IL CONFRONTO CON LA CITTA'

Brescia battistrada sull’Agenda urbana 2050. Tiboni: “Una mappa per orientare, unire, rappresentare relazioni, legami, possibilità”

23 Ott 2025 di Giorgio Santilli

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Brescia battistrada sull’Agenda urbana 2050. Tiboni: “Una mappa per orientare, unire, rappresentare relazioni, legami, possibilità”

Brescia è la prima città italiana a dotarsi di una Agenda urbana 2050, prova a fare da battistrada in un percorso sperimentale, proponendosi come modello soprattutto per la città media. Ora entra nel vivo di un momento fondamentale dell’Agenda, il confronto con la città: l’assessore all’Urbanistica, Michela Tiboni, che ha voluto e proposto l’Agenda Urbana Brescia 2050, ieri ha aperto il Public Program, un programma di dialoghi con la città sulle quattro missioni chiave dell’Agenda: sostenibilità, lavoro, insieme e cultura. Il primo incontro, dedicato alla sostenibilità, rendeva però inevitabile anche una riflessione su cosa voglia essere l’Agenda, quale percorso voglia seguire, quali siano le riflessioni che ha suscitato nell’amministrazione e nella discussione con i tecnici e gli esperti e quali siano le criticità di cui far tesoro in questa prima fase di confronto che si chiude a novembre.

“L’idea che sta alla base dell’agenda – ha detto Tiboni – è immaginare insieme un futuro possibile, che si basi su una visione che miri a governare un bene comune, la nostra città, trovando un equilibrio tra i diversi modi di agire, i diversi interessi, e gestendo anche i conflitti che le decisioni possono generare. Sono consapevole che si tratta di un percorso ambizioso, ma forse può essere quello giusto per immaginare una Brescia del 2050 che sia giusta, sostenibile, attrattiva e responsabile”.

L’urbanistica non è soltanto la pianificazione e la progettazione della città fisica, l’urbanistica è capacità di prevedere uno scenario per il futuro della città e provare a far sì che si realizzi facendo leva sulle politiche messe in atto. “Agenda Urbana Brescia 2050 – ha detto ancora Tiboni – deve avere anche questa ambizione: costruire una ‘mappa’ capace di orientare, ma soprattutto di unire. Una mappa che non descriva solo strade, edifici o funzioni urbane, ma che rappresenti relazioni, legami, possibilità. Se riusciremo a far sentire tutti parte di una visione collettiva allora il viaggio verso il 2050 non sarà soltanto un esercizio di pianificazione, ma un vero percorso di comunità”.

Il documento presentato, oltre a ripercorrere i contenuti fondamentali dell’Agenda, evidenzia le riflessioni maturate e le criticità incontrate fino a oggi.

Riflessioni

“È emersa in modo evidente – afferma il documento – la strategicità di aver strutturato il Laboratorio Brescia 2050 come uno urban living lab, a maggior ragione per una città come Brescia, che ha una significativa tradizione nella costruzione di forme di governance condivise”. Può essere interessante, proprio perché Brescia propone il percorso svolto come un modello, elencare quelli che il documento definisce “elementi importanti di riflessione”:

  • consolidare il gioco di squadra che emerge come punto di forza dell’attività della classe dirigente della città;
  • l’importanza di promuovere interviste a stakeholder e rappresentanti della classe dirigente di Brescia, da intendere come momenti di confronto, di vera e propria costruzione dei contenuti dell’AUB 2050 e, più in generale, come momenti funzionali alla costruzione di una governance partecipativa orientata allo sviluppo sostenibile di Brescia;
  • generare un interesse costante e duraturo nelle attività del Laboratorio Brescia 2050, nella prospettiva di proseguire nell’attività di attuazione e monitoraggio dell’AUB 2050;
  • consolidare il ruolo dell’Urban Center Brescia come vera e propria casa della partecipazione della città, che è emerso in modo evidente anche grazie alla posizione strategica della nuova sede, sviluppando strumenti di coinvolgimento costante della cittadinanza ai temi dell’AUB 2050 anche in forma digitale;
  • delineare una strategia di public program che agisca nella prospettiva dello smart living lab come insieme di attività funzionali a costruire un processo generativo e di confronto che sia in grado di fornire costanti stimoli e contenuti per l’AUB 2050;
  • portare il lavoro del Laboratorio Brescia 2050 al di fuori dei contesti consolidati e normalmente associati alle attività di pianificazione e partecipazione del Comune di Brescia, nella logica di entrare nella città.

Criticità

Ancora più interessanti le criticità individuate come tali dal percorso dell’Agenda, per un’esperienza che vuole incidere sui rapporti e sulle prospettive reali della città, fondare politiche radicate nel profondo urbano, distinguersi da esperienze analoghe di puro marketing territoriale. Qui il documento segnala un elenco di criticità considerate come tali dall’amministrazione:

  • la limitata consapevolezza da parte della cittadinanza del livello di servizi pubblici di Brescia in termini quantitativi e qualitativi;
  • la limitata consapevolezza da parte della cittadinanza dello standing di Brescia in relazione alla rilevanza dei settori economici privati e dei servizi pubblici forniti dalla utilities;
  • il differente livello di consapevolezza tra la cittadinanza e la classe dirigente della città in relazione ad alcuni temi che saranno decisivi per il futuro di Brescia: mantenimento del livello e qualità dei servizi pubblici erogati, flessione demografica e invecchiamento graduale della popolazione, le sfide della transizione ecologica e digitale dei comparti manifatturieri, il tema abitativo;
  • il minore coinvolgimento della Gen Zeta alle attività di partecipazione del Laboratorio Brescia 2050.

Il documento traccia anche un primo bilancio del lavoro svolto che evidenzia un livello di forte soddisfazione dell’amministrazione rispetto alle evidenze emerse dalla fase di studio e di pianificazione.  “Il quadro generale che emerge – dice il documento – mette in evidenza il ruolo di Brescia come vera e propria città-laboratorio di politiche innovative per le città medie europee. Brescia emerge per l’innovazione pervasiva e trasversale delle sue politiche urbane”.

Il lungo elenco di positività che segue dovrà essere sottoposto a un esame critico e al confronto con la città che comincia ora. Solo dopo si potrà tracciare un vero bilancio che Diario DIAC è certamente interessato a raccontare e tracciare nelle prossime settimane in tutte le sue luci e le sue ombre. L’Agenda Urbana 2050 merita un confronto che ne testi la reale utilità rispetto agli obiettivi che la stessa amministrazione si pone.

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