REGIONE LAZIO

Lazio, la legge urbanistica va riscritta. I rilievi del Governo

Dal meccanismo del silenzio assenso per una serie di interventi previsti dalla nuova norma agli incentivi volumetrici per diversi immobili, alle disposizioni utili a trasformare sottotetti abusivi anche in b&b o in strutture sanitarie, sono diverse le richieste di modifica arrivate alla Pisana per evitare un eventuale rischio di incostituzionalità. Da parte sua il governatore Rocca ha già fatto sapere che che procederà con le modifiche richieste. Mentre le opposizioni incalzano.

30 Set 2025 di Giusy Iorlano

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Tre ministeri, quelli della Cultura, dei Trasporti e dell’Ambiente sollevano rilievi alla legge per la semplificazione urbanistica, approvata dal Consiglio regionale del Lazio, lo scorso luglio. Dal meccanismo del silenzio assenso per una serie di interventi previsti dalla nuova norma agli incentivi volumetrici per diversi immobili, alle disposizioni utili a trasformare sottotetti abusivi anche in b&b o in strutture sanitarie, sono diverse le richieste di modifica arrivate alla Regione Lazio per evitare un eventuale rischio di incostituzionalità. Da parte sua il governatore Francesco Rocca ha già fatto sapere che che procederà con le modifiche richieste: “Dove noi riterremo che c’è bisogno di modificare lo faremo”, ha detto il presidente. Mentre le opposizioni incalzano.

Di una “norma scritta male”, ha parlato il gruppo Pd al Consiglio regionale del Lazio, di una “sonora bocciatura” invece la capogruppo di Italia Viva in Consiglio regionale del Lazio Marietta Tidei mentre ha parlato di “legge grimaldello per il consumo di suolo e la cementificazione selvaggia, un favore alle lobby edilizie” il gruppo M5S al Consiglio regionale del Lazio.

“È accaduto quello che abbiamo denunciato da oltre un anno: la legge urbanistica voluta dal centrodestra è stata bocciata dal governo Meloni. Tre ministeri hanno sollevato dubbi di legittimità su cantine e garage da trasformare in abitazioni, sugli eccessivi premi di cubatura e sui disinvolti cambi di destinazione d’uso”, ha detto l’ex assessore all’Urbanistica Massimiliano Valeriani.

“Nessuna bocciatura – commenta la presidente della commissione Urbanistica Laura Corrotti – Abbiamo semplicemente recepito le osservazioni dei ministeri e in spirito di leale collaborazione stiamo lavorando per inserire le modifiche richieste. Le strumentalizzazioni dell’opposizione non tengono conto che la legge regionale 12/2025 è composta da ben 29 articoli e modifica oltre 15 leggi regionali”.

Quel che è certo è che la legge andrà riscritta. Quando? «Nel primo veicolo normativo utile». La prossima legge dovrà contenere i cambiamenti sull’urbanistica.

Le modifiche

Una delle modifiche richieste ha riguardato gli articoli 7ter e 7quater, sulla rigenerazione di ambienti urbani degradati. L’intervento, che in questo caso è arrivato dal ministero dell’Ambiente, ha portato al rafforzamento dei richiami normativi alla legge quadro sulle aree protette del 1991, all’eliminazione del vincolo della compatibilità con i piani di gestione e all’unificazione delle opere pubbliche con la riqualificazione urbana.

Non solo. Le condizioni affinché si possano realizzare determinati interventi urbanistici adesso sono due, non più tre: le aree devono essere già antropizzate, con costruzioni, infrastrutture, canali di bonifica, elettrodotti o altre opere a rete e poi devono essere confinanti per almeno due terzi del perimetro con zone urbanizzate o con infrastrutture stradali. Insomma, non possono nascere cattedrali nel deserto. Questo è solo un esempio, ma le richieste di modifiche sono più o meno tutte in questa modalità.

Non è stata messa particolare mano alla parte relativa ai sottotetti o agli scantinati, per esempio, che restano trasformabili in abitazioni anche a scopo turistico. Lo si evince da come è diventato il comma 6 dell’articolo 25: “È consentito il recupero dei volumi, anche accessori, a livello terra, seminterrati e interrati esistenti e assentiti alla data di entrata in vigore della presente legge o realizzati in un’epoca nella quale non era obbligatorio acquisire il titolo abilitativo edilizio a condizione che il fabbricato principale fosse originariamente munito di titolo abilitativo legittimo o legittimato. Il recupero è subordinato, altresì, alla condizione che l’edificio principale sia servito dalle opere di urbanizzazione primaria o da sistemi alternativi conformi alla normativa vigente”. Un testo che differisce dall’originale per questo passaggio, che è stato aggiunto: “o realizzati in un’epoca nella quale non era obbligatorio acquisire il titolo abilitativo edilizio”.

Il precedente

Già la scorsa estate la norma approdata in aula alla Pisana era stata bocciata dallo stesso ufficio legislativo regionale che contestava 20 articoli su 21. Stop sul previsto utilizzo di edifici agricoli dismessi per manifestazioni ed eventi, la realizzazione di piscine e scuderie, i cambi di destinazione d’uso, le novità su cinema e teatri, la sanatoria dei sottotetti, le facilitazioni per le cave. Di qui una quarantina di emendamenti per superare tutti gli ostacoli.

Quindi il via libera a metà luglio, ma senza la parte sul futuro dei cinema, tema questo che ha sollevato una bufera non solo politica, ma anche del mondo della cultura, con l’intervento di attori e produttori contro l’ipotesi della chiusura dei cinema e la loro trasformazione in supermercati.

Rimaste invece le disposizioni già in vigore: la possibilità di arrivare a un 30% ad uso commerciale, destinando il 70% alla cultura. Mentre, per i cinema aperti, è stata introdotta la possibilità di cambio di destinazione d’uso, con varie fasce di percentuale, fino ad arrivare ad un 50% commerciale e a un 50% per attività culturali.

 

 

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