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Appalti digitali, Assorup-Ibimi al governo: un piano straordinario
Il protocollo prevede l’istituzione di un Comitato congiunto che definirà un piano operativo condiviso, aggiornato ogni sei mesi. L’accordo è aperto all’adesione di altre realtà associative. L’appello congiunto all’esecutivo: “serve un piano straordinario per la digitalizzazione degli appalti pubblici, centrato sulla formazione continua dei Rup, sulla standardizzazione dei processi openBim e sull’adozione obbligatoria di strumenti interoperabili. Non basta un software o una piattaforma”.

Daniele Ricciardi (Assorup) e Lorenzo Nissim (Ibimi)
Più che una questione normativa, la sfida per l’Italia è culturale. Il settore è quello degli appalti e la mission è la digitalizzazione. “Il 2024 è stato l’anno della digitalizzazione della pubblica amministrazione con il più alto livello di investimenti nella Pa”, ha ricordato l’Onorevole di Fdi Massimo Milani (Segretario della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici), aprendo la conferenza stampa cornice dell’intesa Assorup-Ibimi siglata venerdì alla Camera dei deputati. Da un lato, Ibimi building smart Italia quale unica Associazione italiana di professionisti Bim iscritta nei registri del Mimit ai sensi della Legge 4/2013. Dall’altro, Assorup quale Associazione Nazionale dei Responsabili Unici del Progetto, con 123 mila funzionari e dirigenti pubblici che negli ultimi tre anni hanno gestito contratti per oltre 1.000 miliardi di euro.
L’intesa prevede una strategia di accompagnamento della Pubblica Amministrazione nel processo di digitalizzazione degli appalti pubblici, in linea con quanto previsto dal nuovo Codice dei Contratti Pubblici. Un percorso ancora molto lungo, ha continuato Milano nella sua introduzione, nonostante i risultati dello scorso anno perché “numerose stazioni appaltanti non risultano ancora adeguatamente digitalizzate. È fondamentale estendere l’innovazione anche alla fase di progettazione delle opere – ha aggiunto – con l’obiettivo di costruire una banca dati unitaria dei progetti”.
Ma cosa c’è nell’accordo Assorup-Ibimi? Il protocollo prevede l’istituzione di un Comitato congiunto che definirà un piano operativo condiviso, aggiornato ogni sei mesi. L’accordo è aperto all’adesione di altre realtà associative che condividano gli stessi obiettivi, con l’intento di creare un fronte comune per la modernizzazione della Pubblica Amministrazione. Lorenzo Nissim ha parlato poi della necessità di diffondere la cultura digitale all’interno della Pubblica Amministrazione, attraverso percorsi formativi dedicati ai Rup e ai tecnici pubblici. Ancora: “E’ importante offrire un supporto tecnico e metodologico alle pubbliche amministrazioni, per accompagnarle nella transizione verso processi digitalizzati”. Centrale, secondo Nissim, è anche l’adozione di standard digitali aperti, fondamentali per assicurare interoperabilità, efficienza e trasparenza. Infine, va ribadito “il valore di un dialogo costruttivo tra pubblico e privato, capace di superare approcci frammentati e di promuovere una visione più integrata e sistemica”.
Per Daniele Ricciardi, presidente di Assorup, “il Bim rappresenta un motore di cambiamento culturale profondo. C’è la necessità di coinvolgere attivamente i responsabili della transizione digitale e di favorire l’esternalizzazione del Rup, consentita dal correttivo al Codice, nel caso manchino competenze professionali adeguate per innovare nelle costruzioni”. Ancora, riferendosi al recente Decreto Infrastrutture, Ricciardi ha quindi osservato che “non basta aggiungere norme e occuparsi di incentivi ai dirigenti, è necessario investire in persone e tecnologie anche per opere minori rispetto al “Ponte sullo Stretto”. Infine: “è meglio parlare di innovazione digitale, piuttosto che di digitalizzazione. Perché è un termine abusato ormai”.
Prossimi passi? Al governo, Ricciardi e Nissim hanno Nissim e Ricciardi hanno poi congiuntamente chiesto l’attivazione di un piano straordinario per la digitalizzazione degli appalti pubblici, centrato sulla formazione continua dei Rup, sulla standardizzazione dei processi openBim e sull’adozione obbligatoria di strumenti interoperabili. “Non basta un software o una piattaforma – ha aggiunto il Presidente Nissim – ma serve un cambio di cultura che parta dalle persone, sostenuto da una rete competente e coesa”.