Riforma TU edilizia e Regioni, ricordate la legge obiettivo?
Abbiamo scritto il 25 settembre (qui l’articolo) che senza modifica dell’iter approvativo della delelga contenuto nell’articolo 1 del Ddl Salvini di riforma del TU edilizia, quella riforma non farà strada. Da più parti si nota (per primo Giuseppe Latour il 26 settembre sul Sole 24 Ore) che il Ddl (in bozza) non prevede intesa con le Regioni ma solo parere della Conferenza unificata. Il MIT ritiene sia una semplificazione. Ma complicare tutto per poi semplificare dove si scherza con il fuoco, è velleitario. Sarà solo un’altra norma da modificare.
Val la pena ricordare come fu stravolta la prima legge obiettivo del governo Berlusconi (legge 443/2001). Tema identico. Il ministro Tremonti, che ha sempre rivendicato la paternità di quella legge, ha lamentato che da dieci opere strategiche iniziali si fosse arrivati a 220, mandando in tilt la legge. Fu “colpa” delle modifiche introdotte con l’art. 13, c. 3, della legge 166/2002, “che ha mantenuto in capo al Governo l’individuazione delle infrastrutture e degli insediamenti strategici e di preminente interesse nazionale, ma ha elevato il livello di coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome, introducendo espressamente un’intesa”: il virgolettato è della Consulta che usa l’argomento, nella sentenza 303/2003, per respingere i ricorsi delle Regioni contro la legge. Che fu “salvata” con quella pezza messa in corsa dal governo: ma Pietro Lunardi ed Ercole Incalza furono costretti a firmare 21 intese con Regioni e Province autonome.
Oggi siamo allo stesso punto. Se non che le opere strategiche nazionali avrebbero potuto avere qualche appiglio in più di passare a un regime centralizzato, ma non c’è alcuna chance su edilizia, urbanistica e casa, su cui la Costituzione è chiara.
Le Regioni hanno già sparato bordate per dire che nulla si potrà fare senza intesa. Inascoltate da Porta Pia che preferisce le prove muscolari al dialogo. Si dice: altri tempi quelli della legge obiettivo. Ma quando si toccano pesantemente prerogative regionali, non ci sono maggioranze poltiche che tengano. Particolare da tenere a mente: tutte le Regioni, anche la “fedelissima” Regione Lombardia, fecero ricorso contro la legge obiettivo.