LE STIME DI AGICI
In Italia 45mld al 2027 su reti, digitalizzazione e infrastrutture
Dal 2023, gli investimenti complessivi nelle reti elettriche, del gas e del teleriscaldamento sono passati da circa 9 a 10,5 miliardi di euro nel 2024, con un incremento del 18% da parte di multiutility e compagnie energetiche, e del 26% da parte degli operatori di rete. Al 2050, la maggior parte dei 1.010 miliardi ipotizzati come investimenti per il net zero riguarderanno il settore residenziale (715 miliardi, di cui 545 per l’efficientamento energetico).
Le cifre sono a dir poco esorbitanti. Ma restituiscono la dimensione della sfida in corso. Quella di una transizione energetica sicura, valida, dal punto di vista infrastrutturale, distributivo e digitale. Le ultime stime sono quelle elaborate dalla boutique di ricerca e consulenza economico-strategica Agici e presentate ieri al Net Zero Milano 2025: per centrare l’obiettivo di un’economia a zero emissioni nette entro il 2050, saranno necessari ulteriori investimenti per circa 1.010 miliardi di euro per quanto riguarda i settori residenziale, terziario e della mobilità, per un totale di circa 40 miliardi di euro l’anno.
A richiedere la maggior parte di investimenti è il residenziale con 785 miliardi di euro, di cui 545 destinati a interventi di efficienza energetica, seguito dal terziario con 185 miliardi. Per quanto riguarda il settore dei trasporti, sono 110 miliardi gli investimenti richiesti, da destinare principalmente alle infrastrutture: per raggiungere gli obiettivi Net Zero, si stima che dovranno essere installate 17.533 infrastrutture di ricarica e 691 stazioni di rifornimento di idrogeno.
Solo da qui a tre anni, la traiettoria di investimenti in Italia è destinata a crescere con una previsione di circa 14 miliardi di euro investiti nel 2025, 15 miliardi nel 2026 e circa 16 miliardi nel 2027. Fino ad ora, invece, dal 2023 gli investimenti complessivi nelle reti elettriche, del gas e del teleriscaldamento sono passati da circa 9 a 10,5 miliardi di euro nel 2024, con un incremento del 18% da parte di multiutility e compagnie energetiche, e del 26% da parte degli operatori di rete, specialmente nelle aree di digitalizzazione, resilienza della rete, sostituzione e ammodernamento delle infrastrutture, e abilitazione al trasporto di idrogeno e biometano. Guardando un po’ più in la, invece, lo studio stima che entro il 2035 verranno realizzati investimenti complessivi per circa 64 miliardi di euro, di cui 26,4 miliardi provenienti da multiutility e compagnie energetiche e 37,6 miliardi da parte degli operatori di rete.
In ottica europea, spiega Agici, l’Italia è in una ottima posizione grazie al lavoro di Snam, A2a, Terna. Nel resto del continente, lo scorso anno le principali compagnie energetiche europee hanno aumentato del 22% gli investimenti rispetto al 2023, puntando in particolare sulla digitalizzazione, sull’integrazione delle fonti rinnovabili e sull’espansione internazionale. Stando alle stime di Agici, entro il 2028, il volume complessivo degli investimenti previsti in Europa raggiungerà i 66,7 miliardi di euro.
“Nel percorso verso gli obiettivi di Net Zero, gli operatori italiani hanno dimostrato grande reattività nell’adeguare le reti alle sfide presenti e future richieste dalla transizione energetica, collocandosi tra i top performer a livello europeo”, ha dichiarato Marco Carta, amministratore delegato di Agici. “Sebbene la strada sia ancora lunga, il percorso di investimenti compiuti e pianificato per i prossimi anni testimonia come l’importanza e l’urgenza della transizione energetica sia percepita e integrata nelle strategie di sviluppo delle utility italiane”.