavole rotonde si sono alternati esperti in finanza internazionale come Fabrizio Vettosi (VSL Club), Gabriele Corte (Ceresio Investors), Enrico Loewenthal (Equiter SGR) e l’armatore Stefano Messina (Assarmatori) che ha affrontato con grande pragmatismo il tema dell’investimento in nuove navi. La tavola rotonda sulla portualità e la logistica ha visto la partecipazione di Gianluca Croce (Assagenti), Ignazio Messina (Gruppo Messina), Ugo Patroni Griffi (Professore di Infrastrutture e logistica sostenibili dell’Università Aldo Moro di Bari), Juan Pablo Richards (Hapag-Lloyd), Bruno Pisano (Presidente dell’AdSP del Mar Ligure Orientale) che ha sottolineato l’esigenza di fare sistema per la portualità italiana. Esigenza per altro rimarcata dal Viceministro Rixi che ha preannunciato l’imminente check su tutte le concessioni nei porti italiani. Ultima sessione sulle nuove rotte delle commodities con un quadro tracciato da Giovanni Colotto, Managing Director Rocktree Italia e con la partecipazione, oltre a quella di Fabio Regazzi, di Vincenzo Romeo, CEO di Nova Marine Carriers e di Marco Fiori, CEO di Premuda.
Olt: il 29 ottobre le prime aste per l’assegnazione della capacità Snmall Scale Lng
Olt Offshore Lng Toscana, societa’ controllata da Snam e Igneo Infrastructure Partners, lancia le prime aste per l’assegnazione della capacita’ del servizio Small Scale Lng. Come specificato in una nota, le aste si terranno il 29 ottobre 2025. Sara’ messo a disposizione degli operatori un prodotto composto da 12 slot small scale da 7.500 metri cubi liquidi, che saranno distribuiti mensilmente da novembre 2025 a novembre 2026. Operativamente, il servizio di Small Scale Lng prevede la possibilita’ di caricare Gnl dal Terminale su navi metaniere di piccole dimensioni che potranno rifornire, direttamente in mare, unita’ navali alimentate a gas naturale liquefatto, oppure scaricare il combustibile nei depositi costieri dei principali porti del Mediterraneo. Inoltre, alla luce del fatto che le caratteristiche dell’impianto consentiranno anche di ricevere Gnl da piccole metaniere per essere poi rigassificato e immesso in rete (slot di discarica complementare), tali slot saranno offerti in successive aste. ‘Questa iniziativa rappresenta una novita’ assoluta per il nostro Paese a vantaggio dello sviluppo della filiera del Gnl in Italia che potra’ favorire l’uso di combustibili a minor impatto ambientale, fornendo un contributo alla transizione energetica e alla decarbonizzazione del trasporto marittimo e terrestre’, ha dichiarato Giovanni Giorgi, amministratore delegato di Olt.
Itabus amplia la rete internazionale, entrano nel network Austria e Svizzera
Itabus, società di trasporto su gomma a lunga percorrenza che fa parte del gruppo Italo, rafforza la propria presenza all’estero, incrementando la sua rete internazionale. Dal 16 ottobre, infatti, entrerà nel network l’Austria con le fermate di Graz, Villach e Klagenfurt, la Svizzera servendo le città di Lugano e Zurigo, e sarà inserita una nuova località in Croazia, ossia Fiume. Mete turistiche e città d’affari collegate a tutta Italia, che si aggiungono alle destinazioni internazionali già servite come Lubiana, Zagabria, Chambéry e Lione. Saranno disponibili 4 collegamenti giornalieri per Zurigo e Lugano (collegate a città italiane
quali Milano, Como, Roma, Napoli, Caserta, Firenze, Siena, Bologna, Modena, Parma e Piacenza); sempre 4 per Fiume (connessa con Torino, Milano, Bergamo, Verona, Padova, Venezia, Trieste, Firenze, Roma, Bologna, Ferrara, Napoli, Caserta e Salerno), 2 per Klagenfurt (raggiungibile da Roma, Siena, Firenze, Bologna, Padova, Venezia e Udine), 4 per Graz (con partenze e arrivi dalle città di Napoli, Roma, Firenze, Bologna, Ferrara, Padova, Venezia, Trieste e Lubiana) e 2 per Villach (collegata con Roma, Siena, Firenze, Bologna, Padova, Venezia e Udine). Grazie all’intermodalità treno Italo più bus Itabus, le mete austriache di Graz, Klagenfurt e Villach saranno anche servite dal collegamento multimodale treno più bus, con la comodità di un unico biglietto valido per entrambi i mezzi. Si potrà arrivare in treno fino alla stazione ferroviaria di Venezia Mestre e da lì salire su Itabus in connessione, o viceversa raggiungere con Itabus l’Italia (fino a Mestre) e poi proseguire il viaggio con il treno Italo collegato. “Continuiamo ad espandere il nostro network estero per offrire una rete sempre più estesa e
capillare ai nostri viaggiatori. Dopo aver consolidato l’offerta sul territorio nazionale, stiamo investendo molto sull’internazionale. Un nuovo passo che non sarà l’ultimo, stiamo già studiando nuove mete in Europa per il prossimo futuro” commenta Francesco Fiore, AD Itabus. Ad oggi la società, con 100 bus, serve 112 città in Italia.
Ex Ilva, sindacati: sciopero il 16 ottobre in tutti i siti, inaccettabile il silenzio del Governo
Mobilitazione e sciopero di tutti gli stabilimenti dell’ex Ilva il prossimo 16 ottobre. Lo annunciano i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Ferdinando Uliano, Michele De Palma, Rocco Palombella, condannando fermamente il fatto di aver appreso a mezzo stampa dei contenuti delle offerte presentate per l’acquisto dell’ex Ilva, e in particolare quella di Bedrock Industries, che prevederebbe solo 2000 unità occupate su Taranto e poco più di 1000 negli altri siti. “Riteniamo inaccettabile il silenzio di Palazzo Chigi che, a fronte della richiesta di incontro più volte reiterata degli scriventi, non convochi ancora un tavolo sulla chiusura del bando e le offerte pervenute”. “Non ultimo- aggiungono le sigle – lo strappo avvenuto sulla gestione della cigs dove le scelte unilaterali del Governo hanno di fatto interrotto le relazioni avute fino ad oggi. Per questi motivi abbiamo indetto una campagna di assemblee nei siti del gruppo che culmineranno con una mobilitazione e lo sciopero di tutti gli stabilimenti per il prossimo 16 ottobre. E’ il momento di scelte chiare: il Governo assuma la guida della ex Ilva con un forte intervento pubblico che guidi la transizione ed il rilancio di un’azienda oramai al collasso”.
Banche, ABI: le prossime novità per i bonifici istantanei
Mancano pochi giorni alla seconda tappa prevista dalle nuove regole europee sui bonifici istantanei che consentono di trasferire denaro sul conto del beneficiario in meno di dieci secondi. Dal 9 ottobre, infatti, tutte le banche dell’area euro offriranno i bonifici istantanei in euro da tutti i conti di pagamento e attraverso gli stessi canali usati per disporre bonifici ordinari, ad esempio tramite home banking, mobile banking, sportelli automatici, terminali self-service, filiali o telefono. Dalla stessa data sarà inoltre attivo per tutti i bonifici – istantanei e non – il servizio di verifica del beneficiario (VoP, acronimo dall’inglese Verification of Payee) che aiuta a prevenire eventuali errori di compilazione, scambi di iban o tentativi di frode che potrebbero comportare l’invio di un bonifico a un beneficiario diverso rispetto a quello desiderato. Questa importante novità permette ai clienti di verificare gratuitamente e in tempo reale, prima che il pagamento venga eseguito, la corretta associazione tra il nome del beneficiario e il codice iban inserito, per valutare se procedere con il pagamento o interromperlo per effettuare ulteriori controlli: la banca attraverso una interfaccia semplice e immediata comunica al cliente se i dati coincidono, se la corrispondenza è parziale, se non coincidono oppure se non è stato possibile effettuare la verifica (ad esempio perché il conto indicato è chiuso). Arrivati a rappresentare il 26,42% del totale dei bonifici europei nel secondo trimestre del 2025, i bonifici istantanei offrono il vantaggio dell’immediatezza e della flessibilità dell’operatività. Il servizio, che rappresenta una importante evoluzione del sistema dei pagamenti europei per rispondere sempre meglio alle esigenze finanziarie della clientela, permette trasferimenti in euro tra conti di pagamento all’interno dell’area unica dei pagamenti in euro in meno di 10 secondi, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con disponibilità immediata dei fondi. Le banche italiane sono state tra le prime a mettere questo servizio a disposizione dei loro clienti, dal 2017. Gradualmente implementato dalle banche secondo quanto previsto dal regolamento per garantire uniformità e coerenza di sviluppo a livello europeo, è offerto da tutte le banche dell’area euro che trattano bonifici tradizionali applicando eventuali commissioni non superiori a quelle applicate ai bonifici ordinari.