CITTà IN SCENA
Perugia RIGENERA il quartiere Fontivegge e la stazione: cantieri chiusi con l’inaugurazione di Umbria Academy. Il dirigente Marini (Urbanistica): “Abbiamo portato qualità”
Come in molte altre città anche a Perugia l’area intorno alla stazione ferroviaria mostra forme di emarginazione e degrado. Il quartiere di Fontivegge ospita in realtà anche funzioni direzionali, ad esempio la sede della Regione nella piazza del Bacio progettata negli anni Ottanta da Aldo Rossi. Ma nel complesso la zona ha piuttosto le caratteristiche di una periferia sociale ed esistenziale, se non geografica, di un quartiere storicamente “difficile”. Per contrastare questo stato di fatto il Comune del capoluogo umbro ha messo in campo negli ultimi anni una serie di interventi di riqualificazione edilizia e di rivitalizzazione sociale. Interventi “chirurgici” distinti tra loro, ma pensati con un obiettivo complessivo di rigenerazione urbana. Oggi le opere fisiche sono state ultimate dopo una lunga gestazione iniziata nel 2018 e complicata, come molte altre, dal ciclone covid.
A cantieri ormai chiusi, l’architetto Franco Marini, responsabile dell’Urbanistica del comune perugino, traccia un primo bilancio parlando di un processo di rigenerazione avviato ma ancora lontano dalla conclusione e che, dopo la risistemazione anche percettiva degli spazi, passa ora dall’assegnazione di nuove funzioni e di nuovi contenuti sociali ed economici al quartiere. Uno degli ultimi tasselli di questo percorso, certamente uno dei più significativi, è stata l’inaugurazione martedì 8 luglio della nuova sede di Perugia dell’Istituto tecnico superiore Umbria Academy (istituto post-diploma specializzato in informatica e cybersicurezza): la scuola ha trovato posto nell’ex deposito ferroviario che l’amministrazione comunale ha acquisito nel 2020 da Sistemi Urbani del gruppo FS. Un vecchio edificio in mattoni rossi a lato della stazione, riqualificato rispettandone l’integrità architettonica.
L’intervento complessivo su Fontivegge è costato circa 22 milioni di euro, finanziati grazie al Piano periferie (16,6 milioni), ai fondi Ue di Agenda Urbana (2 milioni) e a un cofinanziamento comunale di 3,7 milioni. Il caso di Perugia è tra quelli presentati nel corso dell’ultima edizione di “Città in scena”, la rassegna di esperienze di rigenerazione urbana, tenuta nel maggio scorso a Firenze.
Numerosi gli interventi realizzati nell’ambito del piano. Intanto la riqualificazione della piazza della stazione, con una pavimentazione e un parziale pedonalizzazione che hanno dato respiro e dignità al vecchio edificio tardo ottocentesco. A poche decine di passi sono stato realizzati il nuovo bus terminal, oggi coperto con una struttura moderna in metallo e vetro, e la pensilina che consente una passeggiata pedonale protetta fino all’ingresso della minimetro di Perugia. Risistemato e piantumato il parcheggio ex metropark. Un intervento di rivitalizzazione riguarda la stessa Piazza del Bacio, dove è stato realizzata una pista da skate e restaurata la fontana. Mentre lì vicino, nella palazzina ex Upim, ha trovato posto la Biblioteca delle nuvole, una delle maggiori in Italia dedicate al fumetto. Sul retro della stazione è stato ristrutturato il sottopasso di accesso, realizzando un nuovo slargo, ed è stato riqualificato anche il vicino parco Vittime delle foibe, con una superficie ora triplicata rispetto al passato (grazie all’esproprio di due ettari di terreno) e nuovi impianti sportivi. Risistemato anche, in direzione del centro storico, l’accesso al parco della Pescaia. La lista delle opere comprende infine la nuova Casa del quartiere, la ristrutturazione di una scuola elementare e quella della Casa degli artisti, l’unico edificio che attende ancora una destinazione definitiva.
“Sostanzialmente i lavori sono terminati e, pur rimanendo il quartiere problematico, il nuovo ITS è un esempio di rigenerazione che deve ora allargarsi e prendere piede, afferma Marini. Non sono stati interventi spot ma elementi di un approccio urbanistico unitario, ci tiene a sottolineare l’architetto, contenuti nel masterplan predisposto dall’amministrazione perugina. L’obiettivo principale è stato quello di portare qualità nei luoghi del degrado e ora questo significa soprattutto incrementare la presenza di attività economiche che contribuiscano a rivitalizzare la zona. E qui il dirigente pubblico chiama in causa i diversi livelli amministrativi e legislativi. “La sfida delle rigenerazione urbana comporta una capacità di integrazione a tutti i livelli per passare dalla riqualificazione delle pietre a quella delle persone. Bisogna mettere insieme tutti i pezzi del mosaico”. La proposta specifica è quella di orientare i contributi pubblici per l’avvio di nuove attività economiche e commerciali in modo da favorire gli obiettivi di rigenerazione. Contributi quindi da assegnare non a pioggia ma in modo mirato laddove si sta investendo per risanare luoghi e quartieri. “Nel dialogo con la Regione cercheremo di porre l’attenzione su questa istanza che potrebbe essere favorita anche da una normativa nazionale”.
Un altro suggerimento chiama in causa il gruppo Fs. “Noi abbiamo acquisito dalle ferrovie l’ex deposito merci della stazione, ora assegnato ora all’ITS, l’area del parcheggio e una palazzina . Si trattava di immobili in stato di degrado e abbandono da decenni, ma ce li hanno ceduti a caro prezzo. Un’operazione che sarebbe stata impossibile senza i fondi del piano periferie”. Anche in questo caso, dunque, sarebbe utile una normativa che propiziasse un maggiore gioco di squadra tra tutti gli attori, specie se pubblici, per agevolare il risanamento delle aree attigue alle stazioni ferroviarie, zone spesso difficili e non solo a Perugia.