DECRETO LEGGE INFRASTRUTTURE

Piano Mattei, fondi alle imprese in Africa per 604 milioni. Al Mase il comitato sulla Co2

25 giugno

25 Giu 2024 di Mauro Giansante

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Piano Mattei, fondi alle imprese in Africa per 604 milioni. Al Mase il comitato sulla Co2

C’è anche l’energia nel decreto Infrastrutture approvato ieri dal Consiglio dei ministri e che Diario Diac ha visionato. Spazio, infatti, per la ccs – cattura e stoccaggio del carbonio – e il Piano Mattei.

Il comitato per la ccs

All’articolo 8, infatti, il decreto istituisce il “comitato per lo sviluppo della cattura e lo stoccaggio geologico di Co2. Apparterrà al Ministero dell’Ambiente per gestire e aggiornare il registro per il confinamento e lo stoccaggio di anidride carbonica, monitorandone la composizione del flusso prima dello stoccaggio e relazionandone regolarmente.

E’ un organo collegiale, composto da cinque membri, appartenenti a Mase, Ispra e Conferenza Unificata. Il decreto prevede, inoltre, una segreteria tecnica con rappresentanti del Ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, dell’Università e Ricerca, dell’Interno, della Conferenza Unificata, dell’Istituto Superiore di Sanità, di Ispra e del Comitato Centrale per la sicurezza tecnica della transizione energetica e per la gestione dei rischi connessi ai cambiamenti climatici. In via transitoria, invece, sarà il Comitato Ets, integrato di tre componenti, a svolgere le funzioni del nuovo organismo, garantendo così la necessaria continuità delle procedure autorizzative in corso.

“L’istituzione del nuovo Comitato – ha spiegato il ministro Pichetto – ci consentirà di far fronte alle crescenti iniziative in materia, aggiungendo un ulteriore elemento di garanzia tecnico-scientifica allo sviluppo di questa ambiziosa tecnologia, che potrà aiutarci a raggiungere gli obiettivi del Pniec”, che dovrà essere consegnato aggiornato entro quattro giorni. La norma, spiega ancora il Mase, si inserisce nel contesto di un rinnovato interesse per la tecnologia Carbon Capture and Storage quale alleata nelle politiche di decarbonizzazione, specie nei settori hard to abate e dell’ampliamento del sistema Ets sullo scambio delle quote di emissioni inquinanti.

Perché il governo punta sulla ccs

Quella della cattura e stoccaggio di carbonio è una delle chiavi per il mix energetico concepito dal governo in carica per attuare la transizione energetica senza fiancheggiare troppo l’ascesa delle fonti rinnovabili. “L’Italia intende sviluppare la tecnologia di Carbon Capture and Storage (di seguito CCS). Assieme a
Francia e Grecia è stato elaborato e presentato a marzo 2023 un piano regionale a sostegno dello sviluppo delle infrastrutture di CCS nel bacino del Mar Mediterraneo nell’ambito di applicazione del Regolamento TEN-E”, si legge nel Pniec 2023.

Il progetto italiano più importante è quello di Eni e Snam a Ravenna “Callisto Mediterranean Co2 Network – Ravenna Ccs”, da fine novembre scorso inserito dall’Ue tra i Pci (Progetti di interesse comune). Diventerà operativo tra tre anni e, spiega il Cane a sei zampe nel progetto, “sfruttando la grande capacità dei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico, l’hub di Ravenna sarà uno dei siti più grandi al mondo per lo stoccaggio della CO₂ ed il sito di riferimento per il Mediterraneo”. Capacità da 4 Mton/a
come portata di stoccaggio annuo di CO₂ entro il 2030, 16+ Mton/a di portata di stoccaggio annuo di CO₂ oltre il 2030.

Piano Mattei, le nuove risorse: oltre 600 milioni di euro

All’articolo 10, invece, il decreto Infrastrutture prevede nuove e cospicue risorse da destinare alle imprese italiane in Africa. Il Piano Mattei inaugurato a inizio anno dalla premier Meloni prova a farsi concreto.

Nel primo comma si fa riferimento alle “disponibilità del fondo rotativo di cui all’articolo 2, primo comma, del decreto-legge 28 maggio 1981, n. 251, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 1981, n. 394″. Un fondo, appunto, ” istituito presso il Mediocredito centrale un fondo a carattere rotativo destinato alla concessione di finanziamenti a tasso agevolato alle imprese esportatrici a fronte di programmi di penetrazione commerciale (…) in Paesi diversi da quelli delle Comunità europee”.

Al secondo comma, invece, si spiega che il tetto massimo del fondo di cui sopra è di 200 milioni e potrà essere utilizzato dalle imprese legalmente italiane inserite a pieno nel mercato africano. Ad oggi, dal Nord del continente nero fino al Sudafrica sono tanti i partner commerciali con cui abbiamo a che fare. Non solo in termini energetici e infrastrutturali. In tutto, più di 1600 imprese che hanno registrato commerci dal 2017 al 2022 per un valore passato da circa 36 a 70 miliardi di euro, registrando un aumento del 93%. Nel 2023, il valore degli scambi commerciali Italia-Africa ha sfiorato i 60 miliardi, cui sommare gli investimenti italiani in loco per un valore pari a 26,8 miliardi.

Al comma 5, invece, si menziona Cassa depositi e prestiti quale attore chiave per la concessione di “finanziamenti sotto qualsiasi forma, anche congiuntamente al finanziamento bancario o di altre istituzioni finanziarie, prioritariamente a favore di imprese stabilmente operative in Stati del Continente africano, per la realizzazione di interventi nei seguenti settori, in coerenza con le finalità del richiamato Piano Mattei: infrastrutture; tutela dell’ambiente e approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche; salute; agricoltura e sicurezza alimentare; manifatturiero”. Il Fondo di riferimento, normato dalla legge 11/2014 n.125, viene rimpinguato di ben 404,5 milioni di euro.

Urso e Piantedosi in Africa

A proposito di Piano Mattei, in questi giorni i ministri Urso (Imprese e Made in Italy) e Piantedosi (Interno) sono in Africa. Ieri, il primo ha incontrato il presidente dell’Eritrea Isaias Afwerki, il quale ha auspicato un partenariato strategico con l’Italia sulle energie rinnovabili, l’acqua, il manifatturiero e le infrastrutture per lo sviluppo stradale, ferroviario e della portualità. Unitamente, poi, a nuove collaborazioni rispetto all’attività mineraria, all’agricoltura e all’allevamento, al turismo e al trasporto aereo, per il recupero del centro storico di Asmara e in campo sanitario e farmaceutico. “L’Eritrea – aveva detto già lunedì il ministro italiano – è un Paese prioritario per il Piano Mattei”. Piantedosi, invece, è sbarcato in Costa d’Avorio: incontrerà il Generale Vagondo Diomandé, Ministro dell’Interno e della Sicurezza.

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