la giornata
La Fed non taglia i tassi. Trump ATTACCA: “Powell uno stupido”
- Giorgetti: “la denatalità è un problema strutturale, ha un impatto sulla sostenibilità finanziaria“
- Pnrr, il Parlamento Ue chiede una proroga di un anno e mezzo per chiudere progetti avanzati
- Meloni: l’Italia è tornata ad essere un mercato attrattivo per gli investitori
- Cdp, parte la nuova operatività verso le imprese più piccole, primi finanziamenti diretti a tre Pmi del Mezzogiorno
- Terna: record storico a maggio, il 56% della domanda elettrica coperta da fonti rinnovabili
- Fibercop colloca bond da 2,8 miliardi
IN SINTESI
La Fed lascia i tassi di interesse invariati, impermeabile alle nuove bordate del presidente usa Donald Trump che ha attaccato di nuovo il presidente Jerome Powell, definendolo “stupido”, mentre era in corso la riunione della banca centrale. L’intenzione della Fed rimane, comunque, quella di procedere nel 2025 a un taglio di 50 punti percentuali a in due mosse. Ma i dubbi aumentano a causa dello scenario carico di incertezze e la convinzione tra i membri della Fed non è così granitica. “L’incertezza sulle prospettive economiche è diminuita ma resta elevata”, ha affermato la banca centrale nel comunicato diffuso al termine della due giorni di riunione. Il pil è previsto in frenata con una crescita nel 2025 dell’1,4% rispetto allo scorso anno e meno dell’1,7% precedentemente previsto. Per il 2026 si prevede un’accelerazione all’1,6%. Il tasso di disoccupazione salirà invece al 4,5% mentre l’inflazione al 3%. “L’economia è in una posizione solida”, ha detto Powell assicurando l’impegno della Fed a perseguire il raggiungimento dei suoi due obiettivi, quelli della stabilità dei prezzi e della massima occupazione. Gli effetti dei “cambi nelle politiche commerciali e di bilancio restano incerti” e la politica monetaria della Fed resta “ben posizionata” per attendere ulteriori informazioni prima di decidere le prossime mosse. Powell non ha reagito ai nuovi attacchi di Trump. “posso nominarmi da solo alla Fed? Farei di sicuro un lavoro migliore”, ha detto Trump che criticato Joe Biden per aver confermato Powell alla guida della Fed. “Mi odia. Non è intelligente e sta costando al paese una fortuna. Dovremmo avere tassi più bassi di 2,5 punti, pagheremmo molto meno di debito. In Europa ci sono state 10 riduzioni, da noi neanche una”, ha incalzato il presidente assicurando che nominerà a breve un successore di Powell, il cui mandato scade nel maggio del 2026.
Giorgetti: “la denatalità è un problema strutturale, ha un impatto sulla sostenibilità finanziaria “
Pnrr, il Parlamento Ue chiede una proroga di un anno e mezzo per chiudere progetti avanzati
In una risoluzione non legislativa adottata con 421 voti favorevoli, 180 contrari e 55 astensioni, il Parlamento europeo chiede una proroga di un anno e mezzo per la conclusione dei progetti in fase avanzata nel quadro del finanziamento dei Pnrr perche’ ‘la scadenza del 2026 del Recovery Fund rappresenta un rischio significativo’. I deputati si dichiarano preoccupati ‘per i tempi ristretti per l’attuazione dei fondi rimanenti, che mettono a rischio il completamento delle riforme previste, dei grandi progetti e dell’innovazione, cosi’ come il raggiungimento del 70% di obiettivi ancora pendenti’. Di qui la richiesta alla Commissione di istituire nuovi programmi, flessibili e in grado di adattarsi ai cambiamenti garantendo al contempo prevedibilita’. Viene inoltre richiesta una proroga di 18 mesi per i progetti in fase avanzata.
Meloni: l’Italia è tornata ad essere un mercato attrattivo per gli investitori
“Costruire una politica di sviluppo a lungo termine significa anche lavorare per creare le condizioni affinché sempre più aziende e sempre più investitori scelgano la nostra Nazione per produrre, creare occupazione, generare benessere. In altre parole, il messaggio che intendiamo lanciare all’Europa e al mondo è tanto semplice quanto potente: ‘Make in Italy’. In altre parole: scegliete l’Italia, perché l’economia è solida e resiliente, c’è un ambiente favorevole agli investimenti e si può contare su sistema industriale e manifatturiero di prim’ordine, che crea valore aggiunto e moltiplica le opportunità”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel messaggio all’AWS Summit Milano 2025, evento dedicato al cloud computing e all’innovazione digitale. “È un messaggio che abbiamo declinato nel provvedimento che riguarda i grandi programmi di investimento esteri in Italia, e che prevede procedure semplificazione e l’individuazione di un unico interlocutore a garanzia di tempi rapidi e risposte certe”, ha proseguito la presidente del Consiglio riferendosi alla decisione assunta dal Cdm lo scorso novembre, che ha riconosciuto l’investimento di Amazon Web Services in Italia come progetto di interesse strategico, nell’ambito della normativa per l’attrazione degli investimenti esteri. “È un’opportunità – ha evidenziato Meloni – che Amazon Web Services ha saputo cogliere, decidendo di investire in Italia un miliardo e 200 milioni di euro per realizzare proprio in Lombardia due campus destinati ai data center. Progetto che il Governo ha dichiarato di interesse strategico, perché contribuirà a rafforzare le infrastrutture digitali della nostra Nazione e produrrà ricadute occupazionali e sociali molto rilevanti”. “La scelta di Amazon Web Services è una delle tante conferme che l’Italia è tornata ad essere un mercato attrattivo per gli investimenti esteri, e può offrire opportunità di sviluppo e di crescita alle grandi come alle medie e piccole imprese, tanto nei settori industriali più tradizionali quanto in quelli più all’avanguardia. Perché siamo l’Italia: siamo stati per secoli la Patria del genio, della ricerca e dell’innovazione, e vogliamo esserlo ancora. Questa è la nostra identità, e intendiamo onorarla”, ha concluso la premier.
Cdp, parte la nuova operatività verso le imprese più piccole, primi finanziamenti diretti a tre Pmi del Mezzogiorno
Prende il via la nuova operatività di Cassa Depositi e Prestiti che rafforza e amplia il proprio sostegno al tessuto imprenditoriale italiano offrendo finanziamenti diretti anche per le piccole e medie imprese. Il Piano Strategico 2025-2027 del Gruppo prevede infatti un maggiore supporto a questo comparto, finora sostenuto da CDP esclusivamente con l’intermediazione del canale bancario e tramite la finanza alternativa. Le prime operazioni sono state realizzate nel Mezzogiorno, a favore di tre società campane. Si tratta di Movisid, attiva nella distribuzione e lavorazione di metalli non preziosi, Tecfi, specializzata nella progettazione e produzione di sistemi di fissaggio metallici e Casaro del Re (gruppo Fattorie Garofalo), azienda impegnata nella lavorazione del latte di bufala per la produzione di formaggi bufalini DOP. Nel dettaglio, Movisid e Tecfi hanno ricevuto 3,5 milioni ciascuna attraverso l’utilizzo della provvista della Banca europea per gli investimenti (BEI) e Casaro del Re ha ottenuto nuove risorse grazie a un’operazione a cui hanno partecipato CDP, UniCredit e Intesa Sanpaolo con la garanzia Growth di SACE. Movisid utilizzerà le risorse per un nuovo sito industriale a Nola (NA) e per l’acquisto di nuovi macchinari innovativi destinati alla distribuzione e trasformazione di prodotti metallici. Tecfi invece amplierà lo stabilimento di Pastorano (CE) con un nuovo fabbricato industriale a ridotto impatto ambientale e realizzerà nuove linee di progettazione e produzione di sistemi di fissaggio metallici. Infine, Casaro del Re svilupperà un progetto di potenziamento delle proprie capacità operative e logistiche per rafforzare la competitività in ambito nazionale e internazionale.
“Con queste prime operazioni – ha dichiarato Dario Scannapieco, Amministratore Delegato di Cassa Depositi e Prestiti – prende il via una nuova fase per CDP che rafforza il proprio ruolo al fianco del tessuto produttivo nazionale. Il nostro obiettivo è continuare a stimolare e sostenere la crescita economica e l’innovazione delle nostre imprese: l’attivazione di strumenti di finanziamento diretto anche alle Pmi, in una logica di complementarità e addizionalità rispetto al mercato, ci permette di rispondere alle mutate esigenze del sistema con un’azione ancora più ampia, mirata e strutturale. È l’inizio di un percorso che parte dal Mezzogiorno e che, in risposta a uno scenario segnato da forti cambiamenti, vedrà CDP ancor più vicina ai territori con l’obiettivo di dare un rinnovato impulso allo sviluppo sostenibile del Paese”.
La nuova operatività di Cassa Depositi e Prestiti a favore delle imprese italiane prevede tra le altre cose che possano accedere a nuove forme di finanziamento diretto tutte le piccole e medie imprese con un fatturato compreso tra 25 e 50 milioni di euro che investono in progetti di crescita con particolare focus su tematiche ESG, innovazione e sviluppo del Mezzogiorno, area ricca di potenzialità e di realtà innovative. L’ampliamento del sostegno diretto alle PMI, modalità di finanziamento sinora prevista solo per le aziende con fatturato superiore ai 50 milioni di euro, si inserisce in un quadro più ampio tracciato dal Piano Strategico 2025-2027, ‘Oggi, per l’Italia del futuro’, di CDP che prevede un rafforzamento del supporto a tutte le imprese italiane anche per promuovere la ricerca, lo sviluppo e per raggiungere i mercati internazionali, con l’obiettivo di continuare a incrementare la competitività e l’innovazione del Paese. Inoltre, nell’ottica di una maggiore vicinanza al mondo imprenditoriale, il Piano ha anche tracciato una ulteriore evoluzione del modello territoriale per essere sempre più il punto di riferimento di aziende e stakeholder.
Consap: in prima linea nella ricostruzione del patrimonio pubblico
Lavoro, Istat: nel 2024 l’occupazione sale al 67,1%, +0,8% sul 2023
Nel 2024 il tasso di occupazione (20-64 anni) sale al 67,1 per cento (+0,8 punti percentuali rispetto al 2023). L’incremento riguarda maggiormente le femmine (+0,9 punti percentuali), ma il divario di genere persiste (57,4 per cento a fronte del 76,8 per cento dei coetanei maschi). A livello territoriale i divari sono evidenti: nel Centro-nord il 74,1 per cento della popolazione nella fascia di età 20-64 anni è occupata, mentre nel Mezzogiorno la quota è pari al 53,4 per cento; gli estremi variano tra il 48,5 per cento della Calabria e il 79,9 per cento della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen. Nel 2023 il tasso di occupazione è cresciuto maggiormente rispetto alla media europea (+1,5 punti percentuali) ed è pari al 66,3 per cento; si riduce il divario dalla media europea, da 9,8 a 9 punti percentuali, tuttavia l’Italia continua a occupare l’ultima posizione della graduatoria dei 27 paesi UE, a circa un punto percentuale di distanza dalla Grecia. Sono dati che emergono dal rapporto 2025 ‘Noi Italia, 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo’, diffuso oggi dall’Istat.Nel 2024 l’incidenza del lavoro a termine scende al 14,7 per cento (-1,3 punti percentuali rispetto al 2023). L’incidenza è più elevata per le femmine (16,1 per cento rispetto al 13,5 per cento per i maschi). La quota dei lavoratori a tempo determinato più elevata si rileva nel Mezzogiorno (20,0 per cento), si sottolinea.Nel 2024 la quota degli occupati part-time scende al 17,1 per cento dell’occupazione totale (-0,9 punti percentuali rispetto al 2023). Nonostante la riduzione della quota sia maggiore per le donne, resta forte il divario di genere (30,0 per cento per le femmine rispetto al 7,5 per cento dei maschi). L’incidenza del part-time è più elevata nel Nord-est (18,1 per cento), in particolare in Trentino-Alto Adige/Südtirol (22,1 per cento). “In Italia nel 2024 i contratti a termine sono stati solo il 14,7%. Una percentuale in calo rispetto al 2023. Scendono anche gli occupati part-time, al 17,1%. I dati Istat confermano un trend del nostro mondo del lavoro e smentiscono una narrazione non fondata sulla realtà. Infatti, quasi il 90% dei nuovi contratti di lavoro creati in Italia negli ultimi due anni sono a tempo indeterminato. Occupazione stabile, non precariato”, ha commentato il ministro del Lavoro Marina Calderone. “A dimostrazione che i nostri interventi sul mondo del lavoro funzionano. Ovviamente c’è ancora tanto da fare, penso sempre a donne, giovani e mezzogiorno. Ma possiamo dire che, dati alla mano, non esiste nessuna emergenza precariato. Il mondo del lavoro va fortunatamente in direzione opposta, alla ricerca di competenze e con la volontà di trattenerle in azienda”.
Inflazione, Eurostat conferma calo all’1,9%
Eurostat conferma che il tasso di inflazione annuale nell’area euro a maggio e’ stato dell’1,9%, in calo rispetto al 2,2% ad aprile. Un anno prima era a 2,6%. Nella Ue 2,2% contro 2,4% ad aprile, 2,7% un anno prima. In Italia 1,7% dopo 2% ad aprile, 0,8% a maggio 2024 (un livello del tasso di inflazione annuale tra i piu’ bassi nella Ue e il piu’ basso tra le economie grandi e medie).
Terna: record storico a maggio, il 56% della domanda elettrica coperta da fonti rinnovabili
A maggio il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato pari a 24,2 miliardi di kWh, valore in diminuzione del 2,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura, porta la variazione a -1,8%. Tale risultato è stato determinato dalla presenza di un giorno lavorativo in meno (21 invece di 22) e da una temperatura media mensile inferiore di 0,6°C rispetto a maggio 2024. E’ quanto emerge dai dati diffusi da Terna. A livello territoriale, la variazione tendenziale di maggio è stata ovunque negativa: -3,1% al Nord,
– 3% al Centro e -1,6% al Sud e Isole. Nei primi cinque mesi dell’anno il fabbisogno nazionale è in flessione dell’1,1% rispetto al corrispondente periodo del 2024 (+0,1% il valore rettificato). L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, è in aumento dell’1% rispetto a maggio 2024 (+1,2% la variazione rettificata). In crescita i comparti della meccanica, alimentari, cemento calce e gesso e cartaria; in flessione mezzi di trasporto, metalli non ferrosi, chimica, ceramiche e vetrarie. Sostanzialmente stabile la siderurgia. In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica destagionalizzato e corretto dall’effetto calendario risulta in diminuzione rispetto ad aprile 2025 (-0,8%). L’indice IMCEI ha fatto registrare per il terzo mese consecutivo una variazione congiunturale positiva (+2,8%), portando il trend in crescita. L’indice IMSER elaborato da Terna sui dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione (E-Distribuzione, UNARETI, A-Reti, Edyna e Deval), e che viene presentato in differita di due mesi rispetto ai dati dei consumi elettrici e industriali, ha fatto registrare a marzo 2025 una variazione negativa del 3,7% rispetto a marzo 2024.
Tornando al bilancio mensile di Terna, nel mese di maggio 2025 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’86,5% dalla produzione nazionale e per la quota restante (13,5%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile è stato pari a 3,3 TWh, -13,7% rispetto al valore registrato a maggio 2024. In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 21 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 55,9% della domanda elettrica (era il 52,8% a maggio 2024): si tratta del dato più alto di sempre. In aumento la fonte fotovoltaica (+27,1%), eolica (+11,3%, dato con segno positivo dopo quattro mesi di flessione) e geotermica (+2%). In diminuzione la fonte idrica (-15,3%), e termica (-5,1%). Nel mese di maggio, in diverse ore le fonti rinnovabili hanno coperto oltre il 100% della domanda. A maggio la nuova capacità rinnovabile è in aumento di 566 MW, -14% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Di questi, 162 MW per impianti collegati in Alta Tensione, 201 MW in Media Tensione e 204 MW in Bassa Tensione. Nei primi cinque mesi del 2025 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 2.650 MW, in flessione rispetto allo stesso periodo del 2024 (-12,1%).
Al 31 maggio 2025 si registrano in Italia 14.708 MWh di capacità di accumulo (valore in aumento del 69,6% rispetto allo stesso mese del 2024), che corrispondono a 6.285 MW di potenza nominale, per circa 803.759 sistemi di accumulo. La crescita nel 2025 dei sistemi di accumulo è guidata dall’entrata in esercizio di impianti grid scale approvvigionati da Terna tramite il meccanismo del Capacity Market. Da maggio 2024, la nuova capacità di accumulo in Alta Tensione è pari a 3.825,78 MWh.
Energia, Pichetto: guardia alta su costi, servono diversificazione e disaccoppiamento
“È costantemente al centro dell’azione governativa il tema del costo dell’energia. Le costanti tensioni internazionali e i possibili impatti sui mercati energetici ci impongono di mantenere alta la guardia e di continuare lungo la linea intrapresa da tempo per la diversificazione delle fonti di approvvigionamento, lo sviluppo di nuova capacità di generazione da fonti e il disaccoppiamento dei prezzi dell’energia elettrica dal prezzo del gas naturale”. Lo ha detto in aula alla Camera il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo, nel corso del question time, a un’interrogazione di Nm su ulteriori iniziative volte a contenere il prezzo dell’energia. “Sempre in ottica futura – ha proseguito –, si mira a creare un assetto di mercato basato più su contratti di approvvigionamento a lungo termine, quali i Ppa e i contratti per differenza, che possono contribuire in modo significativo a sostenere il processo di decarbonizzazione dei consumi energetici dell’industria, anche attraverso l’autoproduzione, e a promuovere una maggiore stabilizzazione dei costi delle forniture, con una minore esposizione alla volatilità dei prezzi dei mercati spot”.
Fibercop colloca bond da 2,8 miliardi
FiberCop ha collocato un prestito obbligazionario per un ammontare complessivo di 2,8 miliardi di euro con scadenze tra il 2030 e il 2032. In una nota il gruppo di infrastrutture di telecomunicazione annuncia di aver fissato con successo il pricing per un’offerta obbligazionaria comprendente 1,2 miliardi obbligazioni senior garantite a tasso fisso pari al 4,750% con scadenza 2030, 900 milioni di euro di obbligazioni senior garantite a tasso fisso pari al 5,125% con scadenza 2032 e 700 milioni euro di obbligazioni senior garantite a tasso variabile con scadenza 2031, con interesse calcolato sul tasso euribor a 3 mesi (soggetto a un floor dello 0%), ricalcolato trimestralmente, maggiorato del 3,00% annuo. L’importo dell’offerta – riporta la nota – e’ stato incrementato da 1,4 miliardi a 2,8 miliardi “a seguito della forte domanda ricevuta da parte degli investitori” e il coupon medio ponderato dell’offerta e’ al di sotto del costo medio ponderato del debito di FiberCop. La chiusura del collocamento delle obbligazioni e’ prevista per il 27 giugno 2025, subordinatamente alle consuete closing conditions. Le Obbligazioni saranno quotate sull’Official List del Luxembourg Stock Exchange e negoziate su Euro MTF Market.
Rinnovato il contratto delle cooperative metalmeccaniche, aumento del 2% sui minimi tabellari
È stato rinnovato, nella notte del 17 giugno a Bologna, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle Cooperative Metalmeccaniche e Impiantistiche. A sottoscrivere l’intesa Legacoop Produzione e Servizi e le organizzazioni sindacali Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil. Un rinnovo di grande rilevanza che interessa circa 300 cooperative e oltre 15.000 soci, lavoratori e addetti in tutta Italia. Si tratta di una firma storica per la cooperazione, che per la prima volta arriva in anticipo rispetto al rinnovo del contratto di Federmeccanica-Assistal, dando un importante segnale nel panorama contrattuale del settore.
L’intesa prevede un aumento del 2% garantito all’anno sui minimi tabellari per tutta la durata quadriennale del contratto, con il mantenimento della clausola di salvaguardia che adegua i minimi all’IPCA-NEI consuntivo. Viene inoltre introdotto un meccanismo di recupero volto a garantire sostenibilità in caso di rialzi anomali dell’IPCA-NEI nel quadriennio. Si ampliano i congedi parentali e viene introdotta una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario per lavoratrici e lavoratori over 50 e turnisti. Il nuovo CCNL propone una lettura nuova e ampliata del concetto di welfare, con significativi investimenti in previdenza complementare, assistenza sanitaria integrativa e flexible benefits. Per la prima volta nel settore viene introdotta una copertura assicurativa per la non autosufficienza (Long Term Care). Grandi innovazioni anche sulla parte normativa e sul mercato del lavoro, con – fra le altre – l’introduzione di un consistente numero di causali che permettono l’estensione da 12 a 24 mesi dei contratti a tempo determinato. “La cooperazione metalmeccanica – dichiara Olmo Gazzarri, capodelegazione trattante di Legacoop Produzione e Servizi – dimostra con questo rinnovo due elementi: che anche in questa fase complicata del mondo e del lavoro in Italia, le cooperative del settore non rinunciano a rinnovare il contratto nazionale, valorizzano la propria specificità e distribuiscono valore alle persone che le animano ogni giorno. E che relazioni industriali mature e stabili fanno fare passi in avanti a socie e soci, lavoratrici e lavoratori, sindacati e imprese cooperative, tutti insieme”. “Questo rinnovo contrattuale, il primo nel settore – dichiarano Gianmaria Balducci, Presidente di Legacoop Produzione e Servizi, e Andrea Laguardia, Direttore – rappresenta ancora una volta la responsabilità che Legacoop Produzione e Servizi mette nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori. Le cooperative industriali sono le imprese più longeve del nostro Paese, radici che partono dalla fine dell’800 e rappresentano l’espressione massima del principio che vede il lavoro e il capitale nelle stesse mani. La difesa del potere di acquisto è anche una nostra priorità. Auspichiamo che questo rinnovo faccia da apripista al rinnovo degli altri CCNL del settore”.
Aree interne, Foti: speso il 38% di risorse stanziate per il 2014-2020, il problema è la programmazione
Ad oggi, a fronte di 1.200 milioni stanziati per quanto riguarda la politica delle aree interne 2014-2020, i progetti presentati sono 5.814, ma gli impegni di spesa sono pari a 744 milioni e i pagamenti a 446 milioni: siamo, in termini di spesa, al 38%. Se avessimo questo dato per il Pnrr, penso sarei stato fortemente criticato”. Lo ha detto in aula alla Camera il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di Coesione, Tommaso Foti, rispondendo, nel corso del question time, a un’interrogazione del Pd sulle iniziative volte a contrastare il fenomeno dello spopolamento delle aree interne. “Ad oggi, complessivamente, oltre quelli a cui facevo riferimento, ci sono 800 milioni che devono essere ancora spesi”, ha proseguito il ministro. “Il problema – ha aggiunto – è evidentemente di programmazione. Non a caso, per le aree del Mezzogiorno sono state assunte 2.200 persone, con contratto a tempo indeterminato, per favorire la progettazione e il sostegno dal punto di vista amministrativo ai comuni che oggi non hanno la possibilità da soli di far fronte a un’attività progettuale”.
Expo 2025 Osaka, è online il Padiglione Italia Virtuale
È online il Padiglione Italia Virtuale che rappresenta l’occasione per tutti di visitare da remoto, grazie a un’esperienza digitale immersiva basata su tecnologia VR e 3D, lo spazio allestito ad Expo 2025 Osaka. Il progetto, sviluppato da Almaviva ed EY, sponsor del Padiglione Italia, rappresenta un esempio concreto di come la tecnologia sia uno strumento volto all’accessibilità e all’inclusione, utile a promuovere il Sistema Italia e a diffonderne cultura e valori. “Da oggi il Padiglione Italia è visitabile anche online grazie al Padiglione Italia Virtuale” ha dichiarato il Commissario Generale per l’Italia a Expo 2025, Mario Vattani “Utilizzare gli strumenti digitali arricchisce, senza sostituire, la visitor experience reale permettendo anche a chi non può visitare il Giappone di scoprire le principali opere d’arte ed innovazioni che portiamo ad Expo 2025 Osaka e partecipare agli eventi che quotidianamente proponiamo all’interno del Padiglione Italia”. Il Padiglione Italia Virtuale è una riproduzione 3D interattiva delle aree più significative del Padiglione Italia. È accessibile da mobile e anche con dispositivi VR, con avatar personalizzabili, una versione multilingua e un design futuristico e inclusivo. Gli utenti possono esplorare ambienti digitali, interagire con contenuti multimediali e partecipare ad una serie di eventi, scoprendo il meglio del Made in Italy, dalla cultura alla scienza, dalla sostenibilità allo spettacolo. La visita virtuale non è una semplice copia dell’esperienza reale, vuole immergere il visitatore del Padiglione Italia in modo alternativo e complementare. Pur riproducendo in gran parte quanto davvero contenuto nello spazio espositivo reale, con finezza di dettaglio, offre un’esperienza nuova dal valore proprio.
Il Virtual Expo del Padiglione Italia si articola in tre aree principali: Area Welcome: un ingresso scenografico porta l’utente a scoprire l’arte del genio italiano, opere uniche riprodotte in 3D e contenuti multimediali. Dell’Atlante Farnese, del Caravaggio, dell’Aereo Ferrarin, del Michelangelo e delle carte del Leonardo Da Vinci si possono ammirare i dettagli in una visita virtuale che regala emozioni reali. Lo spazio è realizzato con elementi estetici curati, che richiamano il soffitto a cassettoni, le arcate con vista sull’ambiente naturale e una serie di gradinate in cui sono esposti e trovano posto oggetti in 3D. Dalla prima grande sala si accede all’area delle Regioni italiane. Area Regioni: uno spazio dedicato alle realtà territoriali italiane, presenti ognuno con uno spazio dedicato per rappresentare con loghi 3D, video e immagini, la tipicità della nostra Nazione. Area Sponsor: uno spazio circolare con aree personalizzate per ciascuna delle nostre aziende – suddivise in Bronze, Silver, Gold, Platinum, Diamond – in cui fruire di contenuti video, immagini e modelli 3D creati ad hoc per valorizzare i brand Made in Italy. La realizzazione tecnica è frutto della collaborazione e sinergia tra Almaviva ed EY che hanno, sotto la guida del Commissariato per l’Italia a Expo 2025 Osaka, curato l’architettura, l’esperienza utente e la strategia di comunicazione digitale, insieme alla realizzazione e modellazione 3D.
“L’innovazione digitale apre l’accesso alla bellezza, supera i confini fisici e rafforza il racconto identitario di un’Italia creativa, visionaria e senza tempo, capace di unire tradizione e futuro attraverso il linguaggio universale della tecnologia” ha commentato Antonio Amati, Deputy CEO Divisione IT Almaviva. “Digitale e realtà immersiva offrono un nuovo modo per condividere il genio italiano nel mondo, per rendere accessibile l’arte, il know how industriale e produttivo e la cultura italiane a un pubblico globale”. “Il Padiglione Italia Virtuale è la dimostrazione di come la tecnologia possa abbattere le barriere fisiche e culturali, offrendo una piattaforma immersiva in grado di raccontare l’Italia al mondo” ha dichiarato Giuseppe Perrone, Consulting AI&Data Leader di EY Italia e Blockchain Leader di EY EMEIA. “Questo progetto rappresenta un esempio concreto di come l’innovazione digitale possa diventare uno strumento strategico per aziende e istituzioni per generare valore, visione e connessioni durature”.
Unioncamere: far crescere l’empowerment economico femminile per contrastare la violenza di genere
Sono oltre 1 milione e 300mila (il 22,2% del totale); in tre casi su quattro operano nel terziario; sono mediamente più piccole per dimensioni e più giovani e sono diffuse soprattutto nel Centro-Sud. E’ la fotografia delle imprese femminili presentata da Unioncamere nel corso dell’Audizione presso la Commissione bicamerale d’inchiesta sul femminicidio e sul contrasto alla violenza di genere. Le imprese femminili – in crescita dello 0,4% rispetto al 2014 – presentano caratteristiche peculiari. Prevalgono forme giuridiche poco strutturate (il 60,5% delle imprese femminili è costituito da ditte individuali contro il 47,3% delle non femminili). I tassi di sopravvivenza sono leggermente inferiori alla media: a 5 anni dalla nascita ne rimane attivo il 72,3%, contro il 77,3% delle imprese maschili. Nel lungo termine il divario si accentua (sopravvive il 67,5% delle aziende “rosa” oltre i 5 anni, contro 73,1% di quelle a guida maschile). Non hanno un rapporto facile con il sistema del credito. “L’azione di formazione, informazione e mentoring portata avanti dal sistema camerale si configura come un fattore abilitante fondamentale per il successo dell’imprenditoria femminile”, ha sottolineato il vice segretario generale di Unioncamere, Tiziana Pompei. “Accompagnare le donne nel percorso imprenditoriale – dalla fase dell’idea fino alla crescita su mercati più ampi – significa non solo favorire lo sviluppo economico inclusivo, ma anche dotarle di strumenti di autodeterminazione. Ogni donna che riesce a creare e far prosperare la propria impresa diventa infatti più libera, più autonoma e meno vulnerabile a ricatti o violenze di natura economica. In quest’ottica, investire sulle donne che fanno impresa costituisce a tutti gli effetti una strategia di prevenzione della violenza di genere: promuovere l’empowerment economico femminile equivale a rimuovere alcuni dei presupposti che alimentano le disparità e possono sfociare in abusi”. Una analisi, effettuata da Unioncamere tramite il proprio Centro Studi G. Tagliacarne e la società di sistema Si.Camera, mostra che poco più di un’impresa femminile su tre fa ricorso a finanziamenti bancari (un dato analogo a quello delle imprese maschili). Inoltre, 3 imprenditrici su 4 hanno avviato la propria attività utilizzando esclusivamente capitali personali e familiari, mentre solo circa una su quattro ha fatto ricorso a un prestito bancario per l’avvio dell’impresa (26,9% delle imprenditrici, a fronte di un 22,4% tra gli uomini). Infine, l’utilizzo di strumenti finanziari alternativi o complementari al credito bancario appare estremamente limitato: meno dell’1% delle imprese – indipendentemente dal genere del titolare – dichiara di essersi avvalsa di canali come investitori informali (business angels, venture capital) o piattaforme di microcredito e crowdfunding, segno di un ecosistema finanziario ancora poco diversificato per le piccole imprese.
Questa situazione di basso indebitamento volontario, che indica che le imprenditrici tendono a mantenere un’elevata autonomia finanziaria, può però rappresentare un freno alla crescita. Difficoltà soprattutto di carattere burocratico emergono anche nell’accesso a finanziamento o incentivi pubblici, come mostra l’indagine realizzata nell’ambito del Piano Nazionale Imprenditoria Femminile da Unioncamere – Si.Camera – Centro studi G. Tagliacarne.Oltre metà delle imprese (maschili e femminili) che hanno usufruito di incentivi segnalano difficoltà nella gestione delle relative procedure: le imprenditrici, in particolare, lamentano come principali barriere la complessità delle pratiche amministrative (indicata da circa 1 impresa su 3 fra quelle che hanno richiesto sostegni) e le tempistiche eccessivamente lunghe per ottenere materialmente le agevolazioni (segnalate da più di un’impresa su 10). Oltre che sul fronte dello sviluppo paritario e sostenibile attraverso l’incremento della cultura d’impresa, Unioncamere è anche impegnata per la cultura della parità, in quanto soggetto attuatore del progetto finanziato dal PNRR sulla Certificazione della parità di genere nelle imprese. Dopo un inizio in sordina, i numeri descrivono uno scenario in rapida evoluzione e particolarmente vivace: ad oggi le certificazioni rilasciate alle imprese sono 7.960, con un aumento significativo rispetto al 2022 quanto se ne contavano circa un centinaio. Sono state 3.406, invece, le domande complessivamente pervenute dalle Pmi a valere sui due avvisi pubblici presentati da Unioncamere. Il progetto punta non solo al superamento del gender gap e all’aumento dell’occupazione femminile, e quindi accresce la competitività delle imprese, ma anche alla trasparenza delle imprese e della loro organizzazione. Questo impedisce che discriminazioni, pregiudizi e stereotipi rimangano nascosti e difficili da dimostrare nei casi in cui si voglia far valere i propri diritti.
Casa, Jorgensen a Parigi: piano alloggi accessibili in arrivo
Il commissario europeo per l’Energia e l’Edilizia abitativa, Dan Jorgensen, ieri e oggi a Parigi per discutere degli sforzi dell’Unione europea per abbassare i prezzi dell’energia, accelerando al contempo la transizione pulita e affrontando la crisi immobiliare. Questa mattina il commissario Jorgensen ha tenuto un incontro bilaterale con il ministro francese dell’Industria e dell’Energia, Marc Ferracci, e più tardi incontrerà la presidente dell’Autorità francese per l’energia (Cre), Emmanuelle Wargon. Procedere verso un sistema energetico europeo più decarbonizzato e interconnesso è fondamentale per completare l’Unione dell’energia. La Commissione sta lavorando alla presentazione del primo Piano europeo per l’edilizia abitativa a prezzi accessibili, per sostenere i Paesi, le regioni e le città dell’Unione europea nell’aumentare l’offerta di alloggi a prezzi accessibili e sostenibili e migliorare l’accesso agli alloggi per le persone in difficoltà. Più tardi Jorgensen visiterà la Caserne de Reuilly, un progetto di riqualificazione urbana che fornirà alloggi a prezzi accessibili nel centro di Parigi. Domani avrà un incontro con il ministro francese per l’Edilizia abitativa e lo Sviluppo urbano, Valérie Létard, e con la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, su questa sfida cruciale che riguarda milioni di europei. La Commissione europea è impegnata in un processo di consultazione inclusivo con le autorità a tutti i livelli e le parti interessate, prima di presentare il suo piano, il prossimo anno.
Rifiuti, rapporto Raee: Nel 2024 trattate oltre 540 mila tonnellate
Il Centro di Coordinamento Raee presenta il report Gestione Raee, il documento che analizza i flussi di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee) trattati nel 2024 dagli impianti autorizzati su tutto il territorio nazionale. Il rapporto, disponibile da oggi sul sito www.cdcraee.it nella sezione Rapporti gestione Raee. Nel 2024 gli impianti di trattamento italiani hanno trattato complessivamente 540.854 tonnellate di Raee, in crescita del 5,9%, oltre 30mila tonnellate in più rispetto al 2023. Il risultato positivo è trainato in particolare dalla crescita dei Raee di origine professionale che segnano un incremento significativo del 18,4% rispetto all’anno precedente, raggiungendo le 170.269 tonnellate (contro le 143.798 del 2023). Il dato è doppiamente positivo in considerazione della flessione registrata l’anno precedente. Più stabile, ma comunque in crescita e anch’esso in controtendenza rispetto al trend negativo del 2023, il flusso dei Raee domestici, che nel 2024 ha raggiunto quota 370.585 tonnellate, con un incremento dell’1% rispetto all’anno precedente.
In termini di incidenza sul totale dei volumi trattati, i Raee di provenienza domestica continuano a rappresentare la maggioranza assoluta (quasi il 70%) seppure in lieve flessione rispetto al 2023, mentre il restante 30% si compone di Raee professionali.
Clean Industrial Deal, Séjourné: prossima settimana primo pacchetto su aiuti di Stato
In riferimento al Clean Industrial Deal “abbiamo un primo pacchetto per dare trazione al Deal, in particolar modo per gli aiuti di Stato, che sarà presentato la settimana prossima dalla Commissione Ue. Sarà accompagnato da una comunicazione pubblicata lo stesso giorno che riguarderà l’energia, le fiscalità e il Cbam”. Lo ha detto Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega all’Industria e al mercato unico, intervenendo nella plenaria di Strasburgo del Parlamento Ue per il dibattito sul Clean Industrial Deal.
M.C.C.