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L’e-building di Cucinella per Ferrari: utopia, armonia e bellezza convincono il grande pubblico più dell’architettura

Tra le utili iniziative della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura metterei senza dubbio il bando destinato a finanziare i festival dell’Architettura, quest’anno giunto alla terza edizione. I festival servono a raccontare ai non addetti ai lavori quanto sia importante la buona progettazione del territorio, delle città, dei quartieri e degli edifici in cui viviamo. Uno, il recente Festival Industria, ha avuto particolare interesse. È stato organizzato da diversi soggetti con capofila l’Ordine degli Architetti di Modena ed ha avuto come focus il tema degli spazi industriali. Cioè complessi edilizi che possono imbruttire e compromettere il territorio, come per esempio succede con le sterminate sequenze di capannoni della Pianura Padana. Oppure valorizzarlo come accade con interventi pensati da imprenditori illuminati e sensibili alla qualità dei luoghi, nonché alla buona reputazione dell’azienda, come è accaduto, per esempio, con Prada che ha affidato i suoi edifici industriali a Luca Canali.

11 Mag 2025 di Luigi Prestinenza Puglisi

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L’e-building di Cucinella per Ferrari: utopia, armonia e bellezza convincono il grande pubblico più dell’architettura

Luigi Prestinenza Puglisi

Tra i casi studio positivi del Festival Industria non potevano mancare gli edifici della Ferrari a Maranello. Per un doppio ordine di ragioni. La prima è che già sul finire degli anni duemila la casa automobilistica ha lanciato un progetto dal nome Formula Uomo mirato a trasformare l’intero complesso industriale attraverso interventi di altissima qualità architettonica. E così, dopo la Galleria del vento, realizzata nel 1997, su progetto di Renzo Piano, sono sorti edifici firmati da Massimiliano Fuksas, Marco Visconti, Luigi Sturchio, Jean Nouvel. La seconda è che con l’ultimo progetto, affidato a Mario Cucinella, la Ferrari ha messo a punto un contenitore di nuova generazione che segna un punto di non ritorno nella progettazione avanzata di questo tipo di edifici industriali. È il Ferrari e-building che ospita la ideazione e realizzazione delle vetture elettriche, un centro formativo e le aree ricreative per i dipendenti.

L’idea del progetto Formula Uomo è da attribuire a Luca Cordero di Montezemolo il quale intuisce che sarebbe stato un non senso che all’impeccabile perfezione meccanica e stilistica delle automobili Ferrari, non fosse corrisposta una adeguata qualità, e non solo nel senso dell’ immagine, degli edifici destinati alla produzione. Edifici che occupano diversi ettari del comune di Maranello, costituendo una sorta di città dentro la città, ospitano quasi cinquemila addetti e sono giornalmente visitati da un numeroso pubblico di fan, affascinato dal mito Ferrari. Da qui l’idea di ispirarsi all’esempio di Adriano Olivetti ad Ivrea in cui la fabbrica diventa il pretesto per attuare una utopia urbana. Per la qualità dei servizi: dalla pulizia delle aree produttive alla piacevolezza degli spazi per le pause, alla buona organizzazione della mensa. Ma, anche, per l’aspetto degli edifici, i consumi energetici e gli standard tecnologici.

Il primo edificio d’autore è la Galleria del Vento  disegnato da Renzo Piano (1997). Ricorda un pezzo di motore  e, distinguendosi visivamente dalle altre strutture, racconta l’unicità della Ferrari. È però nelle Nuove Lavorazioni Meccaniche di Marco Visconti (2001) che alta tecnologia, sofisticate lavorazioni artigianali e sostenibilità ambientale si integrano e si manifestano attraverso la luminosità naturale e il controllo ambientale, e un flusso del lavoro chiaro e scorrevole con quindici aree operative. Formula Uomo prosegue con la Nuova Verniciatura  (2004) che si presenta come una grande scatola articolata in tre corpi tra loro sfalsati. Il rivestimento, in parte in alluminio e in parte in doghe di vetro opalino funge da filtro regolatore rispetto alle condizioni climatiche esterne. Sempre di Marco Visconti il Ristorante aziendale (2008) un bel volume plastico che introduce uno stacco espressivo rispetto al rigore geometrico delle costruzioni circostanti. Il Centro Sviluppo Prodotto di Massimiliano Fuksas (2004) è forse l’edificio più affascinante: un articolato montaggio di volumi disposti su quattro livelli nel cui interno è stato disegnato un bosco di bambù con funzione bioclimatica.

Trasparenza e luminosità ottenute con la copertura in lamelle specchianti e grandi lucernari caratterizzano, infine, le Nuove Linee di Montaggio di Jean Nouvel (2008).

E veniamo a Mario Cucinella. Nel 2019 la Ferrari decide di conferirgli  l’incarico per il suo nuovo progetto strategico: un edificio industriale di 42.500 metri quadrati destinato al disegno e alla produzione delle macchine elettriche, cioè a quella che sarà la produzione Ferrari del prossimo futuro (l’edificio sarà inaugurato il 21 giugno del 2024).

Cucinella è l’architetto più adatto per l’incarico. Formatosi alla scuola di Renzo Piano, si è specializzato nella progettazione di edifici tecnologicamente avanzati e ambientalmente responsabili. Ha notevole esperienza professionale (è nato nel 1960 e quindi nel 2019 va per i sessanta anni) e, insieme, carica innovativa. Ha portato e sta portando a conclusione  edifici, quali l’asilo nido di Guastalla o la Chiesa di Santa Maria Goretti a Mormanno, di intrigante aspetto espressivo i quali, più che un’idea di efficienza tecnologica, comunicano sensazioni di benessere percettivo. Cioè sono dotate di quella capacità di generare empatia che richiede l’e-building, il quale, oltre ad essere una fabbrica, come abbiamo visto, fungerà da centro formativo con aree ricreative a uso dei dipendenti e con il 30% dello spazio libero per sviluppi futuri. L’e-building, inoltre, risponde a rigidi criteri di efficienza energetica. È progettato per raggiungere prestazioni da edificio a energia quasi zero (NZEB). L’acqua piovana immagazzinata è riciclata per irrigare le numerose aree verdi dell’edificio. La luce naturale illumina l’edificio attraverso pozzi di luce. L’esterno è tamponato con pannelli vetrati opalini e trasparenti. Nessuno dei sistemi di energia ricorre ai combustibili fossili. L’impianto di condizionamento utilizza una pompa di calore. Sul tetto sono posizionati 3.000 pannelli fotovoltaici.

La qualità dell’e-building è proprio nel mix di efficienza tecnica e immagine tranquillizzante, di consapevolezza ambientale e di intelligenza costruttiva, di prodotto evoluto e, verrebbe da dire, fatto a mano.“Il nostro modello operativo è una miscela di artigianato strategico e tecnologia avanzata”, spiega la Ferrari.

Una miscela questa che sicuramente farà scuola. Gli edifici industriali del prossimo futuro, esattamente come l’e-building, saranno molte cose insieme e a tal fine dovranno essere complessi e versatili. Rassomiglieranno sempre meno alle fabbriche e più che di stupirci dovranno affascinarci. Utopia, ecologia e coinvolgimento emotivo sono, infatti, temi che Cucinella sta sempre più attivamente proponendo. Anche perché la ricerca della bellezza, dell’equilibrio e dell’armonia è un argomento convincente per un pubblico che altrimenti sarebbe poco interessato all’architettura.

Da qui numerosi interventi e persuasive prese di posizione attraverso la stampa e la televisione (tra questi uno sul Corriere della Sera del 10 Aprile).  Dall’High Tech, quindi, ci muoveremo verso un sempre più pervasivo High Touch. Se, però, le nuove fabbriche rassomiglieranno di più  a una clinica svizzera, a un centro comunitario di una città finlandese, a un frammento di foresta (Cucinella ha scritto recentemente il libro: Città, foresta umana) o a una piazza di una città italiana a cui è stato aggiunto un tetto, o un po’ a tutto questo, è ancora presto per dirlo. Certo è che l’immaginario, di derivazione futurista della officina che inghiotte lavoratori e sforna prodotti, sembra definitivamente tramontato per una visione più tattile, più luminosa, più tranquillizzante, più persuasiva.

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