Il dibattito tra i governatori

Panetta: “Nessun Paese prospera isolandosi, l’Europa eviti divisioni”

L’isolamento nel commercio internazionale non ha mai funzionato e mai funzionerà e questo vale anche per gli Usa. È la convinzione ribadita dal governatore della Banca d’Italia nel corso di un dibattito al quale hanno partecipato sei governatori centrali. L’appello comune è che l’Europa, a maggior ragione in questo frangente, proceda sulla strada dell’integrazione.

18 Giu 2025 di Maria Cristina Carlini

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“Non vi è alcun vantaggio per un paese a isolarsi” nel commercio, “non ha mai funzionato e mai funzionerà”. Non ha dubbi il Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che torna a mettere in guardia dagli effetti e dai rischi derivanti da una guerra commerciale. “Non c’è nella storia economica del passato di alcun Paese che abbia prosperato chiudendosi al commercio internazionale. La storia degli ultimi 60 anni è una storia di integrazione internazionale e di crescita”, ha detto ieri Panetta parlando all’evento Young Factor: un dialogo tra giovani, economia e finanza promosso da Osservatorio Permanente Giovani Editori in partnership con Intesa SanPaolo, che ha visto la presenza dei sei governatori centrali. Questo “vale ancor più per un paese come gli Stati Uniti che in questo modo “non risolveranno il problema della bilancia dei pagamenti o dell’industria”.

Per  Panetta, “la parola frammentazione non è il futuro, non dobbiamo creare un ambiente frammentato perché sarebbe un ambiente destinato a morire, dobbiamo pensare a un futuro in cui torniamo a integrarci, un futuro di commercio equo e giusto, non dobbiamo isolarci, non dobbiamo rispondere ai tentativi di frammentazione del commercio internazionale isolandoci. Non dobbiamo puntare a creare un’isola che è frammentata da un punto di vista economico e finanziario”. Il messaggio all’Europa è, dunque, chiaro. “La strategia dell’amministrazione Usa” e il suo “atteggiamento molto aggressivo” verso la Ue “sembra poco razionale” ma per cercare una logica si deve guardare alla “competizione fra Usa e Cina”. “Il tentativo dell’amministrazione Usa è quello di cercare di rescindere il rapporto fra Cina e Russia” e, visto che la “Ue ha avuto verso Mosca un atteggiamento molto fermo dopo l’invasione dell’Ucraina” allora Trump, che cerca di “rileggitimare a livello internazionale la Russia”, ha questo “atteggiamento molto aggressivo”.

Al dibattito ieri, oltre a Panetta, hanno partecipato il portoghese Mário Centeno, lo spagnolo José Luis Escrivá, l’olandese Klaas Knot, il tedesco Joachim Nagel, l’italiano Fabio Panetta e il francese François Villeroy de Galhau), oltre al ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina. Comune denominatore sono stati i no alle politiche commerciali degli Stati Uniti, alla necessità che l’Europa proceda sulla strada dell’integrazione. “Tradizionalmente gli Stati Uniti sono stati considerati una terra di libertà. Oggi, mi spiace dirlo, questo è meno ovvio, meno vero. Noi oggi in Europa siamo la terra della libertà”, ha dichiarato Villeroy. Ora è urgente uno scatto europeo verso una difesa comune. “Per evitare le conseguenze avverse di un aumento della spesa dobbiamo farlo a livello europeo” così da “sfruttare le economie di scala in sinergia”, ha sottolineato Panetta.

Ieri, il governatore di Bankitalia ha partecipato anche alla conferenza per i 50 anni di Prometeia. Nel suo intervento ha rimarcato il contesto di “elevata incertezza” che la politica monetaria si trova a dover affrontare. Le proiezioni Bce “per i prossimi mesi indicano un’inflazione che si manterrà ben al di sotto dell’obiettivi del 2% per un periodo prolungato, accompagnata da una dinamica produttiva debole. “A contribuire all’incertezza concorrono, da un lato, i segnali contraddittori provenienti dalla politica commerciale degli Stati Uniti e “il conflitto tra Israele e Iran”.  Come poi  ha spiegato Panetta, “prevedere l’economia, non sarà mai un esercizio esatto. Gli agenti economici, a differenza delle particelle fisiche, reagiscono alle politiche, formulano aspettative, interagiscono strategicamente”. “Durante la pandemia e nella fase di alta inflazione del 2022-23 – i modelli econometrici hanno registrato significativi errori previsivi, riaccendendo il dibattito sulla loro affidabilità” ha ricordato il governatore. “Si tratta di un nodo cruciale: errori rilevanti possono compromettere la tempestività e l’efficacia dell’azione della banca centrale, con effetti concreti sulla stabilità dei prezzi, sulla crescita e sull’occupazione. In realtà, la maggior parte di questi errori – in particolare quelli relativi all’inflazione – è riconducibile all’imprevedibilità degli shock esogeni che si sono verificati in quella fase, legati a fenomeni di natura più geopolitica o ambientale che economica”. Il goveratore ha sottolineato come “l’errore continuerà a far parte del processo. E proprio per questo motivo, il lavoro sui modelli non potrà mai dirsi concluso. Come ricorda una celebre battuta: ‘è difficile fare previsioni, soprattutto quando riguardano il futuro’”.

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